4) ORDEN OGAN-GUNMEN(2017)
GENERE MUSICALE: POWER METAL
DURATA: 56 MINUTI E 43 SECONDI
COPERTINA:
FORMAZIONE:
Sebastian Levermann: chitarra, voce,tastiere
Tobias Kersting: chitarra
Niels Löffler: basso
Dirk Meyer-Berhorn: batteria
SINGOLO DI LANCIO:GUNMAN
RECENSIONE:
Un paesaggio tetro e completamente spoglio. Un cavallo dagli occhi infuocati. Un pistolero implacabile dallo sguardo fisso e penetrante: è in questo modo che ci viene presentata l'ultima fatica degli Orden Ogan, "Gunmen", che segna una svolta assoluta nella carriera di questi artisti tedeschi. Si, perché con quattro LP alle spalle, tre dischi di Demo e una raccolta Best Of ("The Book Of Ogan", 2016), finalmente Sebastian Levermann e i suoi possono avere il loro posto d'onore nel panorama della musica metal mondiale. È inutile nascondere l'evidenza: Le dieci tracce dell'album tratteggiano un concept perfetto che contiene in sé tutti gli elementi del Power Metal mainstream. Ma non aspettatevi battaglie fantasy, draghi, cavalieri e simili. Ciò che i nostri musicisti tedeschi ci propongono, è un Power ricco di riflessioni psicologiche sulla vita e sul nostro posto nel mondo. Ed è Alister Vale, la loro mascotte, a farsi ogni volta portavoce dei stupendi testi che lo popolano. Dopo essere stati teletrasportati in un castello stregato, circondato da un paesaggio tetro come quello di "Ravenhead", stavolta, l'ambientazione, come appare evidente, è di tipo Western. Il nostro protagonista, attraverso la voce meravigliosamente potente di Sebastian Levermann (fondatore della Band nel lontano 1996), ci racconta la sua commovente storia: Qualcuno ha ucciso la sua amata, ma lui si sente colpevole della sua morte anche se non è stato coinvolto direttamente. È triste, cerca conforto in sé stesso, ma non riesce a trovare le risposte che cerca. "Will you remember what little time we had, will you still love me in the kingdom of the dead?" È questo il suo grido disperato nel ritornello di "Fields of Sorrow". Ciò che balza subito all'occhio...pardon...orecchio, è la presenza di suoni incantevoli e potenti che, a tratti, sembrano sfociare addirittura nell' Epic (Provate a sentire qualcosa dei nostrani Rhapsody Of Fire e noterete sicuramente qualche somiglianza). Da "Gunman" a "Come With Me To The Other Side", che contiene anche un meraviglioso duetto con Liv Kristine (Ex-Frontwoman di Theater of Tragedy e Leaves' Eyes), verrete inesorabilmente trascinati nell'ascolto e non riuscirete a staccarvi dalla musica. Però, così come una cosa all'apparenza perfetta nasconde, in realtà, mille imperfezioni, da "The Face of Silence" qualcosa inizia a non tornare. I pezzi, per carità, si mantengono sulla stessa scia, piacciono senza problemi, ma un forte squilibrio nella durata delle tracce mina il tentativo di mantenere i toni alti. Se nei primi cinque brani si attestava tra i 4 e i 6 minuti, ora passiamo da tracce brevissime ("Down Here, Wanted Dead or Alive") a veri e propri serpentoni (Come l'epilogo "Finis Coronat Opus" che sfiora i 9 minuti). Forse la scelta è dovuta al fatto di voler raccontare la storia dell'album in ordine, seguendo un filo logico. Comunque, un po' più di organicità non avrebbe guastato. Un altro punto a sfavore, è la totale assenza di Ballads: Se in "To The End" avevamo la trascinante "The Ice Kings", qui, i toni rimangono sempre serrati e violentemente duri, senza un attimo di respiro: l'ascoltatore è costantemente bombardato da batterie, chitarre e voci corali in una lunga spirale dalla "esigua" lunghezza di ben 56 minuti totali. Ultimo, ma non ultimo problema è proprio la durata delle tracce in sé dell'intero lavoro. È normale voler creare un po' di atmosfera e smorzare il racconto del pistolero Alister con qualche assolo, ma in certi punti si esagera davvero tantissimo. È così che il brigde di "Fields of Sorrow" vi sembrerà immenso, così come la strofa finale "I'll always be there with you - I'll always be watching you. If I'm gone, don't mourn me. I'll be always watching over you" di Finis Coronat Opus, che viene ripetuta la bellezza di ben 7 volte, sembra quasi una litania. Aldilà di questi punti, però, il lavoro degli Orden Ogan, visto sommariamente, risulta essere un'opera eccellente, unica nel suo genere. Tranne i ruzzoloni "Down Here (Wanted: Dead Or Alive)" e "One Last Chanche", che paiono un po' fuori contesto, pur mantenendo il tipico Power che avete già imparato a conoscere con le tracce precedenti, "Gunmen" è un pezzo che nella vostra collezione non deve assolutamente mancare. Seguite il nostro consiglio e date una speranza a questa band tedesca che, se continuerà così, ci sfornerà solamente capolavori.
Pistole in posizione, tamburo carico. Che il viaggio nel Selvaggio West abbia inizio. E che la vostra strada non si incroci mai con quella di Alister Vale...SE VOLETE CONTINUARE A VIVERE. Siete stati avvisati.
VOTO:9
LE MIGLIORI: 1)GUNMAN 2)COME WITH ME TO THE OTHER SIDE 3)FINIS CORONAT OPUS
LE PEGGIORI: 1)DOWN HERE(WANTED:DEAD OR ALIVE) 2)ONE LAST CHANCE
---------
Questa volta, ho preferito presentarvi una recensione più sommaria rispetto alle precedenti: non è una track-by-track ma un'analisi generale dell'album. Se la recensione è stata di vostro gradimento, ricordatevi di lasciare una stellina e se vi va di discutere sull'album, commentate pure senza alcun tipo di problema.
Ecco gli album di questa settimana
1)Three Days Grace-Human(Alternative Metal,2015)
2)Epica-The Holographic Principle(Symphonic Metal,2016)
3)Nightwish-Once Symphonic Metal,2004)
Per coloro che richiedevano i Nickelback o i Lacuna Coil, non vi preoccupate: vi riproporrò gli album a breve ;)
TRR
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro