CAPITOLO TRENTA - Shooting star.
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Buona lettura! 🌸
Nate
Guardo Sky andare via come se stessi guardando una vecchia foto mentre piano piano sbiadisce fino a consumarsi del tutto. Rimango fermo ed immobile, non riesco a muovere un solo muscolo, forse perché sono consapevole di aver combinato un disastro. Era da tanto che non la vedevo in questo state: occhiaie profonde e scure a contornarle gli occhi, il volto scarnito dal dolore che non riesce più a gestire. Si sta spezzando, di nuovo.
Torno alla realtà quando la mano di Justin si fa strada sulla mia testa e Lucy mi fissa come se fossi un mostro. Il ragazzo si para davanti a me e stringe gli occhi a fessura. "Ma che diavolo ti passa per la testa, mh?" Sbotta indignato. "Ti pare il modo di rivolgerti a lei?"
Roteo gli occhi al cielo e sbuffo voltandomi dall'altra parte, incrociando le braccia al petto e cercando di trattenere la voglia pazzesca di urlare che sento nel profondo.
"Hai fatto un casino Nate, io la vado a cercare. Prega che stia bene o giuro che vengo qui e ti strappo le palle, chiaro? Sei un idiota." Lucy se ne va dopo aver detto questa frase e mi lascia da solo con il suo ragazzo.
Justin mi prende per le spalle facendomi voltare verso di lui, mentre i nostri occhi si incontrano ed il suo sguardo mi studia da cima a fondo. Cerca di entrarmi nella testa e capire come mi sento, ma non lo so nemmeno io, non saprei spiegare quello che ho detto e neanche il motivo per cui l'ho detto. "Lasciami in pace Jay, credo di non aver bisogno della paternale, ho bisogno di stare da solo, vattene."
"Non ci penso neanche. Ora tu ti siedi sulla panchina accanto allo zio Justin e mi dici che cosa ti passa per quella testa di merda." Esclama tirandomi per il braccio.
Faccio un passo indietro ed alzo le braccia al cielo facendo roteare lo sguardo. "E perché dovrei? Tanto ho torto io alla fine." Replico secco.
"Cosa le hai detto?"
"Mi da su i nervi che lei continui a sognare quel Caleb. Cosa dovrei fare? Finta di niente? Sogna il suo fottuto ex ragazzo, senso di colpa o meno sogna lui. Ripeto, il suo ex ragazzo."
"Di che cosa hai paura precisamente Nate?"
"Io non ho paura proprio niente." Tiro un calcio alla panchina e mi passo una mano fra i capelli frustato.
"Ma perché prendo sempre a calci le panchine Cristo? Poverine, che ti hanno fatto?"
Gli lancio un'occhiataccia e mi lascio cadere sulla panca, prendendomi il viso tra le mani e soffermandomi a fissare un punto indefinito ai miei piedi. "Chiama Matt per favore, ho bisogno di lui." Mi sento come se stessi precipitando senza sosta, come se stessi cadendo nel vuoto e non ci sia nessuno ad aspettarmi sul fondo. Forse è così che si sente lei, magari è proprio così che si deve essere sentita mentre ascoltava le mie parole traboccare dalle mie labbra come un fiume in piena.
"Io chiamo Matt se tu mi dici che ti prende."
"Te l'ho già detto." Ringhio in risposta al ragazzo che si sta sedendo a terra dinanzi a me. Pare di stare dallo psicologo.
"Non mi pare proprio."
"Invece si."
"Ammetti che tu hai paura che lei non ti ami abbastanza."
"Viviamo insieme, non è questo il problema. È che è difficile Justin, è difficile perché non so mai cosa pensa, cosa prova, non mi parla dei suoi sentimenti. Non si sfoga, si limita a fumare una canna e stamparsi in faccia uno stupido sorriso, credendo che passi tutto, ma non funziona così e tu lo sai bene." Sospiro alzando lo sguardo al cielo ed osservando le stelle formare una luminosa costellazione. Il chiarore di Luna illumina le iridi del ragazzo dinanzi a me, rendendo i suoi occhi verde smeraldo ancora più luminosi. il ghiaccio che sento nelle vene mi fa rabbrividire, mi sento scuotere dalla sensazione che la mia ragazza stia affondando per colpa mia. Lei era la barchetta di carta fragile che navigava nell'oceano, ed io sono stato l'iceberg che ha decretato la sua fine. "Pensa che facendomi un sorriso allora io creda che stia effettivamente bene? Mica sono deficiente, la vedo che si spezzando, ed io non riesco più a raccogliere i suoi cocci, sono troppi."
"Cosa vuoi che ti dica Nate? Che ti metta una mano sulla spalla e ti dica 'ehi Nate, sai mi sento vuota, il dolore mi sta mangiando viva, si sta impossessando di me, non ce la faccio più.' Vuoi questo?" Ribatte inarcando le sopracciglia. "Ma non vedi che non sa nemmeno lei da che parte è girata? Non ti sei accorto di quanto è persa?"
"Beh si." Faccio spallucce e mi volto a guardarlo. "Ma con me può parlare Justin. Come pensa che mi faccia sentire vederla in questo stato? Non riesco ad innescare reazioni, non riesco a tirarla su perché lei non vuole salire da quell'abisso e tornare a sorridermi, sembra che sia disposta ad affondare pur di non tagliare i fili che la legano ai suoi fantasmi." Justin inarca un sopracciglio e mi da una pacca sulla nuca. "Ahia, ma che sei scemo?"
"Non hai capito un cazzo." Sbotta sbuffando.
"Il dolore non è l'unica cosa che esiste sulla terra, l'amore ti salva, gli amici ti salvano, la vita vale la pena di essere vissuta." Un altro coppino arriva sul mio capo. "Ma la finisci? Guarda che non sono un pungiball!" Mi accarezzo la testa e abbasso gli occhi.
"Sei normale? Tu credi che basti dirle che 'la vita vale la pena di essere vissuta' per farla stare bene? Non hai capito un cazzo come al solito Nate. Non puoi andare a dire ad una ragazza con un disturbo depressivo una cosa del genere, lei annuirà ma intanto continuerà a fare di testa sua, ossia, vedere tutto nero. Sei una testa di cazzo."
"Grazie." Gli sorrido mandandogli un bacio volante. "Ti voglio bene anche io."
"Imbecille." Tuona. "Apri gli occhi e smettila di comportarti così. Questa è la seconda volta in tre mesi, il prossimo passo quale sarà? Farle le valige e rispedirla in Italia?"
"E sentiamo un po' genio della lampada, cosa dovrei fare secondo te? Fare finta di nulla?"
"Mostrale la luce, mostrale che vale la pena lottare per vedere la luce. Tu puoi farlo, anzi, mi correggo, solo tu puoi farlo." Mi punta il dito sul petto mentre continua a fissarmi con i suoi occhi verde smeraldo. "Sogna Caleb? Ok va bene, ti da fastidio, darebbe fastidio anche a me lo ammetto, ma non serve che tu le dica 'Caleb è morto, non puoi sapere se è arrabbiato con te, perché è morto e non possiamo parlare con i morti'. Ma grazie al cazzo idiota che non sei altro, ma sai cosa può fare una frase del genere? Ti rendi conto di cosa potresti avere innescato? Devi dirle che lui è in pace con se stesso e lei non ha colpe per una scelta non sua, perché non possiamo controllare cosa accade alle persone accanto a noi, non abbiamo il dono dell'obiquità. Non possiamo salvare ogni persona che tenta di farsi del male e non possiamo prendere il dolore delle persone che amiamo per farlo nostro e non farle soffrire. Se fosse così sarebbe tutto molto più semplice non trovi? Dobbiamo solo far loro capire che il dolore non si affronta respingendolo, lo si affronta accettandolo e abbracciandolo, cosa Sky non sa fare, non sa nemmeno da che parte si inizia ed ha alzato le braccia dinanzi a questo male che la divora e la consuma giorno dopo giorno. Ma lei deve sapere che non merita tutto questo, deve sapere che tutti, ogni persona, merita la felicità e l'amore incondizionato, lei compresa, lei soprattutto." Rimango zitto a quelle parole e annuisco portando il mio sguardo al grande satellite che si estende sopra di noi. Ricordo la sera a Londra in cui Sky mi raccontò di Natasha e subito mi assale il senso di colpa. Prendo una sigaretta dal pacchetto nella mia tasca, offrendone una a Justin e l'accendo, perdendomi in quella nuvola di fumo che si disperde nell'aria, pensando che vorrei che mi risucchiasse e che mi piacerebbe disperdermi come questa. Ho fatto un casino.
Una macchina sgomma e vedo Luca scendere dalla macchina con in bocca una sigaretta e una bottiglia di birra in mano. Viene verso di me e mi spintona. "Che cazzo le hai fatto? Se le succede qualcosa ti riterrò responsabile, sappilo." Mi dice prendendomi per il colletto della maglia e lasciandomi andare subito dopo.
"Un casino, un fottuto casino. Come fai tu?" Aggrotta le sopracciglia non capendo cosa sto dicendo. "Come fai a non farti respingere da lei?"
"Perché io non cerco di cambiarla, io cerco di capirla. E anche se non lo faccio le rimango accanto e le mostro che 'il sole esiste per tutti'." Fa le virgolette mentre recita questa frase.
"Perché le virgolette a quella frase?" Domanda Justin curioso.
Fa spallucce e sorride. "È una frase di Tiziano Ferro, Sky lo adora."
"Ah." Ridacchia il ragazzo.
"Comunque, a parte ciò" Riporta gli occhi su di me e sospira. "Tu non le devi togliere Caleb, non è colpa sua, le devi togliere il dolore." Si siede accanto a me ed accende una sigaretta, mentre la fiamma illumina i suoi occhi azzurri, pieni di amore per la sua migliore amica. Stappa una birra e si volta verso di me. "Allora, mi dici che è successo? Lucy mi ha chiamato disperata e sta cercando Sky. Sarah e Paige anche. Perché è scappata?"
Gli strappo la birra dalle mani e mi lascio andare sulla panchina a peso morto, cominciando a raccontare il gran casino che ho fatto, di nuovo.
La punta dell'iceberg che ha fatto affondare la barchetta sono stato io.
Sono io che ho decretato la caduta della mia stella, la caduta di Sky.
Lucy
La trovo seduta su una panchina, uno spinello alla mano, una bottiglia di birra ai suoi piedi, il telefono alle orecchie e lo sguardo fisso nel vuoto. Ho sempre visto Sky come un'anima solitaria, ed invidio molto il suo carattere e la sua forza d'animo. Non ha paura di niente e di nessuno, dice sempre ciò che pensa, ma non esprime mai i suoi sentimenti. Ho sempre pensato che faccia male non farlo, ma lei è fatta così ed è così chiusa che tante volte ho paura ad avvicinarmi e dirle ciò che penso.
In questo momento, mentre la osservo fissare la Luna come se sperasse che la possa portarla via e trascinarla con se, mi pare una stella cadente. La sua caduta è così ricca di dolore e distruzione che fa male persino ad osservarla. Credo che tutto il dolore che ha provato in vita sua, l'abbia portata alla caduta. Ho sempre visto la caduta delle stelle come una grande perdita per la volta celeste, ed ora riesco a paragonarla all'angelo di fronte ai miei occhi. Un angelo buono, la cui esistenza ricca di sofferenze, l'ha portata a chiudersi in se stessa e sembrare, agli occhi di chi non la conosce, la persona che non è, o forse è proprio lei che vuol fare trapelare questo in modo da non apparire debole e riuscire crearsi quella spessa corazza che risulta dura da buttar giù, ma che funge per lei da protezione. È come se le sue candide ali fossero la sua stessa corazza, queste si aprono solo quando e con chi lo desidera lei, e a me piacerebbe molto essere una di quelle persone che riesce a fare breccia nel suo cuore. Lei non è una cattiva persona, è semplicemente... fragile, così fragile da aver bisogno di uno strato di protezione da dare l'impressione che stia sgretolando portando a fondo tutti quanti, quando in realtà non è altro che una ragazza troppo ferita che non riesce ad esporsi alla gente come vorrebbe.
Riesco a vedere la sua debolezza, la sento sulla mia pelle mentre sussurra a qualcuno di sentire la sua mancanza e che vuole che la venga a trovare presto.
Mi faccio coraggio e prendo un respiro profondo per poi sedermi accanto a lei e rubarle un sorso di birra, porto anche io lo sguardo sullo skyline di Seattle davanti a noi, nella notte fresca, con la Luna che ci illumina. "Sai.. non te l'ho mai detto, ma io un po' ti invidio Sky."
Si volta a guardarmi ed ora i suoi occhi marroni mi sembrano un pozzo profondo di segreti, senza un fondo, il suo sguardo intimidisce. Le sue iridi sembrano nere per tutti i segreti che tengono scritti dentro e che mai nessuno sarà in grado di leggere. "Non dire mai più una cosa del genere." La voce secca, fredda, gelida.
"È soltanto la verità."
"Lucy tu non hai niente da invidiarmi, tu non mi devi invidiare, sono io che invidio te, se devo proprio dirla tutta." Afferma poggiando le mani sul marciapiede e riportando gli occhi sul cielo.
"Tu? Invidi me? Io non ho niente di speciale."
"Hai qualcosa che io non ho, e che, purtroppo, mai più potrò avere."
"Che cosa?"
"L'innocenza. O meglio, la purezza di chi è in pace con se stesso, felice della vita che sta vivendo e che vive, non che sopravvive, come me."
Corrugo la fronte ed increspo le labbra in un mezzo sorriso. "Non so se vederlo come complimento o meno. Io vorrei avere il tuo carattere, proprio perché sono ingenua e mi fido troppo delle persone che ho attorno, che, al 90% dei casi, non lo meritano affatto. Tu hai questo dono Sky, di poter vedere la falsità della gente e tenerla lontana, forse grazie a tutto ciò che hai passato, riesci a tenerle lontane e ad avvicinare solo le persone che secondo te sono pure. Ed io vorrei tanto poter avere una capacità del genere... Inoltre, non posso capirti, non posso entrare nella tua testa o in quella del mio ragazzo e dirvi 'si, vi capisco', perché non è così, non potrò mai aiutarvi come desidero, perché non vi capisco. Tu sei una ragazza che trova la forza di andare avanti nonostante tutto, che sorride nonostante lo schifo che la circonda. Non hai paura di niente, non ti fai toccare da niente e nessuno. Una volta tanto vorrei davvero provare la vera sofferenza, solo per aiutare le persone, e capirle."
"Sbagliato, guarda prima con Nate. Lucy, io so che lui mi ama, ma quello che ha detto... Io davvero, non posso essere felice. E aggiungo, questo 'potere' che tu pensi io abbia,non mi permette di lasciarmi andare come vorrei e vivere la mia vita a colori, come dovrebbe essere per tutti. Può essere una caratteristica positiva, ma nel mio caso, fidati, è soltanto negativa. Lucy tu vai bene così come sei, sei perfetta così come ti mostri ai miei occhi e a quelli delle persone che ami. Non permettere a nessuno di cambiarti." Mi fissa con gli occhi seri e profondi, lo sguardo di chi ne ha passate tante e cerca di trasmetterti tutto il suo vissuto.
"Non ti dirò che tutti meritano la felicità, perché come immagino, tutti te lo avranno già detto. Ti chiedo solo, vale la pena?" La guardo sospirare e circondarsi le gambe con le braccia, come se volesse racchiudere tutta la sua sofferenza in quella stretta e lasciarla li a marcire, per poi tornare a volare.
Sbatte le ciglia confusa mentre si volta a guardarmi e la sua testa rimane appoggiata alle ginocchia. Sembra così piccola ed innocente in quella posizione, una bambina al quale è stata portata via l'infanzia troppo presto. "Vale la pena cosa?"
"Vale la pena provare tutto questo dolore? Vale la pena non volersene liberare?"
"Io- io non lo so.." sospira e fa un lungo tiro dallo spinello. Si sdrai sulla panchina dopo averlo spento e posa le mani sotto alla nuca, perdendosi nelle stelle che brillano sopra di noi. "Nate ha ragione, devo lasciarlo andare.."
"Lo vuoi?"
Si rialza e torna a guardarmi. "No. Questo dolore che mi ha lasciato è il mio unico modo per sentirlo vicino, anche se lui non c'e più. Ho sempre la speranza, quando suona il campanello, di vederlo, di poter sentire la sua voce, di vedere il suo splendido sorriso.. Ti rendi conto che non ricordo nemmeno più la sua voce? Non ricordo come mi sentivo quando mi sfiorava o quando sorrideva, sorrideva a me, dopo tutto quello che gli avevo fatto Lucy. Mi ha baciata prima di andarsene e lasciarmi quella lettera, ed io quel bacio non lo ricordo più. Ogni tanto mi accarezzo il labbro, sperando di ricordare come mi ero sentita nel baciarlo. Chiudo gli occhi e cerco di ricordare la sua voce mentre mi ripeteva quella parole, ma non me la ricordo, non so a quale voce assomiglia, non ricordo più la fisionomia del suo viso, io non voglio dimenticarlo Lucy, non posso dimenticarlo, lui è stato troppo importante per me. Ma sta sbiadendo Lucy. Se ne sta andando e sta portando via con se la chiave necessaria a salvare la mia vita."
Ed è qui, proprio adesso, mentre poggia la testa sulle mie gambe e piange che vedo quanto è fragile, e quanto ha bisogno di essere amata.
Mentre le accarezzo i capelli scrivo un messaggio a Luca per avvisarlo che è qui con me e quando vuole può raggiungerci, ma solo lui.
"Credevo che fosse tutto finito, credevo di poter essere felice finalmente dopo aver detto tutto a Nate, ma non è così. Perché ancora sto così Lucy? Perché la mia vita così schifo? Perché sento sempre questo senso di costante vuoto in me, che non riesco a colmare, che nessuno riesce a colmare? Luca mi odia, io lo so che è qui solo perché gli faccio pena, Nate mi vuole lasciare, Justin probabilmente si è arreso a vedermi così, Matt ha i suoi problemi.. che gli sto vicina a fare se gli faccio ancora più male? Sarah pensa che io sia una codarda e Paige soffre per me, tu invidi una persona che dovrebbe schifarti, per mia madre e mio padre sono una delusione, mio fratello aveva paura a dirmi chi è la sua ragazza per la mia probabile reazione.. ti rendi conto di cosa sono Lucy? Sono un disastro, un grande buco nero che risucchia tutti nella sua sofferenza, sono senza anima. Non sento più il mio cuore battere Lucy, non mi fa nemmeno più male da quanto sto soffrendo. Sono apatica, sono spenta, sono vuota. Lucy, io ce l'ho ancora un cuore? Si può vivere senza cuore?"
Il mio sguardo vacilla e trattengo il respiro mentre la sento pronunciare queste strazianti parole. "Ssh, andrà tutto bene, tu sei perfetta così. È questa sofferenza che ti rende perfetta, credimi."
Continua a piangere e stringe i pugni sulle mie cosce si riaggomitola in se stessa e singhiozza in silenzio, mentre le accarezzo i capelli neri, neri come il dolore che non la abbona mai, neri come le colpe dei peccati che in realtà non ha commesso. Ha perso l'innocenza troppo presto, e così ha perso anche il significato di vivere.
Sento i passi di qualcuno arrivare e vedo Luca con il fiatone davanti a noi. Annuisce e si avvicina lentamente, posandole una mano sulla spalla e scostandole una ciocca di capelli da davanti al viso. "Ehi Scimmietta, ma che combini?" Le sorride, e le sorride così dolcemente che mi vengono le lacrime agli occhi.
"Luca, sono troppo rotta, non ce la faccio più. Avevi ragione, avevi ragione tu, non posso far finta di stare bene. Perché devo provare a volare se tanto so che poi cadrò? Mi manca Luchi, mi manca tanto, ho bisogno di parlare con lui, sentirmi dire che mi ha perdonata.." Si stacca dal suo migliore amico, il quale ha aggrottato la fronte e nei suoi occhi passa un'ombra di preoccupazione, così come nei miei. "Si io.. Io devo parlare con lui, io devo trovare il modo."
"Sky ma che stai dicendo? Tu non.." Si lascia sfuggire una risata mezza isterica e mi fissa con gli occhi spalancati e fuori dalle orbite.
"Si, si. Troverò un modo."
"Sky ma sei pazza? Guarda che non mi trascini in un'altra seduta spiritica eh, l'ultima volta che lo abbiamo fatto non è finita molto bene." Tenta di mantenere un tono scherzoso ma dalla voce posso notare il suo tono impaurito, ha paura di sapere fin dove la sua migliore amica sia in grado di spingersi.
"Lucy va da Justin, con lui ci sono Matt e Nate, chiama Sarah e dille che Sky è con me e me ne occupo io. Parla con Nate,riferisci tutto questo. A lei ci penso io, non le accadrà nulla, te lo prometto."
Scuoto la testa mentre mi asciugo le lacrime e le lascio un tenero bacio sulla fronte. "Non posso lasciarla sola, non posso lasciarla così."
"Fidati di me Lucy, andrà tutto bene." Annuisco e mi volto andandomene silenziosamente.
Cammino da sola per la strade di Seattle mentre fisso il cielo illuminato dai raggi lunari.
Mi volto indietro e sospiro quando vedo la figura offuscata di Sky che abbraccia il suo migliore amico singhiozzando per sfogare tutto il suo dolore, ma sono quasi del tutto certa che questo pianto non basterà a liberarla.
Mi asciugo una lacrima silenziosa e trattengo il respiro, mentre nella mia mente si fa strada il triste pensiero che io stia in realtà assistendo alla caduta dell'ennesima stella.
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Buonasera a tutti!
Ecco a voi il capitolo 30!
Come vi sembra ora Sky? Come la vedete?
Cosa ne pensate di Lucy? Anche voi vedete Sky come la vede lei?
Vi chiedo perdono se sono presenti degli ORRORI di battitura, ma è mezzanotte passata ed io sono abbastanza. Ho lavorato ore a questo capitolo cercando di renderlo il più perfetto possibile, ma non sono ancora contenta del risultato. Voi cosa ne pensate?
Tanti baci e a presto,
Ila_
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