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Capitolo 14

Nella foto: Stefano Accogli


When you feel my heat

Look into my eyes

It's were my demons hide

It's were my demons hide

(Demons, Imagine Dragon)


Kirsten POV

Oh. Mio. Dio. Sono entrata a Sodoma e Gomorra. Il locale è immenso, distribuito su due piani. Le pareti e le luci sono di un colore rosso sanguigno, che si riflette sui vestiti e sui volti cerei della gente. Sembra che la musica sia solo al piano inferiore, mentre le scale nere portano su una pedana in alto, con delle porte chiuse. Non c'è quasi spazio per respirare, e sui divanetti circondati da tendine rosse vedo le ombre di gente che... oh! Ci sarà da divertirsi.

"Hanno tutti le maschere!" nota Coraline, con una punta di dispiacere. Ha ragione. Deve essere una specie di serata a tema.

"Ce le abbiamo anche noi." Derek caccia da chissà dove un mazzo di maschere nere. Ognuno di noi ne prende una e la infila, poi ci buttiamo nella mischia. Devo trovare qualcuno con cui ballare.

"Vieni." Mi volto e un ragazzo con una maschera bianca e i capelli neri mi tende la mano. Ha i canini sporgenti e si passa la lingua sulle labbra rosse. Non male. Cerco di adeguarmi alla situazione e reprimo l'orrore nel sentire le sue mani gelate che mi toccano. Il mio istinto mi dice di ficcargli un paletto nel cuore, ma gli metto le mani intorno al collo e inizio a ballare con lui. Il modo che hanno le sanguisughe di ballare ricorda tanto un famoso libro erotico. Imito le altre ragazze, strofinandomi senza ritegno contro i pantaloni del vampiro. Lui affonda il viso nel mio collo e inizia a baciare e leccare, senza però usare i denti. Gli passo le mani sulla schiena e poi sul sedere, cercando di essere il più spinta possibile. Non credo di poter arrivare alle performance da kamasutra di quella accanto a me, ma posso provarci. L'importante è che non capiscano che sono un umana. Lui smette di martoriarmi il collo e poggia le sue labbra sulle mie. Apro subito la bocca, facendo scontrare i miei canini contro i suoi. Una sensazione di calore mi blocca lo stomaco, ma manca qualcosa. Lo sento...sbagliato. Cerco di non pensarci e mi avvicino ancora di più a lui, che mi infila una mano nei pantaloni. Trasalisco quando sento le sue dita accarezzarmi lì sotto. È...sorprendentemente...bravo! Mi pento di non essermi divertita con le mie vittime, prima di ucciderle. Butto la testa dietro, sentendo i capelli che mi sfiorano la pelle nuda della schiena. Gli infilo le dita nella schiena, inarcandomi verso di lui. "Andiamo su." Sussurra con voce roca, ma familiare. La mia testa è talmente annebbiata che non ci faccio caso.

"Prima offrimi da bere." Lui ride e annuisce, portandomi verso l'angolo bar.

"Uno zero positivo." dice, sedendosi su uno sgabello. Merda! Non avevo pensato che qui bevessero solo sangue. Per fortuna riesco a vedere anche qualche bottiglia di alcol, e mi rilasso.

"Un Bloody Mary." Il barista annuisce e in pochi secondi i nostri drink sono pronti. Il moro ingoia tutto il suo in pochi sorsi, ed io sono costretta a fare lo stesso. Non riesco a vederlo per via della maschera, ma c'è qualcosa in lui che mi fa pensare di averlo già incontrato. Forse è Guido. Solo il pensiero mi fa rabbrividire. Se è lui, lo ucciderò seduta stante. Mi guardo in giro e vedo il vero Accogli che chiude le tende di uno di quei divanetti. Okay, pericolo scampato. Trovo anche Richard che sta salendo le scale insieme a due vampire. Quando incrocia il mio sguardo mi fa l'occhiolino e alza tre dita in aria. Gli mostro il pollice e lui sale. Caleb e Tania devono aver preso residenza su quel divanetto in fondo alla sala, e non voglio neanche pensare a cosa stiano facendo, anche se è probabile che tra qualche minuto starò nella stessa posizione. Derek e Josh invece sono al centro della pista, e ballano con due biondine. Non vedo Flinn. Sarà con qualche puttanella. Idiota. Faccio una smorfia e finisco il mio drink. Qualcosa luccica nello sguardo chiaro del mio accompagnatore.

"Ti va?" E' di poche parole. Ci penso un po' su, poi annuisco.

"Fammi divertire." Mi afferra il polso e mi attira a sé, facendomi scendere dallo sgabello. Con una velocità inaudita attraversa la sala e le scale, sbattendomi sulla porta ancora chiusa. Lo sento armeggiare con il bottone dei miei pantaloni, mentre io trovo la maniglia della porta con la mano. La apro e non sento più il legno contro la mia schiena, ma il vuoto. Faccio qualche passo indietro, con li occhi chiusi, poi crollo sul letto e gli apro la camicia con un gesto, facendo saltare qualche bottone. La mia mano incontra una cicatrice abbastanza grossa sul torace. Un momento. Come può avere una cicatrice? Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi. Il mio cuore smette di battere quando realizzo che le iridi di questo ragazzo... sono verdi.


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