'Becoming a wolf' di Iridos
Prima candidatura per Gemme - Vampiri e Licantropi
Becoming a wolf deve ancora essere malleata per poter diventare una gemma, nel frattempo prende posto tra gli opali nella speranza che in futuro con una buona revisione possa aspirare a far parte delle Gemme brillanti!
Titolo: Becoming a wolf
Autore: Iridos
Genere: Lupi mannari
Sottogenere: Storie d'amore
Trama:
Ines è una persona come tante: vive nel Nord Italia, sogna di diventare veterinaria e lavora in una discoteca per potersi pagare gli studi e la casa. La sua migliore amica e coinquilina è Sissi, una ragazza vivace ed effervescente che ha un fratello che gestisce una comunità di ragazzi.
La tranquilla vita di Ines viene turbata da un improvviso malessere che le cambierà la vita: il padre che non ha mai conosciuto è in realtà un lupo mannaro, e il dolore che lei sta provando indica che la sua trasformazione in licantropa è vicina. Senza l'aiuto dell'Alpha, però, Ines potrebbe non sopravvivere, ed è per questo che Skoll – capo del branco e fratello di Sissi – le si avvicina per la prima volta. Inizierà così la sua nuova vita come parte del branco: Ines dovrà scontrarsi con una realtà molto diversa da quella che conosceva, rimpiangendo talvolta la normalità, ma incontrerà l'amore e si ritroverà ad essere un elemento fondamentale nel branco.
1. Correttezza grammaticale:
Durante la lettura della storia, abbiamo rilevato diversi problemi per quanto riguarda la grammatica, soprattutto per quanto riguarda virgole, coniugazioni dei verbi e ripetizioni. Non è nulla di troppo grave, in quanto molti degli errori sembrano causati dalla distrazione: crediamo che non sia difficile risolverli con una revisione attenta.
- Punteggiatura. Il problema più evidente, da questo punto di vista, risulta essere l'uso delle virgole. Abbiamo riscontrato, infatti, errori per quanto riguarda questo e altri aspetti in tutto il testo; ti andiamo a segnalare le tipologie ricorrenti con qualche esempio – abbiamo evitato di riportarli tutti.
Manca la virgola prima di un vocativo, soprattutto se questo è costituito da un nome comune e non proprio – per evitare di sbagliarli, ti consigliamo di rileggere le frasi su cui sei in dubbio ad alta voce, facendo attenzione alle pause. Possiamo dirti che con il complemento di vocazione la virgola va sempre. Ad esempio:
Mi dispiace cara → mi dispiace, cara
sei sempre così serio fratellone → sei sempre così serio, fratellone
Abbiamo trovato alcuni casi in cui la virgola è stata utilizzata impropriamente al posto del punto e virgola o dei due punti – anche in questo caso, una rilettura a voce alta potrebbe aiutarti a capire se la frase ha il giusto ritmo oppure sono necessarie pause più forti. Ad esempio:
[...] sarai sotto la mia custodia, dovrò → custodia: dovrò
mi muovo per la casa velocemente, il mio obiettivo [...] → velocemente: il mio obiettivo
A meno che non ci sia un inciso, non si mette mai la virgola a dividere il soggetto dal relativo predicato. Per esempio:
[...] e le poche che abbiamo, sono già tutte accoppiate → le poche che abbiamo sono già tutte accoppiate
Abbiamo riscontrato diversi casi in cui utilizzi le parentesi al posto degli incisi: tecnicamente non è sbagliato, ma consigliamo di utilizzare – anche su Wattpad – un'impaginazione quanto più simile possibile ai cartacei, dove queste non sono contemplate. Esempi:
(non so se sarò mai in grado di chiamarlo papà) → qui basta togliere le parentesi e inserire le lineette;
(si chiama Unione, non matrimonio, mettitelo in testa(,) Ines) → anche in questo caso, sarebbe meglio togliere le parentesi e mettere i trattini; inoltre, trattandosi di un vero e proprio pensiero della protagonista, sarebbe meglio segnalarlo in corsivo.
(è anche il mio branco ora o no?) → come sopra, via le parentesi e in corsivo perché è un pensiero.
In alcuni casi, la congiunzione "e" è utilizzata in maniera impropria. Per esempio:
la situazione [...] o non potrò pagare gli studi. E l'alloggio → [...] gli studi e l'alloggio. La e in questo caso può congiungere le due frasi senza l'utilizzo di un segno di punteggiatura in mezzo;
biblioteca, e la sua attenzione si sposta da me ai libri, e ne sono quasi geloso → biblioteca: la sua attenzione [...]. In questo caso la e è usata al posto di un segno di punteggiatura, rendendo la frase poco scorrevole.
Ti ricordiamo che le frasi esclamative, oltre ad andare in corsivo quando sono pensieri, possono essere precedute da un interiezione (come oh o ah), mentre devono essere seguite da un punto esclamativo. Ti riportiamo un esempio dal capitolo ottavo:
Luna → (Oh,) Luna!
- Verbi. Non ci sono molti problemi per quanto riguarda questo aspetto: i verbi sono coniugati bene e la consecutio temporum è essenzialmente rispettata. Tuttavia, abbiamo trovato diverse frasi – soprattutto quelle con il periodo ipotetico – costruite male e di difficile comprensione. Te le riportiamo, affinché tu possa correggerle.
Nel secondo capitolo c'è una frase non molto scorrevole: ha una cadenza molto gergale, e in un testo scritto non è piacevole da leggere.
che poi la maggior parte dei clienti sono già troppo ubriachi per rendersi conto di cosa ingurgitano, ma questa è un'altra storia → che poi la maggior parte dei clienti siano già troppo ubriachi per rendersi conto di cosa ingurgitano è un'altra storia.
Come dicevamo, ci sono alcune frasi composte con il periodo ipotetico in cui i tempi verbali sono usati in maniera errata. Te ne abbiamo segnalate due – rispettivamente dal capitolo settimo e dodicesimo –, ma ti consigliamo di stare attenta quando utilizzi questo tipo di costruzione, perché nell'italiano corrente è molto diffusa ed è importante padroneggiarla correttamente.
E poi buio totale, che mi spaventerebbe a morte, non fosse stato invaso dal profumo di Ines → [...] che mi avrebbe spaventato a morte se non fosse stato invaso dal profumo di Ines. Il protagonista non è spaventato, perché il profumo di Ines è effettivamente presente, quindi non puoi usare il condizionale presente.
[...] vorrei urlarlo, che sono geloso marcio e vorrei tutta la sua attenzione unicamente su di me, ma se lo faccio sono un bastardo → e io vorrei urlare (la proposizione successiva è un'oggettiva, non puoi inserire il pronome) che sono geloso marcio e vorrei tutta la sua attenzione (unicamente e tutta sono due rafforzativi e nella stessa frase stonano: è meglio sceglierne solo uno), ma se lo facessi sarei un bastardo. L'indicativo presuppone eventi certi: visto che il protagonista non lo ha detto, è preferibile sostituirlo come indicato.
Nel capitolo terzo c'è una frase in cui non si capisce quale sia il soggetto, e di conseguenza è difficile capire quale sia il senso. Te la riportiamo:
[...] una bolla in cui il resto degli spettatori non esistono e mi rende sordo → chi lo rende sordo, la bolla o Ines?
- Altro. Ti riportiamo inoltre diverse sviste – errori di battitura, ripetizioni e simili – sparse per tutto il testo, che si possono facilmente correggere con una rilettura attenta.
Durante la lettura abbiamo trovato frequenti ripetizioni, anche nella stessa frase o nello stesso paragrafo. Per risolvere questo problema, ti consigliamo di tenerti vicino un dizionario dei sinonimi e cercare di evitare, soprattutto quando descrivi, costrutti troppo semplici, che – per quanto immediati – abbassano il registro linguistico. Ti lasciamo qualche esempio:
pantaloncini corti che lasciano le sue gambe in bella vista, [...] cavallo, che le lasciano scoperto il collo;
malato, più malato;
[...] ulteriormente più sicuro → ulteriormente e più indicano la stessa cosa, quindi usarli entrambi è cacofonico.
Abbiamo rintracciato diverse locuzioni e/o parole utilizzate in maniera impropria; inoltre abbiamo notato che usi molto spesso costruzioni tipiche del parlato, che tuttavia sarebbe meglio evitare. Ad esempio:
di impulso → d'impulso. Il primo modo non è tecnicamente sbagliato, ma nell'italiano corrente si usa con l'apostrofo;
ferite da fuoco → ferite da arma da fuoco;
al fondo della sala → in fondo alla sala;
mangiare una tazza di latte e biscotti → bere una tazza di latte accompagnata da qualche biscotto;
strafottenza, l'unico sentimento [...] → la strafottenza è un atteggiamento. Indicarla come sentimento inoltre contraddice quanto detto poco prima, cioè che i cacciatori non hanno emozioni.
alquanto poco sobrie al momento → questo tipo di locuzione si usa molto nel parlato, tuttavia è meglio evitarle nello scritto.
Sparsi per tutto il testo ci sono diverse parole scritte in maniera ortograficamente scorretta. Ad esempio:
Si → sì. L'affermazione è sempre accentata.
Luna, fa che sopravviva → fa'. È imperativo del verbo fare, non la terza persona dell'indicativo presente.
Dopo di ché → dopo di che/dopodiché.
Thé → tè/the.
Abbiamo trovato diversi dialoghi impaginati in maniera errata – è un dettaglio, ma è importante farci caso, perché è difficile per un lettore seguire una scena se non è chiaro chi stia parlando. In generale, infatti, si va a capo solo quando si cambia interlocutore, anche se in mezzo c'è una scena narrativa – se proprio desideri andare a capo per non rendere troppo lungo il paragrafo, specifica chi stia parlando. Inoltre ti sconsigliamo di usare dialoghi a botta e risposta, soprattutto se sono tanti i personaggi a parlare. Ti facciamo un esempio, tratto dal capitolo tredicesimo:
«Chiedi troppo, Cacciatore» inveisce Igor, [...] spettacolo.
«Non darmi occasione di torturarti [...].» → in questo passaggio non siamo riuscite a capire chi sia a parlare, se Skoll che interviene o Igor che continua. Ti consigliamo comunque di rifarti alla regola sopra e ricontrollare un po' tutto il testo.
Nel testo ci sono diversi refusi di battitura, dovuti probabilmente alla distrazione o alla digitazione. Te ne segnaliamo qualcuno:
«[...] da lì, Luna?!» Sbraito → sbraito;
Accontenarci → accontentarci;
le sue spalle inizio a tremare → iniziano;
Andrea è Igor → e;
andarci leggerlo → leggero;
un'aera → area.
Di tanto in tanto, utilizzi i pronomi – soprattutto quando sono in riferimento ai verbi – in maniera scorretta. Ad esempio:
Il fratello di Sissi rivolge un sorriso intimo → manca la preposizione che indichi a chi lo abbia rivolto.
manovre particolari che gli producono/mentre gli crea → senza pronome.
la seguirei ovunque → lo seguirei ovunque, perché è riferito a Skoll;
al capitolo nono, utilizzi "essi" per parlare dei vestiti: non è scorretto, ma come pronome è piuttosto desueto e stona con il registro usato;
so che può capirmi e che non me ne farà una colpa di questo mio comportamento → ne è superfluo, c'è già il complemento di specificazione.
2. Narrazione:
La storia è facile da seguire: la trama non è particolarmente intricata – l'unica storyline seguita è quella dei due protagonisti – e gli avvenimenti sono lineari, senza flashback o salti temporali rilevanti. Questo aspetto non è da ritenersi del tutto negativo, tuttavia a lungo andare abbiamo trovato questa essenzialità – unita all'andamento molto veloce del racconto – eccessiva: avremmo preferito che i fatti venissero con meno rapidità ma con maggiore attenzione, evitando la superficialità che invece si percepisce in diversi aspetti. Lo stile utilizzato, infatti, è semplice e coerente con il genere scelto, ma manca ancora della maturità necessaria per poter essere apprezzato pienamente, e le poche descrizioni, lo scarso uso dello show, don't tell, i diffusi errori nella costruzione delle frasi, le relazioni tra i personaggi poco approfondite e la scarsa introspezione lo dimostrano.
- Terminologia. I termini utilizzati sono semplici ed elementari, con diverse costruzioni e vocaboli tipici del parlato: il registro medio-basso ha contribuito a rendere ai nostri occhi la storia troppo semplice, priva della raffinatezza e della ricercatezza dei vocaboli che un lettore almeno un po' esigente si aspetterebbe. Ti consigliamo, quindi, di migliorare da questo punto di vista, utilizzando sempre parole quanto più specifiche possibile per indicare un concetto, in modo da evitare anche le ripetizioni.
- Descrizioni. Le descrizioni, sia dei personaggi che degli ambienti, sono scarse, e quando presenti si limitano a poche informazioni generiche. Nella storia se ne percepisce la carenza: per un lettore – nonostante la prima persona – è difficile immedesimarsi quando non riesce a tratteggiare nella sua mente il modo in cui si svolge la situazione. Ti consigliamo, quindi, di aggiungerle, soprattutto quando ci sono cambi di scena o entrano in gioco nuovi personaggi, ricordandoti però di mantenere comunque una certa soggettività: quello che racconti passa attraverso gli occhi di due personaggi distinti, ed è normale – anzi, auspicabile – che anche trovandosi di fronte alla stessa scena la considerino in maniera diversa in base a sesso, età, educazione ricevuta, stato d'animo o ruolo sociale.
La mancanza di descrizioni inoltre mette in risalto la problematica dei salti di scena: abbiamo spesso notato che – invece di descrivere o approfondire una determinata scena, in modo da concedere al lettore un maggior contatto con essa – tu preferisci passare all'avvenimento successivo, causando spaesamento in chi sta leggendo.
- Dialoghi. Nella storia, i dialoghi sono piuttosto frequenti: generalmente – essendo la storia scritta in prima persona – vedono coinvolti i due protagonisti, anche se si riscontrano comunque diverse conversazioni tra personaggi secondari, in cui Ines e Skoll hanno solo un ruolo marginale. Abbiamo trovato i dialoghi verosimili rispetto alla trama e al contesto, ma comunque molto semplici: per quanto siano in linea di massima ben gestiti, non sono riusciti ad aumentare il coinvolgimento emotivo, senza mai sorprenderci né entusiasmarci troppo.
Inoltre, abbiamo sentito molto la mancanza di modi di esprimersi ben caratterizzati: ad eccezione forse di Skoll, che è il personaggio più definito, tutti gli altri si esprimono nello stesso modo, senza particolari tratti che permettano da capire subito chi sia a parlare.
- Ritmo della narrazione. La narrazione è molto veloce: la storia – per quanto abbia attualmente più di trenta capitoli – si legge rapidamente, perché i capitoli sono brevi e lo stile semplice, tuttavia gli avvenimenti avvengono troppo in fretta e non sono approfonditi come dovrebbero. Abbiamo riscontrato, infatti, poca cura nell'utilizzo dello show don't tell: in molte scene (come ad esempio il riconoscimento di Ines da parte di Skoll come sua compagna o la sorpresa di Ines davanti al fatto di diventare un lupo) dove sarebbe stato importante far sentire le emozioni che i protagonisti stanno provando, queste vengono semplicemente narrate, impedendo al lettore di immergersi nella situazione. Queste scene spesso sono quelle pensate come colpi di scena, ma è stato difficile per noi percepirle come tali, perché non eravamo lì con i personaggi.
Il risultato finale dell'eccessiva rapidità e della mancanza di introspezione e analisi delle emozioni è un generale senso di spaesamento; questa sensazione è acuita dalla difficoltà nel capire quale dei due personaggi stia parlando. Nello stesso capitolo, infatti, alterni i punti di vista di Skoll e Ines: come tecnica è buona, perché permette una visione più ampia della situazione, ma per essere davvero apprezzabile è necessario gestirla in maniera impeccabile, cosa che nel tuo caso non accade. Il modo di esprimersi dei personaggi, infatti, si mantiene esattamente identico nonostante i cambi di narratore, e spesso per capire chi sia a parlare ci siamo viste costrette a proseguire nella lettura fino a un riferimento specifico.
Crediamo che – considerando anche i capitoli in cui assumi il punto di vista della Saggia, cosa sconsigliata quando in tutti i passi precedenti hai alternato due sole visioni – il tipo di narrazione più adatta a questa storia sia la terza persona focalizzata a seconda del capitolo su un personaggio diverso, protagonista o secondario che sia. Questo, infatti, risolverebbe in parte il problema del ritmo troppo rapido, perché ti costringerebbe ad analizzare meglio descrizioni e scene, e anche delle voci narranti indistinguibili.
Se, tuttavia, desideri continuare con la prima persona, ti consigliamo di approfondire meglio l'analisi dei personaggi e il loro modo di pensare, in modo da farlo trasparire anche dalle parti narrate e di segnalare chiaramente il cambio di punto di vista, con i nomi dei personaggi, un banner o quello che preferisci.
Un'alternativa alla modalità che già usi – ma che non esclude l'approfondita introspezione e i nomi specificati – potrebbe essere quella di dividere i capitoli, incentrandoli alternatamente su Ines e su Skoll, come si fa generalmente nell'editoria, oppure quella di scegliere un solo personaggio che funga da narratore e poi ampliare in capitoli extra il punto di vista degli altri sulla stessa azione, dando così al lettore la possibilità di avere più inquadrature della storia, ma gestite in maniera più pulita e lineare.
3. Analisi completa delle tematiche:
Nella storia sono presentate diverse tematiche, come l'amore, il cambiamento, l'integrazione in una nuova società o la fedeltà, tuttavia nessuna di queste è stata approfondita chiaramente. Per quanto la storia sia un urban fantasy, e quindi è possibile che non sia stata pensata con l'intento primario di trasmettere un messaggio o una morale, crediamo che sia importante, nel momento in cui si parla di determinati aspetti, approfondirli perché possano comunque essere causa di qualche riflessione nel lettore. Qui, però, non siamo riuscite a ritrovare tutto ciò in nessun punto: anche la relazione fra Skoll e Ines, che pure è una costante nella storia, si riduce a una storia d'amore come mille altre, senza nulla che rimandi all'amore profondo e indissolubile che ci si aspetta tra compagni di vita.
4. Originalità:
- Impatto iniziale. La storia si presenta bene: ha una copertina curata, un titolo originale, ripreso poi nella sinossi, frase iniziale accattivante e capitoli numerati organicamente. La sinossi è forse il punto debole della presentazione: permette di capire il tema della storia, ma risulta poco lineare – presenta prima i due personaggi singolarmente, poi torna a concentrarsi su Ines e infine sui lupi mannari – e non invita il lettore come invece fanno gli altri aspetti.
- Originalità della storia nel complesso. La storia è un urban fantasy incentrato sui lupi mannari e la visione che dà di questi ultimi e della loro società in generale non è nuova, per quanto abbia diversi spunti originali. Lo stesso possiamo dire di personaggi e ambientazioni: aspetti tutto sommato già visti si alternano con altri molto particolari, creando un intreccio comunque gradevole.
L'idea di di base è fondamentalmente comune: è facile trovare storie con lupi mannari che parlano della trasformazione della protagonista. Tuttavia questa ha diversi spunti che riescono a valorizzarla.
Partendo dall'ambientazione, abbiamo apprezzato particolarmente i dettagli nel worldbuilding: la grande casa distaccata dal mondo dove vive una comunità segreta è abbastanza nota, ma ci sono diversi aspetti che la rendono più realistica rispetto a molte altre, come l'asilo per i lupetti o il personale che si occupa della cucina. Anche la figura dell'Alpha ha delle sfumature originali: Skoll, infatti, si è assicurato la sua posizione non tramite un duello – come accade in quasi tutte le storie del genere – bensì ereditandolo. Ci sono piaciute anche le figure dei Cacciatori, antagonisti diversi rispetto a quelli che si incontrano solitamente.
Crediamo, quindi, che la tua storia abbia le potenzialità per essere davvero gradevole e che possa senz'altro diventarlo una volta risolti i vari problemi che ti abbiamo elencato nel corso della recensione.
- Originalità del titolo. Abbiamo trovato il titolo decisamente originale e azzeccato: è facile da ricordare ma ha un suono accattivante, e rappresenta bene il contenuto della storia. Facendo una ricerca su Wattpad, abbiamo anche scoperto che la tua è una delle poche del genere a non avere nel titolo elemente come branco o alpha e che la tua storia è l'unica ad avere questo titolo nella sezione italiana.
5. Analisi delle falle:
I problemi che abbiamo incontrato per quanto riguarda questo aspetto non sono frequenti né particolarmente gravi. Crediamo che siano stati causati dallo scrivere di getto – il che comporta spesso dimenticarsi di alcuni dettagli – e dallo stile spesso frettoloso, che rende determinate scene poco chiare e dà molte cose per scontate.
- Contraddizioni. Le contraddizioni non sono molte e, come dicevamo, sono sviste causate da scarsa pianificazione, quindi facilmente risolvibili. In ogni caso, te le abbiamo riportate caso per caso, con relativa spiegazione.
Nel primo capitolo, cominci parlando delle emicranie, per poi passare alla fame; successivamente, però, ti ricolleghi alle emicranie – si parla degli attacchi di mal di testa che affliggono la protagonista – senza esplicitare chiaramente il soggetto, rendendo la frase confusa.
Una cosa simile accade nel quarto capitolo, dove è molto sottile la connessione logica tra la descrizione del padre e quella della corporatura dei licantropi.
Nel terzo capitolo nomini la neve, ma nei capitoli precedenti era autunno.
Nel sedicesimo capitolo, Skoll tira fuori i canini quando fino a qualche momento prima aveva la bocca coperta per via dei gas.
- Pezzi mancanti. Molte informazioni, in questa storia, vengono date per scontate. Manca, infatti, l'approfondimento per quanto riguarda i lupi mannari, e molti aspetti del worldbuilding che avrebbero potuto rendere molto interessante la storia vengono nominati e mai più ripresi o approfonditi, causando nel lettore un certo spaesamento.
Ad esempio:
Marcare il territorio → per quanto quella parte di capitolo (l'ottavo) sia narrata dal punto di vista di Skoll quando è Ines ad agire, le spiegazioni e le conferme mancano per tutta la storia. Facendo qualche ricerca, siamo riuscite a capire cosa si intenda tecnicamente, ma sarebbe preferibile vederlo spiegato dall'autrice – magari con una riflessione di Ines sul suo stesso comportamento impulsivo – o almeno capirlo dal contesto, cosa che non accade.
Sondare la mente → come dicevamo sopra, i dettagli tecnici e le sfumature di questo potere dei licantropi sono state poco approfondite. Inizialmente, infatti, siamo arrivate a ipotizzare – visto l'utilizzo di questo potere – che riguardasse solo membri dello stesso branco, per poi essere smentite dagli interventi di Igor; inoltre la Saggia utilizza la telepatia per trasmettere immagini, cosa che nessuno ha fatto prima, e questo ci lascia confuse. Per rimettere insieme le informazioni discordanti, avresti potuto usare il punto di vista di Ines – che tra l'altro si serve di questo potere istintivamente e senza farsi alcuna domanda su come funzioni – per tirare fuori informazioni interessanti sulle capacità dei licantropi.
Veleno antilupo → viene utilizzato solo nel sedicesimo capitolo, ma anche in questo caso non ci vengono fornite indicazioni specifiche su come funzioni – ed è un peccato, perché se meglio approfondito avrebbe potuto essere un elemento molto originale.
- Altro. Siamo rimaste perplesse di fronte ai nomi scelti per i personaggi. Ci sono diversi nomi italiani come Viola o Flavio, ma per la maggior parte sono nomi di origine straniera come Ines, portoghese, o Igor, russo, oppure nomi completamente estranei al nostro Paese: Eleanor e Castor sono inglesi, Felix è un aggettivo latino, Sissi è nordico – è usato generalmente come diminutivo di Elisabet o Sigfrid – e Skoll viene dalla mitologia norrena, ma – dalle statistiche online – non è praticamente usato come nome proprio. Questa confusione ci ha inizialmente fatto dubitare sull'ambientazione geografica della storia, tanto che fino a uno specifico riferimento al Nord Italia non sapevamo con certezza dove si trovassero i personaggi.
La presenza di emoji a forma di lupo o i separatori fatti da trattini dà fastidio: ne riconosciamo l'utilità, ma non è particolarmente piacevole da vedere. Ti consigliamo di utilizzare piuttosto dei banner o dei divisori – ce ne sono molti di dominio pubblico in rete – che permettano al lettore di capire che ci sia uno stacco ma siano più gradevoli da trovare mentre si legge.
6. Caratterizzazione dei personaggi:
Nella storia non esiste alcun personaggio, né principale né secondario, caratterizzato a dovere: non è possibile immaginare né il loro aspetto fisico né tantomeno il loro atteggiamento, modo di muoversi o di parlare; di loro abbiamo delle piccole e generiche descrizioni di come appaiano esteriormente, accompagnate da sprazzi di comportamenti e pensieri largamente insufficienti a comprenderli.
Tra tutti, quello che forse ha un po' più di spessore è Skoll, che viene presentato come un abile guerriero e un capobranco di cui fidarsi, impulsivo e poco amante della burocrazia legata al suo ruolo. Oltre al fatto che aveva un migliore amico, Flavio, Alpha prima di lui, e che ha una sorella, Sissi, non sappiamo praticamente nient'altro di lui o della sua sua storia passata.
Ines è semplicemente incoerente: viene inizialmente presentata come dolce e remissiva, per poi trasformarsi in una ragazza ostinata, sexy e combattiva senza nessun tipo di evoluzione o analisi che spieghi la sua maturazione, per poi tornare fragile e scappare quando la situazione si fa seria o la trama lo richiede.
Tra i personaggi secondari, invece, non ce n'è nessuno che si distingua per caratterizzazione o personalità: sono tutti – chi più, chi meno – privi di spessore e satelliti dei due protagonisti.
Ti consigliamo quindi di ampliare i pensieri di ogni personaggio, soprattutto dei due personaggi principali, in modo da dare loro personalità e giustificare l'evoluzione che si troveranno ad avere.
7. Coinvolgimento emotivo:
Il coinvolgimento da noi provato è relativamente poco: lo stile semplice e immaturo, la rapidità degli accadimenti e la mancanza di introspezione dei personaggi e di descrizioni di luoghi e situazioni non permettono di immergersi nella storia e sentirsi parte di essa. Ti consigliamo quindi di sottoporre la storia a una revisione per poter rivedere gli aspetti le potenzialità per brillare, ma necessitano di essere sfruttate a dovere.
8. Breve recensione della copertina:
L'idea di fondo della copertina ci è parsa abbastanza attinente alla storia in sé, perché viene chiaramente mostrato il legame della protagonista con la sua metamorfosi tramite l'effetto di sovrapposizione. Nonostante l'idea abbastanza coerente, essa dovrebbe essere migliorata da un punto di vista tecnico, perché in primo luogo l'effetto fusione tra il viso della ragazza e il muso del lupo non sortisce l'effetto giusto, quella del lupo sembra semplicemente un'immagine inserita con un'opacità ridotta, piuttosto che pensata per creare un effetto di transizione che sarebbe risultato più d'effetto, tant'è vero che nel formato ridotto di Wattpad, se non ci si presta attenzione, pare solo una macchia scura sul volto di una giovane donna. Anche osservandolo da più vicino, il volto del lupo pare quasi indistinguibile se non per il muso che, ironicamente, spunta molto al di sotto del mento della protagonista e risulta anche sbagliato. Anche il ritaglio dell'immagine potrebbe essere fatto meglio, perché rimane un bordino bianco intorno ai polsi della ragazza, in più non si riesce a capire cosa succede all'altezza delle spalle.
- Quanto attira a prima vista. La copertina risulta abbastanza chiara e ben gestita, nonostante gli errori tecnici segnati sopra, e pensiamo possa attirare a dovere un lettore, anche se, a parte il titolo, non è del tutto chiaro a causa dell'esecuzione, di cosa potrebbe trattare la storia, e un tocco di colore in più non avrebbe guastato, anche per sottolineare la nota fantasy della storia.
È palese il fatto che il nero e il grigio predominino, ma questo crea un effetto monocromatico non del tutto gradevole. Inoltre, le chiazze gialle sul contorno degli occhi cozzano con la tonalità della pelle della donna e con tutta la copertina in generale. Crediamo dunque che introdurre un colore che si sposi meglio con le sfumature generali possa dare all'immagine un aspetto più accattivante e originale. Ci sono inoltre degli aloni verdi dai capelli, che non siamo riuscite a comprendere.
- Sintonia degli elementi. La copertina funziona con un titolo così leggibile, anche se c'è da dire che a una prima e seconda occhiata "Becoming a" risulta poco visibile e si rischia di trascurarlo. Stessa cosa per il nome autore, che si perde e non risalta affatto, per di più solo la prima parte del nick risulta davvero leggibile.
Si intravede anche un profilo di orecchie di lupo accostato al titolo, e per quanto l'idea sia carina, crediamo che potesse essere resa meglio, o integrata diversamente. Perché non inserire un lupo o il suo muso direttamente nella parola "Wolf", visto quanto spazio offre la O? In questo modo di sicuro il titolo risulterebbe ancora più interessante e preciso con l'aggiunta.
Recensione a cura di:
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