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3) STARSET-TRANSMISSIONS(2014)

DEDICATO AL MIO BRO @ClaudioAffy , CHE HA RESO PIù BELLO IL PIACERE DI ASCOLTARE LA MUSICA METAL

GENERE MUSICALE: SPACE ROCK/ELECTRONIC ROCK

DURATA: 60 MINUTI

COPERTINA:

FORMAZIONE:

Dustin Bates – voce, tastiere, sintetizzatore, chitarra ritmica

Brock Richards – chitarra solista, voce di sottofondo

Ron DeChant - basso, voce di sottofondo

Adam Gilbert – batteria

SINGOLO DI LANCIO: MY DEMONS

RECENSIONE:

Recensire "Transmissions", per me, è un onore e, contemporaneamente, una faticaccia. Un onore, perché gli Starset, dopo i Linkin Park, sono la mia band preferita in assoluto e, proprio per questo motivo, una faticaccia in quanto dovrò evitare di mettere voti a caso e dire "Ogni canzone è stupenda", chiudendola lì. Qui non c'è spazio per l'entusiasmo: bisogna cercare di essere più oggettivo possibile, senza che le emozioni entrino in gioco. Terminato il preambolo, lanciamoci in questa nuova recensione.

È il 2013 quando un ragazzo originario dell'Ohio, che porta il nome di Dustin Bates con già una band alle spalle, i Downplay, decide di crearsene una nuova che trattasse nei testi delle proprie canzoni tematiche fantascientifiche. Lui, laureato in ingegneria avionica, scienza che studia i sistemi di navigazione, comunicazione e di condotta di volo, vuole mettere in pratica la sua grande passione per la tecnologia tra le note e gli spartiti. Da questa storia affascinante, nasce il progetto Starset e, con esso, il primo Full-Lenght, pubblicato un anno dopo per la Razor & Tie, che reca il nome di "Transmissions", Trasmissioni. La loro originalità ha portato ad un successo annunciato? Parrebbe di sì, visto che, in quattro anni di attività, hanno collezionato la bellezza di oltre 250 mila copie. Poche? Probabile. Ma quando sei un gruppo emergente, non può certo essere definito un fallimento, anzi. Il titolo si rifà alla storia che il concept, perché di concept album si parla, ci propone. La scelta ci risulta chiara già da subito nel prologo, "First Light", una Intro che presenta una dose massiccia di suoni sintetizzati. Viene posto un interrogativo agghiacciante: "Cosa faresti se ti venisse dato il potere di influenzare un grande cambiamento? Permetterai alla paura di consumarti? O la vincerai?" Sarebbe bello riuscire a trovare una risposta a questa domanda, ma subito ci viene chiarito l'obiettivo del parlante: Egli possiede questo potere e vuole usarlo per mandare un messaggio nel passato, in modo che il suo presente non sia il futuro di coloro che sono venuti prima di lui (vi gira già la testa? Abbiamo appena iniziato!). Con questa premessa così cupa, veniamo subito catapultati in un ospedale e una macchina che monitora il battito cardiaco da inizio al primo vero e proprio pezzo, "Down With The Fallen", un'esplosione di energia e malinconia: dalle strofe dolci ai violenti scream di Dustin, quattro minuti passano velocemente e la voglia di riascoltarlo è alta. Alla fine della canzone, iniziano a partire degli intermezzi che ci terranno compagnia per quasi tutto l'album in cui dei messaggi vocali si alterneranno a delle stupende basi strumentali quasi epiche e cinematografiche. "Halo", la traccia successiva, è un po' semplice e scialba. Al primo ascolto, potrebbe non entrare subito nel cuore. Dovrete sentirla più e più volte per amarla (o odiarla, sta al lettore decidere). Per fortuna, "Carnivore", l'altro potentissimo elemento dell'intero LP, entra in gioco per rimettere le cose apposto e a riattirare l'attenzione dei più diffidenti. È inutile resistere: anche dopo aver chiuso il vostro lettore musicale o il vostro computer, per la testa vi continuerà a girare il meraviglioso ritornello di questo piccolo gioiellino: "Carnivore! Carnivore! Won't you come digest me?". Arriviamo a "Telescope", prima ballata dell'album e qui troviamo anche il primo grande scivolone della Tracklist: il motivetto di per sé non è malvagio, ma la canzone non parte mai, non da energia come i pezzi che l'hanno preceduta. Un vero peccato, perché l'altra ballata, "Dark On Me", cover Slow Rock dei Downplay (l'originale si avvicinava molto ai sound dei Breaking Benjamin), è forse uno degli apici dell'intero lavoro dei nostri astronauti di Columbus. Già il pianoforte all'inizio prevede lacrimoni a fiumi. Se siete facilmente suscettibili, evitatene l'ascolto. Anzi, no, ascoltatela. Merita veramente tantissimo, fidatevi. E se qualche lacrima scenderà significa che l'obiettivo è stato raggiungo. Tornando a noi, siamo giunti all'accoppiata "It Has Begun" / "My Demons": la prima, usata perlopiù come sottofondo per gli AMV degli anime(da qui si spiega anche la sua grande fortuna, pur non essendo stata estratta come singolo ufficiale), la seconda, invece, è la canzone che ha portato subito al successo gli Starset, colei che ha fatto conoscere questi giovanissimi ragazzi al pubblico e li ha imposti nell'ambito del rock elettronico, grazie al suo ritornello da paura: "Take me high and I'll sing, Oh you make everything okay (okay, okay)" (L'avete letta cantando, vero? Anche noi). Il testo, parla di follia, futuro e di...Tesla! Lo scienziato serbo, infatti, viene chiamato in causa perché considerato come il primo uomo -così si dice- ad essere riuscito a captare un messaggio extraterrestre. Per altri chiarimenti, vi rimandiamo al video ufficiale in alto. Tralasciando "Antigravity", dal sound quasi claustrofobico, pressoché spento, giungiamo quasi alla conclusione con gli ultimi quattro meravigliosi pezzi che chiudono quest'avventura spaziale. "Let It Die" è l'esempio tangibile che gli Starset sono una band su cui non si può mai dare per scontato nulla. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma la maestria con cui vengono amalgamati stupisce sempre più. Maestria, confermata anche con "The Future Is Now", che all'apparenza potrebbe sembrare un'idea monotona da unire al resto, ma, nella seconda parte, inaspettatamente, diventa la più cupa e incazzata tra le tredici tracce proposte. Il futuro è ora. Mai titolo fu più azzeccato. Basta guardarsi un po' in giro per notare i grandi sviluppi tecnologici degli ultimi anni. Chissà dove saremo tra cinquanta anni. Magari saranno proprio i nostri a parlarcene. Mai dire mai. Il tutto si conclude con due pezzi ("Point of No Return" e "Rise and Fall") che danno ai fan un commiato stupendo e lasciano presagire che ancora sentiremo parlare di questa band, che ancora non è stato detto quasi nulla sulla misteriosa Starset Society.

Il viaggio interstellare è appena iniziato. E sarà un viaggio molto lungo. Mettetevi comodi, stendete le gambe e godetevi il panorama. Un ultimo consiglio: Non limitatevi al solo ascolto dei singoli estratti, ma godetevelo nella sua interezza. Perché "Transmissions" è molto più di quello che sembra. MOOOOOLTO di più.

VOTO: 8,5

LE MIGLIORI: 1)DOWN WITH THE FALLEN 2)DARK ON ME 3)LET IT DIE

LE PEGGIORI: 1)TELESCOPE 2) ANTIGRAVITY

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Ecco la recensione che mi avete chiesto! Spero di essere riuscito nell'impresa e, se qualcuno ha ridire, in positivo o in negativo, è il benvenuto!

Come al solito, vi lascio con i Tre Album da scegliere.

1)Nickelback-Feed The Machine (Post Grunge/Alternative Metal, 2017)

2)Lacuna Coil-Delirium(2016) (Gothic Metal, 2016)

3)Orden Ogan-Gunmen(Power Metal, 2017)

Alla prossima!

TRR



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