'CODE: 2486' di DarkNogitsune
Prima candidatura per Gemme - Fantascienza
CODE: 2846 deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una buona revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!
Titolo: CODE: 2468
Autore: DarkNogitsune
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopico
Trama: Code 2468 preannuncia una trama distopica che intreccia anche alcuni elementi di fantascienza. La protagonista, Ginevra, vive nel SottoMondo, nell'Underground 2, una specie di divisione delle città a seconda delle abilità manuali o intellettuali delle persone che le abitano. Il SopraMondo, o la nostra comune Terra, non è più abitale a causa delle radiazioni, e le persone ormai vivono segregate al di sotto, costrette a stare alle dipendenze del Governo che decide sulle loro vite.
1. Correttezza grammaticale:
- Punteggiatura. La punteggiatura presenta degli errori altamente evidenti. Per quanto riguarda i punti troviamo qualche problema sparso qua e là, a volte nei dialoghi, ma il problema principale, che rende la lettura poco scorrevole, sono le virgole, i punti, i due punti e altri segni di interpunzione. A volte questi vengono messi al posto dei punti esclamativi o interrogativi, i quali servirebbero proprio per dare alla frase quel senso di sbalordimento, di euforia, di indecisione, domanda o semplicemente per una esclamazione. Troviamo così invece un tono piatto e neutro che trasmette poco e nulla. In più, mancano tantissime virgole che spesso sono necessarie per separare le varie frasi nei periodi.
Altro accorgimento che vogliamo sottolineare è appunto la costruzione dei dialoghi e la punteggiatura sbagliata che si usa al loro interno, ma di questo parleremo nella sezione apposita. Di seguito ti facciamo notare qualche tipo di esempio per ogni genere di incongruenza riscontrata:
Mi chiamo Ginevra Solomon abito nell'Underground → Mi chiamo Ginevra Solomon, abito nell'Underground
Passano secondi e minuti ma la porta che mi tiene chiusa → la virgola prima di "ma". In generale, possiamo dirti che prima del ma va quasi sempre la virgola, a meno che non sia utilizzato in casi particolari come per paragonare due aggettivi (es: il mare era pulito ma mosso). Eviteremo quindi di far notare questo genere di errore, focalizzandoci su altri tipi di virgole mancanti.
Le grandi casse ci impediscono di passare così procediamo a zigzag → impediscono di passare, così procediamo a zig zag
noto che il cielo azzurro acquista delle sfumature arancioni e rosa segno che sta arrivando il tramonto → rosa, segno che. Per di più acquista non suona bene in questa descrizione, forse "acquisisce" è più adatto.
Ora calmati Ginny e ragiona → Ora calmati, Ginny, e ragiona.
E così via.
- Verbi. La coniugazione dei tempi verbali è stata, forse, la cosa che ci ha fatto storcere di più il naso. Non esiste una parte congrua a tutte le altre; in svariati punti della narrazione – se non in quasi tutti – vi è "un salto temporale" da far venire capogiri. Il Consecutio Temporum è totalmente sballato e anche gestito a caso.
Si passa da una narrazione al presente a una al passato, poi di nuovo presente e poi di nuovo passato. La scelta per la storia è senza dubbio il presente, ma spesso e volentieri il tempo verbale cambia senza alcuna logica (ci sono dei ricordi passati, ma il passato non viene utilizzato unicamente per questi, sembra ci sia molta confusione e, in ogni caso, spesso viene usato un passato errato per descriverli), trasformando la narrazione al passato senza preavviso e, soprattutto, quando non ce n'è bisogno. Se volessimo rievocare un ricordo, usando per l'appunto un tempo diverso da quello che si sta utilizzando, porremmo senza dubbio "quella parte" in corsivo, cosa che qui non avviene, pertanto ci ritroviamo ancora più confusi tra quelli che sono ricordi e quelli che non lo sono. Questa cosa va avanti per l'intera storia. A un certo punto ci si fa un po' l'abitudine, ma è inevitabile sentirsi sballottati tra passato e presente mentre si legge, e questo non aiuta il coinvolgimento.
C'è una confusione totale per quanto riguarda l'uso dei verbi che rovina interamente la narrazione, e questo accade anche nella medesima frase, la quale inizia al presente e finisce al passato. Tanto che, quando al capitolo 26 per la prima volta non veniamo scombussolati tra imperfetto e presente, possiamo tirare finalmente un sospiro di sollievo. Giusto per questo capitolo, però: la confusione poi torna.
Tralasciando quasi l'intero primo capitolo, ti facciamo alcuni esempi:
mi invita a prendere l'ascensore. Dovevo schiacciare l'ultimo pulsante, a detta sua.
capisco il trucco, molto ingegnoso.
<<Siediti pure.>> Di fronte a me avevo
Annuisco senza tanta foga. Del resto, non mi sembrava una punizione tanto grave.
Non era male: l'aria, seppur viziata, è fresca
Ovviamente non possiamo elencare tutti gli errori di questo tipo dal momento che la storia ne è piena, quindi ci fermeremo qui.
Altri verbi coniugati male o errati:
Deglutisco(,) pensando che tocca a me → che tocchi a me
é → è
tenersi a mente → tenere a mente. Non è riflessivo
mori → morì
riuscì a captare (anche se è comunque il tempo verbale sbagliato, dal momento che dovrebbe essere "riesco") → riuscii (è prima persona)
- Altro. Usi i trattini nel modo sbagliato o, per meglio dire, usi i trattini sbagliati. Per rinchiudere degli incisi è necessario il trattino più lungo, chiamato lineetta, (es: –) e non il trattino breve che è utilizzato solamente per congiungere parole tra loro (es: baby-sitter)
Alcune frasi o termini sono scritti in maniera sbagliata:
Devo fare i compiti alla sera → Ora, convenendo che non si stia parlando di uno dei sonetti di Giuseppe Ungaretti, la composizione giusta della frase sarebbe: Devo fare i compiti la sera.
Un'incubatrice per verticale → qui siamo rimaste un po' perplesse poiché questa descrizione, buttata lì così, non ci fa proprio chiarire le idee su ciò che ci potremmo trovare davanti. Sappiamo cos'è l'incubatrice ma la frase potrebbe essere formulata diversamente e con maggiori dettagli; visto che è una storia con la presenza di macchinari e altri oggetti sofisticati, questi dovrebbero essere trattati con la giusta cura e "spazio".
se no → sennò
Occhi verdi come due pozzi → l'interno dei pozzi è scuro e gli occhi verdi invece sono chiari.
Con la conseguente azione di non aver fatto i compiti → con il conseguente risultato di non aver fatto i compiti.
inoltre, ci sono errori di battitura del genere di questi esempi:
putarli → puntarli
stanca → stanza
posi → polsi
A volte abbiamo trovato D eufoniche nel posto sbagliato, ma non accade spesso, quindi non erano troppo fastidiose. Te le segnaliamo comunque, in caso tu voglia sistemarle con una revisione.
ad uscire → a uscire
Ed aveva → e aveva
E simili.
Attenzione agli accenti, non sempre sono presenti, e non sempre sono presenti gli accenti giusti:
Lí → Lì
da sul retro → dà (v. verbo dare)
la fuori → là fuori
2. Narrazione:
- Terminologia. La terminologia usata è un po' povera e a volte infantile. In un racconto distopico con un pizzico di fantascienza si prevede l'uso di alcuni termini elaborati, se non per la narrazione, almeno per i nomi specifici di alcuni oggetti, strutture, piattaforme ecc. Anche se qui li abbiamo, non sempre sono così particolari. Ad esempio la parola Oxy per specificare l'ossigeno è abbastanza semplice e scontata. La protagonista e voce narrante è una giovane ragazza, ma per la sua età forse dovrebbe parlare e ragionare in modo leggermente più complesso. Ovviamente non eccessivamente, ma solo un tantino di più, in modo da mostrare una minima padronanza della lingua da parte sua.
Attenzione ai termini utilizzati perché certe volte le parole hanno un valore che non si vuole attribuire.
ha una figura muscolosa → non è che la figura è qualcosa che attivamente "abbiamo", quindi consigliamo di riformulare.
Rammollite non è proprio il termine adatto per delle ciocche di capelli.
alla carlona → non abbiamo idea di cosa significhi. Probabilmente è un'espressione colloquiale o dialettale, quindi suggeriamo di toglierla.
- Descrizioni. Molte descrizioni vengono immesse nella narrazione a caso, come ad esempio quella di Peter. Introdurre e amalgamare una descrizione nella narrazione non è facile, ma come aiuto possiamo dirti che una descrizione dovrebbe essere dinamica, attiva, e non una lista di pregi-difetti visivi. Dovrebbe infatti muoversi di pari passo con la narrazione, non stopparla per il tempo in cui dura per poi farla ripartire dopo.
Alcune descrizioni presenti sono molto superficiali, viene detto quel tanto che basta per quel lasso di tempo e poi ogni dettaglio visivo scompare nel nulla, quindi abbiamo una narrazione quasi piatta, intervallata da dialoghi e scarna introspezione, quasi nulla. Nella maggior parte dei casi lo sfondo che accompagna le scene è misero. Abbiamo notato un modo abbastanza strano e alquanto buffo per descrivere il colore dei capelli o della pelle e, anche se potrebbe sembrare divertente, ciò che trasmette, almeno secondo i nostri "gusti", è la poca serietà nel rievocare una descrizione. Leggendo siamo incappate nella frase: "capelli color cioccolato al latte" e, per quanto sia vasta la varietà di riflessi presenti oggi nelle colorazioni, una tinta o una sfumatura del genere non l'abbiamo mai vista né sentita. Per esempio, se volessimo descrivere una protagonista con i capelli sul biondo dorato, usando termini simili, ecco cosa ne verrebbe fuori: I capelli chiari della ragazza rilucevano così tanto che, anche se non erano esposti sotto ai raggi del sole cocente, sembravano ugualmente assumere le sfumature dorate del miele. Abbiamo usato il termine "miele" nella frase senza dare alla descrizione un tono ridicolo, anzi, così risulta abbastanza serio e credibile, oltre che più arzigogolato. A questo punto ci si potrebbe sentire dire: e voi che ne sapete dato che è pur sempre un racconto di fantasia? E la risposta sta proprio nella domanda, per quanto possa essere finto o immaginario, quello che si vuole trasmettere è tutto fuorché finzione. Leggiamo una storia per poterci immedesimare al meglio e viverla come se fossimo noi i protagonisti, ma davanti a un'espressione del genere non si può far altro che pensare che sia un po' ridicolo e poco serio, anche perché proseguendo troviamo una frase simile per descrivere il colore della pelle. Ed è lì che poi sussultiamo e pensiamo: accidenti! Non è reale. Invece di essere trasportati così tanto da non rendersene conto.
Tutto sta nel dare a ciò che scriviamo la possibilità di uscire fuori dalle righe. Rompere gli schemi non significa scrivere soltanto di una mucca rosa che vola nel cielo, bensì far credere al lettore che quella mucca rosa esista realmente, almeno nella sua testa. È questo il potere di un vero scrittore.
- Dialoghi. I dialoghi sono spesso inconsistenti e incostanti. Di discorsi di vero senso compiuto ce ne sono pochi e a volte sono interrotti da interazioni indirette che contribuiscono al loro non-arricchimento. Si parte dalla costruzione di un dialogo e, mentre questo è in atto, ecco che all'improvviso viene spezzato da un altro discorso che avviene al contempo nello stesso dialogo, come una riflessione, quando questa, come sappiamo, dovrebbe essere posta all'esterno.
La punteggiatura nei dialoghi è da rivedere. Il punto al termine dentro le virgolette si mette solo nel caso in cui dopo non c'è un verba dicendi (dire, chiedere ecc). Inoltre ci teniamo a precisare che questo simbolo << (due "minore" attaccati) è diverso da questo « (caporali per dialoghi) e che quindi non è utilizzato nella maniera corretta. Se si scrive da computer suggeriamo dei codici alfanumerici per poterli utilizzare: Alt + 0171 per → « e Alt + 0187 per → ».
<<Ginny, è ora di andare.>> urla mia mamma → «Ginny, è ora di andare» urla mia mamma. Non va inserito il punto perché il verbo che segue si riferisce direttamente a ciò che è all'interno. Nel caso non piaccia senza interpunzione si può anche inserire una virgola, questo è a discrezione dell'autore, ma il punto in questo modo non va.
Quando c'è una domanda in un dialogo, cerca di non dimenticare il punto interrogativo. Non sempre si può andare a intuizione.
- Ritmo della narrazione. La narrazione è rapida, fin troppo. Spesso abbiamo diverse scene mantenute tutte in un paragrafo (con addirittura all'interno dialoghi) che fanno apparire la storia come se andasse avanti veloce. Da un punto saltiamo a un altro e il tutto a una velocità elevata, come se in un attimo fossimo sdraiati sulla spiaggia delle Hawaii e il secondo dopo ci ritrovassimo a congelare negli immensi ghiacciai del polo nord senza renderci conto del come o del perché. Vediamo degli esempi:
<<Cosa ci fai tu lì?>> urla Dave non appena mi vede. Bene, era ora di darsela a gambe ma lui riesce a prendermi per un braccio e, riconoscendo i fogli che ho in mano, sa dove portarmi. <<Credo che lei sia roba vostra.>> dice marcando la parola "roba". → in una sola scena, Dave l'ha vista, lei ha pensato bene di scappare, ma lui l'ha acciuffata mentre cercava di svignarsela. Poi ha dato un'occhiata ai suoi fogli e l'ha riportata (questo si suppone solo dall'ultimo dialogo) da Peter, mettendosi a parlare un attimo con lui.
Non andiamo nella mia città bensì nell'Underground 4. Dopo un po' mi ritrovo sdraiata su un divano con [...] → quel "dopo un po'" è un lasso di tempo fin troppo lungo e non è specificato tutto quello che accade di mezzo. C'è un salto temporale troppo grande per scrivere solamente "dopo un po'".
3. Analisi completa delle tematiche:
Una delle tematiche principali che traspare quasi all'inizio della lettura sembra essere quella della libertà: la protagonista, costretta a vivere nell'Underground, si sente, più che una sopravvissuta, una prigioniera. Una delle tematiche secondarie, invece, è proprio la sopravvivenza, a discapito di ogni regola o legge imposta, si cerca di vivere al meglio e non cadere nella tela di chi sta ai piani superiori del potere. La sopravvivenza è un conto, vivere davvero un altro, e attraverso i ragionamenti e gli atti della protagonista capiamo quanto lei voglia la libertà che il popolo un tempo aveva.
Queste sono le tematiche principali che, se sviluppate un po' meglio, potrebbero creare una storia davvero avvincente. Per calcare di più la mano su questi principi andrebbe aggiunta molta introspezione per tutta la storia, in modo da farci capire quanto davvero la protagonista soffra tutto ciò che le succede e che le è successo già in passato.
4. Originalità:
Il fatto che sua madre usi il suo nome per intero quando è minacciosa è qualcosa di visto e rivisto in ogni tipo di storia, si potrebbe evitare se non è essenzialmente incisivo per la scena.
Ci sono alcuni dettagli, come per esempio che chi non muore per cause naturali debba sottoporsi a un'iniezione, oppure il fatto che ci siano dei funzionari, che ci ricordano la trilogia Matched di Ally Condie.
- Impatto iniziale. Il modo in cui il narratore "rompe le righe" per parlare al lettore all'inizio è alquanto scomodo da leggere. In pochissimi casi ci si può permettere di parlare con un lettore in modo diretto, e questo avviene solamente in particolari tipi di narrazione ben rifiniti, che non sono il nostro caso.
- Originalità della storia nel complesso. Ricordiamo che storie del genere, oggi, ce ne sono a quantità elevate: una realtà distopica, un mondo nuovo poiché il vecchio a causa dell'uomo è stato devastato, un nemico comune, una divisione della popolazione, una ribelle o un gruppo di ribelli... quante volte ne abbiamo sentito parlare? Tante, tantissime, e il fatto sta non tanto nel ripetersi ma nel creare con le stesse basi qualcosa di nuovo e fuorviante, qualcosa che rubi il nostro interesse, che catturi la nostra mente e non ci faccia staccare più lo sguardo dalle pagine del libro, quel qualcosa di così bramoso che non appena si guarda la copertina fa già scattare la nostra irrefrenabile curiosità. Code 2468 ha basi comuni, eppure presenta dettagli che, se fossero stati usati o sviluppati meglio, avrebbero potuto dare vita a un lavoro davvero buono.
Il fatto della sorellina "martire" e del primo incontro con il ragazzo che poi per lei diverrà importante, in cui lui l'aiuta senza motivazione, ricorda vagamente Hunger Games. Capiamo che non è facile creare qualcosa di nuovo e singolare, ma sta alla nostra fantasia dare a situazioni comuni una particolarità mai vista prima.
- Originalità del titolo. Il titolo è il simbolo, se così si può dire, della storia. Code 2468 rievoca il codice che per l'appunto la protagonista ha inciso sul polso destro, qualcosa che agli occhi della società vale più del nome stesso. Crediamo quindi che, tutto sommato, sì, sia un titolo originale e ben scelto, ci fa pensare a questa distopia e a quanto l'uomo sia diventato pragmatico, programmando qualsiasi cosa affinché tutto vada per il verso giusto. E, nonostante ciò, ci fa anche intuire quanto tutto questo sia sbagliato agli occhi della protagonista, che non si accontenta di sopravvivere ma vorrebbe vivere davvero.
5. Analisi delle falle:
- Contraddizioni. È molto strano che il mondo come lo conosciamo sia stato distrutto ma esistano ancora le Converse.
Non era male: l'aria, seppur viziata, è fresca → lasciando da parte gli errori verbali concentriamoci sul significato della frase. L'aria viziata è pesante e anche maleodorante ma qui si afferma tutto il contrario. Come fa ad essere fresca?
In un capitolo l'autrice scrive di un nuovo gioco chiamato "Nasconsalta", una specie di nascondino dove chi è alla conta poi deve mettersi alla ricerca degli altri giocatori saltando la corda. Ora poniamoci questa domanda: se è un gioco per bambini, come fa un ragazzino a camminare e saltare la corda contemporaneamente mentre cerca gli altri? Ci sembra una cosa relativamente poco probabile, a meno che chi lo fa non sia un'acrobata del circo. E anche se un bambino ci riuscisse sarebbe piuttosto faticoso.
Ginevra afferma che la pratica per marchiare i cittadini con il codice sul polso entrò in vigore per la prima volta quando lei aveva tredici anni e che, solo al raggiungimento di quell'età e non prima era concesso riceverlo. Al capitolo 4 facciamo la conoscenza di Brutus, un uomo muscoloso dalla pelle scura molto più grande della protagonista. Ginevra come sappiamo possiede il codice 2468, Brutus invece l'1290. La domanda che ci siamo poste è: come fa Brutus, essendo molto più grande di Ginevra ad avere un codice inferiore al suo se la pratica venne autorizzata soltanto quando la protagonista aveva tredici anni? Se è andata come dice lei, allora tutte le persone che a quel tempo non avevano il codice, sarebbero dovute rimanere senza e solo i ragazzi dal suo anno in poi avrebbero potuto riceverlo per il futuro a venire. Questo non viene spiegato perciò rimane l'interrogativo.
Sappiamo, come raccontato dalla protagonista, che il padre è morto a causa di un infarto. Il professor More dà alla classe un compito che riguarda la famiglia e per svolgerlo devono prendere informazioni dal loro albero genealogico. Ginevra è incerta, non vorrebbe svolgerlo dato che il padre è morto e che la sua famiglia non vive momenti proprio felici, però ricerca comunque l'albero e scopre che le cause della morte del padre sono diverse da quelle che si era sempre immaginata. Viene così a sapere che Raphael non è morto a causa di un infarto ma che è stato assassinato e allora pensa ci sia stato un errore nella compilazione. "E cosa c'è di sbagliato?" Potreste dire. Forse il fatto che in una società controllata come quella del SottoMondo, una semplice ragazzina riesca a scoprire così facilmente fatti insabbiati e tenuti nascosti agli occhi di tutti. È anche vero che è aiutata ma è davvero tutto troppo semplice.
La stessa cosa avviene in altre scene. Ginevra entra ed esce dagli uffici, dalle infrastrutture, dal Governo con una facilità davvero disumana e senza essere notata, nemmeno fosse Superman con la supervelocità. È in atto una Rivoluzione e lei comunica con i membri come se nulla fosse attraverso chiamate o messaggi telefonici senza che nessuno intercetti nulla. Molto strano e inverosimile.
A cosa serve piantare fiori finti? Sappiamo che il cielo dell'Underground è uno schermo manipolato per distinguere la notte dal giorno, ma non ha alcun senso piantare fiori finti se la stessa protagonista ammette che il cibo e tutto il resto viene creato in laboratorio. Non potrebbero fare lo stesso con i fiori? E l'ossigeno, chiamato Oxy e distribuito in taniche, da dove proviene o com'è composto se in superficie la terra non è più abitabile e il SottoMondo è privo di aria respirabile?
- Pezzi mancanti. Alla fine del capitolo 4 Peter colpisce Ginevra, ma non si capisce perché l'abbia fatto, né viene specificato nel 5.
Non abbiamo capito bene il motivo per il quale la ribellione vuole sigillare il sottomondo e incastrare così tutte le povere vittime rimaste lì. Possiamo provare a ipotizzare qualcosa, ma comunque non abbiamo elementi sufficienti dati dall'autrice.
È molto strano che la questione delle vaccinazioni (che non combattono di certo le radiazioni, ma abbiamo chiuso un occhio su queste fantomatiche "malattie" che popolano la terra) non sia stata mai affrontata tra la ribellione. Sembrano cadere dal cielo quando viene tirata fuori, ma più di tutto non capiamo perché ci sia tutto questo scontento, addirittura a far pensare ad alcuni di non andare. Non viene spiegato nulla.
- Altro. Ci sono buchi di trama all'inizio che non passano inosservati. Picolezze, dettagli che formano una lacuna più grande col procedere della storia. Non viene mai detto il perché lei non possa uscire dall'Underground, non c'è una motivazione collettiva che giustifica la regola di non lasciare il SottoMondo. Si sottintende che non si può vivere al di fuori per via di radiazioni e catastrofi naturali, ma se anche qualcuno volesse morire sarebbero fatti suoi. E in ogni caso non viene mai spiegato il perché la protagonista ha questo desiderio di uscire, dice solo che voleva vedere il SopraMondo e basta, senza una giustificazione, niente di niente. Nel capitolo 15 poi afferma di essere a conoscenza delle radiazioni che sono presenti nell'aria di fuori. Possibile che, conscia di ciò, stesse andando a morire soltanto per vedere il mondo di fuori? Davvero troppo contorto.
L'ufficio di Adelaide era come lo ricordavo → L'ha visto pochi giorni prima, è inutile questa precisazione.
Il rapporto che Ginevra ha inizialmente con Thomas non ha alcun senso. Lui la salva, poi lei quasi scappa da lui nel momento in cui le sta dicendo quelle cose del tutto sorprendenti. Ma la volta dopo che lo incontra afferma che lui è un suo amico e vuole parlarci normalmente.
Nel capitolo 16 dicono che la superficie è tornata vivibile per la sparizione delle radiazioni, ma non specificano perché nonostante ciò l'umanità non sia ancora uscita dall'Underground.
È praticamente impossibile che i giornali lodino, o facciano intendere giusto, il tentativo di fuga di Ginevra. Da che mondo è mondo si sa che i giornali sono un mezzo di informazione del governo, e quindi non incoraggerebbero mai questo tentativo di fuga, bensì lo farebbero apparire come qualcosa di terribile e stupido.
6. Caratterizzazione dei personaggi:
I personaggi sono vuoti e inconsistenti, agiscono secondo il volere dell'autrice e non per volontà propria all'interno della storia, ritrovandosi spesso a essere manovrati come marionette vuote, senza carattere. Per questo motivo a volte se ne escono all'improvviso con problemi o informazioni che non ci saremmo attesi minimamente, e la sorpresa in questo caso non è un fattore proprio positivo. Ogni azione svolta non sembra avere una spiegazione logica o una conseguenza che ne spieghi l'atto. Si fa quella cosa tanto per farla. Ginevra dona voce a tutto: lei dice, lei fa, come se tutto girasse intorno alla sua figura. Fa la conoscenza di tantissimi personaggi nel giro di poco tempo e non c'è quella diffidenza, quell'incertezza, i dubbi nel chiedersi chi sono quelle persone e se possano o no farle del male. A volte lo fa, rimane incerta per un momento, ma poi il buonsenso svanisce. In breve tempo Ginevra diventa amica di tutti e al contempo "nemica" con tutti, come quando si litiga tra bambini e si mette il broncio. Quello che manca ai personaggi è la volontà di essere umani, reali e soprattutto "seri".
Non si sa perché all'inizio Peter provi questa avversione per Ginevra, né tantomeno perché lei la provi per lui, quando almeno questo dovrebbe essere spiegato. Sappiamo che lo "odia" per la sua fama da donnaiolo, ma questo non la giustifica dal rivolgersi al ragazzo come un'indemoniata, come se Peter le avesse fatto il torto più grande del mondo, quando non ha fatto altro che incapparsi e scontrarsi con lei mentre quest'ultima tentava di scappare, correndo via dopo aver commesso un reato. Dovrebbe essergli grata per averla aiutata a scappare quel giorno con le medicine, e invece sembrano odiarsi senza un motivo specifico, giusto perché devono farlo ai fini della storia. Dopo, senza introspezione alcuna che ci faccia capire perché, la situazione cambia, e Ginevra si ritrova improvvisamente invaghita da lui, così, senza motivo. E lo stesso sembra fare Peter: passano dall'odiarsi al baciarsi nel giro di poco, come se non potessero più fare a meno l'uno dell'altra.
Di Ginevra in particolare dovremmo sapere molte più cose dal momento che è la voce narrante, e invece ci ritroviamo a non capire perché faccia certe cose, proprio perché la sua introspezione manca totalmente. Ti facciamo un esempio:
Mi mette una mano intorno al collo e poi mi aiuta ad alzarmi. In circostanze normali l'avrei già aggredito a parole per quel gesto ma in quel momento volevo solo andare a casa a dormire.
Tralasciando virgole mancanti, questo pezzo è tratto dal capitolo 8, momento in cui dovremmo già conoscere almeno una piccola parte del carattere di colei che ci ha accompagnati per i precedenti sette capitoli. Eppure non abbiamo idea del perché in circostanze normali lei rifiuterebbe l'aiuto di una persona apparentemente gentile, non solo dicendo di no ma aggredendolo addirittura a parole. Ha un carattere piuttosto scontroso senza una vera e apparente spiegazione, si chiude in un guscio e quando qualcuno le si avvicina allora fa scattare spine acuminate per ferire, come se tutti volessero farle del male. Dopo, come se niente fosse, è amichevole nel giro di pochi giorni.
Questo ovviamente è solo un esempio dei tanti comportamenti difficili da capire perché mancano di introspezione. Consigliamo di rivedere da capo la psicologia dei personaggi, cercando di approfondirla maggiormente.
<<Facciamo così>> dice lui <<io lascio stare Portia e Nat ma in cambio, un giorno, dovrai uscire con me. Ci stai?>> questo è il suo patto. Annuisco svogliatamente e ritorno a casa mia. Quella era l'unica cosa da fare. → Qui ci siamo ritrovate con un grosso "Perché?" lampeggiante in testa. Questo ragazzo ha una cotta per Ginevra, ma per farle un dispetto chiede sia a Nat che a Portia di uscire. Lei lo scopre e lo incontra ma, contrariamente a quello che pensavamo, Ginevra non gliele suona di santa ragione, piuttosto fa l'accomodante, accettando di uscire con lui "perché era l'unica cosa da fare". Come può farlo quando in un capitolo precedente racconta di non apprezzarlo proprio per nulla? Lei che sembra non volersi fare avvicinare da nessuno, dice di sì a un ragazzo che non le piace e che ha fatto soffrire la sua amica, ma soprattutto come riesce ad accettare una cosa così sconclusionata se momenti prima era stretta tra le braccia di Peter? Non le importa nulla? E la sua reazione inconcludente cosa dovrebbe significare? Si volta e se ne va come se niente fosse, con la stessa vitalità che si ha quando si calpesta una foglia secca. Indifferente, distaccata, non pensa alle conseguenze e le azioni che compie non hanno fondamenta logiche o prospettive di uno sviluppo concreto. Certe volte sembra che Ginevra caschi dalle nuvole, sbattendo la testa sul terreno e rialzandosi subito dopo con noncuranza scrollando le spalle.
Rosemary è fin troppo marginale all'inizio. Ci siamo ritrovate a chiederci il perché della sua presenza, poi è diventata un elemento più importante. Proprio per questo suggeriamo di darle leggermente più spazio all'inizio, in modo da preparare quello che poi sarà il momento in cui aumenta la sua importanza.
7. Coinvolgimento emotivo:
A parte per il fatto della voce narrante che si riferisce al lettore, il coinvolgimento emotivo non riesce a salire nel primo capitolo, per il semplice motivo che questo capitolo è puramente raccontato. Al lettore piace che le cose vengano mostrate in modo da poterle immaginare davanti agli occhi, ma quello che troviamo è un puro dialogo tra la protagonista e chi legge, che non aiuta a tenere alto il coinvolgimento.
La storia procede su questa linea per la maggior parte, niente è mostrato, tutto raccontato, con il risultato che il lettore non riesce a sentirsi parte integrante della storia. Non riusciamo a sentirci legate ai personaggi poiché accade tutto troppo velocemente; ogni personaggio ha un copione che espone davanti al pubblico senza metterci abbastanza calore da influenzare i sentimenti di chi li sta osservando. Consigliamo di rivedere tutti i personaggi e di dare a ognuno di loro la parte che meritano, ma soprattutto di cercare di farlo profondamente, perché così sembra che sia tutta una finzione.
Un lettore vuole personaggi vivi, non manovrati. Seguendo un filo logico per i fatti e le azioni di ognuno (azioni pensate e ponderate profondamente) si può aumentare a dismisura anche il coinvolgimento.
8. Breve recensione della copertina:
- Quanto attira a prima vista. Ciò che salta di più all'occhio è la discordanza generale dei colori. Abbiamo i colori caldi della modella e quelli freddi di sfondo, il bianco della nebbia e il nero della parte bassa della copertina. Questa confusione cromatica rende la copertina poco 'piacevole' alla vista, consigliamo di semplificare un po' la scelta dei colori e renderla più uniforme, perché per il resto, nonostante la composizione non sia delle più originali, ha una base parecchio interessante.
Lo sfondo è interessante, le diverse dimensioni dei codici donano un buon effetto di tridimensionalità. Tuttavia la nebbia bianca che copre parte della modella aggiunge confusione. Perché invece di aggiungere quella non utilizzare gli stessi codici e metterli invece in primo piano al posto della nebbia?
Ciò che ci confonde è anche la scelta di modificare l'occhio della modella. L'iride bianca circondata dalla sclera nera non pare aver nessun collegamento con la storia.
- Sintonia degli elementi. La copertina funziona in quanto a composizione, per il resto ci sono alcune cose che non vanno benissimo. Innanzitutto il titolo, che risulta poco leggibile. L'idea di posizionarlo in quel modo ci è piaciuta molto, tuttavia questo non risalta molto, così come il nome autore, a malapena leggibile: il nero su uno sfondo scuro non risalta abbastanza, soprattutto nella parte bassa, e anche se è stato ripetuto più volte, cosa che lo rende abbastanza originale ma che può essere una lama a doppio taglio quando una parte non è ben leggibile, siccome confonde l'occhio e non attira bene l'attenzione. Un semplice bianco sarebbe stata una scelta migliore. Il nome autore è invece a tratti illeggibile e si confonde troppo nell'insieme di effetti.
Ti facciamo infine notare che nel titolo della copertina mancano i due punti. Non sappiamo se è voluto o meno, ma il titolo che si trova sulla copertina deve essere sempre fedele a quello originale.
Recensione a cura di:
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