Beyond the woods
Nota 1: se sei uno scrittore frustrato/troppo pieno di sé per accettare delle critiche/abituato a offendere chi non condivide le tue stesse opinioni, allora puoi anche restare dove sei e non chiedermi nulla.
Nota 2: se sei fan di un determinato autore e non ti piace quello che ho scritto riguardo a una storia, sei gentilmente pregato di astenerti dall'insultare/trattare male/attaccare verbalmente me o gli altri utenti, perché le critiche costruttive sono sempre accette, ma l'odio gratuito puoi anche tenertelo per te. A maggior ragione se attacchi completamente a caso, senza prima aver letto una singola riga di quello che ho scritto. (A quanto pare il buonsenso è andato perso insieme all'educazione e alla grammatica).
Detto questo, Silvya76, gaguan, andryzamfyioana, PattytonyelePonticie, AntonellaVisone, sery8986, prima di scrivere che le mie critiche non sono costruttive e frutto di "ignoranza pura", che sono un'ignorante e che resterò tale fino quando non riconoscerò la mia ignoranza, che sono superficiale perché non so nemmeno capire il senso di un libro, che voglio solo distruggere e demoralizzare, che sono invidiosa, che sono un'ipocrita, che nella vita non ho gioie e che devono rompere le scatole a chi invece viene apprezzato e "voluto bene" (ho voluto riportare la forma verbale oltremodo fantasiosa perché dice molto di critica a caso), forse sarebbe il caso che leggeste davvero quello che scrivo, visto che la maggior parte di voi ha placidamente affermato di esprimere la propria opinione basandosi solo sui commenti di altri. E se proprio avete qualcosa da dire, scrivetemelo direttamente, così che io vi possa rispondere.
Io non sono invidiosa proprio di nessuno, di gioie in realtà ne ho (a parte quando mi capitano sotto mano obbrobri da recensire), non mi diverto a rompere le scatole a chi "è voluto bene" perché nella vita ho di meglio da fare e prima di darmi dell'ignorante pensaci due o tre volte e poi astieniti.
Nota 3: se sei un autore con millemila visualizzazioni, non ti aspettare che io osanni la tua storia come il capolavoro del secolo: mi sono espressa in termini critici anche nei confronti di Saint-Exupéry, quindi non mi faccio problemi a criticare chi gli sta svariate spanne sotto.
Nota 4: se non sai apprezzare dell'ironia/autoironia a volte anche un po' spicciola, davvero non so che dirti.
Bene, dopo aver iniziato anche stavolta con i toni pacati (si fa per dire) che mi caratterizzano, buongiorno, anzi buonasera, a tutti.
Sono sparita per un po' troppo tempo, ma, sinceramente, dopo l'ultima esperienza avevo bisogno di sbollire un po' di rabbia, sia verso gli utenti idioti che insultano a caso, sia verso gli autori che si dipingono agli occhi dei propri lettori come martiri, con frasi tipo "mi rialzerò anche da questa" o trashate simili.
Comunque, la sessione invernale è andata alla grande, e mi sono ritagliata un po' di tempo per leggere "Beyond the woods" di AndrewKerouac (Andrea, mi dispiace un sacco aver rubato spazio alla tua recensione per le note di inizio capitolo, ma per evitare altre scene patetiche si sono rese necessarie; spero di farmi perdonare con le mie prossime riflessioni!).
Premetto che a oggi, 23 febbraio, la storia si compone di ventidue capitoli, quindi il mio giudizio si baserà solo fino a questo punto (se qualcuno pensa non sia obiettiva perché sono troppo pochi... un bel chissene frega dove lo mettiamo?!).
La storia si apre con il trasferimento della famiglia Lewis da Filadelfia (sono andata a controllare siccome nel libro è scritto con il PH, e ho scoperto che è usato in entrambi i modi... Andrea, non averne a male se lo scrivo così, ma nell'altro modo a me ricorda troppo il formaggio spalmabile...). Il primo capitolo inizia con questa frase: "La pellicola del passato nella mente di Aaron si srotolava con rapidità, alla stessa velocità delle verdeggianti curve del paesaggio che agli occhi quasi assenti del ragazzo scivolavano via una dopo l'altra oltre il finestrino." e già con una manciata di parole mi sono resa conto che mi trovavo di fronte a un livello di scrittura molto molto alto, e l'autore non si è smentito in tutti e ventidue capitoli. Come dicevo, il trasferimento del protagonista Aaron con la sua famiglia dalla metropoli della Pennsylvania a Edwinville è il fatto scatenante da cui poi si origina tutto il libro, che narra le vicende del ragazzo, della sorella e dei nuovi amici che incontra nel corso della storia.
Quasi tutti i personaggi sembrano rientrare negli stereotipi da serie tv americana: il capitano della squadra di football, che vede nel nuovo arrivato una sorta di "rivale", il capitano della squadra delle cheerleader, conosciuta per gli intensi "rapporti" intrattenuti con diversi atleti, la ragazza altezzosa e sfrontata, che si sente superiore a tutti...
Ma ognuno di loro, prima o poi, subisce un'evoluzione che lo rende meno "costruito" e più umano, a partire da Garrett, uno dei migliori amici di Aaron: appena ho letto di lui ho pensato al classico nerd imbranato con le ragazze, con il naso perennemente immerso nei libri, impacciato, introverso e senza esperienza; ma l'arrivo di questo nuovo amico mi ha dato l'idea che sia servito a "sbloccarlo" e renderlo più simile a un adolescente qualsiasi, pur mantenendosi coerente dall'inizio alla fine: il cambiamento infatti non è drastico, ma porta solo qualche novità nei tratti caratteriali di Garrett, lasciandogli sempre quell'aria imbranata, che lo porta a cacciarsi anche nei guai, con sommo divertimento di noi lettori.
C'è poi il personaggio di Bonnie, il capitano delle cheerleader; tutti avete visto almeno un film/serie tv ambientato in una scuola statunitense, quindi sono sicura abbiate bene in mente il tipo. Ma mentre prendevo appunti sul libro mi sono ritrovata a scrivere la frase "Bonnie, facile o sola?": e se il suo continuo concedersi non fosse altro che un modo per avere del contatto (non solo fisico, ma in qualche modo emotivo)? E nel corso della lettura vi farete una chiara idea del motivo di tanti comportamenti della ragazza.
Invece Aaron merita un discorso a parte: non vi voglio dare troppi dettagli circa lo svolgimento, perché resti un'aura di mistero sulla storia, ma cercherò di spiegarvi senza spoiler perché è uno dei due personaggi che più mi innervosisce. Già dai primi capitoli l'autore fa riferimento al passato del protagonista (su cui assolutamente non voglio dirvi niente) e pensavo che il suo operato sarebbe stato coerente con il suo vissuto. Invece mi ha dato l'idea di evolversi in negativo: è confuso e quindi fa scemate, poi però se ne esce con sprazzi di profondità disarmante, e quindi mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi con una copia dei libri di Lars Kepler (penso siano abbastanza spessi da farlo ragionare).
Boh, per adesso mi risulta estremamente antipatico, come Erin, la sorella di Blythe, quello che nei primi capitoli sembra la nemesi del protagonista: è acida, altezzosa, cinica, fastidiosa; spero che anche lei (il prima possibile) sia interessata da un'evoluzione che la migliori, perché è semplicemente insopportabile.
E poi, dulcis in fundo, c'è Lotte, che porterà un po' di scompiglio nell'esistenza di Aaron...
Come detto prima, mi sono limitata a delineare il profilo di alcuni personaggi (e ad esprimere miei modestissimi pareri) perché se dovessi raccontarvi la trama più nello specifico vi farei spoiler su tutto, quindi spero che questo vi basti per farvi un'idea.
Passiamo ora allo stile: finalmente una gioia!
Uno stile molto interessante, molto particolare, per niente banale.
Le vicende sono alternate da descrizioni che non appesantiscono affatto la narrazione, e secondo me sono molto azzeccate: ogni parola sembra trasportare il lettore nel bel mezzo della storia, raccontando i particolari che permettono di immaginare perfettamente un personaggio, un luogo, una sensazione...
Il registro, che nei primi capitoli mi sembrava fin troppo alto rispetto ai contenuti, poi si adatta perfettamente al procedere della storia e non ho notato errori gravi, tranne nel primo capitolo, dove si fa riferimento all'età di Aaron, che in un passaggio è descritto come un diciassettenne e un paio di frasi dopo come un diciottenne: niente che una rapida correzione non possa sistemare (come se quello fosse il difetto peggiore del personaggio...)
Molto bella anche l'idea portata avanti dal capitolo quattordici: spero venga portata avanti anche in seguito.
Come avrete capito, il mio giudizio non può che essere positivo per questa storia, che ancora non sono riuscita ad inquadrare in nessun genere: poteva sembrare una teen fiction, ma dopo due frasi si capisce che deve essere per forza qualcosa di più; però non è nemmeno solo una storia d'amore, perché molto spesso sfocia nel filosofico, con passaggi che fanno molto riflettere. Molto intelligente la scelta di metterla nella sezione"narrativa generale".
E niente, questa è la mia opinione su "Beyond the woods": spero vi abbia fatto venir voglia di leggerla, e spero di aver soddisfatto (se ne aveva) le aspettative di Andrea.
Aspetto come sempre i vostri pareri sulla storia e sulla recensione e sono aperta al confronto con chi magari l'ha letta e vuole approfondire qualche aspetto che magari mi è sfuggito.
Domanda estemporanea rivolta agli autori (non so neanch'io perché mi è venuta in mente, ma questa cosa di fare una domanda alla fine della recensione mi sembra un'idea abbastanza carina se poi può portare a qualche scambio interessante o a tirare fuori qualche curiosità...): scrivete direttamente a computer o prima a mano?
Io generalmente preferisco la cara vecchia carta, ma per le recensioni, in cui mi serve fare riferimenti/collegamenti/avere a fianco la storia, scrivo direttamente a computer per ottimizzare i tempi.
Buona lettura e buona serata
Un bacio
Laura
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