EPILOGO - I was feeling epic.
Canzone del capitolo: Helium, Sia.
Nate
"Signor Adams, c'è una telefonata urgente per lei." Mi dice il mio segretario mentre compilo il verbale del paziente che se n'è appena andato. Ebbene sì, sono ufficialmente uno psicologo che è riuscito ad aprire il proprio studio proprio nel centro di Seattle. Devo dire che non è neanche troppo male, inoltre Sky ama questo posto, è innamorata della vetrata che da sullo Skyline di Seattle posta proprio dietro alla mia scrivania.
"Passamela subito allora, grazie Stephan." Replico con un sorriso.
Sospiro rumorosamente sollevando la cornetta del telefono e premendo il tasto per collegare la telefonata.
"Sono Adams, con chi parlo?" Borbotto portando la cornetta tra l'orecchio e la spalla. Impugno la penna e comincio a firmare i fogli che Stephan mi ha portato precedentemente.
"Nate, sono Luca" mi dice il ragazzo con voce tremante. Faccio cadere subito la penna e sollevo lo sguardo dai fogli che stavo compilando, puntandolo sulla porta dinanzi a me ed alzandomi in piedi. Capisco subito che qualcosa non va, Luca non mi ha mai chiamato in tre anni di conoscenza, se non per avvisarmi di qualcosa che, appunto, era successo. "Mi – Mi dispiace disturbarti sul lavoro ma devi raggiungermi subito. Ora, adesso, senza perdere un secondo."
Inizio a camminare per la stanza, avanti e indietro, temendo di creare un solco nel pavimento se non mi fermo. "Ma tu non eri con Sky?"
"Si." Prosegue. "Si, sono con Sky, ma.. Nate mi dispiace così tanto, io non l'ho vista, non ho visto che c'era una macchina, lei stava ridendo, parlava con me poi.. poi.. Ti prego perdonami, non l'ho vista, mi dispiace così tanto. È tutto un casino, è un disastro, perdonami Nate." Continua parlando come un treno e dicendo cose senza senso, mentre io persisto a non capire. La sua voce trema, mi sembra persino dolorante, lo sento singhiozzare dall'altro capo della cornetta e quel singhiozzo è così doloroso che il mio cuore prende a battere velocemente e mi sento sprofondare letteralmente. Come se avessi perso un battito, e quella perdita avesse causato un buco nero nel mio stomaco. Allento il nodo alla cravatta e inghiottisco rumorosamente.
"Luca mi stai facendo preoccupare, dimmi per favore cosa sta succedendo." Scatto in conseguenza al panico che mi sta invadendo. Poso la mano libera sullo schienale della sedia e stringo il pugno sopra di essa.
Sento il mio cuore fermarsi quando il ragazzo mi dice che Sky, la mia Sky, è stata investita e sta rischiando la vita. Non posso credere a quello che Luca mi ha detto, non è possibile. Mi domando cosa abbia fatto di male per meritare un simile trattamento dalla vita, come sia possibile che ogni qualvolta la ragazza creda di stare bene, di poter essere finalmente felice, la vita le faccia pescare la carta sbagliata dal mazzo, portandola di nuovo al punto di partenza. Stavamo bene, eravamo felici, Sky aveva appena riacquistato il suo equilibrio, la sua felicità, la sua libertà da una vita costellata di ingiustizie che non meritava.
Una ragazza di ventitre anni che ha sopportato tutto quello che lei ha sopportato è solo da stimare profondamente e guardare con orgoglio, poiché si è rialzata facendo del suo dolore la sua forza, ed ha aperto le sue ali, abbracciato il dolore e spiccato poi il volo.
Io l'ho vista rinascere, ed ora la sto vedendo morire.
Lascio l'ufficio nel giro di trenta secondi da quando ho attaccato il telefono, comunicando a Stephan di occuparsi lui di chiudere tutto qui in ufficio.
Corro in ospedale alla velocità della luce, se mi fermasse la polizia mentre guido in questo stato probabilmente mi ritirerebbe la patente, ma non posso e soprattutto non voglio rallentare, la mia ragazza sta morendo e mi sento morire a mia volta al solo pensiero che lei possa lasciarmi.
L'odore di medicinali è molto forte, così come quello di chiuso e malato. L'ospedale è pieno di gente e non riesco a trovare Luca.
Ma dove sarà?
Hai intenzione di fare qualcosa o vuoi stare a guardare ogni persona qui dentro mentre la tua ragazza muore?
Non è il momento di interferire, stai zitto.
Chiedi in accettazione idiota.
Senza pensarci due volte mi avvicino alla ragazza dietro al bancone. Sbatto le mani sul tavolo e fisso la bionda davanti a me. Cercando di mantenere il più possibile la calma, prendo un respiro profondo e chiedo di Sky. "M-Mi scusi.." Mi passo una mano fra i capelli e sospiro rumorosamente cercando di riprendere la calma, mentre sono sicuro che dai miei occhi trapela tutta la preoccupazione nei confronti di Sky. Lei non mi può lasciare, non può. "Sto cercando la mia ragazza. Lei ha-ha avuto un incidente e.. m-mi ha chiamato il nostro amico e mi ha detto che avrei potuto trovarla qui, può dirmi dove la posso trovare?" Domando balbettando.
"Si calmi e prenda un respiro, mi dica il nome della ragazza." Mi dice con voce dolce.
Vorrei prendere la sua testa e sbatterla contro il muro. La mia ragazza ha avuto un incidente e questa mi dice devo stare calmo, tutto normale insomma. "Sky, Sky Smith."
"Okay allora è la ragazza che hanno portato in sala operatoria. In fondo al corridoio a destra." Replica indicandomi la strada.
Farfuglio un grazie e corro subito verso la sala operatoria senza neanche salutare.
Il corridoio è vuoto, ed il silenzio è assordante. L'unico rumore che sento è quello delle mie scarpe che ticchettano sul pavimento, mischiato al bip che proviene dall'interno delle stanze.
Il mio sguardo saetta a destra e sinistra e si ferma su una stanza dritta davanti a me. Mi avvicino a passo lento, con le mani tremanti ed il cuore che mi chiede pietà. Se perdessi lei, se la perdessi ora, penso che potrei morire con lei. Non mi può lasciare proprio adesso, stavamo costruendo piano piano il nostro futuro, stavamo imparando a camminare insieme, mano nella mano, stavamo imparando a vivere sul serio, sostenendoci sempre ed in ogni momento, ed ora una folata di vento, un battito di ciglia e mi viene portata via.
Poggio mani e fronte sulla porta, con l'intenzione di guardare dentro e vederla, ma l'unica cosa che si vede è un'altra porta. Lei non c'è, non la vedo.
Mi allontano dalla porta e do un calcio alla sedia poco distante da me, lasciandomi cadere a terra assieme ad un singhiozzo. Le braccia poggiate sui gomiti, le mani che stringono i miei capelli e copiose lacrime che bagnano il mio volto.
Non penso di aver mai provato un dolore così forte. Sento il cuore lacerarsi mentre le lacrime scendono senza controllo. È come se questi singhiozzi fossero il rumore dei miei tessuti cardiaci che si strappano lentamente, portandosi via ogni mio singolo istante insieme a lei.
Se chiudo gli occhi posso vedere il suo sorriso rivolto a me, posso vedere i suoi occhi brillare mentre le faccio il solletico, sentire la sua voce mentre mi dice che mi ama senza condizioni. Vivo i nostri momenti, le nostre dita che si intrecciano, i suoi capelli mossi dal vento sulla spiaggia di Miami, la sua buffa camminata quando è stanca e ha mal di piedi, il suo modo di prendersi gioco di me, i giorni in cui abbiamo litigato per colpa della sua sbadataggine, perché lasciava il ferro da stiro sulla camicia rovinandola. Il modo in cui arriccia il naso quando sta mentendo ed il modo in cui rotea gli occhi al cielo quando è scocciata.
Non potrei convivere con il peso della sua assenza, non potrei mai.
La voglio stringere fra le mie braccia e non lasciarla più andare, in modo da essere sicuro che se dovesse morire, morirebbe a causa della mia forte stretta e non per colpa di uno stupido incidente.
Mi manca, mi manca da morire.
Una mano si appoggia sulla mia spalla ed alzo la testa incontrando gli occhi di Luca. Le sue iridi azzurre sono visibilmente arrossate e i suoi occhi sono gonfi, grosse borse contornano i suoi occhi ed il suo azzurro non è più limpido come lo è sempre stato, è quasi grigio, come se una parte di lui stesse morendo e si stesse portando via la sua felicità. Non credo di aver mai visto il ragazzo così sciupato e privo di forze come in questo momento.
"Perché?" Chiedo solo. Non lo guardo negli occhi, ma sento il suo respiro spezzato ed i suoi singhiozzi silenziosi. Si passa una mano sul viso e scuote la testa.
"I-io.. mi dispiace Nate, se morirà sarà solo colpa mia. Non so in che modo scusarmi, mi sento così responsabile, tutto questo non doveva succedere, non dovevo permettere che succedesse." Mi dice Luca senza smettere di piangere. "Mi sento uno schifo."
Tiro su con il naso e mi passo le mani sul viso, con l'intenzione di eliminare le lacrime che scendono copiosamente dai miei occhi. "Ehi, ascoltami bene." Gli dico prendendolo per le spalle e guardandolo negli occhi. "Numero uno: smettila di dire cazzate perché non è colpa tua, sarebbe potuto succedere in qualsiasi momento." Chiudo gli occhi mentre la scena di Sky che rotola dall'altra parte della strada con me a guardarla mi passa nella mente, provocandomi un'altra forte fitta al cuore ed un silenzioso singhiozzo. "Numero due: devi essere forte, per lei. Lei non morirà, sono stato chiaro? Lei non può morire perché.. non può morire perché se morisse, io avrei perso tutto, e la mia vita non avrebbe più un senso. Lei non deve morire." La mia voce risulta spezzata dalla lacrime che non smettono di scendere e Luca mi attira in un caldo abbraccio. Stringendomi come mai ha fatto da quando mi conosce. È come se tra noi due ci fosse una condivisione del dolore per sentirlo pesare di meno, come se solo lui potesse capire davvero come mi sento.
Il mio telefono squilla e leggo sul display il nome di Matt. Lo osservo suonare tra le mie mani e Luca mi fa cenno di rispondere. "Ciao Matt." Pronuncio queste parole cercando di non piangere, perché se Matt sapesse di Sky probabilmente sprofonderebbe in un baratro senza fondo. Si sono legati molto in questi due anni, ho visto e sentito il legame crescere. Matt la considera come la sorella che non ha mai avuto in pratica.
"Ehi amico! Ma dove siete tutti quanti? Ho provato a chiamare anche Sky ma come al solito quella svampita ha la segreteria telefonica!" Esclama esasperato.
Guardo Luca e scuoto la testa facendogli intendere che non ce la faccio. Mi strappa il telefono dalle mani, se lo porta all'orecchio e dopo essersi asciugato le lacrime risponde al mio migliore amico. "Matt, ospedale, sala operatoria, subito."
Non dice altro, chiude la chiamata e mi passa il telefono.
I minuti passano, le ore passano, ma di lei ancora nulla. E più il tempo passa, più il dolore si estende e si impossessa di me.
"Ditemi che è solo un brutto sogno. Che ora io mi sveglierò e Sky sarà davanti a me a prendermi in giro per la stupida posizione in cui sto dormendo, riderà alle mie battute, mi scompiglierà i capelli e mi abbraccerà affettuosamente, come solo lei sa fare." Le parole di Matt mi fanno salire la rabbia. Rabbia contro la vita che mi sta sottreaendo, di nuovo la persona più importante per me, rabbia contro l'universo che continua a prendersi gioco di lei, rabbia contro tutti, contro il mondo. Stringo il telefono tra le mani, osservando come le mie nocche diventano bianche, e senza riuscire a calmarmi, scaglio il cellulare contro la parete di fronte a me, sentendolo frantumarsi all'impatto, e sentendo inoltre, il mio cuore andare in mille pezzi assieme all'oggetto.
Tutti i presenti stanno piangendo. Paige, Sarah.. La ragazza non versava una lacrima da anni, eppure è qui che mi stringe la mano sinistra, mentre Paige mi stringe la destra. Entrambe con la testa appoggiata alla mia spalla e piangono, con me. Sarah sta singhiozzando, e fa così male sentirla.
Lucy ha la testa posata in grembo a Justin, il ragazzo le accarezza la testa mentre lei piange silenziosamente. Lui ha lo sguardo fisso nel vuoto, non ha detto una parola, nessuno lo ha fatto. Il silenzio regna sovrano. Matt e Luca sono in un angolino, da soli.
Luca si stringe le gambe e la testa è posata sulle ginocchia, mentre Matt continua a far partire chiamate verso il telefono di Sky, solo per sentire la sua voce nella segreteria telefonica, lo aveva fatto anche con la madre.
Non ci sono parole per descrivere come ci sentiamo. La mia stella si sta spegnendo.
Le porte della sala operatoria si spalancano e ne escono due medici. Uno con il capo abbassato, toglie la mascherina e svolta nel corridoio andandosene, l'altro ci osserva con lo sguardo serio e composto che solo un medico può avere. "Siete i parenti della signorina Smith?" Chiede il medico rivolgendoci un'occhiata.
Annuiamo tutti e mi alzo in piedi andando di fronte al medico insieme a Luca, mentre nel mio cuore si apre la speranza di poterla vedere ridere di nuovo.
"Beh che dirvi ragazzi.." sospira e scuote la testa, so cosa sta per dire, me lo sento. "Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Nell'impatto ha sbattuto la testa molto forte, il trauma cranico non so se si riassorbirà. Ho paura che per la vostra amica non ci sia più nulla da fare. Mi dispiace." Poggia la mano sulla mia spalla ed abbassa gli occhi, mentre io credo di essere in stato di shock.
Mi strattono dalla sua presa e do un calcio alla parete. Vi ci poggio la schiena e mentre le mie mani stringono le ciocche dei miei capelli, mi lascio cadere silenziosamente sul pavimento, portando con me nell'oblio il mio mondo e la mia felicità.
Sky
Il tempo vola.
Le lancette dell'orologio scorrono e nemmeno ce ne rendiamo conto. Ci accorgiamo che è passato del tempo, quando vorremmo modificare gli eventi della nostra vita che meno ci sono piaciuti, ma sappiamo benissimo che non è possibile farlo.
Dicono che il tempo sia l'unico cerotto in grado di curare le ferite dell'anima, ma io penso che non sia proprio così.
La mia vita, fino ad ora, è scivolata dalle mie dita come i granelli di sabbia, ed io ho dovuto affrontare dolori che non auguro a nessuno. Ho sofferto silenziosamente per la maggior parte del tempo, ho fatto delle mie ali la mia unica protezione, tenendomi dentro e solo per me la mia oscurità.
Tuttavia, ognuno di noi arriva ad un momento della propria vita, in cui si rende conto che non può andare avanti così, che in questo modo la felicità e la libertà che tanto brama non saranno mai sue. Così, ho dovuto aprire le mie ali piano piano facendo entrare la luce, liberando il mio cuore dalle catene che lo racchiudevano in una gabbia a congelare, e con il tempo il grigio che si era impossessato di me è sbiadito diventando bianco ed ha assorbito i colori dell'amore che la mia famiglia ed i miei amici mi hanno sempre dato.
Un mio vecchio professore mi diceva sempre: <<La vita è un film mia piccola Sky, vivila come se tu fossi l'attrice principale.>> Ma il vero problema era che quella vita che stavo facendo non la volevo vivere, perché sentivo solo dolore, un dolore che mi consumava dall'interno come un parassita, e con il tempo si nutriva della mia felicità, facendomi diventare la persona più fredda che avessi mai conosciuto.
Proprio per questo motivo dico che nel mio caso, non è stato il tempo a guarire le mie ferite, è stato l'amore. L'amore incondizionato delle persone che mi circondano, che mi hanno sempre dato certezze, mentre la mia anima era un oceano di insicurezze, di tristezza ed io ci stavo affogando dentro.
Le mie acque hanno generato tsunami ed uragani, travolgendo con violenza me stessa ed abbattendosi sulle persone che amo. E non era questo ciò che volevo, ho sempre pensato che i miei cari non dovessero soffrire per me, che il dolore che io sentivo era solo il mio, mio e di nessun altro, perciò quando notavo che raccontando la mia storia le persone mi guardavano come se fossi un oggetto rotto che andava sistemato, ho iniziato a pensare che forse, se mi fossi tenuta la mia sofferenza per me, sarebbe stato meglio per tutti quanti.
Così sono diventata il tipo di persona che non esterna facilmente i suoi sentimenti ed i suoi pensieri, non condividevo il mio inferno con nessuno, ci camminavo io e basta, stringevo la mano al demonio da sola e nessuno poteva comprendere il mio dolore, in questo modo le persone meschine e senza cuore non avrebbero potuto giudicarmi senza farsi alcuno scrupolo.
A lungo andare però, ho capito che per stare bene condividere il tuo dolore con qualcuno, è l'unica cosa che ti può salvare. Quando ho sentito il mio spezzarsi ripetutamente fino a non sentirlo più battere per il forte dolore che sentivo, ho avuto paura. Ero così dipendente dalla mia oscurità che non mi rendevo conto di quanto il tempo fosse volato e mi sono persa gli anni più belli della mia vita, affogando nelle mie stesse acque.
È stato quando ho toccato il fondo, quando l'ho sentito fare radici per tenermi con se nel buio, che il dolore che sentivo è diventato la mia forza per tornare a galla.
Ed è così che ho trovato la luce. Ho sollevato la mano al cielo, e qualcuno mi ha tirata su e salvata, mentre io provavo a combattere contro quel mostro che si era impossessato di me, ho abbracciato il buono e i miei demoni sono spariti, insieme al mio inferno personale. Perché questo avevo dentro di me, l'inferno.
Grazie a quella mano che mi ha salvata, a quelle mani, sono rinata e ho lasciato andare il passato. Ho tagliato il filo rosso che mi legava ad esso ed ho iniziato a vivere, vivere sul serio.
Stavo vivendo la mia vita, vivevo il mio presente come se fosse il più raro dei diamanti, tenendo sempre a mente che oggi ci siamo, siamo vivi e stiamo bene, ma domani chi lo sa cosa accadrà?
Avevo iniziato a pensare al futuro, ma poi ci ho rinunciato concludendo che alla fine, quello che sarebbe dovuto succedere, sarebbe successo ne più ne meno ed io non avrei potuto fare nulla per impedirlo, avrei dovuto accettare gli eventi ed andare avanti, senza rimanere bloccata in quel momento, per quanto brutto sarebbe potuto essere.
È così,questa è la mia rinascita. Io sono rinata, portando alla luce la vera Sky.
È questo che sono: una ragazza rotta, distrutta da un passato che non riusciva a dimenticare, distrutta dal buio della sua vita, e da una partita a scacchi che non riusciva a vincere.
Finché ha incontrato delle persone, persone capaci di salvarla e aiutarla a rinascere, perché è questo che è la mia storia, una rinascita.
Il mio migliore amico e mio fratello sempre al mio fianco che mi amano come nessuno è in grado di fare, ma a volte questo non può bastare, si ha bisogno di più certezze, e io le ho trovate, le ho trovate tutte.
Volevo far conoscere al mondo intero questa storia,una storia ricca di dramma e distruzione, ma anche ricca di amore incondizionato che va ben oltre il semplice stare insieme.
Tutti noi sottovalutiamo il significato di amare, amare è una parola grossa.
Amare una persona non significa solo sentire le gambe diventare gelatina quando ti guarda o lo stomaco annodarsi quando ti sta baciando.
No.
Amare significa vincere insieme e perdere insieme.
Amare significa fare sacrifici per rendere felice l'altra persona.
Amare significa conoscere il difetto del nostro compagno e renderlo un pregio.
Amare significa essere consapevoli che la persona al tuo fianco ha un passato, bello o brutto, triste o felice, ma ce l'ha. Ha una sua storia, un suo vissuto, e questo non può cambiare. Non si può tornare indietro nel tempo e modificarlo, bisogna solo accettarlo e conviverci.
Amare significa anche lottare, significa salvare dall'oblio chi ti sta accanto.
Ed ora io lo so, perché è proprio è grazie all'amore che non ho più paura del buio.
È proprio grazie all'amore che i ricordi sono rimasti tali e mi hanno fatto sorridere, non più piangere.
Volevo che tutti sapessero che nonostante la vita mi avesse fatto scacco matto diverse volte, io sono ancora in piedi e posso dire che ho vinto io la partita.
Volevo che le persone con un passato ricco di amarezze e debolezze, un passato che tormenta, che impedisce di sognare, sappiano rialzarsi e rinascere proprio come ho fatto io, perché non è impossibile. Una cosa è impossibile solo se si crede che lo sia, lo diceva anche lo stregatto.
Io mi ritenevo un caso disperato, un caso perso. Una ragazza consumata dai fantasmi del suo passato che non sarebbe mai riuscita a rialzarsi. Eppure ero riuscita a sorridere alla vita dopo aver lottato e combattuto per ottenere ciò che più desideravo: spiccare liberamente il volo verso la felicità.
E ci ero riuscita grazie a quei meravigliosi occhi azzurri e a quelle mani sempre pronte ad aiutarmi.
Voglio che si sappia che nonostante io abbia vissuto metà della mia vita nel dolore, non cambierei mai niente di ciò che è accaduto, perché se lo facessi, non sarei la persona che sono ora, e di chi sono ora, ne vado fiera.
Mi guardo allo specchio e mi sorrido, sorrido a me stessa, orgogliosa di aver lottato fino a perdere le forze ed aver vinto.
Volevo urlare al mondo intero che tutto è possibile, che non bisogna mai perdere la speranza.
Volevo dire a chi cade che ci si può sempre rialzare, anche se non ci sarà una mano pronta a tirarci su. Tutti possono salvarsi, anche da soli. E chi si rialza senza l'appoggio di nessuno è più forte di ciò che crede.
Volevo che tutto il mondo conoscesse la storia di Sky e della sua rinascita.
Volevo che tutto il mondo conoscesse la mia storia e che iniziasse a pensare che non bisogna mai dire mai. Perché la vita è fatta di attimi sfuggenti, che ti tolgono il respiro, è fatta di sofferenza ed è ricca di dolore, di odio, di passione, di amore. Ed è proprio per questo che vale la pena di essere vissuta. Nessuno ha il diritto di giudicare chi siamo o le azioni che compiamo.
Volevo che sapessero che non sono soli ad affrontare la loro battaglia contro i demoni, che ci sarà qualcuno con il suo stesso vissuto pronto a tendergli la mano.
Siamo ciò che siamo e non c'è niente di meglio al mondo.
Mai smettere di credere in se stessi, mai pronunciare le parole 'io non ce la faccio'.
Mai mollare la presa sulla corda.
Mai arrendersi.
Mai perdere la speranza.
La porta per la trovare la felicità è sempre aperta, per tutti.
Con questi pensieri che vorticano in testa fino a farmela pulsare, apro gli occhi lentamente.
Sento dolore ovunque, in ogni singolo osso del corpo e mi sento come se la testa mi stesse abbandonando per sempre, ma quando le mie iridi incontrano gli occhi azzurri del mio unico amore, riesco a sorridere. "Ehi." Provo a sollevarmi per averlo più vicino e sentire il suo dolce profumo, ma non appena lo faccio una forte fitta alla testa mi colpisce ed un'espressione dolorosa si dipinge in automatico sul mio viso.
"No ti prego." Sento dire da Nate. Sollevo lo sguardo e incontro di nuovo il suo viso. Ha il volto sciupato, gli occhi di chi vorrebbe essere inghiottito da un buco nero per sempre. Le iridi arrossate e le borse sotto gli occhi. Si avvicina lentamente e posa la testa sul mio petto, mentre dei singhiozzi riempiono la stanza. "Resta giù e abbracciami, ne ho bisogno."
Apro la bocca per dire qualcosa, ma le parole non voglio saperne di uscire dalle mie labbra. Vederlo in questo stato è straziante e credo di sapere che sia perché sto così. "Va tutto bene Nate, andrà tutto bene." Gli dico accarezzandogli la testa con tenerezza.
"No Sky, non va tutto bene, non andrà tutto bene." Prosegue stringendo le sue braccia attorno al mio corpo. Cerco di trattenere il gemito di dolore che mi invade, ma non credo di riuscirci visto che il ragazzo allenta la presa all'istante. "Io non posso perderti, lo capisci? Tu devi restare con me. Ti prego non mi lasciare."
Le mie labbra prendono a tremare e i miei occhi si ricoprono di un candido strato di lacrime. Ho capito benissimo che cosa intende. "Comunque vada, io sarò sempre con te. Non ti lascerò mai. Mai, mi hai capito?" Solleva la testa ed annuisce, per poi avvicinare il suo viso al mio e lasciarmi un candido bacio sulle labbra. La mia mano si posa sulla sua guancia e asciugo le lacrime che continuano a rigare il suo viso, silenziose e dolorose quanto un coltello che penetra la carne con forza. "Tu mi hai dato tutto quello che potessi desiderare Nate." Proseguo trattenendo un singhiozzo. "Mi hai regalato la speranza, la salvezza, un cuore libero di amare. Mi hai permesso di tornare a sognare, mi hai permesso di essere felice e di tornare a respirare, ed io non potrò mai ringraziarti abbastanza. Sono andata avanti, grazie a te. Ho lasciato andare tutto, per te. Ho chiuso tutte le porte ed ho aperto il cancello ai giardini della felicità per poter guardare l'arcobaleno stringendo la tua mano e ti devo tutti i miei sorrisi, tutti quanti. Ho amato te come non ho mai amato nessuno e gridare ti amo non sarebbe abbastanza per farti capire cosa realmente provo per te. Hai colmato ogni spazio vuoto, sei sceso negli abissi insieme a me e mi hai regalato la speranza di un futuro che credevo di non avere. Perciò grazie, grazie di cuore. E devi promettermi una cosa." Le mie mani continuano ad accarezzare il suo viso, mentre sento le forze crollare lentamente, ma continuo a sorridergli, nonostante le lacrime ora scendano anche dal mio viso.
Nate annuisce con il capo, mentre continua a singhiozzare disperato e poggia la sua mano sulla mia, stringendola forte. Chiude gli occhi e si gode la mia pelle a contatto con la sua, dandomi l'impressione di essere un felino che fa le fusa. "Tutto quello che vuoi, amore mio." Mormora fra i singhiozzi.
Ogni singhiozzo è uno strappo al cuore, un battito perso, una lacrima in più. "Promettimi che tornerai ad amare Nate. Promettimi che amerai ancora, che non smetterai di provare questo bellissimo sentimento. Ti prego promettimi che non smetterai mai e dico mai di amare, perché il tuo amore è in grado di salvare, hai salvato me e sono sicura che salverai ancora tante persone, ma solo se non smetterai mai di amare. Ti prego giuramelo, promettimelo."
Posa le mani sul mio viso e poggia la sua fronte sulla mia, per poi baciarmi di nuovo. "Te lo prometto." Mi accarezza e sorride, mentre delle solitarie lacrime solcano continuamente il suo viso. "Sei bellissima. Lo sei sempre stata e lo sarai sempre. Dal primo momento che ti ho vista ho pensato che tu fossi il fiore più bello che avessi mai visto. E ti ho amata da quel momento."
Sorrido sollevando le braccia e circondando il suo collo, mentre lui incastra la testa nell'incavo del mio collo ed inspira il mio profumo. Chiudo gli occhi, godendomi il dolce profumo alla menta e limone che lo ha sempre caratterizzato. "Non mi dimenticherai, vero?"
Stringe le braccia attorno al mio corpo di nuovo e singhiozza, di nuovo. "Mai e poi mai. Come puoi pensare che sia in grado di farlo?" Mi lascia un dolce ed umido bacio sul collo, per poi tornare nella stessa posizione di prima e strusciare la testa sul mio petto. "Tu però promettimi che sarai sempre con me."
Sorrido e annuisco. "Non ti lascerò mai, te l'ho già detto." Alzo gli occhi al cielo mentre le lacrime minacciano di uscire. "Sarò in ogni tuo respiro, in ogni raggio di luce che entrerà dalla tua finestra." Singhiozzo senza più riuscire a trattenermi e stringo la presa attorno al suo corpo. "Quando ti senti triste alza lo sguardo verso il cielo e sorridi. Guarda la Luna e pensami, perché io sarò li ad osservarti e ti abbraccerò. No sarai mai solo, te lo prometto. Se ti senti perso guarda nei tuoi occhi e trova la strada di casa, perché sei la persona più bella che io abbia mai incontrato e sei il regalo più bello che la vita potesse farmi."
"Sarai sempre la mia principessa." Sussurra. "Il nostro amore non morirà mai. Te lo prometto. Ti prometto che se mai avrò una figlia, le darò il tuo nome, in questo modo ricorderò per sempre l'amore della mia vita e ti darò la possibilità di rinascere e vivere la vita felice che hai sempre meritato."
Sento gli occhi gonfi e pesanti, se perché sono i miei ultimi respiri o perché sto piangendo, questo non lo so, non lo riesco a capire. Schiudo le labbra e sospiro rumorosamente sperando di riuscire a dire le ultime parole senza chiudere gli occhi. "Ti amo con ogni cellula del mio corpo Nate. Ti amerò in qualsiasi altra vita vivrò. Fino alla fine del mondo, non dimenticarlo mai. Ricorda sempre le mie parole, fallo per me. Sarò sempre con te."
Stringe di nuovo la presa, ma stavolta non faccio nessuna smorfia di dolore, perché non sento più dolore. Sento solo di voler chiudere gli occhi e dormire. "Ti amo senza condizioni." Ed è proprio in questo momento che penso che non ci sia modo migliore per chiudere gli occhi. Sorrido leggermente, sperando che lui lo noti e lo senta questo mio sorriso, perché sono felice di essere fra le sue braccia, ho trovato la mia casa fra le sue braccia. "Ti prego Sky resta con me, non chiudere gli occhi, te ne prego. Sei tutta la mia vita, non mi puoi lasciare. Non lasciarmi solo, resta con me, ti scongiuro." Mi stringe fra le braccia e posa la testa sul mio petto e continua a piangere, è così disperato. "Come farò senza il tuo profumo? Portami con te, voglio che mi porti con te." E' così disperato. Sto singhiozzando insieme a lui, e non riesco a smettere. "Ti prego resta con me, ti prego, ti scongiuro. Ti ho sempre vista come il mio angelo, ma questo significa che lo devi diventare davvero, ho bisogno di te al mio fianco, ti prego resta, resta con me."
Non riesco a rispondere, o forse non voglio, non lo so. Sento il respiro affievolirsi, gli occhi pesanti. È inutile provare a stare sveglia, non ce la farei.
Sono contenta di averlo accanto in questo momento, sono tra le braccia della persona che amo di più al mondo ed il mio desiderio si è avverato.
Alla fine ho fatto tutto ciò che desideravo e va bene così.
Ho pianto fino a non avere più lacrime, ho riso di cuore, ho amato con tutta me stessa, fino a stare a male e fino ad essere consumata dall'amore che sentivo, ho gridato al mondo che non ce la facevo più e sono crollata fino a spezzarmi ogni singolo osso del corpo, sono impazzita per il dolore che ho provato.
Ho combattuto e ne sono uscita vincente dalla mia battaglia, perché non ha vinto il mio dolore, ho vinto io.
Volevo assaporare la felicità e stringerla fra le braccia prima di chiudere gli occhi, e ci sono riuscita.
Volevo sentire il profumo della libertà, volevo sentirla sulla pelle, e ci sono riuscita.
Ho lottato contro i miei demoni e ho vinto io.
Non ho mai desiderato di morire con il cuore spezzato, volevo chiudere gli occhi sorridendo e sono riuscita a fare anche questo.
Sorrido un'ultima volta e chiudo gli occhi, accogliendo il buio fino a diventarne parte, ma consapevole che ho vissuto, vissuto davvero.
Questa è l'ultima pagina del libro del quale sono felice di scrivere il finale, perché la mia vita è stata tutta d'un fiato e mi sono sentita epica.
_____
Non ho molto da dirvi.
Vi chiedo scusa se non è il finale che desideravate, ma ho preso questa decisione perchè ho creduto fosse più giusto.
Credetemi che scriverlo mi ha spezzato il cuore, ma era giusto così.
Nel caso ve lo steste chiedendo, non mi pento di ciò che ho scritto. Sky se n'è andata felice e con il sorriso e va bene così.
"Mi sento come se fossi l'ennesima stella destinata a scomparire nella volta celeste, ma in fondo, lo diceva anche Chester, a chi importa se un'altra luce si spegne in un cielo pieno di stelle?"
- Sky.
Questa non è la fine, è solo un nuovo inizio.
Vi voglio bene, spero che possiate capirmi.
Ila.
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