'Il Diario di un Fantasma' di SamDiAngelo
Prima candidatura per Gemme - Narrativa Generale
Il Diario di un Fantasma deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una buona revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!
Titolo: Il Diario di un Fantasma
Autore: SamDiAngelo
Genere: Paranormale
Sottogenere: Narrativa Generale, Fantasy
Trama:
La storia narra il percorso di una ragazza fantasma e della sua esplorazione del mondo in cui una volta aveva vissuto, delle sue emozioni e dei colori a questi ultimi legati. Durante il percorso incontra moltissimi personaggi e ognuno di essi le dona nuove sensazioni, in particolare Jules, il coprotagonista che la accompagnerà attraverso diverse situazioni.
1. Correttezza grammaticale:
Ci sono diversi errori sotto questo aspetto, non solo sviste, ma periodi costruiti nel modo sbagliato e punteggiatura da rivedere.
- Punteggiatura. Attenzione agli incisi:
C'è qualche noiosa regola da rispettare, e, ancora, non me ne capacito. —> In questo caso hai reso la 'e' un inciso, quando invece, se proprio volevi inserirne uno in questa frase (che comunque essendo così breve non ne aveva davvero bisogno), andava così —> rispettare e, invece, non me ne...
È strano(,) comunque, trovarsi a vedere... —> qui invece manca la virgola.
La punteggiatura dei dialoghi è totalmente sbagliata. Ricorda che se al di fuori del dialogo c'è un verbo dichiarativo va messa la minuscola e, all'interno delle virgolette o dei caporali, non ci va il punto, che invece viene utilizzato se all'esterno non c'è il verba dicendi.
A volte la costruzione dei periodi non funziona molto bene:
Se lo allacciò al collo e attorno alla vita rapidamente e raccolse i capelli in una coda alta e disordinata. —> Sarebbe stato meglio: Se lo allacciò rapidamente attorno al collo e alla vita, per poi raccogliere i capelli in una coda alta e disordinata.
L'ho imparato a mia (mie) spese: Chi smette di cercare —> non ci va la maiuscola.
Così come non va la maiuscola dopo i tre punti di sospensione, cosa che invece fai spesso. E non si mette la maiuscola dopo di essi, a meno che non si vada a capo.
Spesso poni la virgola prima della congiunzione 'e' — > perché quel giorno non ero me, e mi sentivo... In questo modo crei una ripetizione e, a parte casi eccezionali, consigliamo sempre di inserire o la virgola oppure l'e congiuntiva.
Stessa cosa qui: una lettere, e, caro Diario, —> una lettera e, caro Diario,
Diverse volte poni la virgola dove non dovrebbe assolutamente stare, ad esempio tra soggetto e predicato o tra predicato e complemento.
La sua bellezza così, immensa, era la sua maledizione più terribile. → La sua bellezza così immensa era la sua maledizione più terribile. Hai separato il soggetto dal suo verbo, cosa molto scorretta.
Ho vissuto, nel corpo di una ragazza. —> qui non ci va la virgola, perché separi predicato da complemento.
Ricorda che la costruzione di base di un periodo è soggetto + predicato + complemento e tra questi tre elementi non non ci deve mai essere una virgola a dividerli. Fare altrimenti è un errore piuttosto grave.
- Verbi. C'è molta confusione con i verbi, continui passaggi dal presente al passato che confondono parecchio la lettura e la rendono difficile da definire.
... non ho sentito il bisogno di andare in Paradiso. Mi piaceva tanto la Terra e, in fondo, avevo solo sedici anni. Non ero ancora pronta.
C'è qualche noiosa regola da rispettare.
quello che tutti chiamano tristezza... e fa davvero male.
C'era qualcosa di familiare... —> attenta ai verbi.
verrà consegnata a chi è troppo forte per averla —> sei passata al futuro, —> sarebbe stata consegnata è la forma corretta.
credo fosse calore.
È successo tutto così in fretta. Sia io che Jules guardammo quella donna. —> Accadde tutto così in fretta...
C'è poi una ripetizione in questo stesso passaggio. Nella riga successiva scrivi di nuovo "Quella donna".
Altre volte il verbo manca nel periodo. "Al polso destro (aveva) un bracciale. con tre file di perline nere collegate al centro da una grande rosa color panna."
Sempre se ne possedevo ancora una. —> il "se" richiama il condizionale, quindi è "possedessi" la coniugazione corretta.
Non ci è stato facile comprendere se gran parte di questi errori fosse pensata per dare un'idea di informati al diario, ma tende comunque a rendere la lettura meno piacevole.
- Altro. E —> È
difronte —> di fronte, che è più adatto
c'avevo —> questa forma è poco elegante e prettamente colloquiale. Ti consigliamo di rimuovere la forma con l'apostrofo.
Alcuni errori di distrazione:
riuscivo spiegarlo —> riuscivo a spiegarlo
dalla movenze lente —> dalle
Alcuni periodi sono costruiti male e il senso di essi è difficile da cogliere.
Dovevo sapere di più, su di lui, dei suoi occhi e delle sue emozioni chiuse a chiave nel suo cuore che nascondeva. —> Non suona molto meglio qualcosa come: "Dovevo sapere di più su di lui, dei suoi occhi e delle sue emozioni nascoste in un cuore chiuso a chiave." ?
Era in bilico su un filo che giocava a fare l'equilibrista fra le nuvole e un burrone immenso —> posta in questo modo sembra che sia il filo a fare l'equilibrista.
il nostro più profondo IO si vede costretto —> sconsigliamo l'uso del caps lock, perché fa sembrare quel passaggio quasi urlato, per mettere in evidenza quella parola sarebbe meglio usare il corsivo.
probabilmente 50 chili meno pesante. —> i numeri in un testo narrativo sono accettati solo se stai scrivendo degli orari o delle date.
quei due immatura di piantarla. —> immaturi
un brivido mi attraverso la schiena —> attraversò
corona dall'alloro —> d'alloro.
Arianna era quella che sceglieva, quella (che) sentiva il mondo schiacciarle...
senza ritegno, segna vergogna —> senza vergogna
L'uso della d eufonica è molto spesso sbagliato:
Grattacieli, alberi, persone, mari ed ogni fascio d'erba, ed era bellissimo. → In questo periodo possiamo mostrarti che nel caso di 'ed ogni' è scorretto, mentre nel seguente 'ed era' è corretto. Ti ricordiamo che la d eufonica va utilizzata solo quando ci sono due vocali uguali vicine.
Ci siamo imbattute molto spesso in diverse ripetizioni in varie occasioni:
E la morte voleva lui. La morte, non era la salvezza. La stava ingannando. Se lei fosse morta, il suo amore per quel ragazzo sarebbe morto assieme a lei. Spento, per sempre. La morta (morte) era più codarda e ingannevole dell'oscurità. —> Innanzitutto non si dovrebbe cominciare un periodo con una congiunzione. La prima virgola è sbagliata perché divide il predicato dal soggetto, ma la cosa che salta di più all'occhio in questo paragrafo è la costante e fastidiosa ripetizione della parola morte, capiamo che magari volevi calcare il concetto, ma leggerla così è troppo ripetitivo.
A volte ci sono degli spazi in più prima di alcuni segni di punteggiatura o mancanti dopo di essi. Niente che non possa essere sistemato con una rilettura.
2. Narrazione:
Durante la lettura ci siamo imbattuti in alcuni passaggi confusi:
Il vuoto opprimente, quel senso di prigionia e panico persistente... Ma è passato. E passato anche questo. Sono solo un involucro vuoto ormai. —> non è facile cogliere a cosa si riferisce la protagonista. Il concetto si intuisce, ma c'è bisogno di un'introspezione costruita meglio. Per di più questo passaggio è al presente.
La guardai, volevo, avrei tanto voluto risponderle. —> quel volevo lì in mezzo confonde molto la lettura e crea una ripetizione con ' voluto'. La forma corretta sarebbe: La guardai, avrei tanto voluto risponderle.
Accarezza i bagnanti nei lidi e sulle spiagge, con i suoi dolci raggi dorati al tramonto —> stai descrivendo il cielo, non il sole come invece sembra in questo passaggio.
Ad ogni modo questa storia rappresenta in un certo modo questo diario del fantasma. Quello che ci ha fatto storcere un po' il naso è che la narrazione non sembra quasi mai impostata come se la protagonista stesse scrivendo. Ci sono alcuni momenti in cui parla con il proprio diario (caro diario), ma la maggior parte delle volte la narrazione è troppo diretta per darci l'illusione di quel tipo di narrazione (Uh, giusto, adesso allungherò la mia inesistente mano invisibile e...), in particolare questa cosa si nota con i dialoghi, quando si scrive un diario i dialoghi non vengono mai riportati in modo diretto, ma di questi parleremo nella sezione apposita.
Questo ci fa rimanere in un limbo in cui la scarnezza del testo sembra più un errore, un mancato approfondimento di introspezioni e descrizioni, piuttosto che una scelta stilistica fatta per accompagnare un racconto in forma di diario.
Ci sono alcuni passaggi in cui i pensieri della protagonista sono riportati in modo diretto, tuttavia senza alcuna distinzione dalla narrazione. In casi come questi: "Sceglierai il bene o il male(,) Jules? Continuavo a ripetermi" ti consigliamo di porre il pensiero della protagonista o tra le virgolette o in corsivo, per far capire che si tratta dei pensieri della protagonista, siccome in alcuni capitoli certi passaggi sono un po' difficili da districare.
In generale abbiamo trovato un po' di confusione a causa di diversi errori, dal cambio di tempo narrativo a questa indecisione di narrazione.
È inutile provare a descriverlo, non ci sono parole in grado di farlo, puoi vederlo e basta. E per quanto io ci stia provando a farvelo vedere attraverso i miei occhi, so che non sarà mai possibile. —> In questo modo il tuo personaggio ha appena rotto la quarta parete parlando con il lettore, cosa da non fare a meno che non sia una cosa pensata e inserita appositamente in un certo tipo di narrazione. Attenta alla ripetizione del verbo provare.
- Terminologia. La terminologia è per lo più semplice, ha un registro medio che sembra adattarsi al tipo di scrittura, ma un qualcosa di più elaborato e aulico in un tipo di narrazione così con capitoli corti sarebbe andata molto bene. Più forme retoriche, anche piuttosto elaborate e quasi poetiche, avrebbero reso meglio. In questo modo il lettore si trova più affascinato dalla lettura, che altrimenti rischia di rimanere anonima.
Tuttavia ci imbattiamo spesso in ripetizioni, come abbiamo fatto notare precedentemente, il che ci fa capire che sarebbe il caso di ampliare il tuo vocabolario.
Un altro esempio è la costante ripetizione del nome Jules nelle scene in cui appare.
A volte ci sono termini usati in modo scorretto: la pelliccia candida di un labrador nero. —> Candida è sinonimo di bianca.
- Descrizioni. Si limitano per lo più ai personaggi e, quando appaiono, sono poco suggestive e in stile "lista della spesa":
È un ragazzo strano. È più basso di lei, non di molto. I suoi capelli sono del colore del mogano, scuri, gli occhi marroni e limpidi. Porta l'apparecchio per i denti, il suo sorriso scintilla. Ha, come lei, uno stile fuori dal comune...
Siamo certe che questo punto può essere approfondito a dovere, magari riportando qualche scenario che la protagonista trova suggestivo, oppure approfondendo quelle già presente e ponendole in modo più interessante. Un'alternativa sarebbe eliminarle del tutto, mantenendo una narrazione serrata su azioni e sensazioni, che se gestita bene può essere molto interessante e piacevole da leggere. Perché questa impostazione delle descrizioni non invoglia alla lettura.
- Dialoghi. Il primo terzo della storia è quasi privo di dialoghi, se non quando incontra la donna e, in quel momento, parlano parecchio. Per questo punto devi fare attenzione a come vuoi porli, siccome stai scrivendo questa storia come un diario è insolito che il dialogo diretto venga riportato fedelmente, soprattutto perché si presuppone che passi del tempo da quando si parla a quando la protagonista scrive, quindi ricordarli perfettamente sarebbe improbabile. Pensiamo che riportarli in modo indiretto possa essere una scelta migliore per uniformarli al meglio con il resto del testo. Fai poi attenzione, perché ogni dialogo va riportato al passato se il presente è il tempo che hai scelto, o al trapassato se invece scrivi al passato. Questo perché viene riportato un evento che è avvenuto prima del momento in cui viene narrato dalla protagonista.
- Ritmo della narrazione. Il lessico utilizzato crea un ritmo costante e ben studiato, alla fine non solo per la brevità dei capitoli la lettura scorre fluida, nonostante qualche errore sparso qui e là.
Alcune situazioni sono poco approfondite, come ad esempio il momento in cui la protagonista diventa per qualche istante il ragazzino bullizzato. Il passaggio è troppo veloce e repentino, il ritmo della narrazione è troppo rapido perché il lettore riesca a immedesimarsi per bene in ciò che accade, anche se nel testo viene detto in modo abbastanza chiaro. Per di più è una cosa che non accade mai più e noi non abbiamo mai modo di capire il perché di questo evento, siccome anche la protagonista sembra dimenticarsene dopo poco, senza stare troppo a rifletterci.
Questa è una mancanza che abbiamo notato in diverse occasioni, ricorda che i personaggi crescono e si evolvono grazie agli avvenimenti a cui assistono e di cui fanno parte. Ogni giorno cambia minimamente la personalità dell'individuo, è un peccato che in questa storia il senso di evoluzione della consapevolezza non si noti molto, visto comunque la scelta che hai fatto di presentare la protagonista come una sorta di pagina bianca.
Ad ogni modo questa storia ha un ritmo che cattura, la sua semplicità permette di leggere senza fatica.
Chi parla nel capitolo "/"? Abbiamo questo improvviso cambio di narrazione che destabilizza la lettura. È una cosa insolita e non del tutto positiva, perché si va a confondere il lettore che si era abituato a un tipo di narrazione.
La storia non sembra seguire un andamento preciso. Ci sono sì degli avvenimenti, degli episodi che accadono e influenzano i protagonisti, ma risultano sempre troppo isolati e poco approfonditi. Non abbiamo praticamente quasi mai un riscontro che non sia immediato; come ognuna di queste storie influenza la protagonista? Come queste alternano il suo modo di vedere il mondo? I personaggi appaiono sempre diversi in ogni capitolo, per poi essere praticamente dimenticati poco dopo, non hanno una storia approfondita o caratteristiche particolari che li rendono importanti in alcun modo, il che è un peccato, perché la strada che hai preso con questa storia ti permetterebbe di sperimentare e scrivere praticamente qualsiasi cosa tu voglia.
3. Analisi completa delle tematiche:
Le tematiche che abbiamo incontrato durante la lettura sono moltissime. Non solo quelle che avvolgono la protagonista e la sua situazione, ma soprattutto quelle che emergono dai personaggi secondari.
Attraverso loro viviamo moltissime situazioni differenti, come la perdita di un caro, l'affetto, amore per le tradizioni e molto altro. Inutile dire che molte di queste, in diverse occasioni, diventano molto delicate da trattare, come ad esempio il tentato suicidio di uno dei personaggi.
Lo stile particolare di questa storia accompagna bene tutta questa atmosfera, ma certe volte non potevamo fare a meno che rimanerne un po' distaccate. Siamo piuttosto convinte che sia per via della brevità dei capitoli, c'è poco tempo per immedesimarci nella situazione o nel personaggio di turno e, nonostante la carica emotiva sia piuttosto grande, pensiamo che qualche approfondimento non possa che giovare a diverse situazioni.
4. Originalità:
- Impatto iniziale. Il titolo attira al punto giusto, il perché verrà spiegato nella sezione apposita. Ad ogni modo, pur essendo un po' lungo, segue una costruzione facile da ricordare. Naturalmente si collega alla perfezione al tema principale della storia, così da creare un collegamento ulteriore.
La luminosità della copertina attira a sua volta la vista. Il collegamento con il suo soggetto tuttavia non è immediato. Non viene subito in mente che quello potrebbe rappresentare l'occhio della protagonista. Ma una volta che il collegamento viene in mente non può che apparire ben azzeccato per via della sua natura da osservatrice.
La sinossi è forse la cosa che attira meno in assoluto. Non tanto per la brevità, che in situazioni del genere invece è un tratto che funziona, ma per i numerosi errori che incontriamo già da lì. Abbiamo i primi due periodi che sono privi di tempo verbale e che quindi non suonano bene. L'unica virgola inserita andrebbe tolta perché è affiancata da una congiunzione, per di più c'è una discordanza di verbi: "impara a vedere" - "lei era".
- Originalità della storia nel complesso. Alcuni concetti sono molto interessati e trattati in modo originale, peccato per lo scarso approfondimento che è presente in ogni capitolo. Ciò che riusciamo a cogliere è questa sorta di viaggio onirico, cosa che non può non farci pensare, anche solo lontanamente, ad "Alice nel paese delle Meraviglie" e ad altre storie costruite in modo simile. Ciò che la distingue in modo prevalente è la mancanza di questo aspetto fiabesco, che separa l'ambientazione di questa storia da ciò che scrisse Carroll. La sensazione di viaggiare attraverso un mondo differente, assorbendone le caratteristiche e conoscendo i vari personaggi bizzarri, rimane abbastanza presente.
Per il resto possiamo dire che la storia è originale nella sua varietà di storie che a sua volte vuole raccontare attraverso gli occhi della protagonista. Gli accenni più profondi di trama (riguardo gli individui simili alla protagonista) arricchiscono ancora di più la lettura, mostrandoci che non stiamo assistendo a una semplice raccolta di eventi e storie aggiunte per riempire un po' la trama.
- Originalità del titolo. Il titolo sembra collegarsi al tipico filone che ha influenzato la lettura YA negli ultimi anni, "Il diario del vampiro" di Lisa J. Smith, "Il diario degli angeli" di Lili St. Crow e così via.
È sicuramente un titolo che attira per via di questo aspetto, ma non possiamo dirlo esattamente originale per lo stesso motivo. Quello che è certo è che si adatta perfettamente a questa storia.
5. Analisi delle falle:
- Contraddizioni. I pensieri della protagonista spesso appaiono contraddittori.
Nei primi capitoli afferma di non riuscire a ricordare praticamente nulla della sua vita da umana, e il suo compito attuale la porta a riscoprire da capo ed esplorare la sfera sentimentale delle persone ancora vive. Dopo qualche capitolo però tuttavia sostiene di essere sempre stata intollerante agli umani. Si tratta forse di un'evoluzione di pensiero? Se è così purtroppo non abbiamo mai colto questo suo cambiamento, cosa l'ha portata a tanta amarezza quando ciò che la spingeva prima era semplice e genuina curiosità? Cosa è cambiato?
- Pezzi mancanti. Dove si svolge la storia? Abbiamo un paio di capitoli in cui ci si sposta in Giappone, ma mai viene specificato il luogo in cui vive Jules e quindi la protagonista.
La lettera che Jules scrive riguardo il suo essere innamorato è chiaramente indirizzato a qualcuno. Come è possibile che né la protagonista (che sta con lui quasi costantemente, cosa che rende di conseguenza la sua curiosità un po' strana) né noi abbiamo un singolo indizio su questa persona?
Potrebbe essere sottinteso che questa persona fosse presente prima dell'arrivo della protagonista, ma il pensiero non è subito immediato e la cosa tende ad apparire come una falla.
- Altro. A un certo punto, nel capitolo "un vuoto", la protagonista sostiene di non aver mai visto il colore fucsia. La cosa ci pare un po' improbabile visto che questo capitolo di diario è datato 10 ottobre e la prima data è a dicembre. Possibile che in quasi un anno non abbia mai visto il fucsia?
Guardo la sua ombra allungarsi contro il sole, così nera, si tende verso la luce. —> L'ombra a dire il vero si allunga nella direzione opposta rispetto alla luce.
6. Caratterizzazione dei personaggi:
Jules non si preoccupa mai di indagare quella scritta che la protagonista gli ha lasciato sul vetro?
Allo stesso modo quando la donna dice alla protagonista di sapere il suo nome, quest'ultima non sembra mai preoccuparsi di questa rivelazione, ne rimane del tutto indifferente.
La caratterizzazione in generale varia dall'essere superficiale a ben studiata a seconda dei personaggi. Abbiamo quelli secondari che appaiono momentaneamente e non vengono approfonditi molto, o almeno quel poco che permette un capitolo così corto, prima di sparire apparentemente per sempre. Abbiamo questa lunghissima fila di comparse che, purtroppo, non ci lascia quasi nulla, non abbiamo quasi mai un focus sulla loro storia o un grande approfondimento sulla loro personalità. Della maggior parte di essi non veniamo neanche a sapere il nome.
Questo li rende difficili da ricordare e poco importanti per un lettore attento, che si ritrova a leggere questi brevi frammenti senza risentire il loro peso nelle azioni successive.
I protagonisti sono gestiti un po' meglio perché abbiamo più occasioni di vederli muoversi e reagire ai vari stimoli.
7. Coinvolgimento emotivo:
Questa storia presenta un'evoluzione a cui purtroppo non riusciamo ad assistere in modo diretto. Partiamo con una protagonista piuttosto ingenua e, andando avanti, ci imbattiamo poi in pensieri sempre più elaborati ed aulici. La cosa è un bene, si nota l'evoluzione del personaggio, il problema è che le cause di questa evoluzione non sono mai facili da cogliere. Se sono le varie storie che lei continua a raccogliere i capitoli sono sempre un po' troppo corti per permetterci di comprendere come queste vanno singolarmente ad intaccare o cambiare la mentalità della protagonista.
Per questo non è molto facile farsi coinvolgere dalle varie situazioni. Non perché sono narrate in modo asettico, ma perché non c'è il tempo materiale durante la lettura di immedesimarsi a fondo con le emozioni che vengono trasmesse.
È una cosa che è stata detta più volte in questa recensione, ma davvero ciò che aiuterebbe davvero a rendere una gemma questa storia è un approfondimento delle varie situazioni e un leggero allungamento dei capitoli, così da dare il tempo al lettore di abbracciare lo spettro di emozioni che viene ogni volta trasmesso.
8. Breve recensione della copertina:
- Quanto attira a prima vista. La copertina è semplice e chiara, per quanto possiamo dire di ciò che sembra un'immagine con la semplice aggiunta di titolo e nome autore. Rappresenta bene la storia e la concordanza dei colori aiuta l'occhio a trovarla piacevole nonostante alcune accortezze che andrebbero fatte.
- Sintonia degli elementi. Ciò che si nota subito è il modo in cui sono state aggiunte le scritte, il titolo ha un font fin troppo "bambinesco" così arrotondato e quasi poco serio, il che non aiuta a rappresentare la storia al meglio. Il nome autore è posizionato in modo sbagliato, avendo una composizione così centrale sarebbe dovuto esserlo anch'esso, e magari tutto in stampatello per aiutare la geometria della copertina. I piccoli decori in alto li troviamo superflui, siccome l'immagine centrale è già abbastanza dettagliata.
Se vuoi un riferimento a copertine del genere ti consigliamo di guardare quelle della serie di Tahereh Mafi, Shatter Me.
Recensione a cura di:
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