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Friend request . Richiesta d'amicizia

Ho preso in mano questo romanzo in un periodo di pausa da un altro thriller molto molto impegnativo e senza troppe aspettative. La trama mi sembrava vagamente familiare, ma mi interessava capire come l'autrice avrebbe trattato il tema dei social network e ho quindi deciso di dargli una possibilità.

"Friend request. Richiesta d'amicizia" romanzo di esordio di Laura Marshall, edito da Piemme, esce in Italia nel luglio 2018, osannato come un "romanzo dalla lettura compulsiva" (cito l'introduzione all'opera) e pubblicizzato come un romanzo fantastico dal quale è impossibile staccarsi. L'editore si premura anche di elencare i premi che l'autrice ha sfiorato con il suo romanzo. Per quello che il libro mi ha lasciato non voglio neanche sapere come fossero i romanzi che hanno soffiato alla Marshall questi premi...

Louise è una mamma divorziata che lavora come interior designer. Un giorno, tra le mille mail di lavoro, trova una notifica di Facebook: "Maria Weston vuole stringere amicizia con te". Per Louise è un fulmine a ciel sereno: Maria Weston ha frequentato il liceo con lei alla fine degli anni ottanta, ma è morta la notte del ballo di fine anno. Ventisette anni dopo la richiesta di amicizia e la successiva scoperta di una rimpatriata organizzata nel suo vecchio liceo costringono Louise a scavare nel passato, negli anni più bui della sua vita e scendere a patti con gli eventi che hanno portato alla morte di una ragazza che in fondo voleva solo essere sua amica.

La storia si sviluppa in due parti (prima e dopo la rimpatriata) e su due piani temporali che nella prima metà si alternano, accomunati da una narrazione in prima persona dal punto di vista della protagonista: da un lato il 2016, il presente, dall'altro il 1989, l'anno in cui Louise ha terminato il liceo, l'anno in cui Maria è entrata nella sua vita per poi sparire per sempre.

Sono anche presenti alcuni capitoli "extra", narrati in terza persona dal punto di vista di un personaggio di cui non si conosce l'identità, né le sue implicazioni nelle vicende narrate.

La prima metà del romanzo ruota principalmente attorno alla richiesta di amicizia di Maria e al modo in cui Louise reagisce a questo evento inaspettato: inizia a temere che dietro a quel profilo Facebook ci sia davvero Maria e va nel panico. È spaventata e si decide a contattare i suoi vecchi compagni del liceo, sia quelli del suo gruppo, i popolari, sia chi nel 1989 non era degno di fare parte di quella élite: di volta in volta si conosce la doppia storia di ogni personaggio, la sua vita durante l'adolescenza e la vita attentamente costruita dopo il 1989, una cesura che ha segnato ognuno dei ragazzi presenti e li ha portati a costruirsi una nuova esistenza.

Louise riceve anche dei messaggi dal profilo di Maria Weston: parole che sembrano troppo simili a quelle dell'amica, che la accusano, che riaprono vecchie ferite; la donna si sente osservata, crede di essere seguita, non si sente più al sicuro. La sua quotidianità si sta sconvolgendo e le sembra di essere solo una pedina in un gioco più grande di lei.

Intanto il tempo passa e il giorno della rimpatriata si avvicina: Louise è messa di fronte a una decisione ardua, che può riportare a galla fatti che molti vogliono restino per sempre sepolti nel passato, nella notte che ha sconvolto un'intera cittadina.

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Nonostante la trama non mi entusiasmasse troppo (sin dalla prima volta che l'ho letta mi è sembrata un po' banalotta, come se le mancasse uno spunto per catturare il lettore), credo che l'autrice ne avrebbe potuto ricavare un buon romanzo: peccato che alla prova dei fatti sia venuta fuori una storia maledettamente piatta che mi ha lasciato solo un gran senso di frustrazione.

340 pagine che si sarebbero potute condensare in duecento, che comunque si leggono velocemente, ma che lasciano un retrogusto amaro in bocca: dopo qualche ora in compagnia di Laura Marshall mi sembra di aver impiegato male il mio tempo.

La narrazione nel presente è piatta, ridondante, nel passato procede troppo lentamente per far crescere sin da subito la tensione legata a un personaggio enigmatico come quello di Maria. Proprio per questo dico il libro sarebbe potuto essere molto più "snello": per pagine e pagine succede poco e nulla, lo stesso pensiero viene ripetuto più e più volte senza aggiunte significative e alla fine non sono riuscita a fare a meno di odiare la protagonista.

In praticamente tutti i capitoli della prima parte del romanzo Louise fa riferimento a qualcosa che avrebbe fatto a Maria e che in qualche modo la lega alla sua morte: la prima volta tutto questo discorso del senso di colpa intriga, la seconda lo si rilegge perché magari non si è capito bene qualche passaggio, ma alla terza rilettura degli stessi pensieri già non se ne può più. Se sul fronte del presente Louise si rende insopportabile per questo continuo lamento, nei capitoli ambientati nel passato la protagonista è ancora più debole.

Per il novanta percento del romanzo sembra solo una gran piagnona, senza spina dorsale nel 1989 come nel presente, sempre in balia degli eventi e mai davvero padrona della propria vita, tant'è vero che, nel capitolo 25, piagnucola: "Vorrei soltanto che qualcuno mi dicesse cosa fare".

Il suo divorzio è un elemento piuttosto importante, sia a livello della storia che per darvi qualche esempio di quella che io considero la sua debolezza.

Capitolo 18: Louise sta parlando con il figlio, che le nomina la figlia che il suo ex marito Sam ha avuto dalla sua nuova compagna. "Mi ferisce ancora sentirlo usare le parole <mia sorella> per riferirsi a un bambino non mio" Addirittura non sono riuscita a capire se per il figlio prova disprezzo o se ne è totalmente ossessionata: da un lato lo definisce "egocentrico" (che non è proprio il termine con cui una brava mammina amorevole come lei vuole essere dovrebbe parlare del figlio), poi lo sbologna all'asilo perché deve giocare alla piccola detective e farsi i viaggi mentali sul profilo dell'amica morta, ma poi nel capitolo 29 dice: "Quando è lontano l'ansia si trasforma in un dolore fisico che mi attraversa come una spada". Sul serio?

Sempre nel capitolo 18 Louise parla con un altro personaggio della propria vita privata: "<Ho divorziato anch'io> Vorrei che questa ammissione smettesse di farmi sentire un fallimento tutte le volte."

Questa dovrebbe essere l'eroina della storia? Una donna che vive nello stereotipo della brava moglie e che non riesce a superare il divorzio neanche dopo essere stata tradita? Non mi sembra per niente credibile.

Lo stesso atteggiamento si ripete nel passato: nel 1989 è una ragazzina con un disperato bisogno di sentirsi accettata da quelli che lei considera gli "amici giusti" e si lascia mortificare tranquillamente da quella che considera la propria migliore amica, lasciando che questa decide per la sua vita e metta becco sulla sua cerchia di amicizie.

Maria invece mi è piaciuta molto: è una ragazza che appare forte ma che nasconde una grande fragilità, che non ha paura di dire quello che pensa e di essere libera, anche se questo significa essere emarginata. È l'unico personaggio che non mi ha fatto venire voglia di lanciare il kindle fuori dalla finestra.

Il tema dei social network purtroppo è affrontano in modo superficiale: magari può essere "illuminante" per chi non conosce i social, ma chi ne ha anche solo una conoscenza "basic" secondo me nota subito che Facebook viene tirato in ballo solo per discorsi stereotipati (nessuno è davvero chi sembra, ognuno condivide solo quello che vuole che venga visto, ...) e raccomandazioni fuori luogo (impostate la privacy, state attenti a cosa scrivete, non fornite troppe informazioni personali, ...); va bene che il romanzo possa avere una morale, ma dei consigli così banali, praticamente spiattellati a caso mi sono sembrati fuori contesto.

Sono rimasta molto delusa, perché il romanzo non ha risposto a nessuna delle mie aspettative: poca suspense, troppi stereotipi e una lentezza che in un thriller non dovrebbe proprio esserci.

Sul finale sembra che finalmente la storia decolli, ma poi con l'epilogo l'autrice sprofonda nello stesso stile piatto che ha caratterizzato buona parte della storia. Anche alcune dinamiche durante la rimpatriata mi sono piaciute, peccato da sole non riescano a risollevare la storia.

Per il prezzo che ha, sia in versione cartacea che ebook, non mi sento assolutamente di consigliare questo romanzo; se poi si vuole un thriller abbastanza piatto per prendersi una pausa tra un bel libro e l'altro allora si può anche leggere, ma senza farsi troppe aspettative e con la consapevolezza che la storia e i personaggi della Marshall lasceranno ben poco una volta letta l'ultima pagina.

Se vi va, fatemi sapere se avete letto il libro, se ne avete mai sentito parlare e com'è stata la vostra esperienza con questa autrice.

Un abbraccio e buona lettura.

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