'Gioselith: La Prima Cacciatrice' di BarbaraPBaungarten
Prima candidatura per Gemme - Fantasy
Gioselith: La Prima Cacciatrice deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una piccola revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!
Titolo: Gioselith: La Prima Cacciatrice
Autore: BarbaraPBaungarten
Genere: Fantasy
Sottogenere: Low fantasy
Trama:
Nietzsche afferma che: «I due valori antitetici "buono e cattivo" e "buono e malvagio" hanno sostenuto sulla terra una terribile lotta durata millenni».
Da sempre l'uomo s'interroga su quale sia la causa che abbia originato il male nel mondo e se sia possibile darne una risposta plausibile.
Solitamente, il male è identificato come una figura ostile dotata di forze superiori che si contrappone alle entità benefiche. Varie volte si è cercato di dare una spiegazione a queste due contrapposizioni: il bene esiste perché c'è il male, ma se quest'ultimo scomparisse che fine farebbe il bene?
Bene e Male, esistono dunque per regolare l'equilibrio del mondo, così come lo Yin e lo Yang?
E' proprio su questo argomento millenario che la trama di Gioselith apre il suo grande sipario, ovvero su uno scenario di lotta che si ripete sin dagli albori della vita. L'eterno conflitto tra bene e male ha radici lontane e in questo nuovo mondo fantastico, ha generato la nascita di due entità distinte - Mitrial e la Madre- che, a loro volta, hanno creato due eserciti di esseri magici per difendersi gli uni dagli altri. Mitrial ha dato vita ai Cacciatori, creature magiche per metà umane e per metà abomini, molto simili agli uomini nell'aspetto, ma dotati del "Murl", ovvero poteri sovrannaturali. La Madre, invece, ha sempre agito nell'ombra, attraverso i suoi più fedeli servitori. Tra di loro vi è "L'Immondo", il Signore degli Abomini, di cui lei ha bisogno per portare a termine i suoi piani oscuri. Ma il male non può agire indisturbato, perché la figlia di Mitrial, Gioselith, cercherà in tutti i modi di estirparlo.
Questo è un tema molto complesso che se sviluppato a dovere può rendere la storia davvero eccezionale. Ma spetta all'autore tesserne la tela per renderla unica. Alla fine, Gioselith, sarà in grado di sconfiggere il male o ne verrà sopraffatta?
1. Correttezza grammaticale:
- Punteggiatura. C'è un problema con le virgole, purtroppo. A volte ce ne sono troppe a volte ne mancano. (Es: Le vesti, nere ricamate con fili dorati scendevano elencati lungo il suo corpo... → occhio alla virgola).
Molto spesso ci sono degli incisi di troppo che rimarcano inutilmente il soggetto, o delle virgole mancanti. (Es: Le mani delle Pittrici sono divine, ne convieni Mitriba? → prima di Mitriba ci va una virgola (complemento di vocazione). Ti consigliamo di sostituire alcune virgole e riarrangiare i periodi, spesso molto lunghi, con dei punti, così che la lettura sia più leggera e diretta.
Questo, forse, è il punto che penalizza di più l'opera. Abbiamo riscontrato per tutta la lettura errori simili e ripetitivi. Nei primi capitoli d'introduzione, spesso e volentieri l'autrice ha tralasciato dei piccoli ma essenziali dettagli. Ha dimenticato di dare enfasi ai dialoghi apportando il punto esclamativo quando la frase lo richiedeva. Altro frequente errore è quello di non concludere i dialoghi con il punto. Abbiamo le virgolette ma nessuna chiusura che indichi la fine del periodo. Mancano le virgole e spesso sono poste dove non serve. Tutto ciò continua anche per i capitoli a seguire.
Esempio:
Tredici, lunghi [...] → Tredici lunghi[...]
Durante i quali Gioselith [...]→ Durante i quali, Gioselith [...]
Tu, Gioselith mia apprendista → dopo Gioselith ci va la virgola.
Non ti pare stupido idiota? → Non ti pare, stupido idiota? Oppure → Non ti pare stupido, idiota?
Magnifica ed imponente si stagliava sul panorama freddo della città come un faro su un litorale brullo e Gioselith sorrise: il Nido era vicino. → litorale brullo. Gioselith sorrise: il Nido era vicino. Meglio apporre un punto dopo brullo così rendi il discorso meno lungo e pesante.
Il problema dei periodi lunghi sparisce durante le scene di combattimento (in particolare quella con il dragoi), che sono davvero ben scritte, e migliora con il proseguire della storia. Tienilo a mente e prova ad accorciare qualche periodo anche durante la narrazione "normale".
- Verbi. Abbiamo notato che a volte c'è una discordanza dei verbi quando vengono raccontati i flashback, inizialmente vengono narrati al presente, anche se la storia è all'imperfetto, ma successivamente alcuni vengono scritti al passato o all'imperfetto. Ti consigliamo di unificare questo punto e scegliere solo un tempo verbale, se non per tutta la storia, almeno per tutte le digressioni. Per il resto non ci sono scivoloni durante la narrazione degli avvenimenti.
Inoltre dovrebbero essere almeno scritti tutti in corsivo (all'inizio non lo sono), così dai più possibilità al lettore di comprendere tutte le parti del testo senza che si confonda. Ricorda che tu sai quello che vuoi scrivere o che vuoi far percepire agli altri, ma un lettore che si ritrova a leggere la tua storia per la prima volta, senza che ogni elemento sia distinto e inserito dove è giusto che sia, non riesce a percepire la fluidità del testo e a godersi la lettura con tranquillità.
Alcuni errori:
Capitolo 1 - LA PRIMA CACCIATRICE:
- Erano trascorsi due anni da quando aveva visitato Wurbrum. L'ultima volta aveva era stata in compagni di Pheor.
Capitolo 3 - MITRIBA:
- Ogniqualvolta ne avessero l'occasione. → ne avevano.
Capitolo 4 - L'IMMONDO:
- Ma i tempi cambiano [..] → erano cambiati.
Capitolo 5 - THERO:
- Evidentemente, l'uomo aveva notato il suo gesto e si sentì in dovere [...] → e si era sentito.
- Prometti di dare la tua vita se fosse necessario? → se sarà necessario?
Capitolo 8 - NOEM:
- E da quale parte avrebbe dovuto dirigersi[...] → Sì sarebbe dovuta dirigere.
- Tra poco arriveranno gli altri. Se volessi rinfrescarti c'è un piccolo ruscello. → Se vuoi.
Capitolo 11 - DRAGOI:
- Tenendo conto che Noem dovesse avere più o meno la stessa età [...] → Doveva avere.
Capitolo 12 - LA LOCANDA:
Dovremo trovare → Dovremmo.
Capitolo 13 - COMPLICAZIONI:
- I flashback che all'inizio scrivi al presente indicativo, qui invece sono scritti all'imperfetto.
- Un muro bianco che sembra appiattire [... ] → sembrava.
Capitolo 16 - A UN FILO DALLA META:
Non li avrebbe seguiti, anche se la voglia di capire cosa ci facesse un accampamento in una foresta come quella fosse tanta. → era.
Ti abbiamo elencato alcuni errori, così puoi capire in che modo intervenire in seguito per migliorare il tutto.
- Altro. Ci sono diversi errori di battitura e alcune parole e frasi scritte proprio nel modo sbagliato.
Gran che → Granché
Brucia pelo → Bruciapelo
Famigliare → Familiare
Entrambi i termini sono presenti nel dizionario con lo stesso significato, anche se "familiare" è considerata la forma più corretta. L'unica differenza tra i due è che "famigliare" è il sostantivo di derivazione latina "familiaris", mentre il secondo si rifà etimologicamente al termine italiano "famiglia". Quindi attenta, perché nel testo usi spesso solo il termine famigliare senza considerare la sua forma.
Aveva la gola secca ma non fame. →ma non avvertiva la fame.
Capitolo 2 - RICORDI:
Inizi il periodo dicendo che Gioselith detesta la città e non sopporta gli abitanti e concludi dicendo che l'atteggiamento degli abitanti a Gioselith non andava giù. → Senza ripetere Gioselith potresti usare il pronome "a lei".
"Gioselith detestava quella città." In seguito scrivi: "Eppure in quella città."
Capitolo 3 - MITRIBA:
Le guardie si cambiarono alcune occhiate → Scambiarono.
Dirimava → Diramava.
Capitolo 4 - L'IMMONDO:
Sempre più numerose e sempre più vicine.
Nello stesso caso di Gioselith, in questo capitolo continui a ripetere Pheor.
Capitolo 5 - THERO:
Pheor abbassa il marchio e lo imprime sulla pelle che sfregola → sfrigola.
Nessuno poteva entrare alla sala delle udienze. → nella.
Camminava pochi passi indietro il guardiano. → al.
"Perché non è stata fermata così come aveva richiesto?" → avevo.
Ma anche i Cacciatori avevano la loro bella bile nei confronti dei maghi... → Così suona male. Magari potresti scrivere qualcosa di simile: "avevano la loro bella dose di rancore nei confronti dei maghi."
All'inizio "Murl" viene scritto con la maiuscola, successivamente con la minuscola.
E' possibile imparare a gestirlo ma non s'impara possederlo. → a possederlo.
Si rese conto sin da subito che la sua, più che un onore era una condanna. → qui devi concordare il nome con l'aggettivo e aggiungere una virgola: Si rese conto sin da subito che il suo, più che un onore, era una condanna.
Fidarsi non era mai stato un verbo "famigliare" per lei ma aveva, forse, altra scelta? → L'inciso non è necessario, la virgola andrebbe messa tra "lei" e "ma".
Gioselith si ferma ad un bivio che l'ultima volta non c'era; e in seguito cammina nella nuova via che mai aveva visto. Converrebbe specificare i cambiamenti avvenuti nella città, poiché, detto così sembra che il bivio si sia formato all'improvviso dal nulla perché prima non c'era. Inoltre la d eufonica: "ad un bivio" è sbagliata, perché va messa solo se la parola seguente inizia con la stessa lettera. Quest'ultimo errore non viene fatto di frequente, tuttavia ogni tanto c'è.
Solo una donna ha mostrato di avere il murl e quella donna sei tu. → potresti evitare queste continue ripetizioni inserendo soltanto "quella sei tu".
Continui a mettere incisi nelle stesse frasi o a poca distanza tra di loro. Basterebbe che usassi i pronomi e tutto risulterebbe meno ripetitivo.
Capitolo 6 - MAI DISCUTERE CON UN IDIOTA, LITH:
Di norma, la punizione prevedeva un periodo di reclusione variabile a seconda del gesto commesso, ma Gioselith non sapeva quanto sarebbe durata la sua punizione. → ripetizione.
Aveva urlato contro di lui accuse pesanti... lo aveva accusato... → altra ripetizione, ti consigliamo di usare dei sinonimi.
Capitolo 7 - LA PROFEZIA:
La cacciatrice verrà da me ben prima di ver compreso. → di aver.
Pheor l'aveva allevata e l'aveva addestrata all'uso del murl, ma non aveva mai parlato di una( → un) gruppo di seguaci. → Ci sono troppi aveva.
Lei aveva innalzato la pira funebre e aveva dato... → stessa cosa qui.
Capitolo 8 - NOEM:
Il canto di uccelli. → Degli.
Ora i suoi occhi le rimandavano l'immagina. → L'immagine.
Per ristorare non solo il corpo ama anche la mente. → ma.
Capitolo 9 - L'AMULETO:
Gioselith non sapeva cosa aspettarsi ma, di certo, non si aspettava quello. → ripetizione.
Si zittirono subito quando la ragazza fece al sua apparizione. → la sua apparizione.
Sempre nello stesso capitolo "la domanda sorprese Gioselithh" → Gioselith.
"E'" Invece che È. Per scrivere la "e" maiuscola accentata con il Mac basta premere "Alt+Shift+e"; per Windows "Alt+0200".
Gioselith accennò ad un timido saluto. → Anche in questo caso la "d" eufonica non va.
Gioselith ebbe un brivido sentendo nominare il maestro accompagnato da un senso di frustrazione. → dopo maestro ci va la virgola e la frase è un po' confusionaria.
Vedo sconosciuti parlare di Pheor e mi chiedo dov'eravate quando è morto? → e mi chiedo: dove eravate... ?
Starne → Strane.
Dal buio le ombre acquistarono una forma, come se stesse emergendo... → Stessero.
Capitolo 10 - LIMES:
Era come lo ricordava: la lunga barba, ben tenuta e i capelli raccolti... → la virgola non ci va.
Gioselith abbassò il proprio sguardo. → lo sguardo.
Possibile che lei fosse quella della profezia? → che fosse lei.
Cosa centro io. → c'entro.
Le disse il maestro abbracciandola forte. "Sii forte... → ripetizione.
Gli sguardi dei quattro uomini si fece perplesso. → "Lo sguardo dei quattro uomini si fece perplesso" o "Gli sguardi dei quattro uomini si fecero perplessi."
Capitolo 11 - DRAGOI:
Fece scroccare le ossa del collo. → schioccare o scrocchiare.
"Sembrava impossibile da credere soprattutto tenendo conto che Noem dovesse→ (doveva) avere più o meno la stessa età di Gioselith e che il Maestro non l'avesse → (l'aveva) lasciata un attimo da quando si erano conosciuti" → Le virgole!
"Era arcistufa di dover fare i conti con uomini che non prendevano sul serio la sua dedizione alla causa e Noem si fece →(si faceva) carico di uno sfogo forse fin troppo esagerato" → C'è qualcosa che non quadra qui. Che significa uno sfogo troppo esagerato in questo contesto? Forse intendevi un "peso"?
"A tempo debito, Mitriba, avrai l'onore di vedere il mio volto e sarà l'ultima cosa che i tuoi occhi vedranno." → Ripetizione
Questo è un genere di errore che abbiamo riscontrato di frequente, solitamente usi mettere due segni di punteggiatura quando ne basta uno alla fine del dialogo tra virgolette: "Dove andiamo?", chiese... → la virgola non è necessaria.
Capitolo 12 - LA LOCANDA:
Tu, ascoltami Gioselith. → c'è già il "tu" non serve mettere un altro soggetto.
Se avrebbe (→ avesse) incontrato qualcuno della sua infanzia. → che faceva parte.
Un colpo violento alla schiena e cadde per terra. → Manca qualcosa. Forse intendevi: Avvertì un colpo violento?
Capitolo 13 - COMPLICAZIONI:
Aveva l'abitudine di dare ad ogni pozione un tappo differente per poter essere in grado di riconoscere le pozioni. → Senza ripetere pozioni, potresti scrivere: riconoscerle.
Si arrampicò sullo scaffale. Saltò da uno scaffale. → ancora ripetizioni.
Si mosse da suo nascondiglio. → dal.
Capitolo 14 - I PIANI CAMBIANO:
Lui si trovò a chiedersi. → si chiese.
Capitolo 15 - SULLA VIA MERCANTILE:
Nulla andrò bene. → andrà.
Capitolo 17 - IL GATTO A NOVE CODE:
"La colonna di fumo, che si ergeva come un serpente grigio a dominare la foresta era il profumo della vittoria..." → manca una virgola tra "foresta" ed "era".
"Io sono Marcus, disse. Lith strinse la mano → Qui hai dimenticato di chiudere le virgolette, inoltre c'è una ripetizione della parola "mano" con la riga sopra che suona davvero male.
Capitolo 19 - MEGLIO TARDI CHE MAI:
"Si sentiva responsabile di Gioselith..." → per Gioselith
Capitolo 21 - IL LIBRO DEL TEMPO:
"... Sono centri di addestramento dive i cacciatori trovano..." → dove.
"Era frustrata e, soprattutto spaventata." → manca una virgola, oppure va tolta quella che già c'è.
"... Gioselith non puoi immaginare la rabbia che ho provato..." → manca una virgola dopo Gioselith (con il complemento di vocazione ci va sempre la virgola).
Capitolo 22 - LA MATASSA DI DUBBI:
"Esistono entrambe, Noem è l'unica cosa che possiamo fare..." → La virgola va dopo Noem, non prima, altrimenti sembra che sia Noem la cosa che devono fare.
Capitolo 23 - IL RITO:
"Un vento si levò dal libro e una potente onda d'urt5o travolse entrambi" → urto. Questo errore si tratta davvero di una sciocchezza di battitura facilissimo da scovare, il che ci fa pensare che tu non rilegga prima di pubblicare (o che non abbia ricontrollato la storia prima di proporla), forse ci sbagliamo? Comunque, ci sono davvero molti altri errori di questo genere che possono benissimo essere sistemati con una semplice rilettura.
Capitolo 25 - LE MONTAGNE NERE:
"Una risate che si propagò nella valle..." → risata
Capitolo 26 - SFUMATURE:
"I capelli scuri, neri come la notte, erano raccolti in una mezza coda e lasciavo libera la fronte alta." → lasciavano
Capitolo 27 - DORCATT:
"L'Immondo aggrediva ogni tanto, così come le sue creature allora perché temere..." → Manca una virgola (o un punto) tra "creature" e "allora".
"Non fallirai ne sono sicuro." → Manca una virgola dopo "fallirai".
Abbiamo trovato davvero, davvero, davvero tanti errori di battitura e distrazioni.
2. Narrazione: La narrazione è fluida e ha un buon andamento. Il fatto che l'autrice abbia usato una "voce di narrazione" extradiegetica (i fatti sono narrati da chi non è presente all'interno della storia) rende la visione a 360°, cioè siamo in grado di conoscere i fatti, non solo del personaggio principale, ma anche di quelli che gli girano intorno o con i quali non ha mai intrapreso nessun tipo di dialogo né di esperienza, come per gli antagonisti e per Pheor. Le azioni si dislocano a intermittenza nel susseguirsi delle vicende, così da non risultare né troppo noiose né stancanti. Anche l'ordine, la durata e la frequenza sono quasi ottimali, tuttavia, a volte si passa dalla narrazione di un fatto all'altro senza la presenza di nessuno stacco temporale o lo spazio fra due paragrafi. Ad esempio nella scena alla locanda, mentre ancora stanno mangiando, scrivi → "Domani mattina andremo al Nido e lì sarai circondato dal profumo di Cyprus"; E subito dopo: "Le coperte del letto..." Qui la narrazione si interrompe e non si specifica come si sia passati dal tavolo in cui erano seduti, alle coperte del letto. Come anche alla fine del capitolo "Thero" concludi dicendo che Gioselith si può sedere e iniziare a parlare ma successivamente è il Magister a prendere la parola senza che sia specificato se la protagonista abbia effettivamente detto qualcosa o no.
- Terminologia. La terminologia è vasta. Comprende un bel "glossario" efficiente, ricco e sostanzioso. La vivacità con cui vengono usati i termini rende la lettura scorrevole e per nulla pesante, soprattutto per chi ha un livello di comprensione del linguaggio italiano nella media. Ogni parola si adatta perfettamente al contesto scelto dall'autrice. Ed è molto bello il fatto che ogni luogo abbia un nome, rende l'ambientazione più viva; il Nido, il Secretum, Limes, e così via. L'attenzione posta sui nomi (in particolare su quello di Gioselith, che andando avanti diventa particolarmente significativo) è davvero notevole.
- Descrizioni. Ci sono soltanto alcuni problemi con le descrizioni, per il resto sono davvero ben fatte. Come ben sappiamo, ogni storia che si rispetti, per essere apprezzata in ogni sua sfumatura ha bisogno di uno scenario che faccia da "set". L'ambientazione, i veicoli, le abitazioni, le azioni e soprattutto i personaggi devono essere accompagnate da un sostegno, cioè da una descrizione che li renda più verosimili possibili. Che sia lunga o corta, ricca o povera, l'importante è che sia presente. Attenzione però, assicuratevi di dare il giusto peso a tutto ciò che scrivete, altrimenti potreste confondere il lettore che, annoiato, passerebbe oltre le tante descrizioni.
A tale scopo, ci siamo soffermate a lungo a esaminare le varie descrizioni presenti in Gioselith e dobbiamo dire che siamo state piacevolmente ricompensate. Ciò che di più ci ha colpito è stata proprio la fluidità, l'armonia e la precisione. Quasi tutte le scene e i luoghi sono descritti in modo conciso senza divagare. L'autrice è stata in grado di creare l'atmosfera giusta per quasi tutte le occasioni e ciò ci ha permesso di immedesimarci nei vari scenari accrescendo sempre di più la nostra curiosità.
L'unica cosa che avrebbe potuto sviluppare in modo più appropriato e con maggiore peculiarità, sono le descrizioni della città all'inizio e le varie vie che si susseguono per arrivare da un luogo all'altro. Questo permetterebbe al lettore di farsi un'idea più precisa e veritiera di ogni ambientazione. Un'altra disattenzione è stata quella di non dare ai personaggi secondari la loro dose di sviluppo. Essi non sono ben caratterizzati e vengono lasciati da parte. Sappiamo i loro nomi ma è come se l'autrice si fosse soffermata a sviluppare soltanto i personaggi principali, mettendo da parte tutti quelli che li accompagnano. Ma affronteremo questo aspetto più avanti (Punto 5).
Alcuni errori che abbiamo riscontrato:
Capitolo 3 - MITRIBA:
- Gioselith attraversò la grande porta a doppio battente in legno rinforzato → Qui riprendi nuovamente le caratteristiche della porta che avevi già descritto soltanto pochi righi prima.
Oltre a queste piccole disattenzioni non abbiamo nient'altro da dire.
- Dialoghi. Belli, scorrevoli e verosimili. Anche la terminologia usata è corretta (considerando che si tratta di un classico fantasy e alcune espressioni "moderne" sono da evitare), l'autrice ha fatto un ottimo lavoro nel far utilizzare il giusto vocabolario ai personaggi. Infatti, questa è senza dubbio la parte che abbiamo apprezzato di più! Si nota il nostro entusiasmo? No? Dovremmo esultare meglio allora! I dialoghi rispettano oltre ogni logica sia la trama che l'ambientazione. Stiamo parlando di un fantasy di epoche remote, dove tutti, anche gli individui del rango più basso, devono portare il giusto rispetto. I personaggi si pongono in maniera egregia, lodano quando ce n'è bisogno, usano una vasta e ampia varietà di appellativi e rimirano colui che sta nel gradino più alto del loro, cioè chi ha più potere o maggiore carica/rango. Il tutto con la giusta dose di ilarità, senza apparire troppo sconvenienti o addirittura irriverenti. Secondo noi, i discorsi tra i personaggi e le descrizioni, sono i punti di forza della storia.
- Ritmo della narrazione. I capitoli sono molto brevi, i primi non introducono molto la trama, quindi si ha un inizio un po' lento che scorre a fatica poiché pare che queste prime parti vengano usate a mo' di "spiegone" in cui vengono date più informazioni possibili sul mondo in cui ci troviamo. Il che non è necessariamente un male, ma spesso questo genere di informazioni è meglio diluirle durante tutta la storia in modo da illustrarle in profondità, o in capitoli più lunghi in cui succede effettivamente qualcosa.
Altre volte non si comprende bene la tempistica dei viaggi, il modo in cui i vari personaggi si spostano da una città all'altra. Le tempistiche sono molto incerte in questo caso, per di più le descrizioni così "piene" non aiutano a focalizzarci su un solo luogo per volta con tutti questi spostamenti. Ci siamo ritrovate dunque, (nonostante la nostra attrazione per le descrizioni), a dover metabolizzare il tutto velocemente perché sin dall'inizio la protagonista si sposta di luogo in luogo e in maniera piuttosto affrettata. Consigliamo di narrare senza fretta, di specificare il tragitto che s'intraprende e di farlo con moderazione così da alleggerire la descrizioni frequenti e permettere al lettore di comprendere gli spostamenti, e magari approfittare di questi ultimi per approfondire in tutta calma alcune tematiche secondarie o i personaggi stessi.
2. Analisi completa delle tematiche: Principalmente lo scontro tra male e bene; la cosa positiva è che sin dall'inizio ci viene illustrata, in alcuni capitoli, la figura maligna, l'Immondo. Questo ci permette, in qualche modo, se non simpatizzare, almeno conoscere questa controparte. Il fatto che poi tutto si sviluppi in parallelo, continuando a darci piccoli scorci del piano dell'Immondo e della Madre di certo non fa che rendere tutto più interessante. Non è semplicemente la battaglia contro una forza maligna sconosciuta, ma un elemento che anche noi lettori arriviamo a conoscere piuttosto bene andando avanti con la lettura.
Un altro aspetto evidentemente fondamentale è l'eroina che deve portare tutto sulle proprie spalle. Per quanto possa sembrare un po' Mary Sue, la protagonista dimostra certamente che "portare la gonna" non è sinonimo di debolezza, soprattutto in un fantasy tipo medievale, in cui - da come abbiamo potuto notare leggendo - la discriminazione femminile è all'ordine del giorno.
3. Originalità: sinceramente ci sembra un miscuglio di tanti libri, in particolare quando ha citato le fiaschette di pozioni che prende per rendere più acuta la vista e le rune, ci è venuta subito in mente la saga di The Witcher. Purtroppo si sente l'originalità mancare un po'. All'inizio ci viene presentato questo mondo diviso a metà, in cui bene e male si scontrano (L'immondo e i Cacciatori), la lotta tra queste due forze è visto e rivisito, è un bel tema, ma non semplice da rendere originale o innovativo, visto quante volte è stato rielaborato.
La profezia, la ragazza guerriera (e qui ci viene in mente la Troisi, con la figura della protagonista femminile, sola contro tutti). Tutto questo ci dà un continuo brutto senso di dejavù.
E "Il settimo figlio" di cui l'autrice ha anche inserito alcune scene nel trailer, mi sembra molto basato, allo stesso modo, su questa relazione tra Maestro e Apprendista Cacciatore.
Purtroppo non è neanche del tutto inaspettato che Noem (figlio del maestro e che inizialmente quasi odia Gioselith) inizi a innamorarsi della protagonista, a lungo andare. O il sospetto che lui possa diventare un Immondo (e tutto il disagio che ne genera). Non sono però approfonditi abbastanza, anche se poi si scopre che è proprio Gioselith colei che porta entrambe le Profezie, ritrovandosi, di nuovo, con un enorme fardello da portare. Il suo ruolo continua ad "appesantirsi", tutto gira intorno a lei e, in questo modo, i personaggi che la accompagnano perdono sempre più importanza.
- Impatto iniziale. A primo impatto la storia non ci ha colpite più di tanto, ma andando avanti si entra nel vivo, si inizia a scoprire qualcosa, avvengono i primi combattimenti (che ripetiamo: sono resi davvero bene) e si fa la conoscenza (apparente) di nuovi personaggi e degli antagonisti che si celano nell'ombra, destando il nostro più profondo interesse. Se solo fossero sistemati i punti citati sopra, il coinvolgimento non calerebbe, poiché alcuni avvenimenti sono aspettati e, anche se intesi per essere dei colpi di scena, non appaiono come tali proprio per il fatto che le tematiche utilizzate non sono più molto originali o non sono approfondite a dovere, ad esempio la scena in cui l'Immondo finge di lasciar fuggire la ragazza che sarebbe potuta essere resa molto più intensa e interessante. Stupisci inserendo maggiori colpi di scena difficili da immaginare o almeno non così evidenti.
- Originalità della storia nel complesso. Nel complesso, la storia presenta un'originalità sopra la media. Abbiamo l'originalità dei nomi, belli e vari, dei luoghi e dei nemici ma quella che dovrebbe essere più approfondita è la trama che, per un fantasy, se non è sviluppata bene, risulta scontata. Siamo davvero convinte che se soltanto la approfondissi un pochino sarebbe davvero originale: hai creato un mondo "fantastico", non farlo cadere nella mediocrità.
- Originalità del titolo. Nome originale, bello che sia inventato e il fatto che "la prima cacciatrice" possa non riferirsi solamente al fatto che Gioselith sia la prima cacciatrice donna, ma anche la prima ad essere degna di tale titolo. Ma soprattutto diventa interessante un volta che si scopre il vero significato del suo nome, molto bello anche il fatto che sia stata proprio l'autrice a inventare "Gioselith" e a dargli il giusto spessore.
4. Analisi delle falle:
- Contraddizioni. Gioselith viene mandata a recuperare dei libri ma non le viene indicato il titolo di questi. Questa mancanza inizialmente non viene notata né da lei, né dai suoi compagni di viaggio. Questo punto è piuttosto inverosimile perché, insomma, la prima cosa che si pensa quando si deve comprare/recuperare/rubare un libro è il suo titolo. Anche se in seguito li recupera sotto (inaspettato) suggerimento dei nemici, dopo averli messi al tappeto in meno di cinque secondi. Ecco è questo che intendiamo per descrizione frettolosa. La parte delle guardie, paradossalmente, sarebbe potuta anche essere ignorata, in modo da favorire una maggiore attenzione a questi particolari libri e al loro eventuale ruolo nella storia. Insomma, Gioselith, riesce a cavarsela troppo facilmente nelle situazioni di pericolo e ciò non suscita quella suspense o quel timore che dovrebbe esserci in questi casi.
Spesso la Cacciatrice rimarca come "non si fidi nessuno, neanche quelli che conosce da una vita" ma finisce sempre, costantemente, per seguire sconosciuti semplicemente perché dicono il nome del suo Maestro.
- Pezzi mancanti. Gran parte degli avvenimenti, soprattutto all'inizio, sembrano susseguirsi con un filo logico un po' forzato e certe cose non vengono spiegate in modo abbastanza approfondito per essere metabolizzate in tempo.
- Altro. Alla fine dei dialoghi - a parte il punto mancante - spesso dimentichi di specificare chi è che compie le azioni.
Esempio del capitolo 3 - MITRIBA:
"Nemmeno rozze scimmie fra gli umani eppure..." e lo squadrò. → disse e lo squadrò.
"Come hai detto, sgualdrina?". Gioselith rise. → Il punto qui non ci va, e tendi a esporre quasi sempre le azioni di Gioselith. Avresti potuto scrivere ad esempio: "L'uomo replicò inferocito e Gioselith rise di lui."
CAPITOLO 1 - LA PRIMA CACCIATRICE:
Quando descrivi Gioselith la presenti come una giovane ragazza esile dai neri capelli corvini → Non c'è bisogno di aggiungere l'aggettivo "corvini", perché già specifichi che sono neri. È un rafforzamento inutile. O metti l'uno o l'altro.
5. Caratterizzazione dei personaggi: Come abbiamo già detto precedentemente, Goiselith appare un po' una Mary Sue.
E' sicuramente il personaggio più caratterizzato, la guerriera unica nel suo genere con addosso il peso della profezia, ma manca di alcune peculiarità che le servono per poter essere quel tanto aspirante eroe. Gioselith agisce guardando solo ed esclusivamente dritto davanti a sé, o almeno è questo il pensiero che abbiamo percepito in base alle sue azioni e alle sue riflessioni. È il tipo di eroina che ama avere tutto sotto controllo, soprattutto i sentimenti che, a detta di qualcuno, la renderebbero debole. Per questo non vuole affezionarsi a nessuno e cerca sempre di essere migliore di quel che già è. Ma questa sua visione unitaria e la consapevolezza di essere la sola a possedere così tanto potere la rendono un po' egocentrica. Pensiamo che sia più saggio farle dono di maggiore razionalità, generosità, di darle modo di esprimere ciò che sente senza che tutto giri inevitabilmente, sempre e solo, intorno a lei. Dando meno potere a lei e razionando una bella dose di carattere anche per gli altri personaggi, renderesti la storia, già bella di per sé, perfetta.
Ad esempio, sin dall'inizio, Lith appare impostata. È descritta (anche se ci sono ben poche descrizioni su di lei) come una donna di ghiaccio, lei è temuta da tutti, possiede poteri che nessun altra ragazza ha, senza sopportare o pagare il prezzo di tale dono, ma è questo quello che dovrebbe fare. Invece la nostra Cacciatrice non sembra risentire di alcuna pressione, a parte il fastidio che prova verso la gente comune che la ritiene una specie di strana mutazione, poiché tra tutti i Cacciatori è la sola donna a essere nata con questa peculiarità; Ed è invincibile, ma anche i supereroi più potenti hanno la loro Kryptonite, e Gioselith non è da meno. Se la rendessi più "umana" guadagnerebbe un bel po' di punti extra.
Perché tutta la storia gira intorno a lei, lei ha il potenziale di salvare il mondo o gettarlo nell'oscurità, lei sta al centro tra bene e male; lei, lei, lei...
Ecco, per quanto si sia voluto dare spessore e importanza a questo personaggio, si finisce per eclissare tutto il resto. Va bene che la storia naturalmente sia basata su di lei, ma gli altri personaggi (a parte l'Immondo) non vengono approfonditi abbastanza per apparire davvero importanti ai fini della trama e ci viene difficile affezionarci particolarmente a qualcuno di loro. Anche se devo ammetterlo, ho provato una strana simpatia verso il servitore dell'Immondo. Nella sua sfortunata esistenza ha dimostrato di possedere le giuste caratteristiche per essere un vero e fedele servitore. Mi ha fatto pena ma lo ammiro per quel po' di coraggio che ha.
Un esempio in particolare che vorremmo citarti è il momento in cui si scopre che uno dei personaggi che accompagnava Gioselith era fedele all'Immondo. Questo passaggio non è affatto chiaro, non è approfondito (anche se risulta una svolta molto importante, un colpo di scena) e quindi finisce per - più che passare inosservato - trasmettere ben poche emozioni. Non viene dato il giusto tempo per comprendere e affezionarsi al personaggio tanto da rimanerci male per questa cosa, né tanto meno viene approfondito il momento in cui scopriamo il "tradimento", anche perché durante tutta la storia questo personaggio è sempre stato dalla loro parte e non ci ha mai fatto intendere il suo schieramento. Quindi finisce per rimanere piatto e trasmettere poche emozioni come molte altre parti.
Ci sono parecchie falle in questo punto, non solo la contraddizione di Gioselith che "non mi fido di nessuno" e poi si lascia portare in giro da sconosciuti. Ma soprattutto dalla piattezza degli altri personaggi. I suoi compagni di viaggio non vengono quasi mai approfonditi. È come se stessero lì e fungessero da paesaggio, non vengono integrati ma sono solo comparse.
Un esempio di questo problema è la scena del primo incontro tra Gioselith e Noem, che ci sembra un po' forzato, lui la trascina via dalla prigione e lei si accontenta di sapere solo il suo nome? Perché l'ha liberata? Che interessi ha per fare una cosa del genere? E anche qui, il tutto avviene senza nessun ostacolo. Tutto troppo facile.
Andando avanti con la storia, queste divergenze non si "risolvono" e non vengono chiarite, insomma, chi mai seguirebbe uno sconosciuto, accontentandosi semplicemente del nome? Chi lo sa che non potrebbe essere il "lupo cattivo" che cerca di fregarla? Un nome di certo non basta, che sia il proprio o quello di una persona conosciuta. Sì, lo sappiamo che Noem dopo chiarisce chi è, ma resta il fatto che è comunque uno sconosciuto e potrebbe anche mentire, essere un doppiogiochista, un mostro, o peggio, far parte dei nemici. Crediamo che Noem per essere degno della fiducia di Gioselith debba compiere quel gesto che nessuno si aspetterebbe, conquistarsi un posto accanto a lei, non soltanto per la sua discendenza ma anche perché ha dei valori e delle caratteristiche che lo rendono una persona che merita fiducia, qualcuno su cui poter contare in ogni situazione. E poi infilarci il colpo di scena della sua parentela per stupire i lettori.
Ci ha incuriosite il fatto che Gioselith sia l'unica donna presente (fisicamente e che interagisce) nella storia. Non riusciamo a capire se sia voluto o no, ma ci ha portato a riflettere parecchio.
Altri momenti invece sono resi in modo troppo frettoloso, spesso si sorvola completamente sui pensieri più profondi e particolari che potrebbe avere un personaggio. Ad esempio, in uno degli ultimi capitoli, quando l'amuleto si fonde inaspettatamente con la sua carne, Gioselith non si ferma neanche un istante a farsi domande o ad apparire stupefatta. Certo, c'è una battaglia davanti a lei, ma le reazioni a questo avvenimento secondo noi andrebbero illustrate almeno in minima parte.
6. Coinvolgimento emotivo: effettivamente questa storia cattura, semplicemente per il fatto che gli avvenimenti si susseguono con fluidità e con uno stile tutto sommato piuttosto buono, quindi la lettura scorre bene e cattura, anche se poi si incappa in varie incoerenze. La parte emotiva potrebbe salire alle stelle se solo alcuni momenti venissero approfonditi più attentamente. Si potrebbe percepire la tensione quando Lith si trova a parlare con gente che non la comprende, la sorpresa quando accade qualcosa di inaspettato (la pietra che le si fonde alla pelle, ad esempio). Approfondire questi aspetti e renderli intriganti come le scene di combattimenti gli impedirebbe di passare in sordina, come invece purtroppo succede. Cerca di fare attenzione alla punteggiatura e alla grammatica. Amplia l'uso dei pronomi, delle preposizioni e delle particelle, non soffermarti soltanto a ripetere sempre i soliti nomi, sostituiscili.
7. Breve recensione della copertina:
- Quanto attira a prima vista. Molto, nonostante le piccole imperfezioni; la copertina è molto interessante e suggestiva, attenta però che si vede una sottile linea bianca che infastidisce un po' nella parte superiore, le misure precise per la copertina di Wattpad sono 512x800 pixel (o un multiplo di esse).
- Sintonia degli elementi. Il testo potrebbe essere sistemato diversamente, cioè cambiando il colore di "Gioselith", perché purtroppo in una copertina così scura il blu non rende molto. A volte anche il semplice colore bianco (in tinta unita) rende molto bene, soprattutto in casi come questi, così da creare una sorta di punto di luce nella copertina scura. L'effetto riflesso è molto interessante, peccato che questi colori non rendano molto, ti consigliamo di trovare un font un po' più sottile e meno in stile "Comic Sans" così da renderlo più leggibile e suggestivo.
C'è qualcosa che non va con il modo in cui è scritto il tuo nome; ci sono tre lettere centrali con un font e delle dimensioni evidentemente diverse. E sopra ad esso si nota un po' il taglio netto della figura della guerriera, prova a sfumarla per omogenizzarlo con lo sfondo che, tra parentesi, è davvero molto bello, e forse non è del tutto adatta la figura femminile per via del volto coperto, che ci fa pensare a un'identità che va tenuta nascosta, o a un personaggio che si muove nell'ombra, più che a una Guerriera.
- Consiglio: Rilettura e revisione accurata per sistemare i periodi e gli errori di battitura, che per fortuna sono pochi, (approfondire) collegare tra di loro i vari avvenimenti in modo più chiaro, narrare le vicende con le giuste tempistiche, dare più spessore a quasi tutti i personaggi o almeno a quelli che girano intorno a Gioselith.
Commento finale:
Basterebbe davvero poco per rendere questa storia una Gemma, infatti eravamo indecise fino alla fine se classificarla come Opalescente o meno, ma abbiamo deciso per questa categoria per via dei molti errori di distrazione. Non capiamo il perché di tutte queste disattenzioni che hanno penalizzato davvero tanto la storia. Ovviamente non è niente di troppo tragico, ma non ce la sentivamo di considerare ancora questa storia una Gemma, visto le tante imperfezioni da levigare. Non siamo entusiaste di posizionare Gioselith tra gli Opali ma, ora come ora, ha bisogno di un'accurata rifinitura. Proprio come le gemme grezze in natura che soltanto dopo molteplici e accurate tecniche di lavorazione acquisiscono la giusta luce per poter brillare. Anche il diamante alla base non è altro che puro e semplice carbonio, ma grazie ai vari processi a cui è sottoposto, alla fine diventa proprio una delle gemme più brillanti. Siamo certe che con una buona rilettura questa storia potrà iniziare a splendere davvero. Ti consigliamo, anzi, ti esortiamo a migliorarla e di apporre le modifiche che richiede e, una volta completato il tutto, di riproporla. Sarà sicuramente una storia degna di entrare a far parte di GmS!
Recensione a cura di:
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