Capitolo 12
Nella foto: Simon Connor, dei Mystic
Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Non esiste sensazione più bella.
Sarai solo con gli Dei.
E le notti arderanno tra le fiamme.
Fallo, fallo, fallo. FALLO!
(Lancia il dado, Charles Bukowski)
Kirsten POV
Sono curiosa di sapere chi siano questi Mystic. Dovrebbero arrivare questa notte e io avrò una nuova coinquilina. Se proverà a mordermi la ucciderò all'istante. Ho già avvertito tutti che lo farò, e non hanno potuto darmi torto. Anche se lo avessero fatto, non li avrei ascoltati. Ridacchio ed esco da scuola, con lo zaino in spalla e una voglia matta di pizza. Il cibo in mensa fa veramente schifo, e a volte invidio i vampiri e la loro dieta a base globuli rossi. Aspetto Tania davanti alla porta, puntellandomi sulle punte dei piedi. Canticchio le parole di Pictures of You, muovendo il busto avanti e dietro.
"Salve." Oh, chi è che rompe adesso? Mi volto, e le mie gambe rimangono di sasso. Cioè, io rimango si sasso. Le mie gambe mi seguono e basta. Questo tizio è davvero... beh, non credo ci siano parole pulite per descriverlo! Rimango a fissarlo per qualche secondo, mentre le mie parole del giorno prima ritornano alla memoria nel momento più opportuno. Volevo un ragazzo, ed eccolo qui. Un bel moretto con gli occhi azzurri.
"Hai bisogno di aiuto?" chiedo, cercando di rimanere indifferente. Lui sembra accorgersene e ridacchia. Punta sul vivo, riprendo tutta la mia stronzaggine. Okay, sarà per il prossimo.
"Sì, sono in anticipo e sto cercando mio fratello. Lo hai visto? Alto più o meno così, capelli e occhi marroni, faccia da coglione..." Ci penso su e scuoto la testa.
"Stai descrivendo metà della scuola." Dico ovvia, cominciando ad innervosirmi. Perché deve farmi perdere così tanto tempo? Sbuffo e gli do le spalle, sperando che Tania arrivi presto. Lui ridacchia ed è di nuovo di fronte a me, con una velocità spaventosa.
"Hai ragione, in effetti qui sembrano tutti addormentati." Ha uno strano accento.
"Non sei di queste parti, vero?" chiedo, sbirciando al di là delle sue spalle, coperte da una T-shirt nera intonata ai capelli e ai pantaloni.
"Si vede, eh?" Già. Perché trovo tutti io quelli strani? Il moro sbarra gli occhi e fa un mezzo sorriso. "Trovato. È stato un piacere... ehm..." Non sono cazzi tuoi come mi chiamo!
"Kirsten." Accidenti! Mi mordo la lingua non appena chiudo la bocca. Il moro alzo un sopracciglio scuro, come se stesse pensando a qualcosa.
"Kirsten...Donovan?" Annuisco, sentendomi improvvisamente osservata. "Ma sei una ragazzina." Esclama, quasi ridendo. Mi sta prendendo in giro? Mi guardo intorno, come per cercare la vera ragione della sua risata ridicola.
"E allora?" Lui scuote la testa.
"Niente, è solo che ti immaginavo più grande... e meno colorata." Un dubbio mi si insinua nel cervello, ma il moretto si volta e scende velocemente le scale, andando incontro a due ragazzi castani, riparatisi sotto ad un albero. Li vedo chiacchierare animatamente, prima che un dito venga puntato verso di me. D'istinto faccio una smorfia infastidita e scuoto la testa. Per fortuna arriva Tania a salvarmi da questa situazione. Esce da scuola con lo zaino in spalla e le cuffie nelle orecchie. A giudicare dalla camminata lenta direi che sta ascoltando qualcosa di psichedelico, tipo Pink Floyd o roba simile.
"Era ora. Portami via da questo covo di svitati!" la imploro, aggrappandomi al suo braccio. Lei si toglie le cuffie bianche e le attorciglia intorno all'I-pod, che poi rimette accuratamente nella tasca anteriore dello zaino rosa.
"E' successo qualcosa?" chiede tranquillamente, spalancando gli occhioni neri. Mi volto per indicarle il gruppo dei tre porcellini sotto l'albero, ma non ci sono più.
"Niente. L'Otello mi da alla testa." Dico, buttando la scusa sull'ora di letteratura inglese che ho dovuto affrontare.
"Mmm... ti capisco." Mormora lei, prendendomi sottobraccio. Oggi è di buon umore perché Caleb la porterà fuori a cena, il che mi sembra strano visto che lui può bere solo sangue, ma va beh... contenta lei. "Cosa ti metterai questa sera?" Lei ci pensa un po' su, poi alza le spalle.
"Non saprei, jeans e maglietta?" Cosa odono le mie povere orecchie! Non che io abbia nulla in contrario contro l'abbigliamento casual, anzi, è il mio pane quotidiano, ma questo è il loro primo appuntamento se escludiamo due mesi di scopate selvagge.
"Non hai detto che tua cugina sarebbe venuta questa sera?"
"Sì, ma le ho già spiegato tutto e lei mi ha detto che passerà dai Creed a controllare Simon." Oh, mi ero quasi dimenticata di quello lì. Ieri sera mi sono divertita un po' a punzecchiarlo, finché non è arrivato Flinn e mi ha intimato di smetterla, soltanto perché lo schizzavo con l'acqua santa! Che esagerazione. "Senti, andiamo dai vampiri? Devo assicurarmi che tutto sia a posto e..."
"E vuoi vedere Caleb. Streghe, così emotive." Mi scosto civettuosamente una ciocca dai capelli e le faccio l'occhiolino, mentre lei mi da una spinta che mi fa quasi cadere.
"Parla lei! So cosa sta succedendo tra te e Alex." Perdo subito il sorriso, sostituendolo con uno sguardo infastidito.
"Non dire mai più una cosa del genere." sussurro, aggrottando le sopracciglia in un'espressione di rabbia. Non sta succedendo proprio niente tra me e quell'ameba di Flinn. C'è stato quel bacio, ma è stato più un riflesso che altro. C'era dentro odio e rabbia. Niente di più.
"Scusa, stavo solo scherzando." Tira fuori dallo zaino una brioche al cioccolato e la divide in due, porgendomi la metà con il cuore marrone. "Tieni. È un segno di pace." Alzo gli occhi al cielo e la prendo, sorridendo mestamente.
"Sei veramente una cretina." la prendo un giro, ficcandomi tutto il cibo in bocca.
Alex POV
"Quindi la porti a cena?" Cal annuisce, sistemandosi i capelli allo specchio. La trovo un'idea ridicola.
"E cosa ordinerai al ristorante? Il cameriere?" si intromette Derek, cambiando canale con il telecomando.
"Amico, hai mai pensato di censurare tutte le cazzate che dici? Potrebbero sconvolgere qualche povera mente." Lui alza un sopracciglio e alza spallucce.
"Se vuoi scandalizzare qualcuno, basta togliere il fissante ad Alex per una settimana." Indica con un gesto il mio ciuffo che cade in avanti, accompagnandolo con una specie di fischio.
"Oppure potresti farti ricrescere i capelli. Hai presente come li tenevi negli anni sessanta?" Ricordiamo con orrore quell'orrendo periodo nel quale Derek aveva fatto uscire il suo lato Hippie. Andava in giro con un gilet di jeans strappato e la barba e i capelli incolti, sparandosi una canna al minuto. In quel periodo non eravamo ancora i Creed, ma andavamo lo stesso in giro insieme. Sono più di cent'anni che ce li ho addosso, ma me la sono cercata visto che li ho trasformati io.
"Ma il peggiore in assoluto era Rick da vivo." Dice Josh, tirandogli un riccio. Lui lo scosta malamente e mette il broncio.
"Non iniziate. Andavano di moda i boccoli lunghi!" Scoppiamo a ridere tutti quanti e lui si infossa nella poltrona.
"Sembravi una cazzo di ragazzina!" Caleb lacrima dal ridere, e riesce a malapena ad articolare le parole.
"Beh, non avete mai visto mio fratello negli anni '20, allora." Ci zittiamo di colpo, e i nostri sguardi cadono sulla voce familiare che ha appena parlato. Sono in anticipo. I Mystic entrano, guardandosi intorno con fare sospettoso.
"Che ci fate già qui?" chiedo, alzandomi dal divano. Stefan Accogli passa avanti al fratello, guardandoci con un sorriso accondiscendente.
"La faccenda sembrava grave, quindi abbiamo preso la prima nave per l'Inghilterra." Li guardo tutti, riconoscendo il moretto con cui ho parlato al telefono ieri sera. Dietro c'è Laurence, con il solito cappellino in testa, e poi una biondina sorridente che non ho mai visto. Deve essere la new entry. Carina. Scopabile. Dovrò tenere al guinzaglio il ricciolino. Entrano in fila indiana, andandosi a sedere nei primi posti che trovano.
"Inglesino?" Trattieniti, Alex. Respira. Così. Uno... due... tre...
"Che cazzo vuoi, Guido?" Ho incontrato Guido e Stefano Accogli qualche secolo fa, durante un giro a New York. Erano due neo-vampiri italoamericani totalmente instabili, ma la maggior parte degli screzi li ho avuti con il maggiore dei due. Guido. Il moretto fa una smorfia divertita, incrociando le braccia al petto.
"Dov'è Simon?" Si intromette Laurence, in tono calmo. E' il più riflessivo dei cinque, ed anche il più giovane. Il suo potere speciale gli conferisce un forte autocontrollo per uno della sua età.
"In cantina. Josh..." Il biondino si alza, rispondendo agli ordini. "Accompagnali da Connor." Lui annuisce di malavoglia e li scorta giù. Non c'è una strega tra loro. Forse Tania si sarà sbagliata.
"Ehi, hai visto il culo di quella?" Rick si agita sula sedia e io alzo gli occhi al cielo.
"Non ci pensare neanche, ninfomane." Lo ammonisco, sentendomi bruciare dentro. La sola presenza di quegli individui mi fa innervosire, ed è l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento. Altri problemi.
"Ma perché? Ormai conosco tutte le ragazze della scuola, e anche qualche mamma." Batte il cinque a Caleb, che passa accanto a lui per andare in camera sua e ricambia senza fermarsi, per poi scomparire su per le scale. Quanto è diventato strano! "Ripensandoci, adesso c'è anche Kirsten. Ha un nonsoché di eccitante nel suo modo di cercare di ucciderci." Lo guardo con sufficienza, seguito da Derek.
"Richard, per me dovresti provare il sadomaso." Lo prende in giro, tirandogli un cuscino.
"Già fatto. Ero in Francia, ed ubriaco. Devo dire che è stato divertente, soprattutto quando..."
"NO! Risparmiacela!" Tania entra, seguita da Kirsten. Entrambe agitano le mani in avanti come per dirgli di smetterla. Devono aver saputo che i Mystic sono arrivati, ma mi sembrano troppo tranquille, soprattutto la rossa. "Derek, la prof. di storia si chiede dove tu sia finito." Lui rotea gli occhi.
"Me ne ero scordato. Oggi avevo la ricerca da consegnare. Non capisco perché dobbiamo andare a scuola!" si lamenta come sempre, guardandomi.
"Perché quando ti ho conosciuto non sapevi neanche leggere!" lo ricordo. Derek era un contadino, e la sua famiglia era di un'ignoranza che mi fece rabbrividire. E' stato uno di motivi che mi ha spinto a trasformarlo. In quel momento sento dei rumori provenienti da sotto, seguiti da grida che è meglio non ripetere.
"Evvai, una rissa!" Kirsten saltella e corre giù per le scale. La seguo per andare a controllare, ma sono costretto a fermarmi a metà rampa, perché è lì che il moretto ha atterrato Josh, e sta per affondargli i canini nel collo. Credo che il destino ce l'abbia con lui di questi tempi.
"Ripetilo, stronzetto!" lo incita, mentre Joshua prova a toglierselo di dosso. Stefan e Laurence si godono lo spettacolo, mentre la biondina è in preda ad una crisi di nervi. "Dillo ancora. Dillo!" Oh cazzo, ma dove sono capitato?
"Guido! Lascialo andare!" grida, cercando di staccarli. Kirsten è poche scale sotto di me, ed io la raggiungo.
"Scommetto che non riesci a farli smettere." Le sussurro all'orecchio, e la sento rabbrividire. Lei mi guarda di sottecchi e mi allunga una mano.
"Cinque sterline."
"Affare fatto." Dico, stringendola con un po' troppa forza.
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