quinto giorno- mattina
Le palpebre serrate del biondo vennero infastidite da un'improvvisa ondata di luce e, nel medesimo istante, una voce proveniente dalla sua testa, incredibilmente irritata, gli impose di alzarsi da quel letto. Artigliò con furia cieca il copriletto color -ovviamente-smeraldo che avvolgeva il materasso e, sentendosi immensamente frustrato e confuso, si sollevò a sedere. Era a torso nudo ma, più in basso, sentiva il tessuto dei boxer sulle cosce. La cosa lo infastidì ancora di più; ricordava bene di trovarsi sopra la Granger, nudo, affondato in lei oltre l'inverosimile, su quello stesso letto che ora ospitava unicamente lui. Non sentiva più le grida della mezzosangue rimbalzare sulle pareti in pietra, né l'odore che tanto lo allietava del sesso. Avvertì i muscoli farglisi rigidi per il nervoso; non gli piaceva venire interrotto, sopratutto se ad un passo da uno degli orgasmi più intensi della propria vita. Perchè, doveva ammettere, che quella saccente Grifondoro lo aveva sorpreso, e non poco. Deglutì a vuoto, ricordando i suoi movimenti studiati e seducenti, il modo in cui aveva preso a toccarsi, ed il momento in cui aveva gridato il nome del biondo, tra un gemito ed un ansito. Avvertì qualcosa risvegliarsi lì sotto e, completamente in imbarazzo, puntò lo sguardo contro Blaise. Lui non doveva vedere nessunissima sua erezione. Chissà cosa gli sarebbe passato per la mente!
"Mal di testa, Dracuccio?" gli domandò il moro, voltandosi verso di lui, non attendendo neppure che gli rivolgesse la parola. Per poco il biondo non ruggì. Si sentiva frustrato, e l'ironia di Zabini non faceva altro che aumentare la sua rabbia in modo incontrollato. Lanciò una veloce occhiata al comò che affiancava il letto. Sopra esso era disposta la bacchetta, invitante, lucida e pronta a lanciare una qualsiasi maledizione a quel suo migliore amico che non capiva un accidenti di quello che gli stava succedendo attorno. Eppure, si ricordò Draco in un sospiro stremato, non era colpa sua. Non era a causa di Zabini se il medesimo giorno non faceva altro che ripetersi, se era frustrato, e se aveva un'imbarazzantissima erezione a premergli contro le lenzuola.
"Merda!" disse, imprececando contro quella dannata maledizione che lo stava fastidiosamente costringendo in astinenza e, alla velocità della luce, senza neppure prestare attenzione al proprio migliore amico, si infilò nel bagno, deciso più che mai a fare una doccia fredda. Molto fredda.
*
"Per una volta che decido di lasciarmi andare..." mormorò la riccia, buttandosi sotto il getto fresco della doccia "...un nodo temporale si mette di mezzo." concluse, sospirando amareggiata.
Unì le proprie mani, formando una piccola coppa di pelle e polpastrelli. La osservò riempirsi lentamente d'acqua, poi sciabordare. Nel frattempo, sulla schiena nuda sentiva i veloci ed infiniti tocchi delle gocce, appuntite quanto un coltello, fredde abbastanza da farla rabbrividire. Lei detestava il freddo. Eppure, quella mattina, si era detta che, forse, quella sarebbe stata la sola soluzione per abbassare la temperatura della sua pelle eccitata ed imbarazzata. Temeva quasi che, sfiorandola, Ronald o Harry potessero capire cosa le passava per la testa. Aveva paura di poterli persino scottare con tutto quel bollore che si sentiva dentro. Ed era sconvolta perchè, nonostante non si fosse trattato della sua prima volta -avuta con Ron mesi e mesi prima-, non si era mai sentita così incredibilmente disinibita, desiderata e vezzeggiata come con Draco. Scosse la testa, dandosi dell'idiota. Draco? Draco?! Da quando il furetto-Malfoy-purosangue schifoso era diventato Draco?
Forse era malata, si disse. Magari soffriva di una qualche sorta di bizzarra patologia. Qualcosa da purosangue, che trasmettevano toccandoti in modo particolare, o chissà-come. Sì, riflettè. Se davvero fosse stato così, avrebbe finalmente capito perchè così tante ragazze ad Hogwarts bramassero solo che un tocco: quello di Malfoy. E, nuovamente, si sentì stupida. Lei sapeva perchè tutte quelle giovani volessero esclusivamente lui; perchè ci sapeva fare. Sapeva farti fremere con un nulla, e farti ansimare con un semplice sfiorarsi di nasi. Deglutì a vuoto, passandosi velocemente una mano tra i capelli ricci, infilandoli sotto il getto d'acqua, facendoli bagnare completamente. Per la prima volta nella sua vita, riflettere le stava facendo davvero male. Le stava facendo capire quanto effettivamente attratta da quella disgustosa persona fosse. Si morse il labbro inferiore, per poi abbandonare la nuca contro la parete ricoperta di piastrelle del bagno.
"Mi piace fisicamente, sì." disse poi, socchiudendo gli occhi sotto l'acqua corrente "Ma litighiamo in continuazione, e non fa altro che vantarsi." anche se, per certi versi, ne ha tutto il diritto, aggiunse una voce dentro la sua testa, facendola sbuffare frustrata. Colpì con rabbia la parete contro la quale era poggiata, completamente in collera con sé stessa.
"D'accordo." ammise poi dopo qualche minuto, sospirando arrendevole "E' bello, quindi forse può vantarsi."
Ok, si disse, stava discutendo con un'assurda vocetta -detta coscienza- dentro la sua testa. Se qualcuno l'avesse vista, anche solo un fantasma, l'avrebbe sicuramente scambiata per pazza. Ma che altro poteva fare? Ammettere apertamente quanto incredibilmente sexy e capace fosse Malfoy? Cedere e dire 'd'accordo, ci sono finita a letto e lo rifarei volentieri'?
Sghignazzò, facendo sussultare appena il proprio corpo nudo. Volentieri? Lei sarebbe tornata a letto con Draco in meno di un paio di secondi se solo lui lo avesse voluto. Ma la domanda ora era, adesso che era riuscita a prenderla -anche se non completamente-, avrebbe davvero accettato di riportarla tra le proprie lenzuola? Infondo il biondo era conosciuto per la fama da sciupafemmine: una notte e poi mai più. Strinse i denti per la frustrazione. Hermione avrebbe desiderato toccarsi, gratificare tutta quell'eccitazione da sola, e smettere di pensarlo per qualche oretta. Eppure, proprio mentre una mano le scivolava determinata tra le cosce leggermente schiuse, una voce oltre la doccia la fece sussultare.
"Hermione? Sei ancora lì dentro?" Ginny Weasley stava gridando per farsi sentire oltre il rumore dell'acqua. La riccia sentì il viso accaldarlesi dall'imbarazzo, mentre si affrettava a scostare la propria mano dal suo centro.
"S-Sì, Ginny. Adesso esco." disse poi, fermando l'acqua ed uscendo dalla doccia. Si avvolse in un asciugamano e, veloce quanto una scheggia, corse nella propria stanza. Vi era un solo pensiero a vorticarle per la mente in quell'istante: la sua pelle era ancora incredibilmente bollente.
*
Stava battendo ripetutamente la punta della penna non ancora umida d'inchiostro contro la pergamena bianca. Quella mattina aveva saltato lezione. Infondo, si era detta, nessuno se ne sarebbe ricordato. Ora, con fare stanco e teso, sfiorava con lo sguardo le innumerevoli parole riportate sulle pagine chiare del voluminoso libro di incantesimi e maledizioni che aveva riesumato dall'ala proibita della biblioteca. Seduta comodamente ad un tavolo lungo e vuoto in legno antico, nessuno pareva intenzionato a disturbarla. La cosa era semplicemente un sollievo. Aveva imposto alla propria mente incredibilmente ingegnosa di smettere di pensare a Draco, ma di concentrarsi invece sulla domanda che, prima di finire a letto con lui, gli aveva fatto.
Cosa aveva provato mentre lanciavano l'incantesimo? Divertimento, frenesia ed eccitazione. La ragazza deglutì a vuoto, imponendosi, per l'ennesima volta, un briciolo di lucidità. Lei, durante la creazione dell'incantesimo aveva invece provato una certa frenesia -dovuta al litigio, all'incredibile arroganza del biondo-, irritazione e divertimento. In parte i medesimi di lui. Le sembrò incredibile che, dietro le loro litigate, si fossero davvero celate sensazioni del genere, così differenti dall'odio che tutti pensavano. Hermione aveva scoperto che anche Draco trovava, nei loro battibecchi frequenti ed ormai di routine, uno sfizio non indifferente, diverso da quello che il resto delle ragazze era solito a dargli. Qualcosa ripieno di iniziativa ed arroganza. La riccia era sicura che tutte quelle sensazioni avessero un nesso con la chiave per sbrogliare quella scomoda situazione. Purtroppo, ancora non sapeva quale fosse.
Sospirò pesantemente, corrugando la fronte con fare infastidito. Ormai aveva smesso di prestare attenzione alle parole che le scorrevano sotto gli occhi, ed il libro di fronte a lei aveva perso consistenza. Continuava a pensare a quanto, segretamente, fossero simili lei e Malfoy. E, come sempre, a parlare del diavolo spuntano le corna.
"Ho fatto un paio di calcoli." disse d'improvviso la voce del biondo, facendole divenire nuovamente la pelle accaldata. Si inumidì le labbra con la punta della lingua, mentre sentiva la presenza del ragazzo di fronte a lei, ormai accomodatosi in tutta tranquillità. Doveva restare lucida, si impose silenziosamente.
"Ma non mi dire! Sai contare?" lo schernì quindi, non alzando neppure lo sguardo verso di lui, fingendosi incredibilmente incuriosita dal contenuto del libro che, ad essere sinceri, non ricordava neppure avere effettivamente sotto il suo naso. La presenza di Draco la destabilizzava, e le rendeva difficile pensare coerentemente. Qualcosa, dentro lei, le diceva di insultarlo. Qualcos'altro, invece, la invitava ad alzarsi, afferrargli il colletto della camicia e, dopo averlo tirato a sé, baciarlo.
"Molto divertente, Granger." rispose sarcastico il Serpeverde, guardandola con un mezzo sorriso in volto "Non prendertela con me perchè sei sessualmente frustrata. Lo sono anche io." prese una pausa, in cui lei alzò finalmente lo sguardo. Solo allora continuò "Ieri, sul più bello, sono stato interrotto da un incantesimo."
Hermione sorrise sorniona, nascondendo con disarmante maestria tutta la propria frenetica aspettativa "Desolata. La prossima volta andrà meglio."
"Volevo parlarti proprio a questo proposito."
Le labbra della riccia tornarono ferme e dritte, mentre gli occhi bruni si scontravano con quelli di lui color ghiaccio. Era incuriosita ed attenta, decisa a sentire come il biondo avrebbe proseguito. Il ragazzo continuava a sorridere, evidentemente orgoglioso di averla zittita con quella semplice frase. Quindi la Granger lo desiderava quanto lui, eh? Ottimo.
"Siccome abbiamo appurato che a mezza notte l'incantesimo si attiva, direi che è il caso di sistemare la faccenda ad un orario più consono."
La ragazza deglutì a vuoto, rendendosi conto solo dopo qualche secondo di cosa effettivamente Draco stesse parlando: del sesso. Di loro due che facevano sesso. Ottimo sesso. Quindi lo voleva?
Eppure non rispose. La capacità di parlare le si era completamente affievolita, e le poche cose a cui riusciva ancora a pensare erano le mani del giovane che, rudemente, le percorrevano per intero il corpo. Dal seno, sino alla sua femminilità. Si morse l'interno guancia, mentre lui assottigliava lo sguardo.
"Sai, no? Tipo ora..." e, dicendo questo, Draco le lanciò un'occhiata incredibilmente intensa, colma di doppi sensi "Pensavo che ad una ragazza rispettosa come te, non piacesse lasciare le cose a metà."
La voce del biondo era ruvida ed appagante, in grado di fare nascere aspettativa, e di farti pensare a cose assolutamente sbagliate. La giovane sentiva le parole di lui entrarle dentro, attraversarla, e toccarle ogni singolo nervo. Sentì le ginocchia farlesi molli, e la gola seccarlesi velocemente. Non aveva mai avuto reazioni del genere per un semplice tono di voce, neppure per il più sensuale. Ma Malfoy era diverso: ogni cosa che faceva trasudava sesso in modo così platealmente evidente e volgare, da fare rabbrividire. In un attimo di completa disinibizione, Hermione si domandò quanto effettivamente sarebbe potuto arrivare ad osare con le proprie mani, il proprio corpo, e la propria impudica bocca.
Si sollevò in piedi di scatto, lasciando il libro aperto al centro del tavolo e, al suo fianco, la penna ancora pulita con il calamaio di vicino. Si sitemò la gonna con fare formale, per poi annuire. Aveva le guance leggermente arrossate, e le labbra secche, leggermente umide grazie alla lingua che, frettolosa, le aveva appena saggiate.
"Hai ragione. Non mi piace affatto." disse poi, rispondendo alla sua precedente frase, facendolo ghignare soddisfatto. Anche lui si alzò, affondando le mani nelle tasche profonde dei pantaloni.
"Benissimo, allora direi che nella mia camera n-" "No, troppo lontana." lo interruppe bruscamente lei, già incamminatasi fuori dalla biblioteca. Il biondo la seguì confuso, la fronte corrugata ed un sorriso divertito in volto.
"E dove andiamo, mezzosangue?"
La ragazza, fermandosi in procinto di una rampa di scale, gli sorrise maliziosa, facendolo -segretamente- tremare di aspettativa. Persino uno sguardo dalla Granger poteva scuoterlo pienamente ora che l'aveva conosciuta a letto, temeraria e forte. Deglutì a vuoto.
"Nella mia camera, ovviamente." gli rispose poi, la voce soffice e seducente, da vera donna.
Entrarono senza che nessuno li vedesse; la sala comune Grifondoro, la mattina, era completamente desolata. Draco si guardò attorno con una piccola nota di disgusto. Non gli piacevano quei grifonpolli noiosi e imbottiti di coraggio, con quelle loro tinte sgargianti e l'indomita spavalderia di un leone. Lanciò un'occhiata di fronte a sé, contro la schiena bella e femminile della Granger. Nonostante quei pensieri e preconcetti, sorrise. Lei era davvero seducente, per quanto so-tutto-io, Grifondoro, e mezzosangue. Che poi non aveva mai capito che differenza facesse sangue puro od impuro. Lei, infondo, nonostante portasse nelle proprie vene il più babbano dei sangui, non sembrava esserne infetta od altro. Aveva un portamento femminile, ed un carattere indomito. A lui, forse, piaceva pure. Lo entusiasmava l'idea che, oltre la sua facciata da perfetta santarellina tutta impomatata, ci fosse una vera sirena a letto. Era una cosa estremamente eccitante, perchè a lui il carattere della Granger non dispiaceva affato e mai, in tutta la propria vita, aveva creduto di potere incontrare una ragazza sopportabile sia dentro che fuori dal letto. Non che se ne fosse innamorato, per carità. Era pur sempre la mezzosangue e, sin dagli undici anni, si era divertito un mondo ad offenderla e sdegnarla.
Quello che si apprestavano a fare era solo un passatempo: qualcosa per distrarsi dal noiosissimo nodo temporale in cui si trovavano. Sì, si disse, così sembrava una scusa quasi credibile.
La vide incamminarsi svelta oltre un angolo abbastanza buio. La udì ridere divertita, poi sparire nell'ombra. Lui arricciò le labbra elettrizzato, apprestandosi a seguirla colmo di aspettativa. Ad ogni passo che muoveva gli tornavano alla mente i gemiti della Grifondoro, le spinte forti con le quali era affondato in lei, e le sensazioni che da esse erano derivate. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, e non l'aveva neppure ancora sfiorata. Si infilò in un corridoio abbastanza buio e, immediatamente, sentì giungergli alle narici un dolciastro odore fruttato. Immediatamente dedusse essere nel dormitorio per le ragazze. Infondo al corridoio poteva vedere una porta aperta, oltre la quale spiccava una debole luce. Si avvicinò lentamente. Sentiva una voce, dentro di lui, ripetere il nome della riccia. Hermione, diceva in un tono al limite, fatto di sospiri estasiati. Ed, in risposta, Draco serrava le mani in due pugni frustrati, deglutendo a vuoto. Non era sano provare un'attrazione così folle per una ragazza che si è sempre odiato. Non era normale. Eppure non vi fece caso, continuando a camminare sino a che, arrivato nella stanza, esattamente di fronte alla riccia, non si chiuse la porta alle spalle. Le sorrise sghembo, facendola sospirare.
La mente della riccia non smetteva di farneticare: è Malfoy!, le diceva una prima voce disgustata, a cui, però, si sovrapponeva subito una seconda, estasiata e fremente. E' Malfoy!, ripeteva con un tono tutt'altro che casto, come in procinto di cedere all'amplesso.
"Quindi..." esordì il biondo, muovendo qualche passo all'interno della stanza, guardando le lenzuola rosso-oro "Questa è la tana del nemico." concluse in un sorriso, mormorandole contro l'orecchio. Hermione annuì silenziosamente. Draco le afferrò con esasperante lentezza una mano, avvolgendogliela pienamente nella sua. La riccia alzò sorpresa lo sguardo, non capendo perchè si stesse atteggiando in modo tanto educato. Il ragazzo si limitò a sorriderle, ma non di un sorriso gentile, quanto di uno divertito e soddisfatto. La trascinò con sé in corrispondenza di un ampio ed elegante specchio, quello che Hermione aveva comprato un paio di anni prima ad un mercatino dell'usato nella Londra babbana. Mirò il riflesso che le si prospettava di fronte: lei, con il viso arrossato, e dietro Draco, con le labbra ancora arricciate in un sorriso, ed una mano che, lentamente si faceva avanti sul suo ventre piatto, ancora ricoperto dalla camicia della divisa.
E la sola cosa che Hermione pensò fu che, nonostante fossero vestiti e non si stessero neppure baciando, la situazione le sembrava di un'eroticità indicibile. Sentiva il palmo ampio del biondo disegnarle piccoli cerchi vicino all'ombelico. Socchiuse gli occhi, sospirando. Lo immaginò allargare il proprio sorriso, orgoglioso di quella piccola reazione.
Poi, improvvisamente, lo sentì tirarle i capelli con irruenza, costringendola ad appoggiare la nuca contro la spalla di lui, ampia e confortevole. In quel modo la bocca di lei era a portata di Draco, già schiusa per la sorpresa. Così, senza dire nulla, lui vi si tuffò, sfoderando immediatamente la propria lingua maliziosa, ed iniziando a stuzzicare il palato di lei. La sentì tremare di sorpresa ed emozione, e muovere i fianchi decisa a voltarsi verso di lui. Il Serpeverde, però, non glielo permise. La costrinse a rimanere in quella posizione: con la schiena premuta contro il suo petto, il fondoschiena in corrispondenza del bacino già eccitato del biondo, ed il tutto di fronte quello specchio improvvisamente testimone della loro impudica relazione.
Fu lui a porre fine a quel loro bacio prettamente passionale, staccandosi da lei d'improvviso, facendola gemere contrariata. Malfoy sorrise, allungando una mano sopra il seno di lei, ancora ricoperto dagli abiti. Accostò invece le labbra al suo orecchio, mentre gli occhi restavano puntati sul riflesso lucido dello specchio.
"Guarda..." le disse poi, carezzandole con rude passione il seno destro, facendola ansimare "Guarda quel riflesso, Granger..." le disse sorridendo. Infilò due dita tra le asole dei bottoni, facendone saltare un paio. Oltre il piccolo foro che vi era ora, si poteva intravedere la stoffa del reggiseno celeste. Hermione obbedì agli ordini del ragazzo, incontrando la propria figura scomposta, con il viso arrossato, e gli occhi umidi di eccitazione. Vide che, inconsapevolmente, aveva allargato leggermente le proprie gambe. Ed, infine, puntò lo sguardo sulla camicia in parte rovinata. Osservò la mano curiosa e peccaminosa del biondo insinuarsi tra i bottoni saltati, ed afferrarle un seno a coppa. Sospirò, continuando ad osservare il suo riflesso, il sorriso soddisfatto di Draco, le sue mani che le correvano sul corpo...
Come sempre, Malfoy la stava facendo sentire immensamente desiderata e... Bella. Sapeva che quel pensiero era arrogante e pretenzioso, ma era ciò che pensava. Ogni volta che Draco la toccava, lei si sentiva, se non bella, carina. E donna. Si sentiva donna come non lo si era mai sentita neppure con Ron.
Sollevò le proprie mani, decisa a fare in modo che il ragazzo le sfiorasse la pelle, e non solo uno strato di stoffa. Con frenesia, si slacciò uno ad uno i bottoni rimasti, facendosi poi scivolare la camicia lungo le braccia. Pochi istanti dopo, Draco le slacciò il reggiseno, afferrando tra le dita uno dei capezzoli turgidi. Hermione gridò, inarcandosi maggiormente contro di lui, facendo scontrare il suo fondoschiena con la sua erezione.
"Senti cosa mi fai, Granger?" le domandò con una nota di fastidio lui, come al limite della sopportazione, come disgustato da sé stesso per quel folle desiderio di renderla sua. Lei non disse nulla, in parte perchè troppo accecata dalle sensazioni che la invadevano, ed in parte perchè, infondo, poteva capirlo. Poteva capire quel qualcosa, dentro, che ti diceva che non eri più te stesso, che, normalmente, non avresti mai fatto nulla del genere. Non con il tuo nemico almeno. Eppure erano lì, torbidi di passione, a toccarsi in un modo troppo intimo per potere essere definito platonico.
Una mano di lui, senza alcun preavviso, si nascose tra le sue cosce, facendola gemere. Draco scostò la stoffa leggera delle mutandine, per poi carezzarle la femminilità umida. Sorrise contro il collo della riccia, facendola rabbrividire.
"Sei bagnata, mezzosangue." constatò poi con fierezza "Non dirmi che ti basta così poco."
"Con te sì."
Non seppe mai dove trovò il coraggio per dire una cosa del genere, con un tono tanto erotico ed incontrollato, eppure Hermione lo fece. Gli parlò con un'audacia disarmante, facendolo ringhiare di soddisfazione. Si sentì afferrare bruscamente per i fianchi, e venire lanciata con ben poca grazia sul materasso morbido. Lui, velocemente, si sfilò i vestiti di dosso, partendo dalla camicia, sino ai boxer scuri. Rimase completamente nudo di fronte a lei, deciso a ricompensarla per la sua estrema sensualità, ad arrivare alla fine, ad entrare in lei sino allo stremo. La ragazza non potè evitare di sorridere, vedendo quanto lui la desiderasse e, immediatamente, si tolse le calze della divisa, si slacciò la gonna e, con l'aiuto di Draco -ormai già sopra di lei-, se la sfilò. Rimanevano le mutandine, completamente inzuppate dei suoi umori.
Lui le osservò qualche istante, poi, con decisione, gliele sfilò. La sentì inarcarsi contro di lui per permettergli di fare più in fretta e, nel farlo, i bacini dei due si scontrarono, nudi e frementi. Ansimarono all'unisono, guardandosi negli occhi con fare languido. Poi Draco, finalmente, la prese.
E, segretamente, fu l'amplesso più straordinario per entrambi.
Vennero all'unisono, l'uno nelle braccia dell'altra, completamente avvinghiati tra le lenzuola sgargianti della riccia, ansimando forte e desiderandosi in modo incredibilmente scandaloso. E, senza dire nulla, sempre stretti, si addormentarono.
*
"Hermione, sei lì dentro? Perchè hai saltato lezione?" una voce ovattata, proveniente dall'esterno, la costrinse a sollevare le palpebre. Sentiva i propri muscoli intorpiditi, mentre qualcosa di estremamente caldo e comodo la teneva stretta a sé. Istintivamente, sollevò lo sguardo, incontrando il viso tranquillo ed addormentato di Draco Malfoy. Pochi secondi e le tornò tutto a mente. Deglutì a vuoto. Lo avevano fatto. Lei, Hermione Jean Granger, e Draco Lucius Malfoy avevano fatto ciò che di più intimo ed unico fosse possibile: sesso. La ragazza fremette, rendendosi conto di essere stretta a lui, entrambi completamente nudi. Un sorriso le nacque spontaneo in volto. Non era stato male, affatto. Non aveva mai fatto esperienze del genere e, per quanto si fosse aspettata di sentirsi disgustata una volta fatto, al momento era solo estremamente eccitata e felice. Le era piaciuto. No, ok, dire che le era piaciuto era certamente un eufemismo. Le era sembrato di entrare in una qualche dimensione paradisiaca, dove l'appagamento era infinito e la completezza unica. Nessuno era mai entrato in lei con la stessa irruenza di Draco e, si disse, solo lui le era sembrato così perfetto. Ma era Malfoy, si ricordò, sospirando amareggiata. Abbassò lo sguardo sulle sue braccia, quelle che continuavano ad avvolgerla come una coperta, a tenerla premuta contro il suo petto vivo.
"Hermione?!" nuovamente quella voce. La ragazza scattò a sedere, smettendo di riflettere, svegliando bruscamente il biondo al suo fianco. Lo sentì muoversi infastidito, e lo vide schiudere le labbra sul punto di imprecare. La riccia lo fermò ancora prima che pronunciasse una sillaba, portandogli contro la bocca il suo palmo aperto. Con un gesto, gli intimò poi il silenzio. Lui sgranò lo sguardo, per poi scuotere la testa confuso. Hermione non si rese neppure conto di trovarsi nuda di fronte a lui, per nulla imbarazzata, troppo terrorizzata all'idea di chi potesse esserci oltre la porta della propria stanza.
"Hermione, guarda che entriamo!" incalzò nuovamente la voce di Harry, facendola sussultare di paura. La ragazza si schiarì la voce, per poi parlare.
"Non serve, ragazzi! Mi è solo venuta un po' di febbre!" mentì dunque lei, mentre si alzava e correva verso l'armadio alla ricerca di qualcosa da indossare. Draco, nel frattempo, restava immobile sul letto, lo sguardo sgranato ed allarmato all'idea di potere essere visto da Potter e Weasley completamente nudo. Rabbrividì. La riccia, nel frattanto, si infilò velocemente una vestaglia leggera, che lasciava ben poco all'immaginazione.
"Ad aprile? Con questo caldo?" domandò questa volta Ron, alzando la voce per farsi sentire.
"S-Sì! Strano, eh?"
Ok, si disse Hermione, non sembrava assolutamente credibile, e l'espressione sempre più tesa di Malfoy non faceva che avvalorare i suoi pensieri. Sgranò gli occhi, realizzando che era ancora nudo. Gli fece segno di alzarsi. Lui obbedì.
"Herm, noi entriamo..." disse Harry, la voce leggermente preoccupata. Per poco, la riccia non gridò. Draco le mise una mano contro le labbra per impedirglielo. Si voltò poi verso l'armadio e, con fare assurdamente goffo, vi si infilò. Il viso della Grifondoro si illuminò di gratitudine mentre, poco prima che il biondo chiudesse le ante, gli mimava un 'grazie' sincero.
E, proprio mentre Malfoy svaniva dentro l'armadio, dalla porta entrarono Harry e Ron. La riccia sorrise loro leggermente, per poi dirigersi sul letto. Vi si sdraiò, e si coprì sino sopra il seno con le lenzuola. I due amici si accomodarono infondo al materasso.
"E' davvero strano, però." commentò con una nota di diffidenza il moro, lanciando un'occhiata all'amica. Quest'ultima finse di tossire, guardandolo confusa.
"Di che parli?"
"Sai, la febbre... In questo periodo mi sembra che-" "Ma non la vedi, Harry?" lo interruppe Ronald, indicando il viso di Hermione "Ha un aspetto così trasandato e scosso... E' ovvio che..." abbia appena avuto un coito, avrebbe volentieri detto Hermione.
Ron, però disse semplicemente "... Abbia la febbre."
La strega ringraziò il fatto che Ron non si fosse mai soffermato a guardarla troppo dopo il sesso. Era salva. Salva grazie al proprio ex fidanzato imbranato. Harry storse il naso, ma poi annuì. La riccia sorrise nuovamente.
"Molte bene. Ora che avete appurato che la mia è solo un'influenza, potete andare."
Li sentiva parlare chiaramente, nonostante l'ostacolo dovuto alle ante dell'armadio. Il moro non le credeva. San Potty stava mettendo in discussione la possibilità che l'amica tutta impettita potesse avere la febbre. Per poco Draco non ringhiò di frustrazione. Fortunatamente, però, il rosso le diede ragione, scambiando il suo viso post-meraviglioso-coito per quello di una malata terminale. Malfoy, questa volta, trattenne a stento una risata.
Complimenti, Weasel, sei il migliore degli osservatori. E pensare che l'hai fatto anche tu l'amore con Hermione, non potè fare a meno di pensare il biondo. Deglutì a vuoto. Hermione? Amore?! No, si disse. Lui non faceva l'amore con nessuna. Soprattutto non con la strega più secchiona di tutta Londra e dintorni! Lui faceva sesso, e quello con la riccia era sicuramente stato tra i migliori, ma nulla di più. Si morse il labbro inferiore riportando alla mente il suo corpo perfetto, ed i suoi tocchi leggeri. Il modo in cui gemeva, ed in cui si incarcava contro di lui. Serrò le mani in due pugni. Non poteva davvero credere che il corpo della Granger fosse così perfetto da ridurgli il periodo refrattario. Questa era pura follia! Daphne era più bella, ed anche Astoria, o Pansy. Ma allora perchè proprio la mezzosangue ex-zannuta? Riflettè. Forse perchè lei gli piaceva anche caratterialmente? Era astuta, intelligente, combattiva... Oddio, si sentiva una ragazzina. E Draco non era una ragazzina.
A distorglielo dai suoi pensieri fu un tocco soffice contro il polpaccio. Sgranò gli occhi. Che diavolo teneva la Granger nell'armadio?! Cercò di spostarsi, ma calpestò qualcosa di altrettanto soffice e, in risposta, avvertì un miagolio furioso. Poi qualcosa lo graffiò sul piede, facendolo gridare di dolore. Si lanciò fuori dall'armadio velocemente, senza neppure riflettere. Grattaginocchia, o come diavolo si chiamava, lo aveva appena graffiato. Abbassò lo sguardo sul proprio piede, incontrandolo deturpato da tre tagli sanguinanti. Bruciavano, si disse contrariato, realizzando solo in un secondo istante di trovarsi nudo di fronte a Hermione, Harry e Weasley. Si morse il labbro inferiore, sgranando lo sguardo. I due avevano la mano ferma sulla maniglia della porta e, probabilmente, se ne stavano andando.
"Malfoy!" gli gridò contro Hermione, non riuscendo a controllarsi. Indossava quella maledettissima vestaglia trasperente e, ora che si era scostata le coperte, poteva intravedere, oltre il misero tessuto, il suo seno nudo. Chiuse gli occhi.
"E' colpa del tuo gatto!" esclamò dunque in propria difesa "Era nell'armadio, io non so come-"
"Malfoy è appena uscito dal tuo armadio, 'Mione!" gridò sconvolto Ronald, cercando accuratamente di non guardare proprio lì, dove lui non era assolutamente vestito. Scosse la testa "Malfoy nudo è appena uscito dal tuo armadio!"
"Ma che spirito di osservazione, Ronald!" non potè evitare di ironizzare la riccia, squadrando il rosso con un certo fastidio.
TBC
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