La mia soria 13
In qualche modo arrivò la mattina. Io e Blake eravamo in macchina, ma lui ancora dormiva.
Io mi sentivo male, come al solito... Tremavo, sudavo mi sentivo in ansia e... Sentivo un estremo bisogno di quella siringa.
Svegliai Blake arrabbiatissima, praticamente lo obbligai a preparami "quella dannata siringa", e mi feci iniettare il tutto.
Ormai che era sveglio, anche lui si fece una dose.
Era mattina, solitamente il mio cellulare era bombardato di chiamate. Ma quella mattina invece nulla. Si aspettavano che in ogni caso tornassi a casa? Probabilmente si.
Proprio per questo motivo mi arrabbiai.
Dissi a Blake che quella mattina non sarei tornata a casa, che lo avrei seguito ovunque, purché non mi portasse a casa.
Ma nel frattempo di quel discorso l'effetto "benefico" della sostanza iniziava a fare effetto, e nel giro di poco tempo ci ritrovammo a ballare con altri ragazzi che nemmeno conoscevamo, che a loro volta erano rimasti in quel posto fino la mattina.
Nel loro sguardo girava solo qualche canna ma noi ormai eravamo passati al gradino successivo.
Quelle due ore di effetto, le avevamo passate in quel locale, che aveva riaperto da poco. Non facemmo molto, solo seduti a guardarci e balbettare qualche pensiero che ci passava per la testa. Solo in un secondo momento di depressione, guardai il cellulare spaesata, e vedevo che il numero delle chiamate perse iniziava ad aumentare.
"Li ho fatti preoccupare abbastanza secondo te?"
" Lo sai te, tesoro... "
Solo con questa piccola comunicazione capii che era il momento di tornare a casa.
Dopo essere saliti in macchina, per l'ennesima volta, ci avviammo verso casa mia. Quando arrivammo Blake mi diede un pezzo accartocciato di stagnola e una siringa pulita.
"In caso... si... Magari impari anche te a farlo."
Dopo quel regalo e quella frase, la situazione era tutta nelle mie mani. Non ero più dipendente da Blake, ma da me stessa.
Entrai a casa, i miei mi chiesero se ero impazzita e subito dopo, gli sbattei la porta della mia camera in faccia.
Iniziavo a stare male, la sostanza iniziava a scarseggiare nel mio corpo e il mio cervello non ne era mai sazio.
Le strade erano due, impazzire con una crisi d'astinenza per una settimana, oppure arrivare al dunque, accontentare il cervello.
Optai per una via di mezzo. Sarei stata male tutta quella giornata, ma il giorno dopo sarei ceduta alla tentazione.
Infatti la prima mezz'ora ero ancora "stabile" avevo solo l'umore a terra, ansia e tanta voglia di cadere nella trappola.
Ma il delirio avvenne dopo.
Sudare, tremare e vomitare. Ormai a questi sintomi ne ero abituata, ma stavo male, io ero molto sensibile al dolore e tutto questo mi faceva venire i sensi di colpa, dal pensiero "non lo farò mai più" a il "se lo facessi ora starei meglio" non riuscivo a decidermi.
I miei entrarono più volte nell'arco della giornata in camera mia per controllarmi, ma stavo talmente male che non volevo vedere nessuno. Ovviamente mentii su qualsiasi cosa mi chiedessero, dal dove ero stata al come mi sentivo.
Li buttai praticamente fuori dalla mi stanza a calci, ero fuori di me.
La sera provai ad andare a dormire presto, per sopprimere questo malessere. Ma continuavo a sudare, e avvolte avevo l'impulso di scalciare. Non riuscii a chiudere occhio.
E proprio per questo, pensai a una soluzione immediata...
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