Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

7

"Sei bella" sussurrò flebilmente, subito dopo aver chiuso la bocca ed essersi ricomposto.

Ero sicura di essere diventata rossa in viso.

Non ero abituata a complimenti del genere, di solito venivo trattata come un oggetto.

"Anche tu lo sei" ammisi io ad alta voce.

"Tu lo sei di più" si avvicinò.

E nella mia testa una lampadina si accese velocemente, dovevamo mantenere le distanze.

Feci un passo indietro, mentre alzavo le braccia e le mettevo davanti a me, per fargli capire che non si sarebbe dovuto muovere verso di me.

"Che ne dici di parlarmi di ciò che ti è successo?" Chiesi, provando a dimenticarmi di come aveva voluto avvicinarsi a me, per fare qualcosa che purtroppo non avrei mai scoperto. Ma era meglio così, dovevo rimanere professionale.

Mi accomodai sul divano e sentii un rumore, dopodiché la tv a schermo piatto si accese, facendomi capire solo allora di aver toccato nell'impatto il tasto di accensione del telecomando che, avevo potuto notare si trovasse sotto di me.

"Si...certo" disse lui velocemente, mentre si avviava in un'altra stanza.

Sapevo che lo aveva ferito il mio voler spazi tra di noi, lo avevo visto dalla sua espressione che non si aspettava un rifiuto, forse perché mai nessuno ancora lo aveva rifiutato.

Lo vidi ritornare poco dopo con un pacco di salviette struccanti in mano.

"Ma cosa?" Chiesi confusa, non capendo proprio cosa stava facendo.

"Guarda" ne estrasse due e cominciò a strofinarsi lo zigomo destro.

Iniziò ad intravedersi un livido violaceo comparire, fece la stessa cosa dal lato sinistro dove anche lì svelò un livido violaceo, ma di dimensioni minori rispetto a quello di destra.

Con movimento brusco si tolse la felpa e a sua volta la maglietta bianca che indossava, notai i tanti tatuaggi e tra di essi, ferite e tagli vari.

Misi una mano davanti alla bocca, forse per il suo fisico mozzafiato, forse per le sue ferite.

"Cosa è successo e come è successo?"

Chiesi alzandomi in piedi, mentre con il dito cominciai a contornare le ferite, le quali si trovavano al di sopra del tatuaggio di una farfalla, mandando così a puttane tutti i buoni propositi di mantenere le distanze.

Lo vidi contrarre gli addominali, facendomi capire che il solo sfiorare la sua pelle gli faceva male.

"Scusami" dissi io sinceramente, perché mai avrei voluto fargli male.

"Tranquilla" sussurrò lui mentre mi guardava dall'alto, visto che la nostra differenza di altezza era tanta, a stento riuscivo ad arrivare alle sue spalle.

"Parla, ti prego" presi la sua mano e lo feci accomodare accanto a me, mentre incrociavo le gambe e mi voltavo di lato per guardarlo in faccia.

"Non c'è niente da dire, se non che quattro giorni fa ho avuto un incidente con la macchina, nulla di grave per fortuna, se non per la lussazione della spalla e quello che vedi.
Il problema sta nel fatto che quando ero in ospedale, in un lettino pieno di flebo nelle braccia sai chi c'era con me? Nessuno, non è venuto nessuno a farmi visita, nemmeno i miei genitori. Non importa a nessuno di me Darcy, mi sento uno schifo." sussurrò con gli occhi lucidi.

Cosa potevo dirgli? Era una cosa terribile.

"A me importa. E non me ne andrò, te lo prometto, anche se ripeto, non ti conosco però per questo c'è sempre tempo per rimediare"

Sapevo di star mentendo e per prima a me stessa, sapevo che me ne sarei dovuta andare in massimo due settimane, lo sapevo ma non volevo vederlo star male.

Senza dire nulla mi abbracciò, quel ragazzo era pieno di amore da donare, se solo ci fosse stato qualcuno disposto a capirlo.

Misi la testa nell'incavo del suo collo e aspirai a fondo il suo profumo, che per qualche secondo mi fece girare la testa, mentre la nostra vicinanza mandava in tilt ogni fibra del mio corpo.

Harry's POV

Mi sentivo una persona di merda, non sapeva che le stavo mentendo, non sapeva che qualcuno era venuto a farmi visita quando ero in ospedale e stavo male, quel qualcuno era proprio la mia ragazza.

Lei sapeva chi fosse, conosceva la faccia di Daisy dato che ogni giorno andava al Moonlight, proprio come lei.

Non ero riuscito a dirle la verità e non avevo nemmeno intenzione di farlo.

Perché il cuore mi batteva così velocemente in quel momento? La stavo solamente abbracciando e non eravamo niente, eppure in quel momento quelle sensazioni mi stavano facendo dubitare di tutto nella mia vita.

Sentivo le mie dita contornagli i fianchi mentre le sue mani si muovevano sulla mia schiena, non sentivo più alcun dolore fisico, come se il suo semplice tocco avesse sanato ogni mia ferita, sia interiore che esteriore.

Fino a quel momento avevo sempre pensato di aver provato tutto quello che normalmente si provava per una persona, ero sempre stato sicuro di aver amato Daisy e sapevo che avrei fatto di tutto per lei, eppure in quel momento mi sembrava di aver vissuto in una menzogna negli ultimi quattro anni della mia vita.

E nella mia mente passò solo un pensiero "Se in quel momento stavo reagendo cosi, Cosa sarebbe successo se avessimo fatto di più? Cosa sarebbe accaduto se fossimo diventati di più?

Ero estasiato e terrorizzato allo stesso tempo e purtroppo anche il mio corpo lo stava dimostrando, visto che vari brividi avevano cominciato ad attraversarlo come scariche elettriche.

Darcy's POV

Un semplice gelato non era riuscito a placare la mia fame.

"Non vorrei sembrare sgarbata, non è che avresti qualcosa da mangiare?" Chiesi, dopo essermi staccata a malincuore da lui.

"Ora controllo, ma non penso" si alzò, lo guardai incamminarsi verso la cucina ancora a torso nudo, e in quel momento capii di essere fottuta.

"Te l'hanno mai detto che è maleducazione fissare le persone?" Chiese senza voltarsi.

Mi aveva beccata.

"Chi ti ha detto che stavo guardando proprio te?" Chiesi con tono canzonatorio.

"Lo specchio" rispose ridendo.

"Merda" sussurrai tra me e me.

Cercai con lo sguardo lo specchio di cui stava parlando per trovarlo attaccato alla porta della cucina.

Mi girai verso le altre porte e tutte avevano uno specchio attaccato, che le copriva interamente.

Mi alzai abbassando la maglietta e mi avviai verso la direzione che aveva imboccato anche lui.

"Qui non c'è niente" urlò non avendomi sentita arrivare.

"Sono qui" dissi piano, mentre lui mi stava dando ancora le spalle, intento a guardare nel frigo.

Ed io avrei voluto rimanere in quella posizione per tutta la vita, mentre osservavo ammaliata i tatuaggi che coprivano gran parte della sua schiena.

Si girò di scatto, facendo sussultare anche me.

"Oh scusa, non ti avevo sentita." disse lui, sorridendo vagamente.

"Posso farti una domanda?" Chiesi, appoggiandomi con la schiena contro l'isola della cucina.

"Certo" fece la stessa cosa anche lui, solo che dall'altra parte della stanza ed incrociò le braccia al petto.

"Perché hai gli specchi attaccati alle porte di tutte le stanze?" esposi la mia curiosità, perché non si vedevano tutti i giorni così tanti specchi in una sola casa.

"Per ricordarmi che non sempre ciò che vedono gli altri è il riflesso di ciò che veramente sono" sussurrò abbassando lo sguardo.

"Sei così..." non trovavo le parole per descriverlo.

"Stupido? Idiota? Si lo so" cominciò a girarsi gli anelli sulle dita.

"Non volevo dire quello, sei una sorpresa...tutto qui" finii io, esponendo la verità, perché non avevo mai conosciuto nessun uomo così profondo, così razionale.

Alzò gli occhi e li incastrò nei miei.

"Davvero pensi questo?" chiese, mentre provava a capire sé stessi dicendo la verità.

"Si, mi aspettavo tu fossi tutto tranne questo" risposi alzando le braccia in aria per poi indicarlo.

"Cosa intendi con questo?" chiese, non riuscendo a capire se lo stessi complimentando o meno.

"Hai una personalità vera Harry, e ai giorni d'oggi è difficile trovare qualcuno con carattere, sei sensibile ma nel frattempo sei anche forte come pochi" potei notare un cambiamento di tonalità nel colore dei suoi occhi, si schiarirono improvvisamente.

"Ordiniamo una pizza?" Cambiò discorso, facendomi capire che non voleva parlare di quello in quel momento o che magari non voleva rattristirsi ancora di più.

Lo assecondai annuendo, visto che avevo davvero fame.

"Pronto? Si volevo ordinare due pizze, per il prima possibile, perfetto..." si tolse il telefono dell'orecchio e si rivolse a me.

"Darcy, come la vuoi la pizza?"

"Con il salamino piccante" dissi io, mentre mi versavo un bicchiere di acqua e mi sedevo su uno sgabello dell'isola.

"Che tipo di salamino?" Chiese lui ridendo, e per poco non mi strozzai con l'acqua che avevo in bocca, dopo aver sentito la battuta.

"E la perversa qui ero io insomma..." dissi dopo aver inghiottito il sorso di acqua che mi aveva quasi uccisa.

Rimise il telefono all'orecchio e continuò l'ordinazione.

Era così bello, con tutti quei tatuaggi, nonostante i lividi in faccia, a un qualsiasi suo movimento potevo notare ogni singolo muscolo contorcersi su sé stesso.

Mi soffermai sulle sue labbra, le quali si stavano muovendo lentamente per scandire le parole che stava dicendo, era come se stessi vivendo tutto a rallentatore.

Quando spense la chiamata, scossi lentamente la testa giusto per rinvenire sulla terra.

"Mi stavi fissando, di nuovo" osservò, ridendo subito dopo.

"Oh andiamo, ora dov'è lo specchio?" Chiesi, stufa di essere beccata, avrebbe pensato che fossi una maniaca sessuale se avessi continuato.

"Nessuno specchio questa volta, ti ho semplicemente vista quindi, mi sembra consono chiederti il perché?" chiese lui, passandosi una mano tra i capelli subito dopo.

"Mi piacciono i tuoi tatuaggi" ammisi.

"Si?" Chiese alzando un sopracciglio.

"O ti piaccio proprio io?" Continuò.

"Siamo sinceri, sei un bel ragazzo e lo sai, dunque a chi non piaceresti?" Risposi a tono.

Sentimmo il suono del campanello, segno che la pizza era arrivata, e fui grata che quello mi avesse salvata da quella situazione.








Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro