Ch.16: Calma prima della tempesta
《Gelosia. L'altra faccia dell'amore.》
Ambrose Gwinnett Bierce
Dopo quel sogno che aveva tutto il sapore di un ricordo dolceamaro, per le ore che mancavano all'alba, non ho più chiuso occhio e ora mi ritrovo con un gran mal di testa.
Mi sono alzato con i primi raggi di sole che filtravano dalla finestra. Ho controllato che la febbre le fosse scesa e sono fuggito da quella stanza.
Mi ritrovo in cucina a preparare la colazione e mi domando se sia il caso di svegliarla o di raggiungere Liam in Messico e non fare più ritorno.
Sarà difficile rinunciare alla possibilità di stringerla nuovamente, ma, allo stesso tempo, non vorrei rivivere un'agonia simile. Avere davanti l'oggetto del proprio desiderio e non poterlo afferrare è troppo da gestire, per chiunque.
- Già in piedi? - Mi sorprende la voce di Alexis, facendomi sobbalzare mentre l'odore di bacon si diffonde nell'aria.
- Russavi! Non riuscivo a dormire! - La sfotto, voltandomi verso di lei.
- Io non russo! Non inventarti storie! - Brontola assonnata.
Si lascia ricadere sullo sgabello. È pallida e probabilmente ancora non si è ripresa del tutto; comunque io la trovo splendida.
Arretro appoggiandomi al piano di lavoro, incrociando le braccia e sporgendo il mento, strafottente.
- Magari non russi, ma sicuramente sbavi! Ho dovuto cambiare la maglietta questa mattina. Se non mi credi vai a guardarti allo specchio! - Immediatamente si tasta la bocca scoprendo dei residui della saliva.
La vedo sparire di corsa oltre la porta e scoppio a ridere quando la sento imprecare, raggiunto il bagno. Mi sfioro il bicipite, avvertendo un calore diffondersi nel punto in cui era appoggiata la sua guancia. Devo cancellare ogni sensazione legata alle ore passate in quella dannata camera!
Termino di cucinare e dispongo i piatti prima che torni.
Una doccia e riappare come nuova, anche se la faccia stanca non mente.
- Uova e bacon, Lucas? Sei serio!? Ad una che poche ore fa vomitava l'anima?
- Ti prego di non parlarmi di vomito! Mi è bastato quello di stanotte! - La rimprovero con espressione fintamente disgustata, facendole arricciare il naso per il disappunto.
- Devi mangiare e rimetterti in forza. Non puoi prendere medicine a stomaco vuoto!
- G~grazie - Bisbiglia impercettibilmente, giocherellando con le uova.
- Come? - La esorto a ripetersi allungando l'orecchio nella sua direzione.
In risposta alza il dito medio, accostandolo al viso - Grazie! - Scandisce acida.
- Ingrata! Non ci si rivolge così al proprio salvatore!
- Altro che salvatore! Non è che ti sei approfittato della situazione?! Mi sono svegliata nel tuo letto e...
- Fanculo! - Ringhio sottovoce e, senza aspettare che termini la frase, mi alzo, riponendo il piatto nel lavello.
Lo so, stava scherzando, lo vedo dal sorriso che lentamente si sta dissolvendo, io però non riesco a trovarlo divertente.
Mi sento terribilmente in colpa, me lo sono meritato! Mi volto verso la porta finestra che dà sul retro. Non ho il coraggio di guardarla.
Alexis, probabilmente spiazzata dalla mia reazione, prosegue, studiandomi
- Scherzo! Ero davvero ridotta uno straccio!
- So che mi hai aiutata e che sei rimasto con me tutto il tempo. È stato carino da parte tua e devo essere stata una rottura! Mi spiace se ho fatto qualcosa di sbagliato, non ricordo quasi nulla. - Continua titubante e leggermente confusa.
Non so se stia mentendo, in ogni caso, apprezzo la decisione di sorvolare sull'accaduto e mi limito a contraccambiare con un cenno.
L'attimo di silenzio che segue mi fa sentire a disagio, portandomi a scandagliare i possibili argomenti di conversazione.
- Oggi che programmi hai? Altra uscita con la nuova conquista? - Risolve lei il mio dilemma.
- Ti riferisci ad Hanna?
- Perchè, hai rimorchiato altre malcapitate? - Sbatte le ciglia in modo stupido.
- Bastava dire di sì, Lex! E no, non ho rimorchiato proprio nessuna. - Sbuffo, sistemando le stoviglie.
- Da quanto so io, ieri sera ti stavi divertendo parecchio per uno che non rimorchia! Almeno fino alla rissa, chiaramente! - Mi sorprende e, con nonchalance, fissa la macchinetta del caffè.
- E tu cosa ne sai della rissa e di cosa facevo? - Inarco un sopracciglio, curioso.
- Micheal, non mi dire che eri gelosa e che mi hai fatto pedinare! - Sogghigno.
- Il tuo ego, Lucas, deve essere davvero pesante da portarsi in giro! I muscoli ti sono iniziati a crescere per poterlo sorreggere, vero!? - Esclama stizzita.
- Quindi... dicevi? Ah si, ti piacciono i miei muscoli e... mi hai fatto pedinare? - Mi fanno male le guance per lo sforzo di non scoppiare a ridere.
- Io non ho mai detto c~... Ahhhh! Sei... Sei un cretino! - Sbotta rivolgendosi al soffitto.
- Me l'ha raccontato Ben! Idiota! - Spiega appoggiando il mento sul palmo con atteggiamento svogliato.
- Mayer?
- Sì, ovvio! Benjamine. Chi altri? - Indurisce i lineamenti, un po' smarrita.
- Lo senti spesso? - Fingo disinteresse eppure un fastidio pungente ha già iniziato a muoversi sotto l'epidermide.
In fondo Lex sta con mio fratello, è normale che mi preoccupi... no? Mi sento addirittura offeso da me stesso nell'elaborare quel pensiero, per le balle che ancora provo a propinarmi!
Non ero forse io quello che poche ore fa, approfittando del suo malessere, si è strusciato su di lei?!
- Sì, soprattutto in questo periodo! È molto carino da quando Liam è partito!
- Ora ci prova e tu gli dai corda? - Chiedo indignato, nascondendo la gelosia dietro un finto moralismo. Non aveva un debole per Hanna?
Per un soffio non le cade la mascella.
- Ti droghi, Lucas?!
- O magari... non mi dire che sei... geloso, Morris? - Mi provoca riutilizzando le stesse parole con cui l'ho punzecchiata poco fa.
Naturalmente lo sono! Questo evito di dirlo, e le rivolgo una smorfia di scherno che lei ricambia, assottigliando lo sguardo.
- Io geloso?! So che ti piacerebbe, ma mi spiace. Ti sbagli! - Mi sistemo i capelli indossando la maschera dello sbruffone. Lei invece scuote il capo con superiorità, senza risponde.
- Non capisco perché lui si faccia sentire ora che sei sola!
- Non ho mai smesso di sentirlo! Semplicemente, adesso, capita più spesso! - Chiarisce corrugando la fronte.
Qualcosa non mi torna!
- Mayer, hai presente? Ci siamo usciti la prima volta dopo che si è trasferito qui. Il fratellino di Niel!
- Il... che cosa?! - Spalanco gli occhi incredulo.
L'avevo collegato al ragazzino con cui giocavamo, tuttavia non ho mai saputo fossero fratelli!
Cazzo! Ecco cosa voleva dire il discorso in auto! Mi ha chiesto come andasse il viaggio, e io devo essergli sembrato un coglione con la balla sugli esami a Boston!
- È venuto con noi al mare il giorno che hai cercato di annegarmi! Ricordi?!
- Non me lo perdonerai mai, vero?! - Domando afflitto e intento a metabolizzare la parentela appena scoperta.
- Lucas, io non ce l'ho mai avuta con te. Sei tu che hai trasformato un incidente in un tentato omicidio. Io infierisco solo! - La fa sembrare quasi una cosa sensata. Non so come riesca a scherzarci su.
- Comunque ho sempre avuto un bel rapporto con Ben. - Conclude, notandomi pensieroso.
- Quindi è il fratello del coglione per cui ora Liam è nella merda fino al collo... Bene!
Per cambiare, mi sento preso per il culo. Mayer iniziava a starmi simpatico. Forse avrei dovuto ricordare, oppure qualcuno poteva anche avere il buon senso di dirmelo!
- Sei impossibile, se ti ci metti! Che colpa ne ha Ben? E poi, non parlare così di Niel! Ha aiutato tanto sia Liam che me! - Si alza dalla sedia scrutandomi truce e sbattendo le mani sul tavolo.
Ovvio, fanno tutti parte del fan club difendiamo lo spacciatore!
- Ah, già! Dimenticavo! Lo ha mandato a vendere droga... davvero un esempio per la comunità!
- Gli ha dato un lavoro in officina! Non era un'abitudine. L'hanno fatto anche per... - Fa una pausa e improvvisamente si rabbuia.
- Non dico sia giusto! Dico che, se tu lo conoscessi, vedresti una persona buona che si è trovata costretta a fare delle scelte sbagliate. - Continua a perorare la sua causa.
Non ribatto, è inutile, e non mi va di discutere con lei questa mattina. La osservo, approfittando dell'allineamento di pianeti che per una volta non ci sta facendo litigare. La canottiera bianca che la copre, al posto della mia maglia, lascia intravedere un po' di rosso del reggiseno.
Con un flash mi torna in mente quello che indossava ieri, tra le mie braccia, e mi torturo il labbro tra il pollice e l'indice.
- Hey, sono qua! - Attira la mia attenzione, incrociando le braccia spazientita.
Lentamente rialzo la visuale, ritrovandola divertita con la testa leggermente inclinata.
Beccato!
- Ero sovrappensiero! - Mento.
- Si... ovviamente! - Annuisce, schioccando la lingua.
L'ennesima figura di merda! A parte essermi fatto scoprire a fissarle le tette, resto fermo sulla porta domandandomi se rimanere un altro po' con lei o se la nostra parentesi si possa definire già conclusa. Dovrei andarmene?
- Film?!
- Come? - Aggrotto le sopracciglia, preso alla sprovvista.
- Se non ti va non ha importanza!
Prima che io riesca a ribattere fa qualche passo per andarsene. All'ultimo si ferma e, per un mancamento, perde l'equilibrio.
Scatto in avanti appena in tempo per afferrarla in vita. Non riesco a tenerla e insieme andiamo a sbattere contro il frigo. O meglio: io sbatto contro il frigo, lei sul mio petto.
La stringo finché non incrocia i miei occhi, pietrificandomi come Medusa.
Ho bisogno si sposti per potermi rimettere dritto, sono troppo sbilanciato.
In questa scomoda posizione risultiamo alti uguali e la sua bocca è ad un centimetro dalla mia.
È un'agonia sentire l'odore delicato della sua pelle, mischiato a quello del dentifricio, risalirmi le narici e, quando scorgo la sua attenzione posarsi sulle mie labbra... non ragiono più!
La tiro a me per i fianchi, facendola collimare al mio corpo ancora appoggiato allo sportello, ripercorrendo l'impeto che mi aveva guidato la notte scorsa.
Le sue ciglia scattano impercettibilmente verso l'alto e per un istante sembra boccheggiare in cerca d'ossigeno. Resto in attesa della sua prossima mossa, però le suole delle mie scarpe... scivolano.
Provo a fare resistenza. Ma la forza di gravità probabilmente mi odia, o forse mi ama a tal punto da volermi evitare un'umiliazione. E ci ritroviamo a terra. Lei seduta tra le mie gambe e io con un'espressione da pesce lesso.
Mi guarda, poi... scoppia a ridere.
- È così che mi salvi? - Sfotte, tra una risata e l'altra.
Mi scompiglio il ciuffo e mi rimetto goffamente in piedi.
- Stai ancora male?
- Solo un piccolo giramento! E ora ho anche dolore alle chiappe! - Risponde Alexis, allungando una mano nella mia direzione.
Gliela afferro e con forza la riporto nuovamente a pochi centimetri da me. Questa volta non attendo di imbambolarmi. Mi sottraggo proseguendo lungo il corridoio per prenderle la medicina.
- Non mi hai risposto! Film...? - Volto il viso sopra la spalla e, mostrando una fila denti da una guancia all'altra, accetto la proposta.
🖋Spazio Autore
Ciao cari lettori!
Ho rispettato la scadenza... quasi non ci credo! E come non bastasse è quasi pronto e revisionato anche il prossimo ch. Che però uscirà comunque martedì 14! Perché? Vi state chiedendo?! Bhè... perchè sono S****** 👅. No scherzo, la verità è che spero di mantenere delle uscite regolari e di non doverne saltare.❤️
La prossima settimana, scopriremo di più su ciò che è successo a Lucas e la tregua tra i due protagonisti vacillerà!
Un saluto a tutti e come al solito un grazie infinite a chi mi supporta🙏 ogni stellina✨️ è ogni commento sono davvero importanti😚
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro