Joker: Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
È un uomo strano fin dalla prima inquadratura. Si coglie un sottile fondo di incongruenza comportamentale, tipica di chi soffre di disturbi psichiatrici, ma qui siamo ben oltre il tema della malattia mentale e della cura attraverso i farmaci e la psicoterapia: con Arthur Fleck/Joaquín Phoenix siamo approdati nel mondo dei cattivi e ci restiamo per tutto il film.
Benché il regista, Todd Phillips, ci faccia annusare sprazzi di buonismo, fa piombare il suo protagonista sempre più in basso, in un vortice di malessere, insieme a quell'umanità abbietta e sterile d'amore di cui è intrisa Gotham City.
Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan e il Joker di Heath Ledger
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Inutile pensare a Batman e c.: il bravo Philips ci sa fare e disegna un contesto su misura per un Joker che diventa "più forte" dello stesso Batman... Non si vede nemmeno, non siamo più nel mondo dei supereroi, ma in quello delle anime sconfitte dalla vita.
Questo film non vi darà, nel modo più assoluto, la sensazione dello schiarirsi del cielo dopo il temporale, della possibile, sempiterna, benvoluta, lieta fine. Scordatevelo. Joker ci prova, ma la melma lo circonda in ogni momento e gli riempie le narici, lo stana e lo conduce, passo dopo passo, verso il degno finale.
Che dire?
È un film per tutti? No. Non lo è.
È da vedere? Sí, se ci riuscite... tenendovi alla larga da tutto ciò che potrebbe sembrare scontato, conservando una nota di ironia, la stessa, che, a tratti, pervade il personaggio interpretato dal fratello di River*, cattivo, malefico, violento, nel modo più assoluto, ma estremamente autentico. Una risata che mette i brividi (un "disturbo")... un corpo disegnato in modo scheletrico, mentre la sigaretta "spiove" dalla bocca... Joaquín indossa lo sguardo straordinario di una mente ormai condannata dagli abusi subiti.
Un capitolo a parte merita la colonna sonora, che presenta anche artisti d'epoca, ma che vede in primo piano il lavoro della violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir, novità assoluta del panorama musicale, come il brano scelto per il sottofondo sonoro di una delle scene più liriche e intimiste, con Joaquín che muove il corpo in stato di grazia attraverso movimenti sinuosi... Mentre il violoncello è come un tamburo che ti entra nelle ossa...
E la scena del ballo sulla scala, verso un finale glorioso, in cui Joaquín rivela timide influenze Jacksoniane...
Sensualità e grande abilità nel gestire i movimenti del corpo... un animale da palcoscenico... Joaquín... da Oscar!
Non potevo fare a meno di pubblicare questa chicca per gli appassionati di Joaquín Phoenix, reduce dalla notte degli Oscar, dove è stato premiato come miglior attore per la sua interpretazione di "Joker".
«Todd Phillips ha pubblicato su Instagram una serie di foto scattate nel corso dell’ultimo giorno di produzione di Joker dal fotografo di scena Niko Tavernise.
Come raccontato dal regista:
Tutte queste foto sono state scattate l’ultimo giorno di riprese. Lo ricordo come un momento di certo agrodolce: è stato bellissimo arrivare alla fine dopo un’esperienza così intensa e unica, ma all’improvviso era finita. Che spettacolo è stato lavorare a questo film, e il culmine è stato vedere Joaquin salire su quel palco lo scorso fine settimana. Grazie ancora all’intero cast e alla troupe. Specialmente ai fan, per aver ignorato il rumore e esser andati al cinema.»
https://www.badtaste.it/2020/02/12/joker-ultimo-giorno-rirpese-foto/416479/
E questo...
DOPO LA VITTORIA
11 febbraio 2020 - 11:11
Joaquin Phoenix,
il discorso integrale agli Oscar 2020
di Redazione Online
Joaquin Phoenix, da tempo attivamente impegnato per i diritti animali (ripetutamente ha spiegato la scelta etica di diventare vegano) ha colto l’occasione degli Oscar per parlare a nome di «chi non ha voce», come ha detto lui stesso. E ha parlato - anche questa volta - della battaglia per l’uguaglianza, non solo fra tutti gli uomini ma fra tutti gli «esseri senzienti». Ecco il testo integrale
Mi sento così pieno di gratitudine adesso. Non mi sento migliore di nessuno degli altri colleghi candidati o di nessuno in questa sala, perché condividiamo lo stesso amore – ossia l’amore per il cinema. E proprio questa forma di espressione mi ha dato una vita straordinaria. Non so cosa sarei senza.
Ma penso che il dono più grande che il cinema ha regalato a me, come a molte persone come me, è l’opportunità di usare la nostra voce per chi non ha voce. Ho pensato molto ad alcune delle questioni dolorose che stiamo affrontando come collettività.
Penso che a volte pensiamo o ci viene fatto credere che sosteniamo cause diverse. Ma io invece vedo molte cose in comune. Penso che, sia che si parli di disuguaglianza di genere o di razzismo o di diritti Lgbt o dei diritti degli indios o dei diritti degli animali, stiamo sempre parlando di una lotta contro l’ingiustizia.
Stiamo parlando di lottare contro la convinzione che una nazione, un popolo, una razza, un genere, una specie, abbia il diritto di dominare, controllare, usare e sfruttare qualcun altro impunemente.
Penso che stiamo sempre più diventando disconnessi dalla natura. Molti di noi hanno, colpevolmente, una visione egocentrica del mondo, e tutti crediamo di essere il centro dell’universo. Saccheggiamo la natura e le sue risorse. Ci sentiamo in diritto di inseminare artificialmente una mucca e rubarle il suo cucciolo, anche se il suo pianto angosciante è inequivocabile. Poi le prendiamo il latte, destinato al suo vitellino, e lo mettiamo nel nostro caffè e nei nostri cereali.
Temiamo l’idea di un cambiamento personale, perché pensiamo di dover sacrificare qualcosa, di dover rinunciare a qualcosa. Ma noi esseri umani, al nostro meglio, siamo così creativi, ingegnosi, che possiamo creare e sviluppare dei sistemi di cambiamento vantaggiosi per tutti gli esseri senzienti e per l’ambiente.
Sono stato un farabutto e un egoista. A volte sono stato anche crudele, una persona con la quale era difficile lavorare, ma sono grato che molti di voi in questa stessa sala mi abbiano concesso una seconda possibilità. Credo che diamo il meglio di noi quando ci sosteniamo l’uno con l’altro. Non quando ci annulliamo a vicenda per i nostri errori del passato, ma quando ci aiutiamo a crescere, quando ci insegniamo a vicenda e quando ci andiamo insieme verso il riscatto.
Quando aveva 17 anni, mio fratello [River] scrisse questo verso: «Corri in soccorso di qualcuno con amore e seguirà la pace».
https://www.corriere.it/animali/20_febbraio_11/joaquin-phoenix-discorso-integrale-oscar-2020-cc66069c-4cb0-11ea-abdf-2e1b18f873ec.shtml
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*River Phoenix morì di overdose a soli 23 anni.
https://www.esquire.com/it/cultura/film/a28999306/river-phoenix-morte-joaquin/
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