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Ch. 13: L'appuntamento

La sfiga è un'amante fedele e non ti abbandona neanche quando sei nella merda.》
Ennio Flaiano

È in ritardo! Inizio a spazientirmi.
Attendo fuori dal Dave & Buster's da almeno venti minuti e la gente che entra ed esce dal multisala mi squadra diffidente.

- Cosa ne pensi di passare i prossimi tre giorni chiusi in camera mia?! -
- Scommetto che sotto quei vestiti sei pieno di tatuaggi! -

Un gruppetto di ragazzine, che avranno sì e no tredici anni, campeggia sulla panchina alla mia sinistra. Non hanno mai smesso di rivolgermi attenzioni tutt'altro che caste, ma le ultime uscite squallide mi mettono davvero a disagio.

- Sono pronta a perdere la verginità con te, questa sera! Ah, vero! L'ho già persa, ma poco cambia! Hahaha. - Si pavoneggia, fiera di sé, la mocciosa dalle ciocche rosse.

Mi costringo ad ignorarle, reprimendo il desiderio di mandarle a calci in culo, a guardarsi Winnie the Pooh!

Accendo un'altra sigaretta, promettendomi che sarà l'ultima e che attenderò solo altri cinque minuti.

Nemmeno so più se verrà e, considerata la giornata schifosa di oggi, ne ho già le palle piene. Inoltre, la tipologia di coglioni che frequenta questo posto non mi piace.

Merda! Inizia pure a fare freddo!
Infilo la giacca in pelle, un tempo di proprietà di Liam. I lampioni già accesi e le insegne al led del locale spiccano nel buio.
Il nervosismo aumenta e la folla mi urta sempre di più, quindi resto defilato, qui, dall'altro lato della strada, al bordo del parcheggio.

Basta!
Me ne sto per andare quando tre tizi impettiti, che mi sembra di avere già visto da qualche parte, vengono nella mia direzione.
Sbuffo, pregando di essermi sbagliato e che in realtà non puntino me e che devieranno verso l'ingresso.

Non ricordo dove potrei averli incontrati. Con le camicie inamidate e le cinture di marca in bella vista, spiccano tra la folla; sarebbero più adatti ad un party che ad un pub.

Vorrei far finta di nulla, ma è palese che mi stiano fissando e che, a breve, finirà male!
Non mi scompongo. Resto apparentemente rilassato, con il piede sinistro appoggiato al palo della luce che mi sorregge, pronto però a reagire. Sarei dovuto tornare subito a casa, dannata Sammers!

- Hey bellezza! Per quanto ancora mi avresti aspettata? - Mi saluta la destinataria dei miei insulti, sbucando dal nulla all'improvviso.
Mi limito a freddarla con un'occhiata di rimprovero, mentre gli sbruffoni alle sue spalle sembrano essersi fermati. Restano distanti, impegnati in una telefonata.

- Su, non te la prendere! - Sorride radiosa, piazzandomisi davanti con una giravolta, frapponendosi tra me e il problema che si prestava ad investirmi e che ora, presumo, abbia cambiato programma.

- Sei rimasto più del previsto! La mia lista si sta allungando. A breve potrò affermare con assoluta certezza che tu non sia per nulla lo stronzo che vuoi far credere! - Ridacchia, fiera della sua intuizione.

- E una volta che l'avrai appurato? - Domando con un sopracciglio alzato, controllando di sbieco l'evolversi della situazione.

- A quel punto, ti vorrò indubbiamente come amico o forse... come fidanzato! - Ride di gusto, aggrappandosi al mio braccio e trascinandomi giocosamente verso l'entrata - Per ora sei sulla buona strada! -

- È da molto che eri nascosta a spiarmi? -
- Chissà! Magari da prima che arrivassi! - Mi supera saltellando, quasi fosse una bambina. Si gira su se stessa e, piegandosi in avanti, alza gli angoli della bocca, scoprendo tutti i suoi perfetti denti bianchi.

Questa stramba ragazza riesce magicamente a spazzare via tutto il mio malumore e la mia tristezza. Inoltre, ho l'impressione che sia più sveglia di quanto voglia far credere: dubito sia stata un caso, la sua apparizione al momento giusto.

♡◇♡◇♡◇♡◇♡◇♡◇♡◇♡◇♡◇♡

Studio incredulo, e leggermente disgustato, la torta hamburger che le hanno servito e che ho la sensazione non finirà se non con una lavanda gastrica.
- Quindi... Ti piace solo o siete stati insieme? -

- Chi? - Rispondo senza prestarle attenzione, ancora concentrato sul suo panino.
- Alexis, ovviamente! -
La birra mi va di traverso e devo sforzarmi per non sputarla sul tavolo.

Tossisco più volte, cercando ossigeno.
Mi assesta alcune pacche poco delicate sulla schiena, sbellicandosi dalle risate.

- Si può sapere da dove diavolo te ne esci? Perchè mai... Che diamine... Noi non... - Fallisco nell'assemblare una frase di senso compiuto e lei, in risposta, mi rivolge un ghigno compiaciuto.
- Altro che bad boy... Sei un disastro, tu! - Mi prende in giro.

- Non siamo mai stati assieme e no, ti sbagli. Sta con mio fratello! - Rivelo, sperando di spegnerle quell'espressione da: " so tutto io".
Ed è appagante veder apparire un broncio sul suo viso tondo.
Mi scruta assottigliando gli occhi, che oggi appaiono più scuri del solito.

- Capisco! - Esclama, tornando improvvisamente allegra e giocosa.
- Sta con tuo fratello e tu sei cotto di lei. Chiaro! Il fascino del proibito e il fetish di farsi la quasi sorellastra. Mi sarei aspettata qualcosa di più complesso da te, ma mi accontento! - Conclude, con finta rassegnazione, facendomi finire ancora la birra di traverso.

- Ma che diamine!? Cos~ - Provo a parlare, tra un colpo di tosse e l'altro.
- Come riesco a capirti così? Te lo stai chiedendo, vero? Diciamo che da anni faccio esperienza con un idiota che, in qualche modo, ti somiglia! - Termina la domanda che io, in realtà, non le stavo ponendo e che nemmeno lontanamente avevo pensato di farle.

- Non sarà che la qui presente psicologa ha un debole per qualcuno... - Asserisco convinto di averla beccata in fallo e felice di constatare che mi intriga persino di più!

Noto un'ombra di serietà attraversarle il volto.
- Nah, è acqua passata. Vedi Lucas, tu interpreti il ruolo del bello e dannato che se le scopa tutte e non si interessa a nessuna... - Fa una pausa, sistemandosi sulla sedia ed allungandosi per succhiare dal suo cocktail rosa fluo.

Dopo un lungo sorso, prosegue, lasciando ricadere il mento sopra ai palmi delle mani con aria svogliata - Lui invece... non recitava. È seriamente un figlio di puttana! -

Mi sarei aspettato di scoprirla triste e invece no, provocante e dispettosa, fa nuovamente scorrere le labbra lungo la cannuccia, studiandomi da sotto le ciglia scure.

- Chissà, tu potresti essere la giusta via di mezzo tra lo stronzo e il bravo ragazzo... Pensi potremmo divertirci insieme, noi due? - Resta in attesa di una mia mossa, protendendo il seno verso il tavolo.

Decido di stare al suo gioco e, rivolgendole un occhiolino da capogiro, mi avvicino anche io. - Quando vuoi Summers! -

Dalla faccia che fa, pare soddisfatta della risposta appena ricevuta. Credo sia un filo matta!

La biondina mi piace veramente. Ha un fisico da urlo e un carattere che sprigiona allegria ovunque vada. È tutta la sera che ci punzecchiamo a vicenda.
Se con lei dovesse capitare qualcosa, non mi tirerei indietro.

- Allora... è vero? A Portland le donne ti saltavano addosso? E la storia con l'insegnante?! -

Vorrei sapere chi cazzo ha sparso questa voce e come sia arrivata fino a qua.
- No! - Taglio corto, e il buon umore riguadagnato va nuovamente a farsi fottere.

A lei non sfugge il mio repentino cambio di intonazione; non insiste, e io la ringrazio mentalmente per non essersi impicciata.

- Vieni! - Mi ordina, ritrovando il suo entusiasmo.

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- 5... 4... 3... Vai! Ci sei quasi! - Urla la streghetta alla mia destra e il conto alla rovescia scorre veloce.

La musichetta di sottofondo è assordante. La scritta Super Shot sovrasta il canestro ed il rumore delle palle che sbattono contro la gabbia in ferro rendono faticoso concentrarsi.

-2... 1... Vai! Vai! - Mi incita, ma il suono del game over ci comunica la fine della partita.
- Nooo! Per un punto!!! - Si lamenta, delusa.
Era una vita che non entravo in una sala giochi!

La scalmanata che ho affianco mi ha coinvolto in ogni genere di sfida, e ora insiste per farmi battere il record di canestri.
- Mi spiace, il basket non è il mio sport! - Scherzo, spingendola giocosamente.

- Non dire cavolate! Mancava un soffio! Datti da fare, Morris! Voglio vedere il tuo nome sul monitor appena torno! Vado a prendere due birre. Offro io, per ringraziarti della cena! - Ordina, incamminandosi verso il bar.

Il timer riparte e ora mi impegno davvero.
Afferro una palla dietro l'altra, dandomi lo slancio prima che lascino i miei polpastrelli, dirette al canestro.
Inizio a sudare. Non sembra, ma mantenere il ritmo è faticoso.
Vorrei togliermi i capelli dalla fronte, ma manca poco.

5... 4... 3... 2... 1... Ce l'ho fatta!!!!
Il nuovo record è mio. Esulto tra me e me, guardandomi attorno in cerca della stramba ragazza che è uscita con me.
Sto inaspettatamente passando una splendida serata!
Chi avrebbe mai immaginato fosse proprio ciò di cui avevo bisogno?

Sto per andare da lei a pavoneggiarmi, quando mi accorgo che i tipi del parcheggio le stanno addosso.

A passo spedito la raggiungo.
- Vi ho detto di no! Sono col mio ragazzo! - Spiega, cercando di togliersi dall'impiccio.

- Che succede? - Domando truce.

- E sarebbe questo ragazzino, il tuo uomo? - Si fa gioco di me il più grosso.

- Non importa chi io sia, importa solo quanta voglia hai di farti spaccare la faccia! - Lo minaccio, incurante degli altri due che lo affiancano, facendomi avanti.

- Lascia perdere! - Mi prega lei, fissandomi preoccupata.

- Perché non giochiamo un po', Lucas! - Mi sfotte l'altro, ma viene subito zittito da quello più alto che pare il capo.
Come sanno il mio nome?

Onestamente questi due non mi preoccupano, non avrei problemi a stenderli. È l'ultimo che resta in silenzio, continuando a studiarmi, che non mi convince.

Per un semplice calcolo delle probabilità finirò per prenderle, lo so! Posso fingere quanto mi pare... sono comunque tre trentenni sopra il metro e ottanta contro uno, ma io, non ho certo intenzione di tirarmi indietro.
Tutte quelle che ho preso in passato, in fondo, mi hanno insegnato, sì, ad incassare ma anche a difendermi.

- Lucas, andiamocene! - Ripete la piccoletta.
- Ma no! Rimanete a farci compagnia, sarà un piacere far compagnia la tua puttanella dopo averti visto strisciare per terra! - Mi provoca per l'ultima volta, quello che ho di fronte.

Il lato destro della bocca mi si alza automaticamente. Non resterò certo fermo a farla insultare, se pensano di aver trovato lo sfigato da importunare non hanno capito.

Afferro Hanna per il fianco e, con un movimento rapido, la porto al sicuro dietro di me. Giro il viso oltre la spalla e, regalandole un sorriso sghembo, la invito ad allontanarsi.

- Piantala di fare il figo! - Strilla agitata.

Vediamo come va a finire! Mentirei se dicessi che non mi andrebbe di pestarli...
Fare a botte oramai era diventata un'abitudine a Portland. Mi sento un tossicomane in crisi d'astinenza a cui vengono proposte tre dosi. Non mi interessa se mi faranno male, voglio risentire il sapore del sangue e mantenere la promessa che ho fatto a me stesso: "Non starò più fermo a subire!".

Allontano di più la biondina col braccio, e tutto succede velocemente. I tavoli intorno a noi si ribaltano, la gente si sposta. I genitori portano i bambini fuori dalla sala.

Lei grida e io avverto un forte dolore alle nocche irradiarsi lungo le dita appena le schianto sullo zigomo del tizio più alto.

Mi libero della presa del moro tarchiato, che mi trattiene per la maglia, con una spinta che lo fa indietreggiare fino a inciampare sulle sedie.

Abbassandomi evito, per un soffio, il colpo che mi avrebbe certamente rotto il setto nasale, e rialzandomi, colpisco allo stomaco quello più piazzato. Lui resta impassibile, con un'aria sadica, e mi sferra un altro destro che va a segno.

Barcollo, leggermente stordito e mi sorreggo al tavolo di soft air.
Qualcuno urla di chiamare la sicurezza.
Merda, me ne devo andare!
Mi giro verso la streghetta, nella speranza di poterla trascinare con me fuori da questo casino.

La intravedo tra le luci intermittenti dei videogiochi. Ha lo sguardo impaurito, la testa inclinata per via dell'uomo che le strattona i capelli.

Senza riflettere mi fiondo nella sua direzione,ma una ginocchiata allo stomaco arriva inaspettata, spezzandomi il fiato.

Non ho il tempo di riprendermi, riesco a malapena ad indietreggiare col busto nel momento in cui un pugno, di striscio, mi colpisce il labbro. Non cado sul pavimento solo perché finisco contro la struttura in ferro dei canestri.
Anche in questa occasione mi pento delle mie scelte, responsabili di averla messa in pericolo.

- Leva immediatamente quelle dita da lei, se non vuoi ritrovarti con la mano fratturata! - Una voce improvvisamente sovrasta ogni cosa.

Strizzo le palpebre, cercando di mettere a fuoco.
Sette giocatori di football fanno il loro ingresso in sala.

Un pesante braccio sulle spalle, mi fa quasi capitolare a terra; cosa che miracolosamente, fino ad ora, avevo evitato.
- Hey amico, sei tutto intero? Li conoscevi quei tipi? - Si premura Mayer, al mio fianco.

- Sparite! - Ordina di nuovo chi ha interrotto la rissa.

Non riesco a vedere Hanna, nascosta dalle loro schiene massicce, al contrario dei tre con cui mi stavo picchiando, che si dileguano in tutta fretta.

- Se non finisci nei casini, tu non sei contenta, vero? - riconosco il timbro di Luis, lo stesso che prima ha messo tutti a tacere, mentre rimprovera la ragazza che non ha alcuna colpa.

Ovvio! Io faccio la figura di quello malmenato e lui arriva, con le guardie del corpo al seguito, a fare lo splendido.
I suoi compagni si spostano sui lati, tipo Mosè con la divisione delle acque, per permettergli il passaggio; la biondina, però, lo supera con una spallata e, ignorandolo, viene verso di me.

- Lucas, tutto ok? Sei un cretino, lo sai!? - Mi insulta, rivelandosi però sollevata dal trovarmi intero.

- Direi che non sta un granché! Basta guardarlo! Le stavi prendendo miseramente, Morris! - Mi deride Asher Luis, senza che io abbia modo di replicare.
È la verità, per quanto mi bruci ammetterlo.

- Oh, ma taci, Asher! Comodo atteggiarsi da eroe, con i cagnolini al seguito. - Lo mette a tacere la streghetta, non preoccupandosi di usare il minimo riguardo, e io fatico a mantenere una parvenza seria.

- E tu non ridere! Sei stato un cretino! Poteva finire male! - Mi rimprovera adirata.

- Su, su, stiamo calmi! Bryan, la sicurezza sta aspettando di parlare con qualcuno, pensaci tu! Voi, rialzate le sedie a terra! Non c'è nulla di interessante, circolare! - Riporta l'ordine Mayer che, in questa circostanza, non appare come un completo idiota.

- Grazie Ben, sei un angelo!. - Gli sussurra la piccoletta, allungandosi per dargli un bacio sulla guancia, facendolo arrossire per una frazione di secondo mentre si guarda in giro imbarazzato.

- Vieni, Lucas. Se non hai l'auto, ti do un passaggio io - Si riscuote il ragazzone, offrendomi un'opportunità per porre fine a questa maledetta giornata.

Cerco Hanna tra i presenti, per capire come muovermi.
- Tranquillo, vai! Io mi faccio dare uno strappo da uno di loro. Ci vediamo lunedì!- Mi tranquillizza.

Osservo gli altri membri della squadra, individuando Luis con un cipiglio adirato che, se potesse, mi incenerirebbe sul posto.

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Da quando siamo partiti non ha mai superato i venti chilometri l'ora. "Se rallentasse ancora, procederemmo all'indietro" rifletto tamponandomi il labbro con un fazzoletto.

Fisso svogliatamente i tronchi degli alberi che si susseguono lenti lungo la via, finché, finalmente, lui si decide a parlare.

- Come sta Liam? - Domanda, non distogliendo gli occhi dalla strada.
- Normale. È tornato a Boston per degli esami. Mi ha scritto che si sarebbe fermato qualche giorno da un compagno di corso, e che si è mollato con la fidanzata. - Mento con nonchalance.

Se prima di lasciare Braintree un mio pregio era la sincerità, questi cinque anni sono serviti a trasformarmi in un bugiardo patentato.

Il ragazzo alla guida avvicina tra loro le sopracciglia, confuso.
Noto le mani di Mayer stringere il volante. Le sue dita, senza più apporto sanguigno, si sbiancano.

- Io e mio fratello dobbiamo molto a Liam. Se mai dovessi avere bisogno di un amico, ricordati che puoi contare su di me. - Conclude con una serietà che mi lascia basito.

Mi limito a fare un cenno di assenso con la testa e fisso la visuale illuminata dai fari, che scorre lenta.

- Quindi... esci con lei? - Mi domanda, utilizzando il tono serio che ha mantenuto per tutta la conversazione.
Frena, arrestando l'auto al centro della corsia che non smette di scrutare minuziosamente.

Non capisco cosa stia facendo.
L'idea che la streghetta possa avere un qualche rapporto con lui, mi attraversa il cervello e mi blocca la saliva in gola.

Non estrarrà mica una mazza dal baule per uccidermi in mezzo al nulla, vero?!
- Da te mi sarei aspettato la classica quattrocchi vergine che poi, magicamente, si trasforma nella figa della situazione. Presente la solita trama da romanzo per femminucce? Non credevo avresti puntato ad un obiettivo facile come lei! - Aggrotta la fronte.

Si può sapere che hanno tutti contro di lei? "Obbiettivo facile?!" non vuol forse dire che ci mette poco a darla in giro?

- Per caso ti piace Hanna, Mayers?- Domando con tono altrettanto duro.

- Chiamami Ben! - Mi ordina, non distogliendo lo sguardo dalla porzione d'asfalto che precede il paraurti.
- Ma che cazz~ ?- Mi spazientisco, e mi sollevo di scatto sul sedile, per sporgermi oltre il lunotto e capire che diamine ci impedisce di proseguire.

Una famiglia di ricci sta lentamente attraversando davanti a noi...
Ricci... nessuna mazza chiodata. Mi lascio ricadere pesantemente, espirando profondamente e, rassegnato, attendo la fine dell'attraversamento degli animaletti, nella speranza di raggiungere casa.

- Ti piace Hanna, Ben? - Ripeto.

- Non so come risponderti. Per molti di noi lei significa molto. Alcuni di noi si sono presi una bella sbandata.. Mentirei se ti dicessi che anche per me, non sia importante. L'hai conosciuta, è un fiume in piena che ti travolge senza consenso.

- In passato, non era così... Era timida e riservata. Una principessa dagli occhi blu che avresti temuto di poter sporcare solo sfiorandola. - Prosegue il racconto rimettendo finalmente in moto, ma proseguendo comunque ad un'andatura da processione. Persino un camion ci supera strombazzando.

- E poi, cosa le è successo? - Chiedo, sperando di scoprire di più su quella ragazza e il suo rapporto con i giocatori di football.

- La principessa si è stufata, ha lanciato la corona e ha deciso di rotolarsi nel fango! - Conclude, con un'alzata di spalle.

- È la verità? Si è fatta tutta la squadra? - Domando, forse involontariamente risentito.

L'autista del carro funebre, che si mantiene costante sui quindici chilometri l'ora, torna ad incurvare le sopracciglia.
- Attento a ciò che dici, Lucas! Potrà aver fatto degli errori, ma fai un passo falso con lei e ti ritroverai undici giocatori titolari a farti il culo! - Chiarisce.

Credo sia il caso di non proseguire. La situazione, ho l'impressione che sia più incasinata di quel che appare.
- Mayer...?! - Lo richiamo nell'istante in cui svoltiamo a sinistra, in Pond st., controllando meticolosamente che non arrivi nessuno una decina di volte.

- Benjamin, chiamami Ben! -
- Ben! - Ritento.
- Che c'è...?! - Esclama spazientito.
- Tu... hai la patente, vero? - Sussurro con una smorfia di disperazione.

- Certo! - Risponde, guardandomi serio e un po' perplesso, dopo aver accuratamente parcheggiato l'auto nel mio vialetto.

🖋Spazio Autore!

E RIECCOCI!🥳
Questo ch. è stato letteralmente un parto😅
Spero quantomeno di essere riuscita a descrivere decentemente le scene perchè ad un certo punto ho pensato di incenerirlo!

Bhè che dire?! Hanna è simpatica, sicuro più di Alexis😮‍💨 ma per i sostenitori della biondina... mi spiace! Il ch. Che uscirà la prossima settimana si intitola: " Nottata bollente" 🤪 e avremo la bisbetica come protagonista...

Quindi... noi ci rivediamo giovedì, con un messaggio in arrivi per Lucas, in attesa di martedì prossimo❤️

Grazie come al solito a tutti quelli che stanno seguendo questa storia e a tutti quelli che la sostengono con commenti e/o stelline✨️

Un bacio😚

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