Capitolo 21
Alex POV
Cal rimette la vanga sporca di terra nel bagagliaio dell'auto e accompagna Tania a sedersi dl sedie posteriore. È stato un funerale veloce, senza grandi cerimonie. Solo una breve funzione senza il prete. Sarebbe stato il colmo, vista la compagnia. Kirsten è rimasta a casa nostra, sorvegliata da Joshua e Derek. Avrei preferito lasciarla a Stefano, ma purtroppo lui è voluto venire a dare l'ultimo saluto alla strega. A quanto pare erano amici, e adesso ha preso il telefono per chiamare una ragazza rimasta in America. A giudicare dallo sguardo perso di Guido, deve essere la famosa ragazza impossibile. Mi avvicino, che sta continuando a leggere senza sostale poche parole scritte sulla lapide nel bosco.
"Come si uccide un ibrido?" chiedo a bruciapelo, e lui si volta per guardarmi.
"Come faresti con un vampiro, solo che devi stare attento. Mordono." Mi sfotte, mostrandomi ironicamente i canini. Inclino la testa e mi chiedo per una frazione di secondo perché questo tipo sia così coglione. A occhio e croce deve essere stato morso a vent'anni, ma so che lui e il fratello ne hanno sui centosessantadue. Sono ancora giovani, eppure mi danno sui nervi.
"Adesso che Simon è tornato normale, potete tornarvene a casa." Lo informo, ma lui scuote la testa.
"E lasciare a voi tutto il divertimento? Ora sono curioso di vedere chi sono questi Lupi, e poi c'è Kirsten. Potrei farmela magari..." Toccala con un dito e morirai... di nuovo. Lo guardo di sottecchi e lui mi fa l'occhiolino. Non gli darò soddisfazione. Mai!
"Anche lei morde, però. E poi tu non sei quello innamorato perso?" Guido alza le spalle con noncuranza.
"Dovrò pur far qualcosa nell'attesa." Mormora infastidito, guardando Stefano che parla al telefono. Come dargli torto. Tre anni sono tanti. Io non li sopporterei.
"Torniamo al Rifugio. Mi è venuta fame." Dico, voltandomi e camminando verso la macchina.
"Io volevo andarmene a caccia, ma se tu preferisci i surgelati allora okay." Il moro mi sta tentando. Caccia. È da un po' che no la faccio come si deve. Mi aiuterebbe a distogliere la mente da Kirsten. Una notte di fuoco è quello che mi ci vuole. Voglio bruciare nelle fiamme dell'inferno, e voglio farlo come si deve. Aspetto che gli altri se ne siano andati, poi lo guardo un'ultima volta.
"Ci penserò."
La casa è in ordine. E' un miracolo di Natale! Mi sono stancato di rientrare e trovare scene alla Scream. Il biondo scende le scale e ci viene incontro, sorridendo.
"Ehi, come è andata?" Lo guardiamo talmente male che ci ripensa e sale di nuovo, senza attendere una risposta. Come vuole che sia andato un funerale?
"Noi due torniamo nel mio appartamento. Ci farà bene una tazza di infuso. Non fate del male a Kirsten. Guardate che mi fido." Tania ci punta un dito contro e lo fa spaziare sul petto di tutti i presenti. Annuiamo in contemporanea e lei e Caroline tolgono il disturbo, non prima che Tania abbia però salutato Caleb con un bacio. Quando la porta si chiude ci fiondiamo tutti sul mio amico, che cade sul divano, schiacciato dal nostro peso. Lo sfottiamo per un po' e lui rimane calmo come suo solito, scoppiando anche a ridere una volta ogni tanto. All'improvviso il mio buon umore scompare improvvisamente, e mi alzo dalla poltrona sulla quale avevo preso posto.
"Dove scappi, inglesino?" chiede Laurence, e io mi volto verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.
"Al cesso. Problemi?" Non credo si aspettasse questa risposta, anche perché i vampiri non usano il bagno. Abbiamo un water solo perché... okay, meglio non saperlo. Diciamo solo che a volte esageriamo un po' con il bere e non sappiamo dove rigettare tutto. Basta, altrimenti dovrò usarlo veramente. Vedendo che nessuno risponde salgo al piano di sopra e trovo Josh e Derek che giocano a carte seduti a terra, come i secondini che si vedono nei film. Sono davvero comici.
"Potete scendere. Non siete in castigo." Dico e loro poggiano a terra le carte.
"No, ma quest'odore è troppo buono per allontanarsi." Annuso l'aria ed è come riceve un pugno nello stomaco. Sangue caldo e vivo. Lo poso sentire scorrere nelle sue vene. Adesso è lento. Vuol dire che sta ancora dormendo. La fame torna furiosa, ma la ributto dentro con una smorfia, conficcandomi i denti nella guancia.
"Scendete. Adesso." Loro alzano le spalle, scocciati, poi raccolgono le carte.
"Dai, forse riusciamo a smutandare i Mystic con il poker." Propone Josh, e Derek sorride, divertito all'idea. Dico che li raggiungerò tra un po' e li vedo scendere, sghignazzando maleficamente. Oh, i miei ragazzi. Scoppio a ridere internamente, fiero della loro voglia di umiliare quegli americani. Prendo un profondo respiro e abbasso la maniglia, entrando nella sala. C'è odore di aria consumata, e tutto l'odore di Kirsten intinge i mobili e le coperte. Inizio a sbavare e mi asciugo con una mano, dando un addio definitivo al mio orgoglio. E' così difficile trovare uno zero negativo vivo. Rimango impalato davanti all'entrata, sentendo i battiti del suo cuore mescolati al rumore del respiro. Adesso ha ripreso a battere, ma dovrò chiedere a Tania di controllarla. Devo farcela. A fare cosa? Boh. Cazzo, hai le idee chiare. Ma sentitemi, ora vengo sfottuto anche dalla mia vocina interiore. Riprenditi, Flinn. Faccio qualche passo avanti e chiudo la porta, in modo che il profumo non giunga anche al piano inferiore. Kirsten è avvolta nelle coperte e ha gli occhi chiusi. E' vulnerabile. Mi passo la lingua sulle labbra. Solo un assaggio. La verbena che aveva in circolo è stata smaltita dall'organismo. Non è più velenoso. I canini escono incontrollati dal loro nascondiglio e mi pungono il labbro, facendomi male. Senza accorgermene mi ritrovo seduto sul letto, a guardarla respirare. Ha il collo scoperto, e la giugulare pulsa. Chiudo gli occhi e deglutisco, sentendo il mio torace avvicinarsi e i canini diventare più lunghi. Le sfioro la pelle con il naso, poi faccio lo stesso con i canini, senza affondarli. Non ci riesco. È più forte di me. Le mie labbra si chiudono sui denti, e invece di morderle il collo, lo bacio.
Kirsten POV
Prendo i libri dall'armadietto e lo richiudo, trovando la faccia di Flinn che l'anta copriva. Sussulto e gli tiro uno spintone, facendolo ridere.
"Mi hai fatto prendere un colpo, sanguisuga." Lo sgrido, alzando gli occhi al cielo. E' da due giorni che si comporta in modo strano. Più o meno da quando la cugina di Tania è stata ritrovata morta. Sono venuta a saperlo dopo essermi svegliata da quella sottospecie di coma in cui ero caduta. Ho provato a mettermi in contatto con mio zio, specialmente dopo aver saputo quello che mi ha raccontato Flinn, ma niente. Non è raggiungibile. Sta scappando da me, o forse semplicemente non mi vuole più vedere. Non lo so, ma la cosa mi puzza. Tania mi ha controllato una decina di volte, poi ha controllato me ed Alex insieme, non so per quale assurdo motivo, ma sempre senza risultati.
"Esagerata. Fatti i compiti?" Ehi, quanto interesse.
"Come sempre. Io sono solo una brava ed innocua studentessa." Ridacchio ricordando alcune delle prime parole ce Tania mi ha detto. Ti conviene comportanti da brava e innocua studentessa. Sono riuscita a rintracciarlo anche senza fingere. Peccato che non mi sia servito a nulla. Comunque adesso ho cose più importanti a cui pensare. Niente più importante dell'obbiettivo. Una voce mi sibila nella testa e io mi porto due dita sulla tempia, guardando a terra.
"Tutto bene?" Alex storce la bocca e aggrotta le sopracciglia. Annuisco.
"Solo un po' di mal di testa." Mento, alzando le spalle e stringendo i libri al petto.
"Sarà la punizione per le cazzate che dici." Dice, ma neanche lui sembra molto convinto. Sarà una mia impressione.
"Sì, certo. Comunque ora devo andare a storia, oppure quella specie di gargouille della Mackenzie mi sbranerà." Alex capisce di chi parlo e sbarra gli occhi.
"Quella fa anche più paura di me. Corri." Mi intima, poi scompare. Alzo gli occhi al cielo davanti a tanta teatralità, poi però sento il suono della campanella e la paura mi invade. Meglio affrontare Brooke in versione vampira che prendersi una sfuriata da quel metro e venti di cattiveria gratuita. Inizio a correre per i corridoi deserti, controllando l'orologio sul muro. Sono in ritardo, e questa non me la perdoneranno mai. La mia corsa viene frenata da un corpo estraneo e duro, che mi fa cadere a terra insieme ai libri. Alzo la testa per esprimere ad alta voce i miei pensieri, ma rimango zitta scoprendo chi mi sto trovando davanti.
"Scusa, non volevo." Inizia lui, prima di guardarmi. A questo punto rimane interdetto, rimettendosi il cappello grigio in testa, in modo da coprire i capelli leggermente mossi.
"Kirsten?"
"Cory?" Oh Signore, cosa ti ho fatto di male?
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