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'Gli uccelli migratori' di Enea_Argento

Prima candidatura per Gemme - Narrativa generale

Gli uccelli migratori deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una buona revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!

Titolo: Gli uccelli migratori

Autore: Enea_Argento

Genere: Narrativa generale

Sottogenere: Introspettivo, Memories

Trama: Luca, ragazzo dall'età indefinita, ripensa alla sua adolescenza come al momento magico in cui, nonostante la noia, compagna fedele di lunghi pomeriggi di studi, ogni respiro può sconvolgere sensazioni e sentimenti. In particolare si rivolge a una donna, Silvia, compagna di giochi, di studio e di una relazione della quale ancora non sappiamo niente se non che è finita e che Luca vorrebbe ricucire. I pensieri del protagonista ci portano in una montagna russa di ricordi, di emozioni marchiate a fuoco nella sua personalità, di rimpianti per l'incapacità di volare verso il mondo come, invece, immaginiamo abbia fatto Silvia. In cuor suo, Luca, sembra non aver mai abbandonato quei luoghi e quei ricordi che, ancora vividi nella sua mente, sembrano ripercorrere a ritroso la strada del rammarico.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La grammatica non eccelle particolarmente, abbiamo riscontrato parecchi errori di punteggiatura, soprattutto per quanto riguarda punti, virgole, punti e virgole e segni paragrafematici nella costruzione dei dialoghi. Tutto ciò, in alcuni punti ha reso la lettura poco fluida e di difficile comprensione.

Hei, bella gioventù pedala! → Ehi, bella gioventù, pedala!

Su spogliati! → Su, spogliati!

Su vieni! → Su, vieni!

Qui vicino → Qui, vicino!

- Abbiamo notato che nei dialoghi si usano i trattini in diversi metodi. Al primo capitolo vengono utilizzati in questo modo:

-Vorresti andare via?

Al terzo capitolo, invece, si chiude il dialogo con entrambi i trattini, sia all'inizio che alla fine e proseguendo il metodo cambia ancora. Ovviamente, ognuno ha il suo modus scribendi. Alcune case editrici, infatti, usufruiscono dello stesso criterio che lo scrittore ha utilizzato all'inizio, anche se non è molto diffuso. Il problema è che l'autore ne fa svariato uso, mettendo soltanto un trattino iniziale, entrambi i trattini o addirittura nessun trattino (che per i dialoghi sono essenziali). Consigliamo di scegliere l'impostazione che aggrada di più e di mantenere quella per tutta la narrazione.

- Alcuni esempi di dialoghi in cui andrebbero inseriti i segni paragrafematici del tutto omessi:

Una birra piccola.

Allora due Invisibili.

Bevi.

Siamo al top stasera, no?

- Alcuni esempi in cui i trattini dovrebbero essere posti per aprire i dialoghi:

È stato bello finché è durato - mi dicevi.

Cosa vuoi? - mi fece.

Silvia? - feci a Tommaso.

Non saprà nemmeno che quel vestito non è lilla, ma glicine. -

- Alcuni esempi in cui i trattini dovrebbero essere posti per chiudere i dialoghi (se scegli questo stile, uniformando tutto):

-Guarda che ti sbagli! Ci conosciamo da molto di più. Solo non ricordi. Da piccoli giocavamo assieme al mare. Nudi come le nostre mamme ci hanno fatto.

- Luca, hai vinto! Hai vinto, nessuno è riuscito a starti dietro.

- Sono Luca e corro più veloce di tutti → Qui, oltre al trattino manca anche il punto.

- Verbi. Questo è forse il punto più dolente. È stata fatta una gran confusione per quanto riguarda i verbi. Dal passato (imperfetto) si passa al presente e dal presente si ritorna al passato. Alcuni punti in cui vengono riportati i pensieri potrebbero anche essere narrati al presente ma per fare ciò bisogna evidenziarli, cioè porli in corsivo oppure tra virgolette (come hai appunto fatto in alcuni tratti). Ci sono troppi distacchi, troppi cambiamenti di tempo non giustificati che causano parecchio caos alla narrazione degli eventi. Esempio:

-Io sono un ragazzo semplice. Io sono i convenzionali auguri di Natale, graditi ma banali; sono la gente che si sveste al primo sole; sono il "noi siamo la gioventù migliore"; sono il silenzio ai funerali; sono la noia domenicale. -Sono l'essenza della più banale normalità incarnata. → Notiamo che in entrambe le frasi si parla al presente mentre successivamente nell'esempio riportato giù il tempo cambia:

-Come potevo io, ragazzo semplice, comprenderle tutte? → Qui si è passati all'imperfetto.

-Un attimo soltanto, io non me ne accorgo, e le tue mutande sono per terra, il tuo reggiseno anche, mentre tu sei corsa nell'acqua chiara. → Un attimo soltanto, io non me ne accorsi, e le tue mutande erano per terra, così come il tuo reggiseno, mentre tu correvi nell'acqua chiara.

[...]ci provai lo stesso, elaborando pensieri complicati che possano schermarmi. → che potessero schermarmi.

Scaviamo insieme[...] → Qui parli al presente mentre la frase prima era al passato.

Passi dal parlare a lei (Buttasti, ti fermasti etc) a parlare in terza persona per poi tornare a dar voce a Silvia : [...] e con queste parole lasciò che i jeans le scendessero alle caviglie.

Queste non sono le uniche discordanze, non potevamo riportarle tutte perché sarebbe stato un lavoro immenso. Consigliamo quindi di revisionare e sistemare i verbi con cui avviene la narrazione.

- Altro. Alcune frasi che potresti rivedere:

[...] un ragazzo cantava Smells like teen Spirits dei Nirvana. → Il titolo della canzone andrebbe posto tra virgolette o, perlomeno, in corsivo.  

  [...] una sorta di follia bacchica di cui nessuno, nemmeno lei, poteva conoscerne l'origine. → In questo caso abbiamo a che fare con una figura detta pleonasmo, a causa del rafforzamento causato da conoscere+ne si ha una ripetizione che non risulta essere necessaria, che ci sia oppure no, il senso della frase non varia, anzi senza, renderebbe la frase meno forzata. 

Chiacchiere che fanno semi. → Crediamo che sia un modo di dire, forse, però non è abbastanza comprensibile per poterne carpire il significato. Crediamo sia opportuno riportare una spiegazione a fine capitolo se si intende utilizzarlo.    

Alcuni termini che posti in modo scorretto:

-Alla guerra dei tre Enrichi → Enrico, non si declina il nome al plurale.

Al nono capitolo, nel primo paragrafo abbiamo notato che si fa un uso spropositato del termine "ventuno". Ci sono troppe ripetizioni, oltretutto non necessarie che rendono la lettura pesante.

2. Narrazione: 

Nella narrazione degli eventi avviene un forte distacco. Gli eventi vengono narrati nel corso degli anni, a partire dall'infanzia per poi passare all'adolescenza e infine all'età adulta. Ogni situazione varia in base al tempo e allo scenario ed è come se stessimo guardando dentro una cinepresa tutti questi ricordi che vengono riprodotti in bianco e nero tutti di seguito.

- Terminologia. Un vocabolario ricco e variegato che non cade però in quelle tristi liste di paroloni arzigogolati, messi ad arte solo per stupire il lettore e urlare "sono bravo". Scrivere è trasmettere un sapore, un'emozione, non esibirsi. E crediamo che l'autore abbia trovato un equilibrio interessante nell'uso di parole "alte" e "basse". In questa storia si avverte la musicalità di ogni evento in modo naturale, proprio perché i termini sono stati spennellati a dovere, e anche se le frasi sono brevi e semplici, le parole usate sono molto profonde. I termini variano, si amalgamano serenamente in quasi tutte le frasi. Abbiamo incontrato anche un lessico poetico e "antico" che non si vede spesso ma che ricorda tanto i tempi passati e che rispecchia in tutto e per tutto il racconto delle memorie di Luca.

- Descrizioni. L'autore è stato bravo a dipingere gli scenari che ruotano intorno ai protagonisti e a volte non serviva nemmeno sapere come fossero fisicamente Luca o Silvia poiché abbiamo conosciuto il loro animo e siamo state in grado di dipingerli a nostro gusto.

Eppure, si sa che le descrizioni servono per riprodurre l'idea che l'autore ha nella sua mente ma che noi, purtroppo non saremmo mai in grado di identificare. Grazie ad esse possiamo capire il tipo di personaggio che troviamo tra le righe e, a volte, basta davvero poco. Un semplice aggettivo, un modo di fare, un'abitudine; tutto ciò, messo nell'insieme, aiuterà a tratteggiare sia il carattere che l'aspetto in generale. L'autore, in questo caso, fa descrizioni brevi e concise, piccoli elementi dati per concepire con la mente a modo nostro, sia il luogo che i personaggi. Di sicuro lasciano un forte impatto espressivo, ma se ci fosse stata concessa qualche piccola chicca in più avremmo avuto anche più impatto emotivo. Non sono particolareggiate o accompagnate da minimi dettagli, viene detto solo ciò che serve, quanto basta per farsi un'idea generale, il resto è dato all'immaginazione.

- Dialoghi. Anche qui ridotti ai minimi termini, succinti, quasi sottovuoto. Sono striminziti, brevi e diretti, senza sequenza narrativa o descrittiva ad accompagnarli, in compenso c'è tanta introspezione che fa da contorno. Insomma, c'è l'indispensabile. Ciò che dev'essere detto, viene detto. Ciò che deve arrivare, arriva, e tutto il resto lo riempiamo noi. Lasci molto spazio al lettore e, mentre questo non ti aiuta ad arrivare a "tutti", chi ha voglia di immaginare te ne è comunque grato.

- Ritmo della narrazione. Il ritmo della narrazione è, forse, quanto di più personale abbia questa storia. A tal punto da farci faticare all'inizio, per adeguarci. Siamo abituate a capitoli più corposi, narrazione meno spezzata, sequenze più legate. Eppure, alla fine, ci ha conquistate e siamo riuscite a vestire la storia senza sentirla stretta o larga.

La narrazione assume vari livelli di lentezza o ritmicità a seconda dell'attimo o della scena che stiamo leggendo. L'autore alterna momenti di puro divertimento e spensieratezza ad altri colmi di sentimento, sensazioni gioiose e prime esperienze. Il giusto tempo di narrazione permette anche di dare più effetto alla suspense, alla sorpresa e all'ansia. Si possono raccontare interi anni di vita in un solo capitolo come trascrivere una sola giornata in varie pagine. Tutto ciò che scandisce il flusso temporale è anche, e soprattutto, il contenuto. Grazie ad esso e alle diverse figure retoriche, alla giusta suspense e alla punteggiatura si può creare qualcosa di veramente accattivante che cattura immediatamente e non stanca il lettore. In questo caso, l'autore, ha colto il senso e ha sfruttato sia le figure retoriche come metafore e similitudini sia il ritmo della narrazione dando spazio a eventi distanti che saltano nel tempo anche a distanza di anni.

3. Analisi completa delle tematiche: 

Questa storia spinge a tavoletta sul pedale del rimpianto. L'incapacità su cui riflette Luca, di muoversi, di seguire l'istinto e la fiducia nel futuro. La staticità nata dalla paura. Luca sembra bloccato in questa marea di ricordi, rivive attimo per attimo ogni momento come se volesse tornare indietro e prendere in mano le redini della situazione. Il suo più grande rimpianto sembra essere il fatto di aver lasciato andare Silvia così, senza nemmeno lottare per averla.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Crediamo che, il primo capitolo sia molto, molto irrilevante, c'è solo un enorme uno in numeri romani a riempire l'intera pagina e che lascia alquanto perplessi. Si potrebbe anche evitare visto che in tutti gli altri capitoli non c'è e che crea molto distacco e confusione. Capiamo che la storia potrebbe essere divisa in varie parti e questo spiegherebbe proprio la presenza di quell'icona, ma basterebbe soltanto aggiungere la frase "Parte Prima" a inizio capitolo.

Passando al vero inizio, invece, possiamo dire che è davvero sorprendente, cattura sin da subito e si viene trascinati in questo vortice, ancora irrisolto di bellissimi ricordi.

Abbiamo percepito qualcosa di diverso, qualcosa che ci ha fatto capire che non è il protagonista a raccontarci di sé, bensì, siamo state noi a spiarlo da quella porta che lui non vuole aprire completamente al pubblico, siamo state come la nebbia che si addentra nella stanza attraverso le fessure delle persiane a studiare i suoi trofei e il suo poster di Chris Martin, per poi entrare nelle sue orecchie e leggere ogni pensiero e riascoltare insieme a lui vecchi dialoghi memorizzati in luoghi e tempi passati ma mai dimenticati.

- Originalità della storia nel complesso. Questo modo di raccontare ci è parso davvero originale e molto diverso dalle solite storie, soprattutto nell'orizzonte Wattpad e, anche se si tratta di una storia d'amore o così sembra, non abbiamo nessun lieto fine, non viviamo la storia tra i due, ci è dato soltanto qualche spiraglio sull'effettivo sentimento del protagonista a cui Silvia non sembra prestare minimamente interesse o attenzione, anzi, gioca e si diverte con lui come si farebbe tra amici, anche se quella soglia limite è stata ormai oltrepassata da tempo con un bacio. Non è la storia a doversi "discolpare dall'accusa" di partire da un cliché (che poi chissà che hanno di male questi cliché? Basta saperli maneggiare con cura, no?), perché ci pensa il tuo modo di raccontarla a renderla originale.

- Originalità del titolo. Crediamo sia un titolo molto particolare ma che devia quasi completamente da ciò che è la storia in sé. Si tratta di un racconto pieno di ricordi a cui ci si vuole aggrappare disperatamente giorno dopo giorno, magari per non dimenticare o forse per puro rimpianto. Di sicuro è originale, ma nel contesto non pare molto adatto, a parte la breve citazione iniziale del primo capitolo riferita agli uccelli migratori. Questa, però, è pur sempre una scelta che spetta all'autore; lineare o meno sarà lui a decidere, poiché ogni storia e ogni titolo sono una parte di noi che va a finire tra le pagine di un libro.

In sostanza, originale è originale. Attraente... insomma. Anche se è giustificato immediatamente dalla trama. Non sappiamo quindi se suggerirti di rimanere fedele alla tua essenza o cercare qualcosa di più accattivante.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Forse il fatto che si possa lanciare in aria una pallina da tennis ogni secondo... cioè, tra lanciarla, farla sbattere contro il muro, riprenderla e rilanciarla passa più d'un secondo.

Il protagonista dice: - Da bambino mi sono sempre chiesto perché gli uccelli, invece di rimanere sempre negli stessi posti, non viaggiassero per il mondo. Ora domando a me stesso la stessa identica cosa. → Il trattino posto a inizio frase non è necessario visto che si tratta di un breve pensiero introspettivo, così come la ripetizione di "stesso" appare superflua e ridondante, inoltre, ci siamo poste l'interrogativo degli uccelli che si citano. Come sappiamo, gli uccelli (non tutti) migrano per natura quindi la frase risulta un po' contraddittoria perché non ci si riferisce soltanto a un particolar tipo di uccelli, come ad esempio i Passerotti, ma si parla in generale. Quindi detta così sembra che "tutti" gli uccelli rimangano sempre negli stessi posti quando alcuni, come le rondini, invece, migrano.

- Pezzi mancanti. -

- Altro. -

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Il protagonista è stato capace di parlare di sé in quattro righe, ed è stato folgorante, come se stessimo guardando una fotografia che fa immaginare questo ragazzo dal bel fisico e dal bel viso, come immobile, ricoperto di polvere e sabbia, incastrato in un mondo dal quale ha paura di fuggire. Ci viene dato poco del suo futuro, ma si capisce che a un certo punto è riuscito a migrare lontano per poi ritornare in quel luogo colmo di ricordi a cui è sempre appartenuto.

E Silvia? Prorompente, vitale, gustosa caramella frizzante all'arancia. Un turbine che, nonostante sia passato esattamente sopra il protagonista, non è riuscito a smuoverlo, almeno non in tempo. Chissà che cosa è successo ai due nel corso degli anni per finire con l'allontanarsi?

Per quanto riguarda il contorno di amici, rimangono sullo sfondo, senza alcuna caratterizzazione. Crediamo che Alessandro, Tommaso e Simone siano presenti quel tanto che basta per fare da contrappeso alla vita di Luca, altrimenti piena solo di Silvia.

7. Coinvolgimento emotivo:

Non è stato facile aprire immediatamente mente e cuore a questa storia. Si è abituati, ormai, soprattutto qui su Wattpad, a leggere storie che non nascondono niente (lascia perdere i vari misteri). Ci viene detto come sentirci, cosa provare, cosa pensare. In questo caso invece ci va più impegno nel carpire ogni singola informazione, ma se ci si lascia il tempo di respirare il profumo di tutte queste parole che formano un susseguirsi di eventi e vicende sorprendenti, allora, personalmente, pensiamo che si possano trovare molte sensazioni ricche di profondo sentimento da vivere in ogni rigo di questa storia.

Qui di seguito riporteremo alcune frasi che secondo noi hanno reso la storia pregna di sentimento.

-Le mie mutande che scivolano nell'acqua, che si perdono nel fondale fangoso del lago, così come la nostra amicizia.

-Io sono i convenzionali auguri di Natale, graditi ma banali; sono la gente che si sveste al primo sole; sono il "noi siamo la gioventù migliore"; sono il silenzio ai funerali, sono la noia domenicale.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista.

Se dovessimo collegare il titolo alla copertina, senza conoscere la storia, la prima cosa che ci verrebbe in mente, sarebbe sicuramente un documentario sulla migrazione degli uccelli. Seppur aderente al titolo, non la troviamo sufficientemente d'impatto. Ne apprezziamo sicuramente la linearità e il minimalismo, ma forse, considerato quanto sia semplice (bianco/nero - un'immagine fin troppo minimal) ti consigliamo di provare qualche azzardo che possa attirare l'attenzione di un lettore.

- Sintonia degli elementi. Più in sintonia di così si muore. E' tutto perfettamente aderente al resto delle parti. Fino a diventare... noioso, addirittura. Forse arricchire la copertina con qualche elemento chiave della storia potrebbe essere la carta vincente.

Recensione a cura di:

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