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CAPITOLO UNDICI - Photograph

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Canzone del capitolo: 'Sei di mattina' di Briga.

Buona lettura! 🌸

Sky

Mi trovavo per le strade in riva al lago del mio piccolo paesino . La musica rimbombava nelle mie orecchie. Paolo mi aveva appena lasciata a due isolati da casa ed io mi sentivo così felice e piena di gioia come non mi sentivo da tempo. Il ragazzo dagli splendidi e luminosi occhi verdi mi aveva conquistata ed alle fine avevo deciso di dargli una possibilità, convinta che meritavo un piccolo istante di pace nella mia vita. 'All of me' di John Legend rimbombava nelle mie orecchie e la canticchiavo con un sorriso sulle labbra mentre volteggiavo per strada. Non mi facevo alcun tipo di problema a fare questo genere di cose per strada, qui mi conoscevano tutti e se capitava che le gente mi vedesse mentre ballavo mi prendevano la mano e ballavano assieme a me. Io, Luca e mio fratello eravamo le persone che conoscevano più il paese e i ragazzi del paese, essendo che eravamo sempre in giro, ogni sera in un locale diverso con persone diverse, per questo conoscevamo a memoria ogni più piccolo angolo del paese. Così come le persone, andare a ballare ti permette di entrare in contatto con un sacco di gente nuova, di essere la vera te stessa, ed io amavo ballare e cantare. Mi era capitato più volte di andare in locali dei dintorni e cantare mentre suonavo un pianoforte, ma da quando era morta nonna avevo smesso di farlo. Mentre però pensavo al pomeriggio passato assieme a Paolo ed ascoltavo questa bellissima canzone, mi era venuta un'improvvisa voglia di poggiare le dita sui tasti del pianoforte e cantare facendomi prendere dalla musica senza preoccuparmi dei ricordi. Paolo mi faceva questo effetto: aveva questa capacità di farmi ridere e farmi dimenticare il resto del mondo, mi faceva dimenticare di Caleb e del dolore che sentivo per la morte del mio bambino nel tempo che stavo con lui. Il vero problema era quando tornavo a casa ed ero nella mia camera da sola, a guardare il soffitto. Immagini varie di quei momenti  passavano nella mia mente ed una voglia improvvisa di piangere, urlare e strapparmi i capelli mi assaliva. Mio fratello e il mio migliore amico mi avevano sempre abbracciata e mi avevano sempre detto che sarebbe andato tutto bene, ma solo Paolo riusciva a farmelo credere veramente, ma il punto era che non potevo rapirlo e portarmelo a casa per scacciare i miei incubi. Mamma non voleva che venisse a casa così spesso per il fatto che con Caleb era appena finita e papà non voleva vedere in casa un altro ragazzo. A lui Caleb piaceva molto, lo adorava, e penso che nessun altro ragazzo riuscirà a conquistare tutti con il suo sorriso ed il suo incredibile fascino da super star. Papà si era affezionato che lo portava persino con lui e mio fratello a vedere le partite. Per questo quando tra me ed il ragazzo finì, ed io decisi di dare una possibilità a Paolo lui mi vietò di portarlo a casa spesso, mi disse che mi era concesso solo una volta alla settimana e mi disse che non si sarebbe potuto fermare a dormire, per un bel po'. Io lo avevo accettato, mi ero lamentata abbastanza, ma alla fine decisi che poteva anche andarmi bene così dato che comunque Paolo lo vedevo tutti i giorni a scuola. E così, dopo quel pomeriggio meraviglioso a fare un pic nik  nel parco dietro casa sua stavo tornando alla mia dolce dimora, pronta per la cena. Stare con Paolo mi faceva bene, lo sapevano tutti, stava provando ad aggiustarmi, ad incastrare e sistemare al loro posto i pezzi della mia anima che avevo perso lasciando andare Caleb ed il mio bambino, ed ero contenta che fosse lui a starmi accanto. 

I miei pensieri furono interrotti dalla musica che si fermò improvvisamente e dalla suoneria del mio telefono. Lo lasciai suonare per un po', poiché adoravo la canzone che veniva trasmessa dall'apparecchio quando squillava, era 'Impossible' di James Arthur e proprio non riuscivo a togliermela dalla testa. 

"Pronto?" Esclamai rispondendo a mio fratello e con un certo fastidio, visto che mi dispiaceva interrompere la canzone.

"Sorellina finalmente! Perché diavolo non rispondi ai messaggi di me e Luca?" Il tono di vvoce era leggermente agitato e di rimprovero, questo mi portò ad arricciare il naso infastidita: odiavo quando mio fratello mi rimproverava per queste cavolate. "Comunque, tralasciando queste sciocchezze. Dove sei? Devi tornare subito a casa." 

Corrugai la fronte e mi grattai la nuca, non capendo questo strano atteggiamento. Mi diceva queste cose solo quando qualcosa di brutto era successo. L'ultima volta lo fece quando era morta nonna, io ero con Caleb e chiamò prima me e poi lui quando vide che non rispondevo, e Caleb mi portò a casa senza proferire parole. "Sono quasi lì. Ma perché? Cosa è successo? Devo preoccuparmi?" 

"Non è successo nulla Sky, o meglio nulla di preoccupante, però vieni a casa, adesso." Ribattè il ragazzo. 

"Davide, ho capito che devo tornare a casa alla veloce ma dammi il tempo di fare la strada, Cristo! Non sono ancora arrivata ad essere wonderwoman, per cui dammi un attimo, cinque minuti e sono a casa."  sbottai irritata. 

"No, tu non hai capito, non hai cinque minuti. Corri, vola, smaterializzati, fai la telecinesi, inventati qualcosa, ma muoviti." disse, per poi attaccare il telefono e lasciarmi a guardare il display del mio telefono scocciata e arrabbiata. 

Cominciai a correre tutta d'un fiato. Era piuttosto scomoda come cosa visto che indossavo le scarpe alte. Ero piuttosto brava sia a correre che a camminare sui tacchi, ma non avevo ancora il brevetto per correre con indosso i tacchi. 
Arrivai davanti a casa e trovai il mio migliore amico con il dito indice poggiato sul campanello. Mi fermai dinanzi a lui e posai le mani sulle ginocchia con l'intenzione di riprendere fiato.

"Luchi!" esclamai ancora il fiatone. "Mi spieghi cosa succede?"

La sua espressione si indurì all'improvviso ed il suo sguardo si spostò da me a qualcosa dietro le mie spalle. La mascella tesa, gli occhi azzurri possedevano le pupille ridotte a due spilli  e potevo giurare di aver sentito un ringhio provenire dalla sua gola.

"Ciao principessa." Sentii provenire dalle mie spalle. I miei occhi si spalancarono e persi un battito quando quella voce arrivò dritta alle mie orecchie. Impallidii  e persi  cento anni di vita. Osservai Luca e cercai il suo sguardo per trovare rassicurazione e appoggio, ma i suoi occhi erano ricchi di rabbia. Mi voltai molto lentamente e quado vidi il ragazzo appoggiato allo stipite della porta con le mani nelle tasche fui costretta a trattenere il fiato e a stringere il braccio del mio migliore amico per non cadere a terra ed iniziare a dare di matto. Luca mi si parò davanti e Davide sbucò all'improvviso da dietro Caleb ed iniziò a scuotere la testa. 

"Io-" prese un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli mentre oltrepassava il ragazzo. "Mi dispiace Sky, ho cercato di evitarlo, ma papà ha insistito così tanto.. Mamma era d'accordo, ha detto che avrebbe potuto fare bene ad entrambi questo, per sistemare le cose e mantenere un bel rapporto. Papà vorrebbe che tornaste insieme... io-" 

"Papà vorrebbe cosa?" esclamai mentre la rabbia si impossessava di me. "Tu come puoi avere il coraggio di presentarti a casa mia dopo quello che mi hai fatto? Non voglio più sapere niente di te, come te lo devo dire?" 

Il sorriso che possedeva sulle labbra morì nell'istante in cui pronunciai quelle parole e si scostò dalla sua posizione per venire verso di me. Luca si incamminò a sua volta e lo spintonò all'indietro. "Tu non ti devi nemmeno avvicinare a lei, non sono stato abbastanza chiaro l'ultima volta?" 

"Luca, non mi serve l'avvocato, so badare a me stessa. Vai dentro con mio fratello, e lasciateci soli." Gli dissi stringendo la sua mano. "Più tardi penserò a mio padre." 

"Ma Sky.." Mormorò mio fratello. 

"Davide." Sbottai. "Fa come ti dico. Ed anche tu Luca, ci penso io. Andate, adesso."  

"Sei sicura?" Domandò Luca avvicinandosi a me. 

Annuii e gli presi la mano, per poi lasciargli un bacio sulla guancia. "Andrà tutto bene, fidati di me, ti prego." Dissi sussurrando al suo orecchio. 

Lasciò la mia mano e dopo che sia lui che mio fratello lanciarono un'occhiata al mio ex ragazzo entrarono in casa e ci lasciarono soli. Guardai il ragazzo dinanzi ai miei occhi  e cercai di non farmi prendere dai nostri ricordi felici. Il mio cuore batteva fortissimo e mi accorsi solo quando fece un passo versi di me che stavo trattenendo il fiato. 
Decisi che non ero in grado di affrontare una conversazione con lui senza un piccolo aiuto a mantenere la calma, così estrassi la bottiglietta di acqua contenente il mio calmante personale e bevvi metà del suo contenuto, sentendo gli effetti già da subito. 
Caleb non ci fece caso, poiché l'acqua, anche se conteneva la droga, appariva limpida e trasparente, per cui chi non lo sapeva non si sarebbe accorto di nulla. 

"Possiamo parlare?" Domandò il ragazzo guardandomi negli occhi. 

Un risolino uscì dalla mia bocca e feci un piccolo sorriso. "Secondo te perché li ho fatti entrare? Per ammirarti più da vicino?" Risposi scuotendo il capo. Un capogiro mi costrinse a chiudere gli occhi ed inspirare di scatto. Li riaprii ed incontrai lo sguardo preoccupato di Caleb, che mi scrutava e tentava di leggermi come se fossi un dannatissimo libro. "Invece di stare li a guardarmi come uno stoccafisso vieni a sederti accanto a me sull'amaca, mi fanno male i piedi." Dissi distogliendo lo sguardo e puntandolo sull'albero accanto a noi, dove era appunto presente l'amaca

Mi prese in parole e andammo a sederci sulla tela, uno accanto all'altro. Quando stavamo insieme lo facevamo spesso. Mi sedevo accanto a lui e poggiavo la testa sulla sua spalla, distendendo poi le gambe e lui prendeva ad accarezzarmele. Passavamo intere ore su questa amaca, e la nostra prima volta fu proprio dopo che avevamo passato un'ora a baciarci dolcemente su questa splendida amaca. Caleb aveva preso ad accarezzarmi ed io lo volevo più vicino, volevo sentire le sue mani addosso, volevo che mi accarezzasse come solo lui sapeva fare, volevo che non smettesse mai di baciarmi. Più mi accarezzava, più bramavo il tocco. Più mi baciava, più sentivo il bisogno che mi baciasse. Le sue mani si infilarono sotto al tessuto della mia maglietta e la sua pelle a contatto con la mia mi fece venire i brividi. Sentivo dentro di me mille colori diversi mischiarsi insieme e creare un quadro perfetto, ricco di caos, amore e passione. Mi alzai dall'amaca e presi la sua mano, per poi portarlo in camera mia e concludere quello che avevamo iniziato. Non mi pentivo di quell'azione, non avrei mai potuto farlo, amavo Caleb con tutta me stessa e non avrei mai potuto pentirmi. Ricorderò quel giorno in eterno, perché da quel momento il nostro rapporto diventò più forte ed intenso, si consolidò e non mi ero mai sentiva così felice e completa come quel giorno. Non mi sentirò più così, mai più nessuno sarebbe stato in grado di farmi sentire come mi faceva sentire Caleb.
Portai i miei occhi sul ragazzo accanto a me e per un istante pensai che anche lui stesse ricordando quel momento proprio come me ed un piccolo sorriso nacque sulle mie labbra.

Il ragazzo incrociò il mio sguardo ed un tenero sorriso ricoprì il suo bellissimo viso, facendo prendere il mio cuore a battere velocemente come non faceva da tanto tempo. "Mi manchi principessa." Disse scostando una ciocca di capelli dal mio viso e facendomi venire i brividi.

Scrollai le spalle e distolsi lo sguardo, cercando di non fargli notare l'effetto che ancora possedeva su di me. "Non ti mancherei se tu non mi avessi tradita. Ciò che è fatto è fatto ed ora non si può tornare indietro." 

"Si però io-" La sua voce tremava così  come il suo sguardo iniziò a vacillare. "Io non riesco a dimenticarti."

"Devi farlo Caleb, per il bene di entrambi." Gli dissi.  "Caleb noi non potremo mai stare insieme. Tu capisci cosa è in grado di fare il nostro amore alle persone che amiamo?" 

"Io non amo nessuno, se non te." Replicò disperato. "Sei l'unica cosa che conta davvero nella mia vita Sky, non conta nessun altro, se non ho te niente ha più senso. Ti prego, ti prego di darmi un'ultima occasione, ti prometto che non ti deluderò mai più, che rimarrò al tuo fianco, che sarò il ragazzo che meriti, ma per favore, dammi un'ultima occasione." 

Trattenni i fiato e chiusi gli occhi per non farmi prendere dall'emozione del momento. Il mondo intorno a me iniziava a muoversi e girare pericolosamente ed in questo istante vorrei non essere sotto l'effetto della droga, perché sento una calamita che mi attira verso di lui e non riesco a fermarmi. "Caleb io.." sospirai e mi passai una mano sul viso. "Tu devi sapere che non amerò mai nessuno come ho amato ed amo te, ma non possiamo stare insieme. Stare insieme implicherebbe distruggersi, ed io non voglio che tu soffra come ho sofferto io in questi due mesi. Ho deciso di provare ad uscire con Paolo e vedere cosa succedeva, è da poco che ci frequentiamo, neanche un mese, ma mi fa stare bene. E vorrei che anche tu trovassi qualcuno che ti faccia stare bene e ti faccia dimenticare di me, una volta per tutte." 

"No."  ringhiò. "Non puoi chiedermi questo. Sii sincera, adesso. Non abbiamo più nulla da perdere. Tu mi hai dimenticato?" 

Trattenni il fiato e presi il suo viso fra le mani. "No." dissi sincera. "Non potrei mai dimenticarti. Ma noi non possiamo, non possiamo proprio farlo." 

Si alzò in piedi e si girò verso la casetta sull'albero che io, mio fratello ed il mio migliore amico avevamo costruito. In quella c'era proprio tutto, era identica ad una casa: cucina, bagno e camera da letto, era super fornita. L'avevamo costruita l'estate precedente con l'intenzione di farmi distrarre dall'accaduto, ancora non l'avevo sfruttata a modo. 
Il ragazzo si voltò di nuovo verso di me e si avvicinò di un passo quando vide che ero in piedi e non più seduta sull'amaca

"Allora perché? Perché non vuoi riprovarci?" Domandò disperato. Mi prese le mani e le intrecciò fra le sue mentre una piacevole sensazione di calore si espanse in tutto il mio corpo. A quel gesto il mio corpo smise di rispondere alle azioni che gli ordinavo tramite il cervello. La ragione smise di esistere e lasciò spazio alle emozioni che sentiva il mio cuore: forse era per colpa della droga, forse era davvero quello che sentivo, non lo so, ma non capii più niente e smisi di connettere con la realtà. Il mio corpo si spinse automaticamente fra le braccia di Caleb e dopo aver preso il suo viso fra le mani lo baciai senza più pensare alle conseguenze di questo gesto. Mi mancava troppo, davvero troppo per non approffittare dell'occasione e dirgli addio. Volevo un'ultima volta sentirlo mio, solo per l'ultima volta. Mi staccai da lui e puntai il mio sguardo sulla  casetta alle sue spalle. 

"Consideralo un addio." 

Non replicò, semplicemente mi prese per mano ed io gli feci strada all'interno della casetta. Non appena fummo su lo tirai di nuovo verso di me dal colletto della maglietta e lui mise le mani dietro la mia schiena per attirarmi più a se. "Deve essere per forza un addio?" Sussurrò mentre lo scoccare dei baci che si sentiva mi faceva uscire di testa. 

"Si." risposi gemendo. "Io e te, l'ultima volta. Voglio solo sentire il nostro noi, per l'ultima volta." 

Nel dire quelle parole le sue mani  si infilarono sotto la mia maglietta e la sollevarono, per poi toglierla in agile e veloce gesto. Sentivo la brama di averlo un'ultima volta, sentivo la testa girarmi, il mio corpo bruciare e non era di certo per l'effetto della droga. Tolsi anche la sua maglietta, per poi circondare il suo collo con un braccio, mentre l'altra mano toccava il torace e cercava di slacciare i suoi jeans. Il ragazzo mi sbattè al muro e con un gesto delle dita slaccio il reggiseno, per poi liberarmi dei pantaloni, e lui fece lo stesso. Mi prese in braccio e si girò verso il letto, per poi lanciarmi sopra di esso e sovrastarmi con il suo corpo. sentii il rumore di una bustina rompersi e pochi secondi dopo si incastrò con me alla perfezione. Mi sembrò di tornare a vivere improvvisamente, mi sembrò di poter respirare aria pulita un'altra volta e le mie unghie graffiarono la sua schiena mentre la sensazione di essere sua mi dava alla testa. Niente contava più, non contavano più le conseguenze di questa azione, volevo solo Caleb. Il tempo si fermò a questo istante in cui l'impossibile era diventato possibile per l'ultima volta, e non mi importava quanto fosse sbagliato, io lo volevo più di qualsiasi altra cosa.

"Ti amo Sky" disse sussurrando. "Non dimenticarlo mai, sei la mia piccola Luna, niente avrebbe più senso senza di te. Per quanto possiamo distruggerci, torneremo sempre l'uno dall'altro. Tu sei mia, mia e solo mia." 

"Zitto."  sbottai. "Stai zitto e baciami, non smettere di baciarmi." 

Portai le braccia dietro al suo collo per sentire il bacio più profondamente. fu il momento più intenso vissuto assieme a lui: un addio detto in questo modo non poteva essere la fine, ed io lo sapevo. Sapevo che volevo solo farmi consumare dal suo amore, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo e tenerlo con me, non avrei mai potuto farlo. Chiusi gli occhi e pensai solo a questo momento, incidendolo nella mia mente come il più indelebile dei ricordi. 

Lo scenario cambiò all'improvviso. Mi trovavo in un bagno, Rebekah accanto a me mentre urlavo il nome di Natasha come una disperata e lei era pallida, bianca come un cencio. C'era solo dolore attorno a lei, ed oscurità attorno a me. "Mi dispiace Sky." sussurrò la sua vocina debole. 

"No, no, no. Natasha resta sveglia." la scuotevo per le spalle e piangevo. "Resta con me piccolina, ti prego resta con me."  

Non rispondeva e Rebakah piangeva mentre stringeva la sua mano. 

"Dovevo esserci io al tuo posto, non tu. Dovevo esserci io."

Nelle mie orecchie sentivo rimbombare il suo mi dispiace, mischiato al ti amo di Caleb che a sua volta si mischiava alla mia disperazione, finchè tutto si fece buio e di me rimasero solo frammenti infuocati dispersi nell'oscurità.

Nate

Ricordi di ieri sera passano nella mia mente quando osservo Sky coperta solo dal lenzuolo e dalla mia maglietta, sdraiata accanto a me. La luce del mattino illumina i suoi capelli corvini e mossi, un raggio di sole sfiora i suoi lineamenti perfetti mentre il lenzuolo scivola dolcemente sul suo ventre e lascia scoperta solo la coscia.
La osservo mentre dorme tranquilla, la sua espressione rilassata ed il respiro debole. Le labbra leggermente gonfie a causa dei miei baci, mentre sulle mie sento ancora il suo sapore. Osservo come i capelli le ricadono sul viso, come il suo perfetto é ricco di emozioni che non avevo mai visto su di lei. I capelli neri, alla luce del sole, paiono aver preso delle sfumature rossicce che li rendono ancora lucenti e stupendi.

Si può essere più belli?
Secondo me no.
Per una volta concordo con te. 

Dovrò mandare una lettera di ringraziamento ad Ed Sheeran, se non fosse stato per 'Perfect' probabilmente lei stanotte avrebbe dormito sul divano.
Ieri sera, quando siamo tornati a casa, non smetteva più di chiedermi scusa e di ripetere che mi amava, che non avrebbe più fatto una cosa del genere e di perdonarla per non avermi parlato per tutto il giorno, finché poi abbiamo fatto l'amore. Ed è stato come se fosse la prima volta.

La sento arricciare il naso appoggiata alla mia spalla e mi volto di scatto a guardarla, scostandole una ciocca di capelli dal viso e accarezzandole la testa. Comincia a girarsi in continuazione e impadillidisce all'improvviso.

"No ti prego no, dovevo esserci io al tuo posto, dovevo essere io.."

Merda, un altro incubo.

"Sky, svegliati!" La scuoto debolmente ma niente, non si sveglia.

"Resta con me, ti prego non mi lasciare, resta con me. Non chiudere gli occhi piccolina, sono qui.  Aiuto!" Dice di nuovo.

Delle lacrime bagnano il suo viso e non riuscendo a svegliarla devo ricorrere alle maniere forti.
"Perdonami piccola mia, perdonami." Continua a piangere senza sosta, lacrimoni scendono in continuazione bagnando il suo delicato viso. Non l'avevo mai vista reagire così ad un incubo e per un breve istante mi domando cosa ci fosse di diverso.
 
Cazzo. Non ci voleva. Mi siedo a cavalcioni su di lei e le blocco le mani sopra la testa.

"Sky svegliati." La scuoto di nuovo. "Torna da me piccola, per favore."

Dopo altre smorfie, come se stesse provando del dolore fisico, si alza di botto e si guarda intorno spaesata.

"Sei qui.." mi guarda dritto negli occhi e la sua espressione si rilassa leggermente. Lo sguardo ricco di panico mentre si asciuga le lacrime cercando di trattenere quelle, invece, minacciano di uscire.

"Sono qui Sky, sono qui." Le strattono un polso e la stringo fra le mie braccia.

"Nate io.. Scusa." sussurra. "Perdonami, sono un disastro." 

"Scusa di cosa?"

"Ho rovinato un nostro momento."

"Non hai rovinato proprio niente." Replico accarezzandola. "Stavo solo guardandoti dormire. Sei meravigliosa quando hai l'espressione rilassata."

"Invece si, era stato tutto perfetto e volevo un buon risveglio per una volta, invece no, questi maledetti incubi mi perseguitano."

"Come ti senti?"

Mi sorride e mi si catapulta fra le braccia. "Fammi le coccole" struscia la testa nell'incavo del mio collo e le mie mani scorrono lungo la sua schiena, fino ad arrivare al sedere. Solo toccandola noto che le è salita la maglietta, così infilo la mano sotto e le accarezzo la schiena, osservando i brividi che le creo sulle braccia e facendo un mezzo sorriso.

"Dammi un bacio." Sussurro al suo orecchio. Mi sposto lentamente sfiorandole il viso con le labbra fino ad incontrare le sue. È a cavalcioni su di me e mentre mi bacia intreccia le sue mani alle mie e la sento sorridere sulle mie labbra.

"Pisolo" mi richiama.

Alzo gli occhi al cielo e mi tiro su sui gomiti a guardarla mentre si lega I capelli in una coda fatta male. "Carciofo."

"Ho fame."

"Sul serio Sky?" Le dico incredulo. "Questo è rovinare i momenti romantici, mica avere un incubo."
 
Scoppia a ridere e mi osserva dall'alto con un timido sorriso. "Qualcosa da dire a riguardo?"

"Oh no, no" Scuoto la testa e sorrido scostandole una ciocca di capelli dal viso. 

"Ecco allora alziamoci, andiamo a fare colazione in spiaggia"

Alzo gli occhi al cielo e mi tiro su con il busto, stringendola forte fra le braccia e le lascio tanti baci sotto l'orecchio facendole venire i brividi, mentre tenta di divincolarsi.
"Sicura di voler andare a fare colazione?" Le sussurro all'orecchio e stringendola ancora di più.

"Mi spiace pisolo, il cibo vince su tutto." Detto questo sguscia fuori dalle mie braccia e salta giù dal letto.

Va davanti alla valigia e dopo aver tirato fuori 45 cose diverse, finalmente, trova un costume e qualcosa da mettersi addosso. Va in bagno e si sistema, dopo la bellezza di 40 minuti per infilarsi un costume e mettersi addosso un vestito, sbuca fuori dalla porta con tutta la nonchalance di questo mondo. Noto solo ora che l'abito è molto corto, troppo corto.

"Tu non esci così." Dico secco indicandola con il dito indice puntato sul vestito.

"Ah si? E chi lo dice scusa?" Domanda inarcando le sopracciglia.

"Io." Ribatto incrociando le braccia al petto.

"E tu chi sei?"

"Il tuo ragazzo."

"Ne sei sicuro? Non mi pare di conoscerti, anzi, non ti ho mai visto. Che ci fa un ragazze a torso nudo in camera mia? Esci subito!" Mi lancia la salvietta in faccia e scoppia a ridere divertita dalla situazione. 

Vuole giocare eh? E va bene.

Stringo gli occhi a fessura e mi alzo dal letto andando a passo spedito verso di lei, che sta mettendo via lo schifo che ha creato in giro per la stanza. La tiro su di peso facendole fare uno strilletto e la lancio su letto, mettendomi a cavalcioni su di lei e iniziando a farle il solletico.
Inizia a urlare come una pazza e scalcia in una maniera impressionante facendomi ridere di gusto.

"No, no, fermo basta!" Strilla.

Alzo un sopracciglio "Se vuoi farmi smettere devi dire la parolina magica"

"Sei bellissimo, il ragazzo più bello del mondo" dice mentre si divincola  e ride ed urla.

"Sbagliato!" Sbotto senza fermarmi.

"Ti amo! Nate, ti amo, ora basta!" Prosegue. "Fermati ti prego."

"Ora ci siamo." Dico soddisfatto avvicinandomi a baciarla sulle sue bellissime e morbide labbra, mentre il suo profumo alla vaniglia invade le mie narici. 

Camminiamo mano nella mano sulla spiaggia, i ragazzi non sono venuti con noi, Avevano voglia di poltrire ma tra poco Rebekah e Pit ci raggiungeranno.

"Nate?" Si ferma all'improvviso con lo sguardo rivolto verso il mare. La osservo mentre cammina sulla riva e si ferma quando l'acqua le bagna I piedi. Si volta a guardarmi con gli occhi vuoti e gelidi, persi nel vuoto, probabilmente nei ricordi.

"Io.. li ho sognati entrambi." Dice in un sussurro disperato con gli occhi rivolti verso l'oceano alle mie spalle. Le iridi ricche di ricordi e al contempo così vuote. Mi trasmettono un senso di disperazione tale che non avevo mai sentito, mi sembra di poter sentire il suo dolore.

"Natasha e Caleb?"

"Si" Annuisce con un gesto del capo mentre chiude gli occhi e lascia che il vento accarezzi la sua pelle e le scompigli  i capelli. La sua fragranza arriva dritta alle mie narici e per un momento, mentre guardo nei suoi occhi cercando di capire a cosa pensa, mi sembra di vedere la mia ragazza che ride accanto ad un ragazzo bello come lei.

"Era solo un sogno." Le sussurro accarezzando il suo viso coperto da un'espressione disperata.

"Era così reale. Io e Caleb stavamo insieme.. Poi è arrivata lei. Lei era tra le mie braccia, immersa in quel dolore.. non l'ho salvata. Non ci sono riuscita, le avevo promesso che non l'avrei mai abbandonata e lei ora è.." deglutisce. 

"Va tutto bene amore, va tutto bene." La stringo fra le mie braccia e le prendo la mano mentre le intimo ad entrare in mare assieme a me.

"Nate.. io le ho abbandonate."

"Non ci hai abbandonato stupida" urla Rebekah dalla riva mentre tiene Peter per mano.
Corrono verso di noi e Rebekah abbraccia Sky come non l'ho mai vista fare.
Non ho mai visto un legame tanto forte come il loro, sono una coppia davvero assurda. Sembrano complici in tutto ciò che fanno, non hanno bisogno di parlarsi per capirsi, basta uno sguardo o un gesto, si conoscono così a fondo che quasi sanno cosa l'altra pensa in un certo momento. Come ora, ora sembrano immerse in ricordi tutti loro, come se fossero in una bolla di cristallo e quell'abbraccio voglia stipulare la firma ad un legame eterno che niente e nessuno potrà mai rovinare. È uno di quegli abbracci che rimane impresso nella tua mente per sempre, marchiato fuoco sulla tua pelle. Un istante bloccato per sempre, come una fotografia. Con questo abbraccio si stanno promettendo amore, stanno condividendo il dolore e rappresenta una silenziosa promessa.

"Sei una sciocca Sky, come puoi anche solo pensare una cosa simile?"

"Io vi ho lasciate sole, io sono stata egoista, sono partita pensando ai miei problemi e non hai vostri. Natasha che ormai era persa e guarda che fine ha fatto, tu che.. così silenziosamente soffrivi quasi più di tutti. E poi ci sono io, scappata dalla realtà come una stupida. Una codarda senza palle per affrontare il presente, così codarda da pensare che andare in America e ricominciare da zero avrebbe risolto il mio problema. Così egoista che ho fatto venire qua il mio migliore amico facendogli sacrificare tutto, così egoista da trascinare il mio ragazzo ed il suo migliore amico nella mia oscurità, così egoista da-"

Non riesce a finire la frase perchè la mano di Rebekah finisce sulla sua nuca. "Adesso basta. Mi hai sentito? Smettila. Non azzardarti mai più a farti sentire da me dire una cosa simile. Perché essere egoista per una volta nella tua vita non è un errore. Natasha é un'egoista dalla nascita, ogni sua azione, ogni sua scelta, ogni suo pensiero è stato egoistico. Non campatirla per ciò ha fatto, non è assolutamente da compatire.  Perciò non azzardarti mai più a dire che ci hai abbandonate, perché non é così, chi ha abbandonato qui non sei tu, é lei. Lei che ha mollato tutto quasi fossimo delle fottute macchine fotografiche usa e getta. Eravamo I suoi robottini, ogni cosa che voleva la facevamo, non abbiamo mai rifiutato nulla. E lei che ha fatto? Ci ha lasciato soli, ha abbandonato la sua famiglia per il suo egoismo. A Natasha piaceva vivere nella sua oscurità, non ci voleva uscire, cercava il negativo fino a che non la ha trovato e fino a che il buco nero in cui si trovava non l'ha risucchiata."

"Mi manca, mi manca così tanto .." sussurra Sky.

Rebekah abbassa la testa e torna ad abbracciarla. "Tornerà, ce lo ha detto Simon, ricordi? Farà un'entrata in scena come solo Natasha sa fare." Sorride e si volta verso di noi.

"Non dovevamo divertirci?"

Faccio un passo avanti e tiro Sky verso di me facendola salire a spalle e lo stesso fa Pit con Rebekah.
Ci ritroviamo a far fare loro la 'lotta' e  ridere e scherzare insieme mentre il sole batte su di noi. È come se il tempo si fermasse in questo istante, mentre ho la mia ragazza a spalle che ride spensierata con sua cugina ed io e Pit le prendiamo in giro, mentre i nostri amici fanno il loro ingresso in acqua schizzandoci ovunque.

Come se questo breve e sfuggente istante di felicità sia parte di una vecchia fotografia che ha come sfondo il dolore ed il rumore dei nostri cuori che si spezzano, ma che battendo all'unisono possono contemplare l'arcobaleno e scacciare il dolore, lasciando spazio solo a ricordi  che saranno in grado di regalarci un sorriso quando torneremo con la mente a questo momento.

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🦄🦄🦄

Buongiorno stelline!
Spero che il capitolo via sia piaciuto.
Andando avanti diventeranno sempre più intensi.

Perdonate gli eventuali errori di battitura, dal pc faccio più fatica a vederli!

Baci ed alla prossima!
Ila_ 🌙💘

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