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🧝‍♀️ Le illusioni del cuore

Autricesolopotterhead 

Genere: psicologico/romance

Accomodati, mia cara umana. Il nostro sarà un viaggio molto lungo.
Porta con te qualcosa da mangiare, un bel paio di cuffiette e tanta pazienza: la Mezzelfa sa essere molto puntigliosa, quando analizza un testo!
Ti chiedo solo di arrivare fino alla fine, anche leggendo in più tappe, e di lasciare un feedback sincero.
Cominciamo!

Copertina

È pulita, chiara, adatta al genere, con gli elementi giusti al posto giusto. C'è solo qualche centratura che non mi torna; forse il sole, che mi sembra spostato verso destra. I colori sono vividi e ben abbinati, lo stile semplice ma efficace. Nel complesso, la trovo una copertina molto gradevole.

Voto: 4 su 5

Grammatica

Veniamo subito alle note dolenti – per restare in tema musicale!

Il testo in generale si legge senza particolari impedimenti, il linguaggio è chiaro; insomma, si capisce quello che succede (e, ahimè, questa non è affatto una cosa scontata, nel magico mondo degli autori). Però, mia cara umana, gli errori non mancano. Alcuni li ho segnalati nel testo, ma in generale i più ricorrenti sono questi:

⏩ nomi di mesi e stagioni con l'iniziale maiuscola (Novembre anziché novembre);

⏩ in diverse occorrenze, ti è sfuggita la virgola tra soggetto e verbo (che, ricordiamo, è sempre un errore);

⏩ salti quasi sempre le virgole nei vocativi ("Ciao Sally" anziché "Ciao, Sally");

⏩ apostrofi davanti a parole maschili, come nei tre esempi qui sotto:

⏩ Un altro punto da correggere – su cui io bacchetto sempre – è la grafia dei dialoghi. Hai usato, al posto dei caporali, i doppi simboli di maggiore e minore: insomma, <<questo>> al posto di «questo». Una cosa che fanno in molti per la semplice ragione che sulla tastiera non sono presenti le fatidiche virgolette, ma per me questo non giustifica l'errore, dal momento che esistono dei metodi per inserire i caporali (dalla sostituzione automatica alla scelta di una combinazione di tasti, almeno da pc) ma esistono anche le correttissime virgolette inglesi ("queste"), facilmente utilizzabili e comunque di gran lunga preferibili a <<questa soluzione>>.

Al di là delle virgolette, un altro errore sistematico nella gestione dei dialoghi è l'iniziale maiuscola nella didascalia dopo una battuta:

Qui, per esempio, abbiamo una battuta di Zoe chiusa da un punto, e poi abbiamo il cosiddetto dialogue tag (in questo caso è il verbo "accenno") con l'iniziale maiuscola. Ecco, è un errore: la grafia corretta sarebbe questa: «Esatto [...] Non ho potuto svolgere le lezioni» accenno subito, fiera della mia bugia.
Poi passiamo il testimone al professor Tirico (e qui, tra l'altro, abbiamo una virgola tra soggetto e verbo): in questo caso, siccome cambia il personaggio che parla, sarebbe il caso di andare a capo.
Nella battuta successiva, stesso discorso: il dialogue tag ("continuo a dire") va con l'iniziale minuscola e la battuta di Tirico va nel rigo successivo, seguita dal relativo dialogue tag ("dichiara" – che qui è addirittura a capo), sempre con l'iniziale minuscola.

Insomma, quando la battuta continua con un dialogue tag o in generale con una didascalia, non va messo il punto prima delle virgolette di chiusura e, appena fuori dalle virgolette, non va l'iniziale maiuscola.

⏩ Ho trovato poi un discreto uso di pronomi obsoleti (primo fra tutti "esso"). Non posso considerarlo un errore grammaticale, siccome è quello che si insegna a scuola, ma lo considero un errore stilistico in quanto contribuisce a invecchiare lo stile, a renderlo scolastico e impersonale. Insomma, quante volte, nel linguaggio di tutti i giorni, usiamo parole come "egli" o "esso"? Credo mai – ci scommetterei le mie nobili orecchie a punta – per cui usarle nello scritto non fa che allontanarci dal linguaggio reale, dandoci un senso di distacco.

⏩ Nel testo non manca qualche ripetizione lessicale, come in questo paragrafetto:

Qui viene riproposta per tre volte di fila la formula "iniziare a": inizia a oltrepassare, inizia a cessare e iniziano a fiondare. Una formula, tra l'altro, sconsigliabile: non fa che allungare il brodo quando si potrebbe semplificare tutto senza troppi complimenti:

La sua figura robusta e bassa oltrepassa il giardino a passo svelto e io mi limito a seguirla. Finalmente il diluvio sta cessando: ora sull'ombrello si posano leggere gocce d'acqua.

Le informazioni sono le stesse, ma il paragrafo non è molto più fluido da leggere senza tutti quegli "inizia a"?

⏩ Ma tieniti pronta, mia cara umana, perché solo ora conoscerai la vera, malvagia pignoleria della mia stirpe: è giunto il momento di parlare di qualcosa di terribile. È giunto il momento della consecutio temporum.

Intanto, cos'è la consecutio temporum? Banalmente, è la concordanza dei tempi verbali (quella roba che ci permette di esprimere anteriorità, contemporaneità o posteriorità, insomma), però detto in latino fa più figo e quindi la chiamiamo così.

Al di là della consecutio temporum, c'è un'altra cosuccia che si chiama uniformità: se scrivo una storia al presente, non posso poi, di punto in bianco e senza una motivazione sensata, continuare al passato remoto e così via.
Tu hai scelto di usare un narratore interno (Zoe) che parla in prima persona al tempo presente, e fin qui ci siamo. Nel tuo caso, l'uniformità è rispettata (salvo un paio di piccole sviste nel capitolo 24): non salti mai al passato remoto, non dici mai "pensai", "dissi", "feci" e così via. Però, spessissimo e non si capisce per quale motivo, in alcuni punti cominci a narrare all'imperfetto:

Perché, mia cara umana? Perché?

Stiamo vivendo la scena ora, in questo istante: se mi dici che "con quel tipo era impossibile ragionare", significa che stai parlando di qualcuno che non è in scena con noi in questo momento, qualcuno che magari hai incontrato ieri, o l'altro ieri, o l'anno scorso. E invece Fil è qui con Zoe, davanti ai nostri occhi, e quello che Zoe dovrebbe dirci è "con questo tipo è impossibile ragionare!".
Stesso discorso per il nomignolo che gli si addice (e non "addiceva": non è mica morto, il povero Fil!) alla perfezione.

Qualche altro esempio di consecutio temporum non rispettata:

In questo caso è palese che tu voglia esprimere anteriorità; ciò che è sbagliato è l'abbinamento dei tempi verbali. Se usiamo il presente, per esprimere anteriorità ci vorrà il passato prossimo, quindi "ordino (presente: lo sto facendo adesso) tutta la mia roba che il tassista ha portato (passato prossimo: anteriorità, è successo prima) gentilmente dentro". Stessa cosa per "mia madre mi ha fatto portare quasi mezza casa".

Tu hai usato il trapassato prossimo, che si utilizza invece per esprimere anteriorità quando il tempo della narrazione è il passato remoto (quindi "ordinai tutta la mia roba che il tassista aveva portato gentilmente dentro"). Insomma, hai invertito gli abbinamenti.

Una cosa simile succede in quest'altro paragrafo:

Qui, nell'ultima frase, ti comporti come se la narrazione fosse al passato remoto. L'opzione corretta è "La lezione di Tirico è iniziata da poco, ma durerà a lungo: siamo circa venti, nell'aula strumentale". La tua soluzione sarebbe stata giusta, come nell'esempio precedente, se avessi scelto di far parlare Zoe al passato remoto (Vidi nella mia mente solo quel ragazzo [...] La lezione di Tirico era iniziata da poco, ma sarebbe durata a lungo: eravamo circa venti, nell'aula strumentale).

⏩ Un altro piccolo neo sono alcune espressioni stereotipate (cioè gruppi di parole ormai trite e ritrite e che hanno dunque perso ogni originalità): Zoe ha spesso dei brividi lungo la schiena, scuote il capo, vede le nuvole offuscare il cielo e così via.

Sorvolando sulle questioni più specifiche, per me la consecutio temporum è condizione essenziale per raggiungere la sufficienza, poiché, se non è gestita bene, la comprensibilità del testo ne risente in maniera sensibile. Un po' come la gestione della punteggiatura: sono quei must che bisogna imparare a padroneggiare meglio di qualsiasi altra cosa. Per questo, con grande dispiacere, ti penalizzerò un po' sulla grammatica.

Voto: 5 su 10

Descrizioni

Se tralasciamo le descrizioni statiche, sconsigliabili e ben poco immersive (del tipo "tizia ha i capelli lisci e castani, occhi verdi, indossa una felpa viola e dei jeans scuri"), che tu usi spesso ma limitandoti a pochi dettagli, devo dire che in questo campo c'è una certa abilità sommersa: il testo presenta ancora diverse ingenuità, dovute forse alla poca esperienza, ma con la pratica sono sicura che sarai in grado di affinare questa abilità e farne un tuo punto di forza, un tuo segno distintivo. Hai un modo molto metaforico di descrivere ambienti e personaggi, con paragoni e parallelismi delicati e spesso originali.

Ma non a caso, mia dolce umana, ho parlato di una abilità sommersa: le capacità ci sono, ma vengono offuscate da una serie di elementi che ora ti indicherò:

⏩ Ripetizioni: oltre che lessicali, come già segnalato, spesso ripeti interi concetti, idee e pensieri dei personaggi, a volte con giri di parole. Questo rallenta tantissimo il ritmo e alla lunga tende ad annoiare. Nel tuo caso, ti ripeti spesso nei primi capitoli, dopo l'incontro con Mattia (ho segnalato qualche punto nel testo), e ribadisci troppe volte alcuni concetti, come ad esempio la caduta di Denise e la colpevolezza di Mattia. Questo avviene soprattutto nelle introspezioni di Zoe.

⏩ Astrattezza generale in alcuni dialoghi: certi pensieri filosofici stonano nelle battute di dialogo, specie se a parlare sono degli adolescenti. Insomma, non è che non si possano nominare concetti astratti, ma bisogna fare in modo che il dialogo sia verosimile. Un esempio in questo stralcio di dialogo tra Zoe e Denise:

Ecco: nella vita di tutti i giorni, parlando con i nostri amici, noi ci esprimeremmo con queste parole?

Anche gli errori già segnalati nella sezione grammatica contribuiscono a offuscare la tua abilità descrittiva, ma ribadisco: al netto di tutte le imperfezioni, le capacità ci sono. Come in questo piccolo paragrafo, molto evocativo:

Mi è piaciuto anche il fatto che l'ambientazione non sia la classica scuola, ma un'accademia musicale, seppur ne mantenga gli stereotipi tipici del genere.

Voto: 6,5 su 10

Trama

La storia in sé è carina, verso la fine mi stavo appassionando e non nego che sono curiosa di andare avanti. Ci sono colpi di scena, rivelazioni, parti un po' più avventurose e così via. C'è, come elemento originale, la condizione psichica di Mattia, che non è il solito teppista belloccio. Insomma, gli ingredienti per una buona storia ci sono tutti: sono le dosi a essere un po' sballate.

Quella che è l'impressione generale, dopo aver letto gli ultimi capitoli pubblicati, è che manchi una pianificazione a monte degli eventi, ma anche del background di alcuni personaggi: scrivi di getto, senza pensare troppo ai "come" e ai "perché", scrivi una scena quando la visualizzi nella tua mente, senza averla studiata nei minimi dettagli, ma andando "a sentimento".

Ho ragione, giovane umana?

Ecco, a tal proposito, dai temi che tratti, dal tuo stile e da qualche mia remota memoria posso dedurre con una certezza quasi assoluta che tu sia davvero molto giovane: questo giustificherebbe parecchie delle ingenuità di cui parleremo tra pochissimo, dato che per forza di cose mancherebbe l'esperienza per evitarle. Per cui niente paura e andiamo a scoprire insieme queste piccole falle nella trama.

⏩ Intanto, giusto per essere precisi, quella che tu chiami Prefazione è in realtà un Prologo.

⏩ Nei primi capitoli fermi spesso la narrazione per dare spazio al passato di Zoe (i suoi ricordi, le lezioni di violino con Frudeni, l'attesa di entrare in Accademia) o ai suoi pensieri (in particolare dopo l'incontro con Mattia). Quando queste digressioni sono lunghe, come alla fine del capitolo 4 (dove addirittura torni al presente nel capitolo successivo), può succedere che il lettore si perda, dimenticandosi di cosa stava succedendo, per poi restare disorientato quando il flashback o la riflessione finisce. In generale, poi, è sconsigliabile dare troppo spazio al cosiddetto "raccontato", che fa un effetto-spiegone ben poco interessante.

Veniamo ora alle criticità della trama in sé (attenzione: da qui in poi si fa spoiler selvaggio!).

⏩ È notte e sta piovendo. Denise e Mattia sono soli, lui la spinge, lei cade e subisce un trauma grave. L'unica testimone è Zoe. Però Denise urla, tutta la scuola la sente e si precipita fuori. Nessuno sa cosa sia successo, ma si presume che Denise sia scivolata e sulla vicenda aleggia un clima di incertezza.

Stop. Fermiamoci un attimo.

Qui c'è un problema, e il problema è Mattia. Nel senso che è inverosimile che nessuno sospetti di lui, che era presente sul "luogo del delitto", e tantomeno che nessuno gli chieda cosa sia successo. Insomma, la faccenda viene liquidata in maniera frettolosa, come se Denise fosse stata da sola, quando invece tutta la scuola ha sorpreso Mattia con lei dopo la caduta. Anche i medici e i genitori sospettano che qualcuno l'abbia spinta, ma come mai nessuno pensa a Mattia?

Avrebbe avuto più senso, tanto per dirne una, che Mattia fosse scappato subito dopo la spinta, e che Zoe fosse stata l'unica ad averlo visto allontanarsi.

⏩ A un certo punto Zoe, appena rientrata, viene avvisata di aver ricevuto una telefonata (immagino sul numero dell'Accademia) e va a rispondere. È sua madre e le due iniziano a parlare:

Qui abbiamo due incongruenze:

1. la mamma chiede come procedono "questi mesi", e dalle risposte successive pare di capire che lei e Zoe praticamente non si sono mai sentite da quando Zoe ha messo piede nell'Accademia. Ma com'è possibile che mamma e figlia, in buoni rapporti, non parlino per mesi? Perché lo stanno facendo solo ora?

2. Zoe ha un cellulare, che ha già usato in diverse occasioni per chiamare e mandare messaggi. Allora perché sua madre dovrebbe telefonare alla scuola e non direttamente a lei? È vero che in teoria il cellulare è vietato, in Accademia, ma è anche vero che Zoe ha parecchi momenti liberi, viste le sue numerose uscite: il fatto che sua madre non la contatti sul cellulare non ha molto senso.

⏩ A un tratto, Zoe scopre un segreto che lega Nina a Marlena, la gemella di Mattia misteriosamente scomparsa. Insomma, si viene a sapere che Marlena è viva e che, a quanto pare, è tenuta sotto sequestro da qualcuno che gestisce affari di droga. Nina e Marlena parlano attraverso delle lettere che si scambiano di nascosto, facendole circolare attraverso una rete di spacciatori convinti di passarsi pacchetti di droga.

Anche qui abbiamo delle incongruenze:

1. di solito, quando si riceve una lettera, la si tiene per sé e si invia una risposta. Al limite, si risponde sul retro dello stesso foglio, così da avere nella stessa busta due lettere, quella del mittente e quella del destinatario. Ma nella busta che Zoe apre ci sono la bellezza di tre lettere: due di Nina e una di Marlena. Tutto questo non ha senso: perché Nina dovrebbe far recapitare a Marlena le stesse lettere che si sono già scambiate? E, soprattutto, perché rispedire indietro il ciondolo che Marlena le aveva a sua volta restituito?

2. Come avvengono questi scambi di lettere? Più tardi si scopre che Marlena è scomparsa da tre anni: possibile che nessuno abbia mai aperto le buste e che non si sia accorto dell'inganno? Ma, soprattutto, dopo tre anni Nina si ostina a tenere il segreto senza allertare la polizia o quantomeno un adulto? Diciamo che quello in cui è capitato Marlena non dev'essere un ambientino proprio facile e tranquillo: è inverosimile che lei riesca a comunicare con l'esterno, ed è ancora più inverosimile che dopo tutto questo tempo né lei stessa né Nina si siano mobilitate per uscire da questa situazione.

Diciamo che al momento è ancora tutto aperto e potrebbe esserci qualche risposta, nei prossimi capitoli, a queste domande, ma francamente è una situazione che mi pare poco giustificabile.

⏩ Zoe, scoperta la faccenda, racconta tutto a Mattia. Lui, dopo aver appreso che sua sorella è viva, sua sorella di cui non ha notizie dalla bellezza di tre anni, reagisce... così:

Insomma, non si può certo dire che questo ragazzo non sappia contenere le sue emozioni!

A parte le sciocchezze, è davvero poco credibile che questa possa essere la reazione di una persona a cui hanno rapito la sorella. E, in generale, tutta questa faccenda di Marlena appare illogica e incongruente.

⏩ Veniamo agli archi temporali. Nel capitolo 2 siamo a novembre; nel capitolo 24, invece, siamo a dicembre. Dunque questi primi ventiquattro capitoli si svolgono nell'arco di un mesetto, ma viene anche fatto intendere che siano passati parecchi mesi da quando Zoe è arrivata in Accademia. E ancora, quando Denise è in ospedale, viene specificato che fa caldo, e verso il ventesimo capitolo "non è ancora arrivato l'autunno". Siamo davanti a un universo parallelo in cui le stagioni seguono regole a sé, oppure, mia cara umana, hai tralasciato questo dettaglio?

Eppure la gestione del tempo è molto importante: contribuisce a dare credibilità alla storia, a calarla in un universo fatto di ambienti e personaggi verosimili che – proprio in quanto verosimili – assumono certi atteggiamenti e agiscono anche in base al tempo in cui sono immersi.

Insomma, anche qui purtroppo ci sono degli errori che vanno a compromettere la sospensione dell'incredulità, nonostante l'idea di base non sia male.

Voto: 5 su 10

Personaggi

Anche qui si può fare di meglio. Se nei primi capitoli empatizziamo subito con Zoe, che tutti trattano male e con sufficienza (tra l'altro non ho ben capito perché si comportino così; sarà una tattica della Crouge?), nei capitoli successivi comincia a emergere la sua immaturità. Ossessiva nei confronti di Mattia, poco aperta con le compagne di corso, cocciuta, irresponsabile... a un certo punto si chiude in se stessa e si fa portare il pranzo in camera da Eva, come se avesse la cameriera. Insomma, un personaggio che dà l'impressione che tutto le sia dovuto e, di conseguenza, da cui pian piano si prendono le distanze.

Se alcune delle sue caratteristiche possono essere giustificate dall'età, ci sono alcune cose di Zoe, secondo me, abbastanza gravi:

⏩ il modo in cui tratta Denise è, senza usare mezzi termini, vergognoso: lei cade, finisce in coma, Zoe è l'unica a conoscere la dinamica dell'incidente ma tace per tutelare Mattia. E fin qui posso capirlo. Ma poi continua a fingere, non reagisce quando i genitori ritirano Denise da scuola (infrangendo, probabilmente, il suo sogno di diventare una musicista), fa l'amica con lei e poi le bacia il ragazzo senza tanti complimenti. Quindi abbiamo questa povera ragazza che viene spinta, finisce in coma, viene ritirata da scuola e viene pure tradita dal suo ragazzo e dalla sua nuova amica Zoe: un incubo! Ma che cosa ti ha fatto, la povera Denise?

⏩ una volta che Sally si è aperta con lei, Zoe continua molto egoisticamente a ignorarla. Sally ha un sacco di problemi, a partire dalla famiglia: sua madre non vuole più vederla e, come se non bastasse, aspetta un altro figlio. Sta ponderando di ritirarsi dall'Accademia, nonostante sia una delle studentesse più brave. La sua migliore amica è finita in coma e poi è andata via dalla Crouge. Ecco, diciamo che anche Sally non se la sta passando poi così bene, tanto che diventa pensierosa e solitaria. Ma Zoe che fa? La evita, la liquida con un «voglio stare da sola», però poi la chiama sempre quando ha bisogno di lei, e Sally le dà pure retta. Diciamo che, se all'inizio Sally ci stava molto antipatica, ora la situazione si è invertita.

⏩ Una volta scoperta la situazione di Marlena, Zoe intraprende la tanto sperata relazione col ragazzo dei suoi sogni e lascia la faccenda nel dimenticatoio, senza allertare nessun altro: né polizia, né Nina, né familiari di Mattia, professori, preside... insomma, chi se ne frega se sua cognata è sequestrata da tre anni e solo Zoe conosce la verità?

Tutti questi elementi, se non sono inseriti apposta per farci detestare la protagonista, a mio avviso andrebbero rivisti, perché Zoe non fa proprio una bellissima figura, ecco.

⏩ Poi abbiamo un'altra questione molto importante riguardo al rapporto Zoe-Mattia. Il loro incontro, seppur particolare, è troppo precipitoso: lei non sa niente di lui, l'ha visto e gli ha parlato solo per pochi minuti, ma si comporta come se gli avesse letto l'anima. Il che, per carità, è bellissimo, ma non funziona: non funziona perché quello che lei prova è eccessivo, ossessivo, è troppo, se commisurato al loro incontro. Manca il tempo: dopo dieci minuti di conoscenza lei vuole già essere la sua ancora di salvezza. Avviene tutto troppo in fretta, e questo rende poco verosimile che Zoe si affezioni al punto da coprire addirittura una violenza di Mattia, invece di spaventarsene. Tutto questo non solo è poco credibile, ma veicola un messaggio pericoloso.
Avrebbe molto più senso se tra i due si costruisse un minimo di rapporto, prima dell'incidente: non basta un solo incontro, non basta un solo breve scambio di battute, per quanto filosofiche possano essere. Deve esserci qualcosa di più, deve esserci un'esperienza comune, uno sfogo, un avvicinamento vero e proprio. Fisico e mentale. Anche breve.

⏩ Un discorso simile vale per Fil: com'è possibile che, appena incontrati, lui e Zoe si comportino come se si conoscessero da una vita? A me verrebbe da dire: «Ma che è 'sta confidenza?».
Insomma, anche qui è strano che scatti una scintilla così forte e che lui insista così tanto per rivederla, ed è ancora più strano che ogni santa volta che Zoe va nel suo posto segreto lui è lì ad aspettarla. Zoe è un'esperta negli amori-lampo, a quanto pare!

⏩ E questo ci porta a un'altra piccola incongruenza: Zoe ci rivela di non aver mai avuto né baciato un ragazzo, giusto? Questo in parte giustifica la sua irruenza nei confronti di Mattia, che a quanto pare è la sua prima cotta. Ma se Zoe non ha esperienze con i ragazzi, com'è possibile che ogni singolo maschio con cui abbia a che fare si innamori di lei? Mattia si scopre innamorato al punto da tradire Denise... Fil cade letteralmente ai suoi piedi e le lascia messaggi scritti sugli scogli... ma insomma, Zoe, dillo che hai una bella scorta di filtri d'amore nascosta sotto al letto!

E poi, dove sono finiti gli altri ragazzi? Mattia non sarà mica l'unico allievo della Crouge: possibile che Zoe abbia a che fare solo con compagne e mai con compagni di corso? Se si escludono Mattia e Fil (e i professori), non abbiamo praticamente alcuna presenza maschile nella storia.

A dire il vero, per me questi elementi comprometterebbero la sufficienza, ma siccome mi piace molto l'evoluzione di Sally e apprezzo alcuni personaggi secondari (come l'infermiera Tessa), chiuderò un occhio.

⏩ Lascio le mie ultime due osservazioni prima di concludere questa luuunga recensione:

1. Quando il narratore è interno e soprattutto parla in prima persona, può descrivere solo quello che vede o che sente lui stesso. Nel tuo caso il narratore è Zoe, ma qui scrivi questo:

Dal momento che Zoe non può vedersi, come fa a sapere che ha il volto pallido e scombussolato e che i suoi occhi sono assonnati?
Stessa cosa per quel "nocciola": Zoe parla di se stessa e conosce già il colore dei suoi occhi. Per quale motivo dovrebbe specificarlo? (attenzione: "per farlo sapere ai lettori" non è una risposta valida!)

Questi sono errori legati al punto di vista: se il narratore è interno, racconta solo quello che vede (quindi non può dire di avere il volto pallido, a meno che non sia davanti a uno specchio, così come non può sapere cosa pensano e provano gli altri personaggi). Nel tuo caso, di errori del genere ne ho trovati pochi e questo è un grande vantaggio, siccome la gestione del punto di vista è una delle questioni più spinose nella stesura di un testo. Ma non per questo devi abbassare la guardia; intesi, mia cara umana?

2. Questo non è un errore, ma un consiglio amichevole volto a snellire la narrazione. Ho notato che usi un sacco di "penso", come in questi due esempi:

Siccome Zoe parla in prima persona, però, quello che pensa è già compreso nel testo. In parole povere, l'intero romanzo è composto da pensieri di Zoe, sono i suoi pensieri quelli che noi leggiamo. Per questa ragione, "penso" è un verbo che, nel 90% dei casi, si può tranquillamente eliminare. Come? Ecco a te una rielaborazione dei due esempi:

"Che idiota. Che perfetta idiota che sono! Confondere il preside per un bidello, ma dove sono finita?!" (e stop, direttamente nella narrazione: non c'è bisogno di veicolare questa frase con un "penso").

"Mi fa accomodare. La presidenza è molto diversa da quella della mia scuola precedente. Anche qui le solite targhette identificative non mancano mai: ce n'è una bella grossa anche sulla scrivania, con inciso il nome del preside: G. Umini".
(via il "penso" e via anche il "vedo": siamo già nella testa di Zoe, non serve specificare questi verbi).

Sei d'accordo, gentile umana?

Voto: 6 su 10

Parere personale

Tra i punti di debolezza della tua storia avevi segnalato "qualche svista grammaticale", e direi che ne abbiamo parlato abbastanza. Come punto di forza, invece, avevi indicato "temi originali e inverosimili" reputandola "abbastanza accattivante e scorrevole". Quanto all'originalità, nonostante l'ambientazione segua un trend classico da romance, non possiamo dire che manchi. Forse ciò che non ho trovato troppo originale sono le dinamiche tra i personaggi, a tratti un po' ingenue. Sulla scorrevolezza spezzo una lancia a tuo favore: nonostante i vari errori e le incongruenze di cui abbiamo parlato, la storia si legge in maniera abbastanza fluida e non posso negare che abbia suscitato la mia curiosità. Non ti nascondo che negli ultimi capitoli ho storto un po' il naso, in particolare per il comportamento di Zoe, ma probabilmente continuerò a leggere gli aggiornamenti, anche solo per capire che direzioni prenderanno i vari personaggi e per confermare o ribaltare le mie teorie: sono curiosa di capire dove la storia andrà a parare.

Ho apprezzato molto i cliffhanger alla fine dei capitoli e mi piace molto di più il titolo che hai scelto ora: se avessi lasciato quello vecchio (La promessa melodica), ti avrei bacchettato perché era decisamente poco accattivante, mentre Le illusioni del cuore è adeguato al genere e si collega bene con la trama.

(Magari la prossima volta avverti il team, se cambi qualcosa mentre partecipi a un servizio!)

Hai uno stile ancora acerbo, ma sono certa che con il giusto impegno sboccerà presto.

Voto: 2,5 su 5

La somma dei voti è 29 su 50, quindi ci troviamo nel Piano materiale!

Complimenti e alla prossima!

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