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DyVa #2 ROSSO

~{K12- Phone/ video sex}~ VENTIQUATTR'ORE 2 SINS ~ YAOI CANON SHIP ~
Requested!by candymurasaki [AU!! Sexcam + bar man]

Dylan aveva passato una settimana infernale.

E quando intendeva infernale, non scherzava affatto. Non si lamentava per poco, era un dato di fatto che in sette giorni, beh, non gliene era andata praticamente una giusta.

Lunedì era scoppiato un litigio con la sua congrega a causa di Thomas, uno degli ultimi arrivati che era salito vistosamente nelle grazie di quello che il corvino aveva sempre visto come uno dei suoi migliori amici, Andrew. Un litigio dovuto a semplici posizioni diverse a riguardo di ciò che entrambi definivano come 'divertimento'. Che per Thomas, a quanto pareva, era diventato la marujana, le pillole e cose così.

Una metà della congrega si era schierata dalla parte di Dylan, l'altra invece aveva iniziato a tirare fuori scuse per dare ragione a Thomas. Compreso Andrew, un unico fatto da cui il corvino si era sentito parecchio tradito.

Martedì si era svegliato un ora in ritardo a causa della sveglia che non aveva suonato ed era così arrivato tardi a lavoro, venendo vistosamente criticato dal capo, il quale non lo aveva licenziato, ma non vi era arrivato poi così tanto lontano. Si era salvato dunque per un pelo e aveva accumulato stress a non finire, tanto da decidere di partecipare ad uno di quegli scontri di box non esattamente legalissimi per scaricare l'adrenalina.

Ed, in sfiga totale, aveva beccato un tipo quasi due volte lui, con un modo di colpire che lo aveva fatto tornare a casa con un occhio nero e così tanti lividi che sembrava un mezzo dalmata.

Mercoledì aveva finito con ''l'incrociare'' nuovamente la sua ex, Anjelica, la quale si era trovata un probabile mezzo miliardario come nuovo partner. Come capirlo? La Ferrari praticamente nuova che aveva parcheggiato davanti al bar in cui Dylan stesso lavorava, lo smoking firmato che indossava lui e tutti gli stramaledetti gioielli che Anjelica portava, gioielli che di certo non si era comprata da sola.

Già. Lui e la castana si erano mollati da circa una settimana e mezzo ed ovviamente lei era venuta a sbattergli in faccia che non ci aveva messo molto a trovarsi un nuovo fidanzato. Ed era venuta al bar per dirgli che aveva lasciato a casa sua uno dei suoi reggiseni preferiti. Reggiseno che ovviamente non aveva cagato per tutti i dieci giorni precedenti, ma dettagli.

Dylan aveva quasi avuto la tentazione di risponderle dicendo che lo aveva buttato nel cestino, solo per magari vedere che espressione avrebbe fatto, ma in un certo senso sentiva che farlo lo avrebbe portato a doverglielo ripagare. E sarebbe stato un fatto scomodo quanto irritante.

Le aveva perciò annunciato che glielo avrebbe restituito in pomeriggio ed era stato ulteriormente irritante il fatto che lei gli aveva lanciato una di quelle occhiate vittoriose e soddisfatte che esibiva sempre quando otteneva qualcosa che voleva. Anche se sinceramente il corvino non aveva minimamente capito perché. E con il suo tipo, rimasto appoggiato alla Ferrari come un modello di Vogue, se ne era andata così.

Nel pomeriggio, quando Dylan era andato sotto casa sua per restituire il suddetto reggiseno, Anjelica aveva cercato di sedurlo. Così, perchè probabilmente pensava fosse bello avere i piedi in due staffe. Lo aveva baciato quando meno lui se l'era aspettato... ed in seguito, poco dopo aver rifiutato e litigato con lei, ancora, beh... il suddetto fidanzato era arrivato. E pensando che lui la avesse molestata, lo aveva picchiato. Ecco il suo secondo occhio nero. Poteva sembrare un panda.

Giovedì, a lavoro, aveva rovesciato del succo d'arancia addosso ad un cliente per motivi di gambe di sedie tirate tra i piedi a caso. L'uomo, un cliente così infuriato che aveva iniziato a strillare a riguardo di denunce e simili argomenti, non aveva quasi sentito scuse... si era calmato solo per via di un ragazzo albino che era riuscito a farlo ragionare, apparendo così distaccato dalla situazione da far sentire l'adulto a disagio ed addirittura in imbarazzo - testimoni erano le guance che si erano tinte come l'arancia rossa sparsa sulla sua camicia di flanella .

Venerdì, Dylan aveva provato a riappacificare il gruppo della congrega, questo perché si era reso conto di non avere nessun'altro, nessun possibile amico con cui parlare e sfogarsi. Risultato? Thomas gli aveva cacciato una pasticca dentro il bicchiere.

Alcuni vedevano nella droga qualcosa di liberante. Per Dylan era stato come soffocare. Era stato come morire ripetutamente, con il freddo che gli si aggrappava alle carni mentre non riusciva ad orientarsi in niente, venendo obbligato a rilassarsi. Di tutte le sequenze che erano probabilmente accadute quel giorno, nulla era rimasto nella sua testa alla mattina del giorno seguente.

Sabato, Dylan aveva tagliato i ponti con tutti loro, fregandosi del suo essere totalmente isolato. Se la compagnia significava soffocare vivo, allora era meglio stare da solo. Sapeva che da sé non si sarebbe obbligato a fare niente che non volesse.

Aveva lavorato e fatto anche gli extra, vedendo nuovamente l'albino al bar, quello stesso che lo aveva salvato da una probabile denuncia.

Dylan lo aveva salutato con un cenno di capo, portandogli quello che , a quanto pareva, per lui era il ''solito'': caffè nero ed una metà di tramezzino che aveva mangiato durante il suo leggere un libro con un titolo in Russo : Анна Каренина e con quello che probabilmente era il nome dell'autore, Лев Николаевич Толсто́й.

Ecco, forse quel momento, quello in cui gli aveva servito caffè e mezzo tramezzino mentre gli occhi del ragazzo, probabilmente della sua stessa età - Dylan non ne era sicuro - era stato l'unico momento piacevole della settimana.

Non capendo il Russo, non aveva avuto la minima idea di che cosa stesse esattamente leggendo... ed in un modo o nell'altro la domanda era scivolata dalle sue labbra, facendo alzare quegli occhi gelidi, così gelidi da fargli sentire un brivido involontario sulla spina dorsale - che a primo impatto gli erano sembrati viola, ma che a quanto pareva erano indaco - in sua direzione.

La sua voce, altrettanto distaccata quanto fredda, aveva risposto un 'Anna Karenina di Lev Tolstòj' in un mezzo sussurro, mantenendo un forte contatto visivo, trattenendo una pagina tra mignolo ed anulare - all'anulare, aveva notato, il giovane aveva un anello piuttosto complicato, il quale sembrava intrecciarsi su se stesso come un ramo d'albero e che poi finiva con una grossa farfalla - ed inclinando la testa .

Dylan aveva finito con l'annuire e poi dileguarsi. Sì, l'incontro non era stato nulla di che, ma questo fatto dimostrava anche di più quanto la settimana del corvino fosse stata una merda totale.

Domenica, Dylan era caduto dalle scale. Non si era fatto malissimo, no, ma si era appena svegliato e... beh, il buon giorno si vede dal mattino.

A pomeriggio inoltrato, ovviamente, su instagram era apparsa fotografia di Anjelica ed il multimilionario. In spiaggia. Circondati da gente. Con dei cocktails in mano.

Tutto mentre lui invece era in casa da solo, senza amici - o in generale non li aveva mai avuti, a questo punto -, senza feste di nessun tipo, con perfino il frigo vuoto, senza ragazza o relazione di nessun tipo. Solo tanto, tantissimo stress ed un pacchetto di incazzatura che lo portò a gettare il telefono contro il muro, spaccando il vetro all'istante e fregandosene, preferendo lasciarsi andare ad un urlo con tutta l'aria presente nei polmoni.

Una volta finito, aveva preso anche la sua chitarra elettrica, quella regalatagli da suo fratello... ed aveva cominciato a suonarla a tutto volume, cantando parolacce e testi senza senso fino a trovarsi a ridere d'isteria, calmandosi un po' dopo circa una mezz'ora.

Verso le dieci di sera, Dylan aveva deciso. Aveva bisogno di farsi una sega.

Aveva decisamente bisogno di masturbarsi, così da far uscire tutto lo stress rimasto, il quale era ancora in un lato molto grosso del suo cervello... e possibilmente di voltare pagina la giornata seguente.

E così si trovava a vagare casualmente sul sito delle SexCam, scorrendo casualmente nella bacheca delle novità e ''delle cose più eccitanti'', evitando quelli che per lui erano kink ridicoli e soprattutto evitando ragazze che assomigliavano a... non voleva neanche pensare al suo nome.

Passò di video in video, di ragazza in ragazza senza sentirsi particolarmente tentato. Sì, ve ne erano alcune molto belle, ma per un motivo o per un altro non gli andavano bene... Che fosse per i capelli troppo ricci, per le tette troppo grosse e probabilmente rifatte, per l'inquadratura, per la voce troppo acuta, per il viso troppo truccato o per il colore di occhi, beh, sì, stava continuando ad escludere senza tregua, avendo perfino perso il conto di quante volte aveva chiuso filmati senza rimorso, solo sperando di trovarne una migliore.

Finì, ad un tratto, con l'inciampare in quella che era una Live SexCam di un utente senza fotografia dal nome VANILLA, ritrovandosi a fare capolino in un video che già mostrava quello che era un corpo maschile dal collo in giù, quasi nudo. Quasi. Aveva addosso un corsetto nero, pieno di ghirigori argentei e fiocchi che spuntavano da tutte le parti, un paio di mutandine sottili di pizzo, sempre nere, di cui ne coprivano l'intimità... E delle calze a rete che provocavano un gioco vedo-non vedo piuttosto sensuale.

Per un attimo aveva pensato di chiudere anche questo video. Non era interessato ai ragazzi, lui era etero, giusto? Gli piacevano solo le ragazze ... Giusto?

Eppure, si era ritrovato a guardare, senza riuscire davvero a chiudere la Live, come ipnotizzato, facendo caso ad ogni più piccolo dettaglio - ad esempio le rientranze della carne delle sue cosce dovute dalle calze che, probabilmente, gli avrebbero lasciato righe rosse un po' ovunque in seguito -, deglutendo a stento nel suo realizzare che gli stava fissando soprattutto l'inguine.

Chiunque il ragazzo fosse, beh, aveva un fisico magro, le gambe lunghe e sottili. Non era troppo muscoloso, ma aveva un non so che di affascinante, di intrigante, che a momenti lo portava a trattenere il fiato e a mordersi leggermente il labbro inferiore, sfiorando poi con la lingua il freddo piercing e quasi neppure notandolo.

La sua pelle era di un pallore impressionante, interrotto solo dall'accenno roseo - facilmente notabile poiché sembrava l'unico colore presente a rompere quell'effetto di bianco e nero, il quale pareva evidenziato dalla stanza dalle pareti grigie chiare e dalle coperte bianco latte - dei suoi capezzoli.

Il suo viso, appunto, non era visibile. A malapena si notava un accenno di mento, ed in un certo senso evidenziava la diversità tra le precedenti Live e questa, rendendola molto più singolare e... accattivante, in un certo senso.

Sotto il video vi erano continui commenti sconci che apparivano e sparivano per essere sostituiti a nuovi. Alcuni chiedevano al giovane di iniziare a toccarsi, altri mandavano richieste per poter vedere proprio l'identità di VANILLA, altri ancora rispondevano a questi ultimi con seccatura, dicendo che per questioni di privacy non si sarebbe mai mostrato in faccia e che dunque era assolutamente inutile che insistessero.

Il giovane intanto rimaneva fermo, come piegato verso l'indietro, senza emettere un solo suono. Probabilmente stava aspettando un qualche traguardo di entrate... tipo cinquecento, o simili, prima di iniziare sul serio. O forse stava aspettando qualcuno, chi poteva saperlo, Dylan no di certo.

Ma a quanto pareva, nessuna delle due cose. Non stava aspettando nessuna cifra e nessuna seconda persona, perché in meno di qualche secondo sollevò il braccio sinistro, andando a sfiorarsi il collo e quasi a stringerlo e graffiarlo con le unghie prima di inarcarsi verso la telecamera, riuscendo a prendere un angolo che fece spalancare la bocca dalla sorpresa al corvino.

Prese poi ad ondeggiare, lasciandosi quasi danzare , mostrando il contrarsi dei muscoli e qualche rivolo di sudore che gli scivolava dalle spalle, percorrendo poi i pendii delicati dei suoi pettorali.

Si poteva sentire un lieve ansimare in sottofondo, dei suoni a basso volume che facevano rizzare i capelli di Dylan, uno ad uno, accompagnati da una scarica a bassoventre, tutto mentre il sangue scendeva e saliva, raggiungendogli sia le guance che la v al centro delle gambe.

Nel suo quasi danzare, il ragazzo del video fece un giro su se stesso, mostrando dunque le scapole ed il sedere, il quale veniva coperto ben poco dalla lingerie, lasciando in bella vista la rotondità della sua forma, tale che sembrava pregare di essere afferrato e stretto tra le dita... un immagine che nella testa di Dylan potè solo degenerare quando il ragazzo parve mettersi letteralmente a novanta, stringendo bene le scapole delle spalle e facendo ondeggiare i fianchi.

Il corvino ebbe letteralmente un flesh mentale, un immagine che comparve e scomparve, ma che lo lasciò con una vera e propria erezione, la quale pulsava e sfregava contro la patta dei pantaloni: si era letteralmente visto a morderlo, leccarlo e prenderlo prima con la lingua, stringendolo poi con tutte e due le mani, lasciando impronte rosse su quel candore totale. Si era visto poi a penetrarlo in vero e proprio... e in quel momento si era come risvegliato, ritrovandosi a fissare, cercando di capire se fosse solo l'anonimità a rendere il tutto così eccitante o se era proprio quel corpo di suo, un fatto che avrebbe determinato in maniera più che totale la piega della sua sessualità, la quale ogni secondo di più sembrava starsi mostrando nella sua... bisessualità?

Un altro ansito, misto ad un gemere a basso volume, mentre le mani di VANILLA scendevano ad accarezzarsi le cosce e cercavano i lacci del corsetto, giocherellandoci un po', stuzzicando il pubblico, i cui messaggi, per la maggior parte, erano diventati dei "Toglilo", "Via il corsetto!!" e dei "Nudo, nudo, nudo!" parecchio insistenti.

Dylan non scriveva niente, di suo, avendo piuttosto le mani che erano impegnate a slacciare la propria cintura, sentendo i pantaloni che erano diventati decisamente un po' troppo oppressivi per i suoi gusti, finendo con il faticare a calare la propria zip, riuscendo nello stesso momento in cui i lacci del corsetto cedevano totalmente, mostrando la vita sottile, decorata da un paio di nei e da una cicatrice bianca, lucida e probabilmente vecchia.

Con il riuscire a tirare fuori la propria erezione dai pantaloni, fissando attentamente il pendio dalle sue spalle, la sua spina dorsale - la quale era ben visibile e rendeva il tutto molto più... Singolare? Più di quanto già non fosse - il suo sedere e le sue cosce, prese ad accarezzarsi lentamente, mordendosi il labbro inferiore per diminuire i propri suoni.

Era duro, molto duro... L'eccitazione nel suo corpo era tale che si sentiva pulsare al di sotto dei palmi mentre si strofinava, non riuscendo a staccare lo sguardo dallo schermo nel mentre che il giovane gli ondeggiava davanti, sempre con quel suo modo di fare seducente e sempre apparendo in una ballo erotico che gli faceva rizzare i capelli - tutti - e che a momenti lo faceva gemere a voce fin troppo alta.

VANILLA prese in seguito a calare la lingerie, tornando a girarsi e mostrando il suo fisico nella sua interezza, con anche il suo membro in bella vista, tale da mandare alle stelle i commenti ed in un certo senso riuscendo poi a zittirli nel suo far viaggiare le mani in due direzioni diverse: la sinistra era alla propria entrata, la destra era tornata al suo collo, sempre graffiandosi nei primi istanti, lasciando nuovi segni rossi sul proprio collo... E poi prendendo una forma curva, quasi per soffocarsi... O per imitare la forma di un collare, scivolando poi giù e giocherellando con i propri capezzoli.

Era stato una semplice insieme di movimenti, eppure Dylan, in seguito ad essi, non era più riuscito a trattenere i propri ansiti a basso volume : lo sconosciuto che stava dirigendo il tutto aveva evocato delle immagini e non vi era modo che queste sparissero dalla sua mente.

Era strano. Il corvino non aveva mai sentito tutta questa passione per collari o cose del genere, eppure solo l'immaginario del rosso dei segni del collare che appariva al di sopra di quella pelle perfetta lo faceva tremare sul posto, sentendo che sarebbe potuto venire da un momento all'altro, il proprio palmo sulla propria intimità che aveva accelerato nel ritmo dei movimenti.

Ci volle poco, infatti - nemmeno cinque minuti - prima che finisse con lo svuotarsi nella sua stessa mano, continuando comunque ad osservare la figura nello schermo mentre egli prendeva a spingere le proprie dita nel suo stesso antro, gemendo rumorosamente... E tornando a ri-innalzarglielo. Così, dal nulla, come se non si fosse già portato all'apice una volta neanche pochi secondi prima.

E con l'auto-prendersi di VANILLA, i cui suoni sembravano vera e propria musica per le sue orecchie, Dylan vedeva sé stesso a spingersi in quel ragazzo come se non ci fosse nessun limite, mordendo, leccando e stringendo quella pelle fino a che non vi fosse stata nessuna parte di lui che non avesse marchiato, che non avesse definito sua almeno una volta.

"Beh, almeno una volta? Forse anche decisamente più di una volta" si ritrovò a pensare, con una vocina che avrebbe voluto zittire, ma che effettivamente non era possibile far tacere, siccome la possibilità di toccare quel corpo una volta sola e poi nessun'altra sembrava come il semplice dare cibo ad un cane per un giorno e tenerlo a digiuno per il resto della sua vita. Sembrava una tortura.

Ma il fatto era che... Probabilmente Dylan non avrebbe mai potuto toccarlo, neanche se lo avesse sperato. Dopotutto era una SexCam. Ed il ragazzo era in anonimato. Poteva essere chiunque e dovunque.

Con il venire del giovane, Dylan lo seguì a ruota per la seconda volta, respirando e deglutendo a fatica, proprio come l'altro prima che il video venisse così interrotto, lasciando il corvino davanti alle scritte "fine dello streaming." e "per doni o donazioni, contattare la mail nell'info box".

"Sì, molto probabilmente sono bisessuale" si disse Dylan, non riuscendo a trattenere una mezza risata al notare la quantità di eccitazione da cui si era liberato, sentendosi molto più rilassato di prima, tanto che tutto lo stress avuto in settimana sembrava essere volato fuori dalla finestra "Ho bisogno di una doccia... E devo pulire tutto questo casino"

*

Il bar, in quel lunedì mattina, era piuttosto calmo e vuoto.

Dylan era rimasto l'ottanta percento del tempo al bancone, sperando nell'arrivo di un cliente o due, finendo con il servire solo una vecchietta per i primi ottantacinque minuti... E poi, in seguito, l'albino. Sempre lo stesso albino, stavolta con un altro libro in mano, ma stavolta con un titolo comprensibile anche per lui : Le mille e una notte.

Come la volta precedente, la richiesta era stata la "solita"... E gli occhi indaco lo avevano scrutato per diversi secondi, questo prima di sistemarsi il foulard nero che gli circondava il collo, il quale era scivolato leggermente un po' troppo in giù... Ed aveva mostrato dunque accenni di graffi, seppur quasi impercettibili.



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