Elettra
Cassandra era a casa di Noah. Nella sua sauna. In costume appoggiata alla parete con la testa,il sedere sul bordo della panchina quando iniziò a pulsarle insistentemente la vena sulla tempia. Un afflusso di pensieri confusionari. Voci leggere. Confuse. Pensanti ma sempre confuse.
Cassandra strinse i denti poggiandosi su sé stessa. Chiuse gli occhi e gridó "basta,smettetela!" E le voci cessarono nella sua testa,sostituite dal rumore delle onde.
Aprí gli occhi ritrovandosi lo spettacolo di un cielo nero pece. Acqua rosso sangue. Si guardó attorno. Era stata letteralmente catapultata su una nave. A prua trovó vide una creatura. Una creatura con importanti,maestose e vivide ali piene di sfumature di colore ma aimé,da vicino si poteva notare che ogni colore era stato assorbito e non vi era alcun colore,solo delle maestose e tetre ali.
Un lungo saio nero ne nascondeva l'intero corpo. Lentamente s'abbassò il cappuccio mostrando i lunghi capelli corvini. Con la medesima lentezza alzò il viso. Il viso allungato ed ovale,gli enormi occhi dalla forma di grandi mandorle racchiudevano pupille corvine scintillanti in contrasto con la rima inferiore e superiore dell'occhio,bianca. Le lunghe e folte ciglia di un nero intenso. Il singolare e sottile naso con punta all'in sú. L'arco di cupido ben definito con labbra piene accompagnate da un cremoso prugna spento. Il mento piccolo e morbido. La fronte coperta per lo piú dalla lucente frangia laterale.
Sotto il saio un lungo vestito nero con trasparenze generose,uno spacco quasi laterale all'altezza di inizio coscia. Le clavicole rigide e spigolose,nude e vulnerabili. Poco piú sotto l'inizio del tessuto esteso fino alle spalle. La vita definita dall'imitazione di un corpetto o di una grossolana cintura che la stringeva. Un crescendo di fianchi e di smisurate e chilometriche gambe setose come fiori allo sbocciare della primavera. L'abito finiva a terra ma mai sotto le sue decolté nero lucido ornate di delicato pizzo. Lo stesso pizzo con cui era fatto il suo intimo.
Tutto di Lei emanava eleganza e bellezza. Chiunque si sarebbe sentito costretto ad amare un miraggio del genere nonostante spettrale e gelido al tempo stesso.
Osare anche solo pensare di poter domandarle una qualche cosa,infondeva paura.
Chiederle favori indulgeva al terrore.
Noah entrò nella mente di Cassandra. Sussultò visibilmente "cosa c'é?" Gli chiese Lucian in preda al panico "Cassandra é sulla nave fantasma." "Con Elettra." Concluse l'uomo "datti una mossa,é in pericolo."
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