La sua salute stava peggiorando più in fretta di quanto pensasse.

Il suo amico di vecchia data era seduto davanti a lui sulla comoda poltrona con lo sguardo magnetico puntato su di lui. 

L'ultima volta che l'aveva visto era stato qualche anno addietro, prima che perdesse il suo omega e cadesse in depressione.

Lo si vedeva che non si era ripreso, aveva sempre avuto una facciata  dura ma mai che emanasse tale fredezza, la postura rigida rispecchiava il suo lavoro importante, le mani grande e ossute erano perfettamente curate, appoggiate sul ginocchio accavallato con eleganza. Gli occhi blu notte erano vuoti e le labbra non ricordavano nemmeno cosa volesse dire sorridere. Della sua vecchia conoscenza rimaneva solo uno spirito sbiadito a cui, però, si sarebbe aggrappato con tutte le sue forze.

"Viktor, quanto tempo"

"Non sprecare parole" Il suo tono era duro e freddo.

"Ti chiedo aiuto per mio figlio Noel, lui è così innocente, non voglio che se lo prendino, non voglio che lo rovinino, e io non potrò occuparmi di lui ancora per molto" Il tono del padre era instabile e trapelava un reale bisogno.

" E credi che io non lo rovierei?"

" Lo cambieresti, nel tempo le persone cambiano, ma so che lo proteggeresti. Tu non tratti gli omega come cagne, anche ora dopo tutto quello che è successo so che non lo faresti"

"Fammelo vedere, spero sia un minimo autonomo"

"Noel, vieni qui su"

Un ragazzino minuto, totalmente rosso, sia per colore naturale sia che per l'imbarazzo, sbucò timidamente da dietro la porta che, dopo un cenno del padre, avanzò a testa basso. Alzò lo sguardo per una frazione di secondo, giusto in tempo per incrociare lo sguardo con quello dell'uomo dai capelli neri.

Quest'ultimo si stupì della bellezza dell'omega e della purezza nel suo sguardo. Aveva ragione, non poteva essere rovinato così facilmente.

"Lui è Noel, saluta Mr. Volkov" Noel sentendosi tirato in causa si fece ancora più piccolo balbettando un saluto.

Il padre  del ragazzo vedendo il figlio in difficoltà prese parola " Scusalo Viktor, è molto timdo - poi si girò verso il figlio- perchè non vai a prepararci una tazza di te, scegli quello che vuoi" Noel annui piano e sparì in cucina. 

"Ti prego vecchio amico, aiutami. Aiutalo"

I due si stavano guardando intensamente negl'occhi, uno con uno sguardo disperato e l'altro duro ma che pian piano si lasciava andare.

Ad interrompere il loro 'fissarsi' fu il più piccolo dei tre che porse ad entrambi una tazza di thè e disse quasi in un sussuro " Prince of Persia, thè nero aromatizzato con Papaya, Rosa e fragola - poi fece un leggero sorriso verso l'ospite - spero le piaccia signore"

Il volto di Viktor divenne più risoluto, bevve in un sorso il thè e si alzò. Il povero padre del ragzzo pensava di aver fallito ma si ricredette quando lo sentì parlare "Mando un auto a prenderlo tra sette giorni " l'uomo ancora seduto fece una faccia stupita e stava per obbiettare ma la sua protesta fu fermata sul nascere " Non puoi continuare prendendo tutte quelle medicine, fatti ricoverare, fallo per tuo figlio, puoi ancora satre meglio, ma non se continui così" dal suo tono duro trapelava un'insolita preoccupazione.

Quando il vecchio sentì la porta sbattere sorrise tra se e se abbracciando la luce dei suoi occhi.