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'Luce oltre i miei occhi' di mrs_pan13

Prima candidatura per Gemme - Narrativa generale

Luce oltre i miei occhi deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una buona revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!

Titolo: Luce oltre i miei occhi

Autore: mrs_pan13

Genere: Narrativa Generale

Sottogenere: -

Trama: 

La storia è un racconto della vita di Sebastiano, giovane promessa del rugby che a causa di una malattia che l'ha reso cieco ha dovuto dire addio alla sua carriera. Questo complica i rapporti già traballanti con il padre e gli rende la vita un inferno, ma ben presto Sebastiano si accorgerà che da ogni fine c'è un nuovo inizio, e la sua vita verrà completamente rivoluzionata. L'arrivo di persone nuove e inaspettate gli farà conoscere mondi dei quali prima ignorava l'esistenza, e un'ardente passione lo porterà a capire che ha sì smesso di vedere la realtà per ciò che è, ma che può ancora immaginarla e trasmetterla agli altri attraverso le opere che dipinge.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura perlopiù funziona e le disattenzioni che ci sono raramente ci impediscono di capire il senso della frase, tuttavia sono parecchie e presenti quasi in ogni capitolo, quindi vorremmo segnalarle per cercare di fare un po' di chiarezza.

Per la maggiore, il problema è costituito dalla mancanza di virgole essenziali, in modo che la frase risulta tutta attaccata e senza pause:

"Ho versato tante lacrime, rotto molte ossa, ma nulla mio padre non si smuoveva di una virgola" —> qui è necessaria una pausa tra "nulla" e "mio padre".

"Glaucoma giovanile, un caso raro, un esperimento ecco cosa ero per i medici" —> un caso raro, un esperimento, ecco cosa ero per i medici.

Buio non riuscivo a vedere altro —> buio, non riuscivo a vedere altro.

Bene li avrei immaginati! —> bene, li avrei immaginati!

era il mio anno, dicevano e io lo stesso pensavo —> anno, dicevano, e io

Raccomandiamo di usare sempre la virgola con i complementi di vocazione, che è necessaria:

Dove siamo Maestro? —> Dove siamo, Maestro?

Sai Nicole è da un po' di tempo che —> Sai, Nicole, è da

So benissimo chi è lei Sebastiano e credo che le sue opere siano favolose. —> So benissimo chi è lei, Sebastiano, e credo che

In generale molto spesso abbiamo notato una certa insicurezza con virgole e incisi, che diverse volte risultano incompleti. Ti riportiamo alcuni esempi differenti:

Terminato, spostai con molta delicatezza il cavalletto sui cui posi, poi il quadro ad asciugare —> su cui posai, poi, il quadro ad asciugare.

Avesse bisogno di lei per la scuola e per la danza e, che, quindi non avrebbe potuto... —> per la danza e che, quindi, non avrebbe potuto

Ci infilammo in una piccola calla e, i rumori dapprima molto forti si attutirono, in compenso... —> Ci infilammo in una piccola calla e i rumori, dapprima molto forti, si attutirono. In compenso...

Ma le sorprese, a quanto pare non avevano ancora raggiunto una conclusione —> attenzione, qui la virgola non va messa perché separi il soggetto da suo predicato, a meno che tu non voglia rendere "a quanto pare" un inciso.

Clara aveva scelto un posticino, nei pressi della pista da ballo, ma comunque isolato. —> la prima virgola non ci va, perché in questo caso hai reso un inciso "nei pressi della pista da ballo", che invece è un'informazione fondamentale in questo periodo.

mi tolsi le scarpe, quasi, tutte piene di sabbia, e mi sedetti —> scarpe, quasi tutte piene di sabbia, e mi[...] Anche qui, non c'è bisogno di rendere "quasi" un inciso.

Questi sono solo alcuni esempi, abbiamo preso i casi più evidenti ma, dacché simili disattenzioni sono comuni, dovrebbe bastare una rilettura dell'intera storia per sistemarle!

- Verbi. Attenzione ai verbi, perché a volte passi al presente quando l'azione è avvenuta in passato, o viceversa, quindi a volte è difficile capire se una certa azione viene ripetuta anche nel presente della nostra lettura o è un'azione che non avviene più.

La narrazione è perlopiù al passato remoto, ma spesso troviamo il protagonista raccontare al presente fatti accaduti per poi passare nuovamente al passato senza qualcosa che giustifichi questo cambio. Eccone un esempio:

[...] fu nel secondo tempo che inizia(iniziai) ad avere dei peggioramenti.
Parità, inizio secondo tempo, parte la prima azione, mi butto nella mischia, qualcosa non va. Inizio a respirare male[...]

non mi ero ancora abituato a sentire parlare una dodicenne di chemio, trapianto, così facilmente, forse non mi abituerò mai —> a parte la costruzione errata della frase, il futuro nel passato si costruisce con il condizionale passato, mentre qui è usato il futuro semplice dell'indicativo, che di solito va a braccetto con il presente.

Spesso ciò accade anche quando il ragazzo si fa delle domande:

"Cosa è la realtà per me? Come la vedo io la realtà? Come la voglio realizzare?" In questo caso pensiamo sia meglio metterle in corsivo per distinguerli come pensieri, altrimenti questo cambio di tempo nella narrazione al passato risulta un errore.

Delle volte, invece, non è molto chiaro quando esprimi fatti antecedenti alla narrazione, che seguendo la giusta consecutio temporum andrebbero al trapassato prossimo:

Il nostro legame era unico, ci conoscemmo per caso —> ci eravamo conosciuti

la vita mi appare diversa. Ho deciso che l'esistenza mi aveva concesso —> appariva/Avevo deciso.

Ho versato molte lacrime, rotto molte ossa, ma nulla mio padre non si smuoveva —> virgole a parte, scegliendo l'uso del passato prossimo per fatti passati, si dovrebbe adottare una narrazione al presente. Ma la narrazione è al passato, pertanto questa parte (e una gran fetta del capitolo) andrebbe al trapassato: Avevo versato/non si era smosso.

era stato un grande giocatore di rugby, aveva dedicato i suoi anni migliori alla squadra cittadina e della scuola. Fu un bravissimo —> era stato un bravissimo

Inoltre, tutti i periodi seguenti a quello sopracitato che parlano del padre di Sebastiano dovrebbero essere scritti al trapassato anziché al passato remoto.

Questo altalenante passaggio da passato a presente rende tutto un po' confusionario poiché un lettore si ritrova a non comprendere a primo impatto se un determinato avvenimento è avvenuto in passato o se si è nel presente. Rimane questo alone di confusione temporale per tutto il racconto, perciò suggeriamo di ricontrollare tutti i tempi verbali e narrare tutto sulla linea del presente o del passato (in base alle preferenze dell'autrice).

Altre disattenzioni:

"Non ci furono troppe storie o troppi complimenti, mio padre mi faceva fare i bagagli e mi spedì a Rovigo" —> mi fece.

Non significa che tu non sei più il mio eroe —> che tu non sia. Non sappiamo se sia voluto proprio perché è una bambina a parlare, ma in caso segnaliamo comunque.

Dal mio incidente i miei non avevano fatto altro che litigare e la situazione in casa, già tesa, avrebbe potuto aggravarsi. —> siccome è chiaro che la il rapporto in casa è peggiorato, pensiamo che sarebbe più corretto "si era aggravata maggiormente," o qualcosa di simile, perché c'è sì la possibilità che le cose vadano ancora peggio, ma per come è impostata la frase risulta abbastanza chiaro che il messaggio era un altro.

ma non mi parve che alcun cambiamento fosse avvenuto, fregandomene dei fogli che —> questa costruzione suona un po' male.

non ci riuscì —> riuscii (è prima persona singolare)

Soddisfarono —> soddisfecero

- Altro. Sono presenti diversi altri tipi di disattenzioni, ma per la maggior parte possiamo ricollegarli a una mancata rilettura extra dopo la stesura della bozza.

Sono infatti presenti molto spesso piccoli refusi come la mancanza di qualche lettera o parola che dia senso alla frase, eccone alcuni esempi:

[...]accettavo gli inviti delle solite feste in ville: alcoole sfarzo. —> alcool e sfarzo, piccolo refuso. Aggiungiamo che oggigiorno è preferibile la forma "alcol" con una sola o, anche se l'altra rimane comunque non errata.

Era giunto(il momento) di iniziare un nuovo capitolo della mia vita

L'idea di dovrei prendere un tablet o un computer... —> di dover.

Caro Maestro, sei stato una insopportabile, ma ce l'hai fatta(,) mi hai cambiato e mi hai reso una persona migliore. —> crediamo che all'inizio del periodo manchi una parola.

Fu il destino a metterle sul suo cammino, al matrimonio di mia sorella, Carlo. —> non riusciamo a comprende il significato di questa parte.

Ci sono inoltre alcuni passaggi da rivedere, come ad esempio i seguenti:

A fine sessione le gambe dolevano, solo un po' di relax, molto, si riusciva a scioglierle.

Ripercorrersi tutte le strade fatte da bambino, sapevo orientarmi anche ad occhi chiusi, quel giorno però... —> Questo periodo risulta molto confuso, non solo per quel "ripercorrersi" all'inizio che confonde la lettura perché manca il soggetto a cui è legato. Presupponiamo che questa prima parte sarebbe dovuta essere legata alla seconda, ma il passaggio è da rivedere per renderlo comprensibile.

Le ripetizioni non sono molto frequenti, ma sono comunque ogni tanto presenti:

Ora mi aveva anche rovinato il mio futuro —> ripetizione mi/mio, conviene che tu ne scelga solo uno dei due.

Possiamo iniziare a presentarci." Una a una le voci si presentarono.

La sua piccola villetta era sui colli Euganei e, nel suo piccolo giardino

Attenzione anche nel capitolo nove, in cui ripeti midollo tre volte di fila. Sappiamo che non c'è un buon sinonimo con cui sostituirlo, ma potresti organizzare in modo differente i periodi per renderli meno cacofonici.

"Ah...scusa...Non avevo visto che tu sei realmente cieco, scusami realmente". —> attenzione alla ripetizione dell'avverbio, è cacofonico, inoltre i puntini di sospensione richiedono uno spazio proprio come ogni altro senso di punteggiatura, la maiuscola va messa solo se dopo i tre punti si inizia un periodo a sé stante.

A proposito di puntini di sospensione, suggeriamo, in un'eventuale rilettura, di prestar loro attenzione per dargli i giusti spazi:

mi manchi...so che —> manchi... So che

Attenzione alle d eufoniche, che per la maggior parte sono tenute sotto controllo, ma ogni tanto sono sfuggite:

ed aspettai —> e aspettai

ed istinti —> e istinti

Abbiamo notato che spesso accade che inizi una domanda e non la chiudi con il necessario punto interrogativo:

Dove mi trovavo? Come ci ero arrivato lì? Ma soprattutto da che parte dovevo andare per tornare a casa.(?)

come poteva un povero cieco proteggere sua sorella se non si reggeva neanche in piedi da solo.(?)

Altre disattenzioni:

Grandi feste in prive —> privé (inoltre questo passaggio fa intendere che le feste venivano svolte all'interno del privé, cosa che risulta un po' improbabile)

Gli occhi avevano iniziato a lacrimare e niente li era riuscito a calmarli. —> attenzione alla concordanza.

Non ricordavo bene cosa fosse successo eppure, avevo i brividi al pensiero di essa. —> essa cosa? (la virgola va prima di "eppure", non dopo).

nel essere —> nell'essere

li si erano sposati —> lì

La maggior parte di questi errori possono essere corretti con una attenta rilettura; anche qui, te ne abbiamo segnati solo alcuni, così che tu possa capire.

2. Narrazione:

- Terminologia. La terminologia usata è nella media e si accorda al registro di un ragazzo dell'età di Sebastiano. A volte abbiamo, tramite similitudini o citazioni, l'accennare a opere famose che arricchisce sotto il punto di vista stilistico la narrazione.

Crediamo tuttavia che lo stile della narrazione sia un po' rapido e poco decorato, impressione accentuata dal fatto che non sono presenti molte descrizioni (ma ne parleremo dopo) e dal fatto che le frasi composte sono molto semplici, spesso brevi, e quasi mai arricchite di termini meno comuni.

Le frasi, tuttavia, seppur brevi, sono spesso confusionarie poiché vengono utilizzati i termini sbagliati, probabilmente per disattenzione. Sembra infatti che alcune parti siano state scritte di getto senza un'ulteriore revisione, oppure che siano state rilette di fretta. Facciamo qualche esempio:

Se la mia vita in partenza tranquilla fu sconvolta da novità di ogni genere → Il se presuppone una subordinata condizionale, che tuttavia non è presente.

Una marea di sensazioni si rovesciarono sul mio corpo stanco e provato dagli eventi subito —> qui non si capisce se quel "subito" sia riferito a "stanco e provato dagli eventi" (come l'impostazione lascia intendere) o a "Una marea di sensazioni si rovesciarono".

Non amavo i giochi violenti, da bambini non lo sei, ma crescendo —> questo passaggio non funziona benissimo, sarebbe meglio "da bambini non lo si è" per evitare di cadere in una forma troppo colloquiale quando il narratore si rivolge al lettore. Ma in generale questo passaggio non funziona bene per il forte distacco che c'è tra la prima parte "Non amavo i giochi violenti," e la seconda "Da bambini..."

La stessa cosa appare anche nel capitolo 10, dopo la separazione di Sebastiano e Ascanio o ancora all'inizio del 18.

"Vittoria" è l'unica parola che devi conoscere e l'unica che deve essere nella tua testa durante il match —> siccome stai scrivendo in prima persona e, come detto sopra, difficilmente funziona bene rivolgersi al lettore, potresti rendere riflessivo questo passaggio. —> "Vittoria era l'unica parola che dovevo conoscere..." In questo modo il testo rimane anche più omogeneo.

Quante parole mi sono sentito —> qui forse volevi dire "sentito dire" ma non rende comunque l'idea.

Si spese in due parole di conforto -> spendere non è riflessivo

Era quasi passato un anno dalla malattia e io ero —> dall'inizio della malattia

- Descrizioni. Ci vengono date tante informazioni fin dall'inizio, e questo potrebbe non essere in modo giusto di iniziare una storia se non fatto correttamente. Il lettore si approccia a un mondo nuovo, e in questo modo diventa difficile ricordare ogni cosa. Questa difficoltà nell'assimilare le informazioni va a legarsi anche al ritmo della narrazione, di cui parleremo più avanti, ma che va tenuto a mente quando si tratta di questo. A riguardo, infine, c'è da chiedersi se ognuna di queste informazioni, se ogni dettaglio, è davvero rilevante e fondamentale alla storia. Che ruolo hanno poi in futuro gli amici nominati all'inizio? Perché specificare i loro nomi, cosa hanno passato e come hanno proseguito la loro storia se poi dopo questo primo capitolo non vengono mai più nominati?

Per contro in alcune occasioni abbiamo una mancanza di approfondimento, per esempio nella prima parte di storia; sappiamo che Sebastiano è uno sportivo, ma sappiamo ben poco di questo ambiente, di come sono le competizioni, i compagni di squadra e le relazioni all'interno di una realtà del genere.

Anche se alcune informazioni sono state utili (come ad esempio quelle riguardo la nonna) crediamo che possa essere meglio diluirle nei capitoli in modo tale da darci una panoramica della vita attuale di Sebastiano e al contempo anche qualche sprazzo di luce sul suo passato che possiamo ricollegare alla persona che è ora.

A volte ci sono dei passaggi molto rapidi che richiederebbero l'intervento di descrizioni (di qualsiasi tipo) per essere riempiti. Ti facciamo un esempio pratico:

Mi alzai, le strinsi la mano ringraziandola ed uscii dalla stanza.
«Nic, piccola, dove ti sei nascosta?», una manina prese la mia
[...]

Dal discorso di Seba con la dottoressa a quando lui (dopo essersi congedato, uscito e dopo aver cercato la bambina) stringe la mano di Nicole abbiamo una riga di distacco, cosa che fa apparire tutto rapidissimo, come mandato avanti in fast forward (chi come noi è abbastanza vecchio da aver posseduto un videoregistratore ci capirà), e ciò non va bene, anche perché supponiamo che un cieco abbia alcune difficoltà a compire in fretta azioni del genere.

Abbiamo trovato molto interessanti i riferimenti alla letteratura che fa Sebastiano, di certo dà un tocco in più alla storia e rende chiaro quanto per lui sia importante questa passione per la lettura. Non sarebbe male anche approfondirle, magari creando confronti tra i personaggi dei libri e Sebastiano stesso, o le persone e situazioni a cui va incontro.

Pensiamo anche che sarebbe un ottimo punto a favore alla storia se riuscissi a inserire descrizioni più dettagliate, soprattutto perché avresti l'opportunità di far notare il cambiamento: da forti descrizioni visive nella prima parte della storia passeresti a concentrarti di più sui dettagli uditivi, tattili, eccetera, a seconda della situazione. Sarebbe un interessante e forte distacco quello che si creerebbe, e andrebbe ad arricchire ancora di più questa storia. Più volte infatti viene detto che, non avendo più la vista, Seba ha sviluppato di più gli altri sensi, ma di descrizioni sensoriali approfondite ne troviamo poche nel corso della storia. Un esempio che calza a pennello è il momento del bacio; lì avremmo preferito percepire tutto ciò che un non vedente può provare in un momento di intimità del genere, tuttavia la scena è stata un po' rapida e non ha quindi lasciato spazio a tutto ciò.

Infine ti suggeriamo di fare attenzione alle descrizioni, perché a volte ci sono indicazioni che Sebastiano non dovrebbe poter assimilare, come nel capitolo dieci, in cui dice che una busta bianca gli scivolò tra le mani.

Ma in particolare la cosa di cui abbiamo sentito più la mancanza sono le descrizioni dei quadri di Seba. Siamo tuttavia che sia una questione delicata, perché lui stesso non può vedere come sono fatti, tuttavia sarebbe stato interessante sapere come lui se li immaginava, se erano realisti e vibranti come quelli di John Bramblitt (anche lui pittore cieco) o se erano più astratti.

- Dialoghi. Consigliamo di andare a capo ogni qual volta il discorso è pronunciato da un personaggio diverso, poiché tenerli tutti nello stesso paragrafo potrebbe risultare fuorviante per il lettore.

Abbiamo notato che al termine del dialogo, quando va il punto, ne metti sia uno all'interno delle virgolette che uno all'esterno, o una virgola all'esterno avendo già un punto all'interno. Ebbene ciò non è necessario poiché non servono due segni di interpunzione differenti, sarebbe meglio rivedere le regole per la punteggiatura nei dialoghi e seguire un solo metodo.

Al contrario, a volte troviamo dialoghi che terminano senza punteggiatura, pur essendo seguiti da un invio a capo. Consigliamo quindi di ricontrollare la punteggiatura nei dialoghi e le maiuscole dopo di essi: se non sono seguiti da un verba dicendi, la prima lettera che segue deve essere una maiuscola dopo un punto:

[...] non c'è niente di meglio della famigliarità» strofinò le mani sui pantaloni -> famigliarità.» Strofinò (sarebbe più esatto scrivere "familiarità", non è sbagliato come è stato scritto, tuttavia questa forma che consigliamo è più utilizzata)

Spesso i dialoghi ci sono risultati poco naturali, abbiamo in diverse occasioni battute molto lunghe, a volte dei monologhi, che difficilmente si sentono nella realtà. Poche sono le persone così sicure di sé da avere la forza di parlare per tanto di questioni così personali. Per questo sia la risposta che Sebastiano dà al suo maestro che il discorso della sorellina tendono a risultare un po' inverosimili, specie nel caso di quest'ultima perché molto piccola.

Questa sensazione di irrealtà è data anche dalla frettolosità con cui certe situazioni si affrontano. Ad esempio, quando Sebastiano racconta alla dottoressa la situazione che ha in casa, questa si limita a dare una risposta, seppur non breve, e il discorso viene chiuso lì.

Non abbiamo quasi mai un botta e risposta, e quando c'è la situazione è fin troppo estrema, come ad esempio nel dialogo con il padre sulla sorella.

Quindi quello che andrebbe fatto sarebbe rivedere il ritmo dei dialoghi ed equilibrarli un po' meglio per rendere questo aspetto più verosimile.

- Ritmo della narrazione. La storia di base ha un ritmo molto spezzato, un chiaro esempio ne sono i primi due paragrafi del primo capitolo.

C'è un gran numero di punti, e questo dà un ritmo un po' a singhiozzo alla lettura. Ricorda che come per le canzoni, ciò che leggiamo deve avere un ritmo interessante, non ripetitivo, prova a inserire periodi più lunghi e congiungere quelli corti già esistenti, in questo modo la lettura si fa più interessante. Soprattutto se si passa da raccontare una scena tranquilla di quando i ragazzi giocavano al parchetto a una molto più pesante sotto l'aspetto emotivo come una scena di bullismo. In questi casi dilatare un po' i tempi aiuta molto, perché permette al lettore di visualizzare e assimilare una cosa per volta.

Ci sono molti passaggi in tell, e questi se non gestiti bene fanno calare l'immedesimazione. Ti riportiamo un estratto del secondo capitolo per farti capire cosa intendiamo e per suggerirti come gestire questi passaggi di narrazione.

"Mi fermai per il dolore, iniziai a vedere male, ma poi così come era sparita la vista tornò, mi accorsi di non riconoscere la strada. Dove mi trovavo? Come ci ero arrivato lì? Ma soprattutto da che parte dovevo andare per tornare a casa (qui manca un punto interrogativo). Entrai nel panico, il mio senso dell'orientamento non mi aveva mai abbandonato, mi sentivo perso come un bambino, non avevo il telefono con me e questo mi fece preoccupare ancora di più."

Soprattutto all'inizio questo paragrafo è pieno di eventi, azioni, che vengono dette "tell", e descritte in questo modo molto ravvicinato tendono a non lasciare al lettore il tempo di assimilarle. Un passaggio del genere renderebbe molto meglio con un'attenzione più concentrata sui tempi, grazie anche all'aiuto della punteggiatura. Puoi descrivere una sensazione per volta, mostrare come ogni differente sensazione di malessere affligga il personaggio, il suo corpo e la sua mente, senza però dirlo a parole, poiché il lettore vuole immedesimarsi totalmente in ciò che il protagonista prova.

Per questo lo stile risulta molto rapido, e spesso a causa di questo fatto diventa difficile capire su quali dei tanti avvenimenti ci si deve concentrare. Se le cose fossero prese con più calma (un po' come viene analizzata la sua nuova condizione nel terzo capitolo), inserendo qualche riflessione in più qui e là, qualche descrizione o figura retorica, tutto verrebbe assimilato con più facilità. Questo è un romanzo che potrebbe essere molto introspettivo e analizzare pasti della psicologia del protagonista, quindi consigliamo di cogliere questa opportunità per rendere tutto più tridimensionale!

Per farti comprendere come sta avanzando il ritmo della tua narrazione: in un capitolo abbiamo Sebastiano che si fa la sua corsa, che torna a casa perché si sente male, che va alla partita, il suo malore peggiora e si ritrova all'ospedale. A vederla così, con uno stile più approfondito, probabilmente tutti questi avvenimenti verrebbero distribuiti su due capitoli più approfonditi. Per questo anche se la storia prosegue di molto a ogni capitolo ci ritroviamo a leggere solo per qualche minuto data la scarsa lunghezza di essi.

Questi funzionano come suddivisione, ma sui contenuti ci vorrebbe più introspezione e più analisi visto che la storia tratta della crescita e del cambiamento di Sebastiano. Ci si aspetterebbero per questo delle importanti sezioni introspettive, di cui ci sono degli accenni con molta potenzialità. Ci vengono poste domande al limite dell'esistenzialismo, il che aiuta molto questa storia a distinguersi, ma troppo spesso questi pensieri vengono troncati ancora prima di poter essere analizzati più a fondo.

3. Analisi completa delle tematiche:

La tematica più importante dell'intera storia è senza dubbio la cecità che colpisce improvvisamente Tommaso nel mezzo della sua carriera. La malattia che inizialmente sembra distruggergli la vita lo porta poi a scoprire nuovi lati di sé stesso e del mondo che lo circonda, e in un certo senso lo libera da un'esistenza che non si era scelto da solo ma che gli era stata imposta dal padre. Pertanto, sebbene inizialmente gli sia difficile, Sebastiano decide finalmente di accettare questo suo nuovo sé stesso e trarne il meglio, come ad esempio una nuova visione della realtà.

Questa tematica viene ripresa in ogni capitolo ed è l'argomento principale su cui si basa la storia. Come dicevamo nella sezione Narrazione, avrebbe potuto essere approfondita aggiungendo descrizioni sensoriali particolari, che solo in un romanzo simile potremmo trovare.

Abbiamo comunque molto apprezzato poter vedere il mondo attraverso gli occhi di Sebastiano, il dipinto della collinetta e, ancor di più, quello di Nicole. Ci siamo davvero sorpresi quando lui le ha detto di non rivelargli com'era davvero, perché lui la vedeva così e avrebbe continuato in ogni caso.

Per quanto riguarda le tematiche che trattano di rapporti familiari, troviamo un buon espediente narrativo nella storia del padre, che tuttavia potrebbe essere stato analizzato meglio. Quest'ultimo vedeva inizialmente Sebastiano come uno strumento, un tramite, una possibilità di realizzare attraverso di lui il sogno che si è visto sottratto da giovane, e questa parte è stata trattata con la giusta calma. Tuttavia, dopo Tommaso diviene distante e menefreghista nei confronti del figlio, come se non lo considerasse più tale, ma con l'avanzare del racconto questa importante tematica viene trascurata fino al punto da non dare più informazioni sul padre di Seba.

Attraverso le vicende che circondano il padre, nella prima parte della storia abbiamo la tematica della vita dello sportivo, che tuttavia come indicato prima avremmo apprezzato essere un po' più analizzata, magari anche per dare poi uno stacco più evidente con il resto della storia e come questa tematica venga ad essere sostituita dall'amore per l'arte e come questa possa aiutare a guarire ferite invisibili.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. La copertina dai bei colori sgargianti attrae subito un eventuale lettore, che capisce di non trovarsi davanti la solita teen fiction, anche dalla breve citazione aggiunta nella presentazione esterna della storia. Nonostante ciò, sconsigliamo sempre di lasciare un'opera sprovvista di sinossi poiché un lettore, avendo sulla piattaforma una vastissima scelta su cosa leggere, tenderà sempre a scartare ciò che non sa di cosa parla, per quanto la copertina possa essere bella e la citazione accattivante. Suggeriamo quindi di eliminare la frase per sostituirla con un accenno a ciò che accade all'interno della storia, anche perché la citazione, per quanto bella, originale e inerente alla storia, è riproposta subito dopo nell'introduzione alla parte 1.

A proposito di ciò, ci è parsa molto carina la divisione della storia in parti poiché le dà un tocco in più di originalità fin da subito, anche se forse, essendo la storia un po' lineare, non ci sono avvenimenti particolari che rendono necessaria questa divisione.

- Originalità della storia nel complesso. Nel complesso abbiamo trovato nell'originalità uno dei punti forti di questa storia. La situazione particolare del protagonista fa prendere all'intera opera una piega inaspettata dacché è difficile trovare in giro storie che trattano di disabilità così gravi proprio per la difficoltà che esse implicano. Infatti, narrare dal punto di vista di un  non vedente è una complessità in più per l'autore, che si ritrova a dover impersonare un lettore in qualcosa che non ha mai vissuto.

Ammettiamo che non sempre (per via di descrizioni e introspezione mancata) ciò è riuscito, ma questo non toglie che tutto ciò che gira intorno a Sebastiano è stato originale e ben pensato, a partire dal mondo della pittura (a parte le piccole falle che ti segneremo più avanti) fino ad arrivare alla conclusione che ci mostra come alla fine si è evoluta la vita di questo inziale ex-giocatore di rugby.

Tuttavia, dobbiamo ammettere che verso la fine l'originalità si spegne un po'. Infatti, essendo il rapporto tra Seba e Clara una parte molto importante della vita del protagonista, avremmo apprezzato che a questo fossero stati dedicati un po' più di tempo e cura, invece la loro relazione ci è stata mostrata un po' rapidamente ed è risultata molto classica e a tratti un po' scontata. Con l'espediente della cecità sarebbe interessante che questa parte venisse approfondita un po' di più, proprio per sapere come una persona nello stato di Sebastiano vive una situazione del genere (come abbiamo anche accennato nella sezione descrizioni). Sarebbe quindi molto apprezzabile arricchire specialmente questa parte di maggiore introspezione che renderebbe il lettore più vicino al protagonista e farebbe risaltare l'originalità della storia.

Infine non siamo riuscite a comprendere bene se il nome della critica d'arte, Victoria Sgarb, sia stato scelto per fare omaggio all'omonimo critico d'arte Vittorio Sgarbi o per una mancanza momentanea di inventiva.

- Originalità del titolo. Il titolo è un po' lungo, ma ciò non fa che aiutarlo a distinguersi dagli altri. È completamente inerente alla trama e un lettore può capire il perché già dai primi capitoli, tuttavia il suo significato profondo va un po' perso nel momento in cui un nuovo lettore non sa a che tipo di storia sta andando incontro. Crediamo che con una breve spiegazione nella sinossi, come detto su, potresti aiutare il lettore a comprendere l'importanza di ciò che il titolo vuole trasmettere.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Ascanio porta Sebastiano sulla spiaggia, dicendogli che quello era il luogo in cui i sentiva in pace con sé stesso, ma come fa lui a sapere questa cosa? Non è mai stato indicato che Sebastiano gliene avesse parlato.

Nel capitolo nove Sebastiano dice che l'estate si stava avvicinando e con essa la possibilità di dipingere i soggetti più svariati. Questo passaggio ci ha un po' confusi perché impostato così sembra che Sebastiano sia ancora vincolato dalla vista e che quindi l'estate significhi poter vedere nuovi colori. Chiaramente sappiamo che non è così, magari conviene specificare se è per la possibilità di dipingere all'aperto, o se è semplicemente un periodo in cui è più ispirato.

Sempre nello stesso capitolo ci viene detto che Sebastiano non può stare vicino a Nicole per via della sua immunodepressione, però poco dopo lui entra nella sua stanza come se niente fosse con colori e pennelli.

- Pezzi mancanti. Nel capitolo quattro Sebastiano entra in contatto con la mostra interattiva di Van Gogh. Ci viene detto che lui si sentì rinato, che fu un'esplosione di colore e pennellate. Tuttavia il ragazzo è cieco, e senza la giusta descrizione della mostra e di come funziona questo passaggio ci lascia confusi, perché non riusciamo a capire in che modo lui interagisca con essa.

Anche perché viene detto "Mi incantai a guardare i girasoli", e senza ulteriori indicazioni ci viene da pensare che lui non sia del tutto cieco, cosa che invece ci pare di aver compreso non sia affatto così.

Visto che si tratta comunque di un evento tanto importante pensiamo sia il caso approfondirlo e renderlo più comprensibile.

Nel capitolo sei l'infermiera accompagna Sebastiano al reparto, però quando lui si scontra con Nicole pare sparire.

Quando Sebastiano va a parlare con suo padre di sua sorella, nel capitolo 7, abbiamo per la prima volta un discorso diretto tra i due, nel quale il primo chiama il secondo "Tommaso" e non "papà". Ci è stato detto che il rapporto tra loro non è dei migliori, ma questa è una peculiarità molto rara, e crediamo che debba essere accennato in precedenza o almeno spiegato subito dopo il perché di tale scelta, se è la prima volta che lo chiama così, e/o, in caso negativo, da quanto tempo ciò accade.

Sempre riguardo il padre, dopo la discussione Sebastiano va a parlarne con la dottoressa e quest'ultima gli suggerisce di confidarsi con la madre e con la sorella. Dopo di questo non abbiamo più un chiarimento della situazione familiare, se non nel penultimo capitolo in cui viene detto che la madre aveva divorziato, ma ciò è stata una sorpresa perché non era stato accennato prima.

Quando Sebastiano scopre della malattia, dice che è ovvio che è un gene ereditato dal padre, ma non ci viene data delucidazione su questa affermazione così convinta e non si sa come ciò si è venuto a sapere.

- Altro. Nel secondo capitolo:

"L'oscurità mi circondava, decisi di non combattere, ero stanco, molto, mi abbandonai così al suo tepore.

Non seppi dire con certezza se fossi sveglio o no, percepivo un forte odore di disinfettante, quindi supposi di essere in una qualche stanza d'ospedale."

Questo passaggio non funziona benissimo perché il ragazzo è appena svenuto e oltre ad avere difficoltà a percepire questo vuoto che ha provato lui a causa dell'immediata lucidità che ha, risulta poco probabile che dopo aver perso i sensi la prima cosa di cui si renda conto con chiarezza è di trovarsi all'ospedale.

La storia è ambientata in Italia, per quale motivo scelgono di chiamare l'accademia "Nicole Accademy"? Che comunque andrebbe scritta con una sola c.

Il nome di Sebastiano viene detto per intero solo nel capitolo 4, sebbene il suo soprannome compaia nel capitolo 2. Ciò rende all'inizio difficile ricordare come si chiama il protagonista, pertanto suggeriamo di inserire il suo nome fin da subito.

La stessa cosa accade con la sorella, della quale non si sa il nome finché la storia non è già parecchio avanzata.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Di personaggi ce ne sono parecchi, alcuni si comportano da comparse, altri un po' più approfonditi, ma crediamo che con la bassissima presenza di discorsi diretti sia stato parecchio difficile caratterizzarli. Infatti, uno dei personaggi che ha più spessore è quello di Nicole, proprio uno di quelli che parla di più con il protagonista.

Ci sono, tuttavia, altri personaggi che ci risulta difficile inquadrare nella loro interezza. Clara, ad esempio, pur essendo una persona molto importante per Sebastiano, ci viene descritta solo con poche parole da lui. Ci vengono mostrati pochissimi discorsi diretti tra i due e, complice anche il fatto della cecità che rende le cose un po' più complicate, non abbiamo descrizioni che la particolarizzino ai nostri occhi, pertanto rimane sempre un po' indeterminata fino alla fine.

Qualcosa di simile accade anche con i familiari del protagonista, sebbene la madre sia la più tridimensionale tra di essi. La sorella e il padre rimangono invece particolarmente di margine, non si conoscono i motivi che li spingono a comportarsi in determinati modi, sebbene dietro ogni azione ci sia sempre una motivazione psicologica che la genera.

A volte queste due figure appaiono solo per bisogno a livello di trama e poi scompaiono dopo che hanno dato la loro utilità, come ad esempio accade dopo che Sebastiano e Clara hanno ballato insieme e la sorella gli si è avvicinata solo per dirgli delle lezioni di tango che gli aveva dato, per poi riscomparire subito dopo la battuta.

Una persona sulla quale ci sarebbe piaciuto sapere di più è il maestro che di punto in bianco sparisce. Quando viene menzionato il suo allontanamento non si capisce bene con quale motivazione lo faccia, quindi per un momento ci siamo ritrovate a ipotizzare che fosse morto. La sua uscita di scena è stata infatti forse un po' troppo ambigua, ma è stato veritiero e attento da parte tua il fatto che Sebastiano abbia continuato a pensarlo fino alla fine e che non sia sparito nel dimenticatoio.

Sebastiano dice, a un certo punto, che Ascanio non è stato per lui solo un maestro, bensì anche un padre e un fratello, tuttavia questo, nei pochi tratti in cui ci vengono mostrati i loro momenti insieme, un lettore non può vederlo da sé, perciò le parole del protagonista in questo caso perdono un po' di valore.

7. Coinvolgimento emotivo:

Il coinvolgimento emotivo tende a mancare, questo probabilmente a causa della narrazione, come abbiamo detto poco prima.

Più nel dettaglio, sentiamo questa mancanza perché per quanto la storia non inizi con Sebastiano già cieco, non sentiamo davvero il peso di ciò che ha perso, forse perché la sua vita di prima viene raccontata con un certo distacco o forse per mancanza di introspezione generale. Non c'è stato modo, infatti, di sintonizzarci sulle sue emozioni quando tutto andava bene, se non sul risentimento verso suo padre, non sappiamo se c'era una ragazza che gli piaceva, cosa sentiva nel dettaglio quando leggeva, cosa provava quando, come nel capitolo uno, si ritrovava sulla spiaggia con un libro in mano. Sappiamo che ha a cuore quei momenti, ma non ci siamo mai sentiti al suo fianco o al suo posto. Per questo il senso di perdita manca, sappiamo che è depresso, ma questo peso non viene reso abbastanza verosimile, perché non abbiamo mai davvero avuto la possibilità di conoscere il personaggio, di gioire con lui, divertirci o stancarci e di conseguenza sentire il suo dolore.

Dopo la manifestazione della malattia il coinvolgimento riesce ad aumentare un po' ma, in parte a causa delle poche descrizioni sensoriali, come dicevamo prima, e in parte per via di questo metodo narrativo fin troppo "raccontato", un lettore non riesce comunque a immedesimarsi al cento per cento nella storia e sentirsi coinvolto nel vivo dalle situazioni.

La trama e i temi trattati sono interessanti e originali, pertanto il coinvolgimento potrebbe facilmente essere aumentato rendendo lo stile narrativo più ricco e approfondendo di più ogni passaggio per dargli il giusto spessore.

Per contro, la lettera lasciata da Nicole funziona molto bene, questo perché abbiamo conosciuto la bambina e l'abbiamo apprezzata prima di perderla. La stessa carica emotiva avrebbe potuto essere utilizzata per la situazione di Sebastiano, quindi quello che possiamo consigliarti è di vedere la caratterizzazione di Nicole e prendere quello che funziona meglio, e poi riapplicare questo aspetto alla storia di Sebastiano.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. Come abbiamo detto, grazie ai colori scelti l'occhio viene catturato facilmente, anche perché la copertina rispecchia molto la storia e quindi si capisce subito da essa che siamo davanti a qualcosa di originale.

Si intuisce a prima vista che la copertina è ben studiata, poiché pur nel suo stile minimal preserva la sua eleganza e raffinatezza. C'è proporzione tra lo spazio occupato dal testo – e altri elementi – e lo spazio "vuoto" che lascia intravvedere un cielo stellato. Il font che è stato utilizzato si sposa bene con la tipologia della grafica, impreziosendo e arricchendo tutti i contenuti.

Il titolo è facilmente visibile e risalta subito agli occhi pur non essendo breve. Crediamo quindi che la scelta di rendere il titolo protagonista sia stata la migliore in questo caso. Il nome autore è leggermente meno facile da leggere in quanto bianco su un colore chiaro, ma è comunque molto visibile, anche per via del font pratico.

- Sintonia degli elementi. Come detto prima, poiché le varie proporzioni sono state rispettate, tutti gli elementi si trovano in sintonia. Ciò che però ci convince meno sono le nuvole colorate in primo piano. Esse hanno colori molti vividi e forse di troppe sfumature diverse, e dunque distolgono un po' l'attenzione dalla scena retrostante.

Per fare un esempio pratico, a prima vista non è facile intuire che la forma tondeggiante in basso è una piccola collina, difatti appare solo come un piano indistinto giallo. Poco rilievo viene dato alla panchina, la cui presenza si percepisce solo dopo un'analisi più attenta. Questo forse perché questi due elementi sono coperti un po' troppo dalla nube colorata in basso.

Crediamo invece che le nuvolette in alto abbiano tonalità che si inseriscono meglio nel contesto poiché, pur essendo più sgargianti, non coprono nulla di importante. La copertina risulterebbe quindi più chiara rendendo leggermente più in trasparenza le nuvolette in basso. 

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