ch. 42: L'isola dei beati
《Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni. 》
Alda Merini
Prima di abbassare la maniglia deglutisco e trattengo il respiro.
1...
2...
3!
Spalanco la porta ma il mio letto, sul quale mi aspettavo di trovarla, è vuoto.
Il sangue mi si gela nelle vene.
- L'ho pensato, sai? - La sua voce risuona nella stanza facendo da defibrillatore al mio cuore.
- Di andarmene, intendo... - Si volta, a rallentatore, con la sedia girevole verso di me.
È ancora qui ed è più bella di come la ricordavo.
Vada come vada non mi tirerò indietro.
Le rivolgo un mezzo sorriso di scuse, consapevole di essere un'idiota e la invito ad afferrarmi la mano, protesa nella sua direzione.
Il suo sguardo si riduce a due fessure, attraverso le quali mi studia diffidente, ma alla fine accetta.
Tiro e, come una calamita, la sua schiena aderisce al mio torace. Tutti i recettori del mio corpo la percepiscono amplificata, probabilmente, a causa del riscaldamento appena fatto in bagno.
Dondoliamo assieme. Le mie braccia da dietro le circondano la vita sottile e, nella penombra, ripercorro i contorni del suo profilo; lo zigomo alto, l'orecchino a forma di luna sul lobo, il mento delicato.
Dio per quanto l'ho sognata.
Uno a uno le raccolgo i capelli sottili liberandole il collo. Lei riversa la testa all'indietro, sulla mia spalla, premendola di più ogni volta che i miei polpastrelli la sfiorano.
La sua pelle sembra seta sotto lo scorrere delle mie labbra. Vorrei morderla.
Volta il viso e si allunga cercando nuovamente il calore dei miei baci, ma non l'accontento.
Slaccio frettolosamente il gancio dietro le sue scapole.
Via il reggiseno. È l'esperienza più eccitante della mia vita.
Lascio che il mio palmo aderisca al suo ventre piatto e che risalga fino ad avvolgerle un seno tondo.
-Cazzo, sei perfetta! - Soffio nel suo orecchio insieme a tutta l'aria che ancora trattenevo. Lei ride per il solletico e tenta di sfuggirmi ma con forza la riattiro a me.
Il suo culo sodo sbatte sul mio inguine è di riflesso mi piego su di lei. Sono così duro che il contatto mi provoca addirittura fastidio.
Continuo a palparla. L'altra mano, impaziente, va a liberare il bottone dei suoi shorts. Un altro indumento cade al suolo.
Senza la stoffa ruvida a fare da barriera, siamo separati solo da un sottile strato di cotone e il mio sesso si posiziona, caldo, alla base della sua schiena. L'asta sprofonda verticalmente lungo la linea del suo sedere e l'istinto di spingere si impossessa di ogni mio nervo.
La situazione, già oltre il limite che posso gestire, peggiora nel momento in cui, inizia a strusciarcisi sopra.
Con un ansito trattenuto tra i denti, mi posiziono di fronte a lei.
Mi perdo sul suo viso accaldato e sulla sua bocca gonfia avida d'aria.
Scendo con lo sguardo; ma si copre.
Col cazzo!
Questa notte voglio tutto!
Le circondo delicatamente i polsi, obbligandola ad aprire le braccia e a mostrarsi totalmente. E lo fa, seppur arrossendo ancora di più. La saliva mi si incastra in gola nel vedere le sue tette, che rasentano la perfezione, sollevarsi seguendo il movimento della sua cassa toracica.
Mi imprimo ogni dettaglio nella mente: il cerchio rosso sulla clavicola che le ho lasciato poco fa, il neo accanto a uno dei capezzoli e l'ombelico che, per tanti anni, è stato bersaglio dei miei sguardi furtivi.
A farmi perdere il senno, però, è la piccola macchia scura che le segna la stoffa delle mutandine.
Al diavolo il farlo durare il più possibile! Qua finisce che mi vengo, di nuovo, addosso ancor prima di aver iniziato.
Mi avvento su di lei e l'afferro per la nuca così da far arrivare la mia lingua a fondo nella sua bocca.
Le mie dita senza permesso irrompono oltre il triangolo di stoffa bianca.
Ansima, incapace di controllarsi mentre i miei polpastrelli scorrono sul suo clitoride.
- Lucas... - Sussurra come a pregarmi. Godo, a ogni lettera del mio nome, che abbandona la sua gola.
Dio mio.
Sento il pene contrarsi ritmicamente a ogni suo mugolio.
Mi afferra il mento e si riappropria della mia bocca. Il suo sapore di pesca manda in tilt le mie papille gustative o forse è il mio cervello che è in blackout.
Passa le mani sui pettorali, sulle braccia, segue ogni vena mentre io mi ricopro di brividi.
Percorre il mio addome che, senza alcun controllo, si ritrae al suo passaggio. Piccoli focolai si diffondono in ogni avvallamento degli addominali, nei quali si sofferma, fino a che raggiunge il bordo dei pantaloni.
Il mio battito perde ogni regolarità. Cerco di restare immobile, in attesa del momento in cui me li abbasserà.
Merda, non ho le mutande!
Ritraggo veloce il bacino e con un movimento rapido la spingo sul letto.
Arretra sul materasso raggiungendo il cuscino. La luce calda dell'abat-jour, ancora accesa sul comodino, le illumina metà del viso.
La raggiungo; le ginocchia sulla coperta ai lati delle sue gambe. Abbasso l'ultimo pezzo di stoffa rimasta a coprirla scendendo dalle sue anche appena sporgenti e lei mi aiuta alzando i fianchi.
Non posso far altro che bloccarmi, estasiato, a osservarla nella sua parte più intima; la carne rosa, gli inguini tesi. Dura un istante ma vedo il paradiso.
Mi chino su di lei e ridisegno il contorno delle sue labbra con la lingua. Sorridiamo insieme. I suoi occhi d'ambra riflettono i miei, completamente neri.
Ci siamo…
Impacciato, tento goffamente di liberarmi dei pantaloni.
I suoi palmi, però, premono forte sulle mie spalle, obbligandomi a raddrizzarmi.
Cerco di capire cosa voglia e perché mi abbia allontanato.
Si mette a sedere con un sorriso malizioso che le curva le labbra rosse e le sue dita si infilano oltre l'elastico morbido.
Non ha intenzione di lasciarmi spogliare da solo, dopo che mi sono preso il tempo di studiare ogni centimetro della sua pelle nuda.
Vuole guardare e godersi lo spettacolo… e io, non ho altra scelta se non quella di concederglielo.
La sua testa si avvicina pericolosamente al rigonfiamento sul mio pigiama. Posa un bacio umido sulla pelle tesa del mio basso ventre, facendomi rabbrividire.
Il tessuto si tende e si abbassa, sotto le sue dita, trattenendo il mio membro duro fino a quando l'elasticità lo permette. Poi si libera all'improvviso e la punta sbatte sulla mia pancia lasciandovi un alone lucido.
Si ritrova la mia forma davanti al viso e a fatica riporta lo sguardo nel mio, che la attende divertito.
Sono consapevole delle mie dimensioni ma vederla stupita è l'iniezione di autostima più grande che un uomo possa avere.
- Niente boxer? - domanda, stringendo più forte il labbro tra i denti.
- Sono sopravvalutati! - Svio, e lei si lascia ricadere sul cuscino, ridacchiando.
È stupenda; I capelli sparpagliati sulle lenzuola e l'espressione piena di aspettativa e desiderio. Mi prendo ancora qualche istante per imprimere nella testa la vista del suo collo teso e delle sue gambe strette tra loro, che mostrano solo un triangolo di pelle liscia.
Deglutisco rumorosamente, ancora a cavalcioni sopra di lei.
Prendo il preservativo dalla tasca dei pantaloni appallottolati in fondo al letto. Mi tremano le mani. Squarcio la carta metallica estraendone il cerchietto in lattice, sperando di apparire disinvolto.
Lo sistemo in cima, trattenendone l'estremità e, faticosamente, comincio a srotolarlo.
Cazzo! Cazzo, cazzo! Perché non vuole scendere?
Inizio a muovermi nervosamente nel tentativo di far collaborare quel dannato pezzo di gomma che proprio non ne vuole sapere di rivestirmi fino in fondo.
Impreco, strizzando le palpebre per il fastidio che mi sto auto procurando.
Non ci riesco!
Un tocco tiepido richiama la mia attenzione e le sue dita ricoprono delicate le mie.
I nostri occhi si legano; il suo petto si alza più velocemente e i capezzoli, ora turgidi, puntano verso l'alto. Sembra eccitarsi nel vedermi nudo di fronte a lei, con l'asta stretta nel pugno e il profilattico messo a metà.
Sento il mio membro gonfiarsi e il preservativo scivolare, aderendo alla perfezione.
Dio grazie!
Torno su di lei, sospeso quel tanto che basta a non schiacciarla.
Il cuore mi esplode appena l'avverto divaricare le gambe per farmi più spazio.
Le accarezzo lo zigomo con le nocche e subito dopo, le nostre bocche si assaporano. Se questo è il paradiso, sono disposto a morire per restarci.
Intensifico il bacio quando le sue unghie mi graffiano la schiena. Lei, ricercando il piacere, alza i fianchi contro il mio bacino.
Merda!
Soffoco un grugnito quando, a causa del suo invito, la punta del mio pene scivola lungo la sua fessura.
Resto immobile, regolando il respiro. Basta poco e sarò dentro di lei.
La sua mano si plasma sulla mia guancia.
- Lucas, è tutto ok? - Sussurra dolce, cercandomi.
No, cavolo, è la mia prima volta e tu mi piaci così tanto che sono terrorizzato!
- È tutta la sera che sei strano... Sembra quasi che non ti vada molt~ - La sua voce si interrompe a causa dei miei occhi che si spalancano sconvolti.
- Non mi va? - ripeto sconcertato - Cazzo, Alexis, ho un'erezione ogni volta che ti vedo e, fidati, preferirei evitarlo! Non posso sperare mi arrivi sempre una felpa in soccorso! - Sogghigno scherzoso, cercando di farle capire che non è certo lei il problema.
Sembra credermi. Ridacchia e si rilassa nuovamente.
- Sai, è solo che non mi aspettavo fossi così... - Soffia a pochi centimetri dal mio viso.
Ecco, sono fottuto!
Dovrei dirglielo…
- Con tutte le cretine che ti sei portato a letto, e conoscendo la tua fama, onestamente, mi aspettavo meno premure e dolcezza da parte tua. - Mi dice, un po' imbarazzata.
Serro la mascella e distolgo lo sguardo dal suo.
Fanculo l'onestà!
- Volevi ti scopassi e basta? - Ringhio acido e ferito.
Vede quello che vedono tutti!
Un fottuto coglione che va con chiunque, persino con una prof.
- No, no! - Si affretta a negare, spostandomi il mento e obbligandomi a guardarla.
- Mi va benissimo così! Non mi interessa quello che fai con le altre. Questa notte è solo nostra, ok? - Mi buca l'anima con quella faccia seria seria. Poi le sue labbra riprendono a muoversi sulle mie, tentando di riottenere la mia partecipazione.
Aggrotto le sopracciglia ma riprendo ad assecondarla.
Alexis scende a mordicchiarmi il collo e io dimentico ogni cosa, quando alza di nuovo i fianchi verso la mia erezione.
- Fallo con me, Lucas. - Mi sussurra nell'orecchio, facendomi perdere il senno.
Le sollevo la coscia e lentamente forzo quell'apertura che stenta ad accogliermi.
Gemiamo entrambi mentre la penetro fino in fondo, sentendola aprirsi poco alla volta.
Resto fermo, dandole il tempo di abituarsi, anche se non credo, le serva questa premura. Il piacere, che a ondate mi sta investendo, è già troppo da gestire.
Trema sotto le mie mani mentre la libero, fin quasi a uscire da lei.
La spinta successiva non la controllo. Entro, improvviso, prendendomi tutto lo spazio che mi può concedere. Quando urto contro il suo punto più profondo, si ritrae di colpo ma non glielo permetto.
La trattengo e lei geme, riversando il capo all'indietro. Ogni mugolio che non riesce a soffocare è una scossa che mi percorre la spina dorsale. I miei movimenti trovano il ritmo e lei asseconda ogni mia spinta.
I muscoli mi tremano, il collo si tende, la sento avvolgere ogni mio centimetro.
"Merda!" Stringo gli occhi, avvertendo l'ennesima scarica d'adrenalina.
Non posso ora! È troppo presto!
Rallento, cerco di regolare il battito che sembra preannunciare un'infarto.
Ma Alexis, che è nata per rendere la mia vita un inferno, stringe le dita sul mio sedere e mi riporta nuovamente in profondità, dentro di lei.
Mi aggrappo alle lenzuola, trattengo l'aria nei polmoni, tento di mantenere la lucidità.
Tuttavia, quando dondola le anche in una muta richiesta a riprendere da dove mi sono interrotto e la sento contrarsi sul mio cazzo, non mi controllo più.
Avverto il sangue pompare lungo l'asta, la base del sesso fremere e non c'è più nulla che possa fare.
Entro ed esco, guidato solo dal piacere.
Il calore aumenta a dismisura, la vista si annebbia e i suoni spariscono.
Una scossa mi ferma il cuore e con un rantolo riempio la protezione.
Mi vergogno sentendo le energie sfuggirmi. Lascio ricadere la fronte sudata nell'incavo della sua spalla.
Sono terrorizzato da ciò che potrà dire.
Nemmeno lei parla, rimane immobile.
L'erezione pian piano cala.
Devo uscire prima di perdere il preservativo!
Controvoglia mi sfilo da lei.
Le sue dita si infilano tra i miei capelli corti, e mi accarezzano teneramente.
Alzo il capo, timoroso di scoprire l'espressione che ha sul volto.
È splendida, accaldata, con gli occhi lucidi.
Si allunga e mi bacia sfiorandomi appena le labbra, senza smettere di coccolarmi quasi fossi un bambino.
Se da un lato questo contatto mi infonde calore e quiete, dall'altro mi uccide lentamente, nel modo più doloroso.
Lei non è venuta e io sono durato forse quattro minuti.
Ma chi penso di prendere in giro? In quattro minuti avrei avuto anche il tempo di fumarmi la sigaretta che mi sono negato per questa prestazione ridicola.
Vorrei sprofondare!
Scivolo al suo fianco lasciando ricadere il polso sulle palpebre chiuse. Lei si avvicina. il suo corpo ricopre, in parte, il mio.
Sollevo il braccio per crearmi uno spiraglio. Le sue ciocche color miele sono sparpagliate sul mio bicipite, la sua guancia schiacciata sul mio petto. I suoi polpastrelli disegnano cerchi sul mio addome e la sua gamba nuda resta piegata sulla mia coscia.
Non ho idea di cosa le passi per il cervello. Intravedo solamente il riflesso della luce sulle sue lunghe ciglia scure, che sporgono insieme alla punta del naso.
Poco alla volta si abbandona al sonno sopra di me.
Non voglio chiedere o sapere nient'altro.
Decido di godermi il suo tepore, immerso nell'odore di sesso di cui abbiamo riempito la stanza.
Afferro l'angolo delle lenzuola così da coprirci entrambi. Nascosto dalla stoffa, sfilo il profilattico e tento di annodarlo con una mano. Miro il cestino accanto alla scrivania e... naturalmente lo manco!
Con un miscuglio di sentimenti contrastanti che mi vorticano in testa, abbasso le palpebre. Cerco pace stringendomi di più al corpo caldo di Alexis e, infine, crollo anche io.
🖋 Spazio Autore:
Ed eccola... vista, sistemata, pubblicata persa, rattoppata, risistemata e rimessa... non so nemmeno più cosa ne sia uscito😅😅😅
Mai ho odiato tanto un ch.!!!🙄
Spero di migliorare proseguendo 😅 perchè la terza e ultima parte è molto più spicy🫥 e se l'andazzo è questo ci muoio😱
Come al solito grazie di seguirmi, di esserci e di aspettare.
GRAZIE DAVVERO!❤️🫶
Un Grazie ancora più grande a voi che: mi taggate nei video che vi ricordano le scene del mio libro❤️, avete fatto una pagina tiktok per sostenere la storia, mettete stelline, comnenti e mi scrivete di continuare😭 grazie, grazie davvero!!!!!!!!!!! Ogni volta mi commuovo🙏
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro