29
Harry era rimasto anche lui colpito, quando gli avevo indicato la casa di fronte a noi.
"Andiamo" aveva suggerito lui, prima di prendermi nuovamente per mano e avvicinarsi alla porta principale di una semplice casetta di legno dalle dimensioni modeste.
Lo guardai titubante, mentre avvicinava lentamente la mano alla porta e dopo averla chiusa a pugno, bussò un paio di volte.
Mi appoggiai ad Harry poiché sentivo le gambe cedere e temevo di cadere a terra a causa delle troppe emozioni.
Lui lo capì e per provare a calmarmi in quei momenti pieni di ansia, mi sorrise, mostrandomi le fossette che tanto calmavano il mio cuore in tempesta ogni volta.
Si sentirono alcuni passi pesanti e alcuni secondi dopo la porta si aprì rivelando la figura di un uomo robusto.
Notai i suoi capelli più bianchi di quello che mi ricordavo e una leggera barba a ricoprire il suo viso, era invecchiato, ma alla fine erano passati anche cinque anni dall'ultima volta che l'avevo visto.
"Darcy?" aveva chiesto in un sussurro, prima di scrutarmi attentamente.
Una leggera smorfia comparse sul suo viso, prima di guardarlo cadere in ginocchia di fronte a noi.
Lacrime di pura gioia rigavano il suo viso e vedendolo così, non riuscii più a contenere le mie emozioni e cominciai anche io a piangere.
"Papà..." sussurrai prima di inginocchiarmi di fronte agli occhi di Harry, che anche essi erano diventati leggermente lucidi.
Lo presi in un abbraccio che aveva quasi il sapore di "Casa" mentre ricordi di vecchi momenti passati insieme a mio padre attraversavano la mia mente.
"Com'è possibile..." sussurrò lui mentre mi lasciava un bacio tra i capelli.
"Sono qui" avevo provato a consolarlo, prima di prendere le sue mani e trascinarlo su con me.
"Ci sono un sacco di cose di cui dobbiamo parlare" chiarii, perché non avevo fatto tutta quella strada per nulla, perché avevo bisogno di risposte e non avrei accettato un no come risposta.
"Si, entrate pure" aveva concluso lui.
Lanciò un breve sguardo ad Harry e lo capii dall'espressione che era passata per pochi secondi sulla sua faccia che, come avevo già pensato precedentemente, Harry non gli piaceva.
Il punto è che non avrebbe cambiato idea facilmente, poiché era sempre stato una persona molto decisa e quando di solito si impuntava su qualcosa, non si riusciva quasi mai a fargli cambiare idea.
Agganciai la mia mano a quella di Harry ed entrammo insieme nella casa.
Come avevo potuto già dichiarare precedentemente, la casa non era né troppo grande né troppo piccola e gli arredi erano semplici e pochi.
"Volete qualcosa da bere?" Chiese mio padre più a me che ad Harry, che era rimasto fermo e stava fissando la testa di un cerbiatto appesa ad una parete.
Sorrisi al pensiero di cosa poteva passare per la testa di Harry in quel momento.
"Acqua per favore, Harry?" chiesi, facendolo ritornare finalmente tra di noi.
"Vuoi una birra, Harry?" aveva chiesto mio padre, marcando più del dovuto il suo nome.
E se prima di allora avevo alcuni piccoli dubbi sul fatto che mio padre non fosse estasiato all'idea di me ed Harry insieme, in quel preciso istante capii che per lui fosse stato un netto no.
Sospirai leggermente frustrata.
"No, non consumo alcool" rispose Harry sincero, o almeno provando ad esserlo.
Perché non era del tutto vero che non consumasse bevande alcoliche, perché l'ultima volta che lo aveva fatto mi aveva dato della poco di buono, e quello ancora non l'avevo rimosso totalmente dalla mia memoria.
Notai mio padre guardarlo male e quando posò lo sguardo su di me, si addolcì immediatamente.
"Come siete arrivati qui?" aveva chiesto lui, dopo aver versato due bicchieri d'acqua e li aveva poggiati sulla piccola isola della sua cucina, alla quale ci eravamo seduti entrambi.
Lo vidi avvicinare la bottiglia di Corona alla bocca mentre aspettava una nostra risposta.
"Con la macchina, poi abbiamo camminato per un po' " risposi, fiera di quello che eravamo riusciti a fare.
"Come mi avete trovato?" Chiese nuovamente, probabilmente curioso del fatto che eravamo riusciti a trovarlo, nonostante si stesse nascondendo così bene, chissà da cosa voleva scappare...
"La signora della tavola calda a Richmond" aveva tagliato corto Harry, il quale si subì uno sguardo di sfida da parte di mio padre, che molto probabilmente aveva aspettato che la risposta uscisse dalla mia di bocca.
"Anastasia è sempre stata un'impicciona" aveva detto lui con un leggero sorriso sul viso.
Avevo così tante domande da fargli, ma quando notai Harry sbadigliare sommessamente, capii che forse dovevamo andare a dormire, visto che era ormai notte fonda.
"Noi andiamo..." sussurrai, prendendo coraggio ed esposi così il mio dilemma, poiché avevo paura a ritornare alla macchina con tutti i pericoli che nascondeva quel bosco e in cuore mio potevo solo sperare che mio padre si offrisse a lasciarci dormire lì.
Lo vidi guardarmi a lungo e passare lo sguardo tra di me ed Harry.
"Ho una stanza libera di sopra, potete rimanere qui, anche perché fuori di notte diventa abbastanza pericoloso." aveva detto lui subito dopo ed avevo sentito il mio cuore alleggerirsi.
Tirai un breve sospiro di sollievo, mentre mio padre ci passava accanto e da un piccolo ripostiglio ci portava delle coperte e due cuscini.
"Andiamo" aveva detto, prima di cominciare a salire le scale.
Io ed Harry lo seguimmo in silenzio mentre ci apriva una porta e ci mostrava un letto matrimoniale, in una piccola stanza.
Guardai verso la parete di destra, dove potei notare un'altra testa di cerbiatto e una di un orso attaccate.
Sorrisi ampiamente perché desideravo ardentemente vedere la reazione di Harry, che ancora non le aveva notare poiché si era fermato sulla soglia della porta.
"Harry, penso che a te vada bene il divano di sotto, no?" aveva chiesto mio padre, mentre si avvicinava a lui e gli piazzava una coperta ed un cuscino tra le mani.
Giurai di non essermi divertita così tanto in tutta la mia vita, poiché sulla faccia di Harry era comparsa una pura espressione di confusione.
Lo vidi cominciare a borbottare qualcosa tra di lui prima di sbuffare sonoramente e cominciare a scendere le scale.
"Che c'è?" Chiese mio padre, con un'espressione divertita sul volto e un sopracciglio alzato.
Non potei non cominciare a ridere, ricordando la faccia che aveva fatto Harry.
Così senza pensarci molto, sussurrai un "Buonanotte" a mio padre e lui dopo avermi risposto, aveva chiuso la porta dietro di lui e mi aveva lasciata finalmente sola.
Mi maledissi mentalmente per non aver portato alcun cambio con noi, ma quando mi ricordai del mio blocco prima di scendere dalla macchina, sbuffai sonoramente.
Certe volte quella paura mi fermava dal fare le cose giuste.
Mi distesi nel letto che era il più confortevole nel quale mi ero distesa da quello della casa di Harry a Los Angeles.
Mi girai e rigirai nel letto, e nonostante fossi stanca morta, c'era qualcosa che non mi faceva dormire.
Cominciai a chiedermi se Harry al piano di sotto non fosse stato mangiato da mio padre, cominciai a chiedermi se fosse stata la sua assenza la sola colpevole del fatto che non riuscissi ad addormentarmi.
Possibile che fossi diventata dipendente da lui?
Così dopo essermi rigirata l'ennesima volta nel letto, mi si era fatta improvvisamente sete ed avevo deciso di scendere in cucina.
Avrei potuto vedere se Harry stesse bene e avrei placato anche la mia sete, praticamente prendendo due piccioni con una fava.
Aprii la porta lentamente ed un leggero scricchiolio rimbombò attraverso il piccolo corridoio.
Camminai in punta di piedi per provare a non fare scricchiolare le assi di legno che componevano le scale.
Scesa anche l'ultima lanciai un breve sguardo al divano, dove Harry era disteso e dormiva con le braccia incrociate al petto, come se fosse stato un vampiro.
Sorrisi a trentadue denti alla visione che avevo davanti, prima di camminare lentamente verso il frigo ed aprirlo.
Notai degli yogurt abbastanza invitanti e anche se non ero venuta per loro, ne presi uno.
Mi versai anche un bicchiere di acqua e dopo aver chiuso il frigo, mi avviai verso le scale.
In una mano avevo lo yogurt, nell'altra il bicchiere d'acqua e il cucchiaino lo avevo stretto tra i denti.
Ero quasi arrivata alla scala quando un "Hey" mi fece sussultare e lanciare quasi il bicchiere in aria mentre lo yogurt scivolava tra le mie dita e cadeva a terra.
"Cavolo..." sussurrai, arrabbiata perché il mio piano era fallito miseramente.
"Non avevi davvero intenzione di lasciarmi qui, non è così?" Chiese Harry sussurrando, mentre si avvicinava e raccattava lo yogurt per passarmelo subito dopo.
Il quale per una fortuna estrema non si era rotto, ma semplicemente ammaccato.
Mentre dell'acqua che avevo, me ne restava circa mezzo bicchiere.
Lo guardai e vidi il suo volto essere illuminato dalla luce della luna che passava attraverso la finestra.
"Dai vieni..." sussurrai io, dopo aver tolto il cucchiaino dalla bocca ed averlo preso in mano, consapevole che quello fosse stato il mio desiderio fino dal principio.
Però non ero voluta sembrare una disperata e in più avevo pensato che stesse dormendo.
Mi tirò uno schiaffo leggero sul sedere mentre salivamo le scale, io davanti a lui e a stento riuscii a trattenermi dal tirargli un calcio in faccia.
Aprì la porta della camera e come mi ero immaginata si fermò a guardare velocemente le figure appese alla parete, mentre un'espressione schifata si mostrava sulla sua faccia che era stata illuminata quella volta dalla sola lampada della stanza.
"Non è così male" avevo provato a dire, ma lo sguardo assassino di lui mi aveva fatta ammutolire.
Poggiai lo yogurt sul comodino e bevvi un sorso di acqua, poggiai anche il bicchiere e mi distesi nuovamente nel letto.
Con la singola differenza che, quella volta riuscii ad addormentarmi in pochi minuti, facendomi capire che la dipendenza da Harry c'era ed era reale.
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