7) TEMPERANCE-OF JUPITER AND MOONS
GENERE: MELODIC MODERN METAL/ SYMPHONIC-POWER METAL
DURATA: 46 MINUTI
COPERTINA:
FORMAZIONE:
Alessia Scolletti - Voce Femminile
Michele Guaitoli - Voce Maschile
Luca Negro - Basso
Alfonso Mocerino - Batteria
Marco Pastorino - Chitarra Ritmica, Voce Maschile
SINGOLO DI LANCIO: OF JUPITER AND MOONS
RECENSIONE:
2018. Anno di cambiamento in casa Temperance. La Band Italiana capitanata da Marco Pastorino, giunta per 2/5 superstite in questo nuovo anno, ha visto un radicale riassetto della Line-Up. Salutati e rottamati i fratelli Capone e (clamoroso!) la Frontwoman Chiara Tricarico, è tempo di sostituire questi(ahinoi!) incolmabili vuoti con due uomini e una donna: Alessia Scolletti, Michele Guaitoli e Alfonso Mocerino. Il loro arrivo ha portato ad una novità: si passa, infatti, da un Melodic Metal a due voci a un Melodic Metal a tre. Il cambio di formazione ha inevitabilmente comportato, anche, un cambio di rotta dei nostri che, discostandosi da quello che è stato definito dalla critica come il loro album-capolavoro, "The Earth Embrace Us All", orientano il loro stile musicale verso un Metal mai troppo duro, a tratti molto Catchy, quasi poppeggiante. "Of Jupiter And Moons" è il quarto il quarto Full-Lenght dei nostri, che, già dall'antipasto, ci fa respirare un aria dal sapore Symphonic-Power. Si comincia con "The Last Hope In A World Of Hope", un gioiellino di quasi 5 minuti, dove un violino solista si combina alla perfezione con la pesantezza delle chitarre. Ritornello geniale e immediato che convincerà, sicuramente, i più dubbiosi. Altro mini-capolavoro degno di nota è il brano successivo, "Broken Promises", il cui sound elettronico iniziale porta alla mente i Temperance di "Limitless". Ma non lasciatevi ingannare: l'eredità degli Amaranthe è quasi completamente scomparsa e i nostri costruiscono, forse, uno dei pezzi più geniali della loro intera carriera, eliminando questo spettro che ormai aleggia su di loro sin dagli esordi. La Title-Track è un piacevole brano in stile Nightwishiano che ricorda Tuomas Holopainen e compagnia. Incredibile la Scoletti che, a dispetto di tutte le critiche, fa capire chi comanda. Con "Everything That I Am" i toni si addolciscono e raggiungiamo la prima ballata dell'album. Una canzone armoniosa e trascinante dove Michele e Alessia, forse, abbassano fin troppo il tono della voce, stonando leggermente con la base. Finora, "Of Jupiter And Moons", non ha deluso, concretizzando il fatto che i Temperance, nonostante tutto, sono ancora vivi e più agguerriti che mai. Purtroppo, però, se le prime quattro tracce ci hanno trasmesso mille emozioni, da "We Are Free", l'album inizia a tentennare. Per carità, la qualità resta la stessa, così come la formula che ci viene proposta, ma, forse, i pezzi non entrano così immediatamente nella mente degli ascoltatori. Bisogna aspettare quel capolavoro che è "The Art Of Believing" per vedere risalire il livello della composizione: questo pezzo è pura adrenalina. Qui, a nostro avviso, la Scoletti ci regala, la migliore performance dell'intero LP. Il ritornello della canzone è piacevolissimo e, allo stesso tempo, potente e sorprendente. Niente da dire. Un pizzico di tastieroni Anni '80 e il capolavoro è servito. Unica pecca: forse la canzone è stata un po' troppo diluita. Tralasciando "Way Back Home", che può essere commentata con un semplice "carina, ma...", arriviamo all'epilogo e qui, tocchiamo quasi con un dito un po' di cinematico. "Empires And Men" è meravigliosamente trascinante. É impossibile non apprezzare una ballata così incredibilmente...epica. Potrebbe diventare la soundtrack di qualche film fantascientifico...Perché no? Il testo già indica qualcosa di interessante. Chissà... Il sipario cala davanti ad una media suite dalla modica durata di 7 minuti e 15, "Daruma's Eyes (Pt.1)" che sembra nuovamente rievocare i Nightwish e, più precisamente, le musiche da Luna Park di "Imaginaerium". Qui, i cinque componenti della band si giocano il tutto per tutto. E il pezzo convince davvero molto, perché il tempo vola che è una bellezza, scorrendo come un fiume in piena. Gli incantevoli assoli di chitarra, accompagnati dalle voci unificate dei tre cantanti ci lascia l'acquolina in bocca. A conti fatti, come possiamo, allora, definire questo "Of Jupiter And Moons"? Chi vi scrive, è rimasto piacevolmente sorpreso visto che, dopo la dipartita della Tricarico, poteva dirsi abbastanza scettico su un possibile futuro della band. E, invece, è stato con grande piacere che mi sono ricreduto. È vero, su certi punti l'album zoppica, meritava forse un'aggiustatina in più, ma, anche stavolta, abbiamo la prova lampante che il Metal in Italia non è morto, anzi. Nascono continuamente band che vogliono farsi spazio e avere la loro fetta di popolarità. E perché non dovremmo valorizzare chi si fa le ossa e regala ottima musica? Provare per credere.
VOTO: 8
LE MIGLIORI: 1)THE LAST HOPE IN A WORLD OF HOPES 2) THE ART OF BELIEVING 3) EMPIRES AND MEN
LE PEGGIORI: 1)WE ARE FREE 2)ALIVE AGAIN 3)WAY BACK HOME
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