Capitolo 1
La campanella suonò puntuale come ogni mattina e gli studenti invasero i corridoi della scuola, diretti nelle classi di appartenenza, tranne Natalie Whitman e la sua amica Gabrielle.
Natalie stava in piedi davanti al suo armadietto per ritoccarsi il trucco e sistemarsi il rossetto mentre Gabrielle controllava i post per vedere l'indice di gradimento della bionda ragazza al suo fianco.
«Ti adorano tutti. Come sempre» le disse, mettendosi il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e rivolgendo lo sguardo a Natalie.
La liceale era semplicemente perfetta. Possedeva lunghi capelli biondi che si arricciavano in morbide onde, occhi azzurri e limpidi come il cielo di primavera, un corpo proporzionato, atletico e slanciato, con tutte le curve al posto giusto.
«Lo so» ribattè sprezzante Natalie, chiudendo l'armadietto e sorridendo ai ragazzi che le passavano accanto «Non sono come lei» aggiunse, accennando alla ragazza acqua e sapone che stava raccogliendo i libri da terra.
Phoebe, questo il suo nome, era una normale liceale che tentava di sopravvivere all'ultimo anno di scuola: quando si era in classe con la perfetta Natalie, bisognava sempre guardarsi le spalle. Come l'anno prima, quando la bionda aveva scattato una foto alla povera Phoebe mentre era chinata a raccogliere una fotocopia. Natalie l'aveva inquadrata dal basso e aveva fatto circolare lo scatto rubato delle mutande bianche, da nonna, che indossava quel giorno.
Tutta la scuola ancora rideva di Phoebe.
«Lasciala perdere» le sussurró la sua amica Gina, una mulatta con gli occhi un poco a mandorla e capelli scuri indomabili come la sua lingua.
Ovviamente anche lei aveva in conto aperto con Natalie, la bionda perfetta.
«Qualcuno dovrebbe darle una lezione» replicó Phoebe, mentre la Whitman e Gabrielle le passavano vicine ridacchiando come due oche.
«Una lezione? Tipo?» domandò curiosa Gina, prendendo a braccetto la sua amica e avviandosi in direzione della loro classe.
«Non lo so, ma deve abbassare quella cresta da gallina spelacchiata» rispose, in tono piccato, Phoebe mentre entravano in aula.
Gli studenti presero posto e il professore di chimica, un cinquantenne che divorava troppo dolci, ringraziò profondamente la sua miglior studentessa, ossia Natalie Whitman per il dono che la famiglia aveva fatto alla scuola: un microscopio di ultima generazione, che nessun altro liceo poteva vantare.
La ragazza sorrise e abbaglió la classe con i suoi denti decisamente troppo bianchi per essere naturali. Dopo un istante, però, gli allievi scoppiarono a ridere in maniera sguaiata, occhieggiando Phoebe.
Il cellulare di Gina vibró e lei aprì la mail che le era stata inviata, trovandosi faccia a faccia con il didietro della sua amica, avvolto da un paio di mutandoni bianchi con una scritta derisoria sotto.
Natalie aveva rimaneggiato lo scatto che aveva fatto a Phoebe solo per ferirla nuovamente, solo per divertimento.
La ragazza, con le guance rosse d'umiliazione, prese la sua borsa e fuggì dalla classe, senza pronunciare alcuna parola. Ovviamente Gina la seguì a ruota, fulminando la Whitman con una feroce occhiata.
Phoebe si era rifugiata nel bagno delle ragazze e si stava asciugando il volto paonazzo imbarazzo quando Gina aprì la porta. Subito la ragazza corse ad abbracciare l'amica, che si lasciò consolare da lei per svariati minuti: Natalie colpiva sempre duro.
Nel medesimo istante in cui Phoebe stava per aprire bocca, gli altoparlanti della scuola presero a ronzare e poi la voce del preside riempí aule e corridoi: l'uomo diede il buongiorno agli studenti e ricordò alle ragazze che erano aperte le iscrizioni per diventare reginetta del ballo, un evento che si sarebbe svolto di lì a tre settimane.
«Amica mia, so cosa fare» annunciò Gina, appena il preside finí di parlare e il bagno ricadde nel silenzio.
«Cambiare scuola?» suggerí Phoebe, tirando su col naso in maniera davvero poco femminile.
«Divertente! Ma no. Mi candideró per il titolo e la batterò sul suo stesso terreno di gioco: diventerò reginetta del ballo» le spiegò Gina, alzando progressivamente la voce, man mano che il suo entusiasmo contagiava l'amica.
«Come farai? Natalie è... Natalie!» replicó Phoebe, smorzando la gioia per un attimo.
«Fidati di me» disse soltanto Gina per poi farle l'occhiolino.
Il giorno dopo fu una giornata che rimase nei ricordi negli studenti per parecchi mesi.
Iniziò tutto come sempre, ma il colpo di scena accadde non appena il preside comunicò i nomi delle candidate al titolo di reginetta: Naomi Delano, Emma Parson, Natalie Whitman e Gina Watts.
«Che cosa?» esclamò la liceale bionda quando udí il nome di quella mulatta senza padre.
Gabrielle fissó l'amica a bocca aperta. Neppure lei poteva credere alle proprie orecchie: quella ragazza non era davvero tipo da concorrere a un titolo del genere, non possedeva la stoffa o la bellezza necessaria per gareggiare.
Natalie chiuse il suo armadietto con rabbia e si voltò per incamminarsi verso l'aula di italiano. Nello stesso istante, Gina Watts fece la sua comparsa: indossava un aderente top nero, che le lasciava scoperta la pancia piatta, abbinato a una gonna corta, che metteva in mostra le gambe toniche. La ragazza era andata anche da una parrucchiera che le aveva lisciato con cura i capelli, trasformandoli in sensuali onde corvine che le arrivavano a metà schiena.
I ragazzi, che da sempre fissavano Natalie, quella mattina mangiarono con gli occhi la giovane mulatta, truccata per l'occasione, mentre lei incurvava le splendide labbra rosse in un accattivante sorriso.
Gina si fermò di fronte a Phoebe, rimasta nelle retrovie, e le mise una mano sulla spalla.
«Allora, che ne dici? Ho qualche chance di vincere?» le chiese per poi fare una piroetta elegante, che fece sbavare gli studenti.
«Gina, tu... tu... sei tutta matta!» esclamò l'amica, ridacchiando in maniera quasi isterica «E vincerai. Sei stupenda.»
«Quindi mi darai una mano per raccogliere voti?» domandò ancora Gina, salutando con la mano un paio di studentesse che non l'avevano mai notata e che ora le sorridevano come vecchie amiche.
«Certo! Che domande fai?» ribattè Phoebe, allegra e briosa «Sarà una lotta spietata. Natalie è amata da tutti, nonostante il suo carattere da stronza. E la sua famiglia è ricchissima.»
«Ma noi ce la faremo» affermò Gina, con tono sicuro «Noi vinceremo la guerra.»
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