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CAPITOLO SETTE - Ghost.

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Canzone del capitolo: 'Ghost' di Halsey. (La versione acustica.)

Buona lettura! 🌸

Sky

Stringo mio fratello fra le braccia più  forte che posso e mi lascio coccolare dal calore delle sue grandi braccia. Ride spensierato mentre mi fa volteggiare ed io assaporo questo momento con il cuore colmo di gioia, quanto mi mancava solo Dio lo sa. Mi riposa a terra ed i suoi occhi azzurri luminosi si puntano nei miei color cioccolato, facendomi sorridere per il famigliare cielo senza nuvole che sono le sue iridi, che mi ricordano nostra madre.

Poso una mano sulla sua  guancia e lo accarezzo dolcemente, mentre lui sposta una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio. "Ciao Fratellone" 

"Credevo ti avessero tagliato la lingua" Ride assieme a me per poi posarmi un bacio sulla fronte.

"No quello mai!" Interviene Nate "Quella lingua tagliente non la perderemo mai." Ridacchia il mio ragazzo osservandoci con gli occhi lucidi.

"Ciao vampiro!" Saluta Nate con una pacca sulla spalle ed un breve abbraccio per poi voltarsi verso il resto della truppa e fare lo stesso, mentre Sarah gli salta a spalle e gli morde una guancia. 

"Ma ciao faccina di merdaaa!" Strilla ridendo mentre lui la tiene a spalle e scuote la testa lamentandosi per il dolore alla guancia.
 
"Venite in casa, è enorme!" Dice Pit osservandoci e raddrizzando gli occhiali alla Harry Potter tanto caratteristici del ragazzo. Peter è alto, ha i capelli castano scuro e gli occhi marroni, proprio come me e Rebekah. E', inoltre, molto magro. Ricordo che quando feci la sua conoscenza mi domandai se soffrisse di qualche strano problema di metabolismo, perché mangia come un drago ma è magro quanto un grissino. Infatti, Luca lo chiama Grissino a volte, e lui è parecchio irritato da quel nomignolo.
 
"Pit! Bel cucciolotto! Come stai amore di zia?" Gli dico prendendogli le guance tra le mani e stringendole tra le mie dita ridendo.

Il ragazzo in questione alza gli occhi al cielo e sbuffa frustrato arricciando il naso sconsolato. "Per quanto tempo ancora dovrai chiamarmi così?"

"Fino alla fine dei tempi" ridacchio abbracciandolo con affetto. 

Mi volto incrociando gli sguardi dei miei amici e del mio ragazzo che parlano con Simon. È un tipo molto inespressivo, e so già  che in questo mese e mezzo la passione di Matt e Justin sarà quella di farlo ridere. Rebekah mi affianca e li osserva come me, fino a quando i suoi occhi color pece incontrano i miei e quando vedo le occhiaie violacee che circondano le due perle capisco che anche lui, come me, è infestato da incubi notturni.
Mi volto verso mia cugina e sospiro. "Come lo hai trovato?" Le chiedo lanciando un'occhiata a Simon che sta parlando con Nate, Matt e Justin.

"Non troppo bene, spero che questa vacanza possa tirarlo un po' su." Sospira poggiando la testa sulla mia spalla ed io avvolgo un braccio attorno al suo collo. "Tu come stai?" Domanda poi.

"Ho parlato ai ragazzi di Caleb." Dico solo. "Ma di lei non ancora, non ci riesco. Mi viene da vomitare solo al pensiero di quel momento, di quell'istante in cui la mia vita ha completamente perso di significato."

Rebekah solleva il capo dalla mia spalla e le mie iridi incontrano le sue. Il mio riflesso è proiettato nei suoi occhi e sento i miei pizzicare, perché so che anche lei non ne ha parlato con nessuno. Poco tempo fa mi disse che avevano litigato perché lui voleva costringerla a parlare e lei non ne aveva voglia. Entrambe abbiamo sempre liquidato la questione, solo per non soffermarci a pensare al luogo in cui è ed a cosa le è veramente accaduto. Non posso davvero credere a ciò che ho visto, non penso che riuscirò mai a realizzarlo e lo stesso so che pensa lei. "Lei tornerà, vero che tornerà?" sussurra con voce e sguardo tremanti. "Lei deve tornare perché manca un pezzo al nostro puzzle, siamo imperfette senza di lei, per cui lei deve tornare da bnoi. Dimmi che tornerà Sky, dimmi che tornerà, ti prego."

Scuoto la testa mentre porto lo sguardo al cielo per non piangere, per non farmi sopraffare dall'emozione e dalla nostalgia. "I-Io non-" 

"Lei tornerà, lo ha sempre fatto." Una voce profonda e calma mi fa voltare ed i miei occhi incontrano quelli di Simon. "Come Natasha a non tornare? Voi sapete di che ragazza stiamo parlando? Della piccola con i capelli color biondo cenere e gli occhi verde smeraldo. Quella che nonostante soffrisse non ha mai abbandonato nessuno, perché era Natasha. Ha sempre finto di stare bene, e probabilmente è questa la cosa che ce l'ha portata via e l'ha portata a spezzarsi, ma in fondo al mio cuore io so che lei tornerà da noi. Un disastro come lei non può non tornare." Dalle labbra del ragazzo esce un risolino divertito ed un piccolo sorriso ha increspato le sue sottili labbra. 

"Ciao Simon." Gli sorrido per poi scompigliargli i capelli ed avvolgerlo in un abbraccio. "Come stai?" 

"Tu come stai?" Ribatte stringendomi a sua volta. 

"Sei un rompi palle, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda." Sbotto sciogliendo l'abbraccio ed incrociando le braccia al petto.

"Allora? Invece che sparare fesserie, dimmi cosa ti hanno detto di Caleb, su!" Rebekah mi da una spallata e sorride tra me e Simon. Anche la mia bambolina mi è mancata da morire.

"Che vuoi che abbiano detto? Niente. Credevo solo di stare meglio, ma non è cambiato proprio nulla. Sto impazzendo e lo nego perfino a me stessa, Luca ha ragione cazzo." 

"Luca ha sempre ragione, come me." Ride appoggiando  la testa alla mia spalla. "Stasera andiamo a ballare, e ci verrà anche Simon."

Quest'ultimo apre la bocca e fa per ribattere ma il dito di mia cugina si posa sulle sue labbra. "Nessuna scusa, dobbiamo festeggiare l'inizio dell'estate." 

"Ma-" 

"sht"

"Ma io non v-" 

"Ho detto sht" 

"Si ma io non ho-" 

Rebekah inarca le sopracciglia e chiude pollice ed indice. Quando fa questo gesto significa che è arrivato il momento per la persona con cui sta interagendo, in cui deve fare silenzio. Simon, infatti, alza gli occhi al cielo e sbuffa. "Eh va beh." Alza le braccia in segno di resa ed io sorrido a quella scena. 

"Io non vedo  l'ora. Ma prima devo vedere la spiaggia, perciò ora mi cambio e andiamo al mare." Annuncio con un sorriso. 

"Chi di voi stronzi viene in spiaggia?" La voce di Luca si sente fino al giardino. 

Ecco appunto. Ci leggiamo nel pensiero io e lui.
Sicura di non essere una parte di lui che ha perso per strada?
No, purtroppo no. Luca è parte di me se mai.

"Noi mettiamo il costume e ci corriamo. Simon vieni?" Chiede Rebekah a quest'ultimo guardandolo. 

"Posso rifiutare?" sorride "Dalla tua faccia direi di no."

"Ecco, non puoi infatti." Ribatte lei poi.

"Ma perché invece non andiamo tutti invece?" Dice tranquilla  Paige venendo verso di me e avvolgendomi con le sue braccia da dietro.

"Ragazze, vi affogo tutte." Matt incrocia le braccia al petto convintissimo di questa cosa.

"Guarda che mia sorella è un furetto" ride Davide "e Sarah uno squalo"

"Come? Che hai detto scusa? L'oceano è grande imbecille, ricordalo bene." lo indica la ragazza inarcando le sopracciglia.

"Ecco per l'appunto." Ride lui facendo poi ridere tutti noi.

Mi avvicino al mio ragazzo facendo intrecciare le nostre dita ed in seguito scontrare le nostre labbra, sento già la mancanza del suo delicato tocco.

"Sei pronta alla nostra prima vacanza insieme principessa?" Sorride contento.

Annuisco sorridente ed affondo gli occhi nei suoi. "Io si e tu?"

"Non aspettavo  altro."

Detto questo mi attira a se stringendomi più forte e mi bacia di nuovo, stavolta però  mi chiede accesso  per approfondire  il bacio, ed io sono più che contenta di schiudere le mie labbra e accoglierlo. Allaccio le braccia attorno al suo collo e mi lascio avvolgere dal calore del suo corpo e dalla certezza che mi danno i suoi baci.

La sabbia è calda sotto ai miei piedi ed il profumo di salsedine e di mare è molto intenso. Sto camminando da sola lungo la riva, le scarpe in mano, i capelli che seguono la direzione del vento e gli occhi puntati verso l'orizzonte. Lo sguardo immerso nel vuoto mi fa tornare con la mente al ricordo di me e Caleb il giorno in cui, seduti su una panchina di un parco, abbiamo preso carta e penna e ci siamo segnati le mete che avremmo visitato una volta che saremmo potuti uscire dall'Italia e farci una vacanza. Miami beach era proprio in cima all'elenco, assieme a New York, Los Angeles, San Francisco e Las Vegas. Ricordo che alla fine di quell'elenco su ipoteticamente 50 città  scritte, solo 30 erano città appartenenti agli Stati Uniti. L'America è sempre stata un nostro sogno, ed ora che sono su questa spiaggia, ad osservare il mare cristallino di fronte a me, con il sole che mi scalda la pelle, sento la sua presenza e mi domando se lui, ovunque sia, abbia visto tutte le città che ha sempre visto solo in foto, se le abbia viste dall'alto e mi chiedo se sia felice del fatto che io stia passeggiando da sola su questa riva mentre penso a lui ed ai nostri ricordi, dopo aver realizzato uno dei miei sogni più grandi.

"Hai visto Caleb? Sono a Miami. C'è l'ho fatta. Ma ci pensi? Miami cazzo. Il primo nome della nostra lista, il nostro sogno dei sogni." Sorrido mentre mi siedo sulla sabbia e ne prendo un po' fra le mani, aprendole verso il mare e facendola volare via con un soffio proveniente dalla mia bocca. Ripunto lo sguardo sull'azzurro dell'oceano e ritorno a parlare sospirando. "Vedessi com'è bella l'acqua qui. Si parla dell'oceano Atlantico  eh, mica il mar Mediterraneo. Posso vedere i pesciolini nuotare e fare a gara a chi arriva primo all'orizzonte, e inoltre vedo benissimo la sabbia sul fondale. Ogni volta che il mio piede la tocca, crea un piccolo movimento che fa salire i piccoli granellini dorati e li fa fluttuare, per poi ritornare sul fondale assieme agli altri. Sai mi manchi, mi manchi, ma non perché  ti amo, perché mi manchi e basta. Ora sto con Nate, che diavolo è così  perfetto managgia a lui, non ci litigo quasi mai, se non per le solite stronzate. Io e te, invece, litigavamo sempre. Non eravamo mai d'accordo su nulla, nemmeno quando eravamo semplici amici.  Nate è così puro che a volte mi sembra quasi di macchiare i suoi petali bianco porcellana con il rosso dei miei peccati. Perché lo hai fatto Caleb? Perché non sei rimasto accanto a me a condividere il tuo dolore? Io ti avrei capito, ti ho sempre capito. Mi hai lasciata così, con questo amaro in bocca  che non riesco a fare scivolare giù, e chissà se mai ci riuscirò. Non so nemmeno se mi hai perdonata per non averti detto del nostro bambino. Sai, per la mente mi sono passati un sacco di nomi, e chissà  perché quasi tutti Americani. Se fosse stata femmina mi sarebbe piaciuto chiamarla Destiny o Faith oppure Hope. Destino, fede e speranza le cose che secondo me ci hanno uniti inizialmente. Il mio preferito era Hope, la speranza che un giorno tu potessi tornare da me. Paolo non era ancora arrivato, e nonostante la rabbia nei tuoi confronti fosse tantissima, il mio amore per te era ancora più grande. Ti amavo tanto, ti amavo da stare male, ma a te non importava. Comunque, se fosse stato maschio invece, avevo pensato solo ad un nome, e nemmeno quello era italiano, ed era Dylan. Non ho mai valutato altri nomi, sai  benissimo che se mi imputo su una cosa è quella e basta. Vorrei averti accanto a me ora, e poterti dire tutte queste cose guardandoti negli occhi, vorrei chiederti scusa Caleb, dirti che mi dispiace, che avrei dovuto dirtelo e che sono stata una grande testa di cazzo a tenerlo per me, a tacere questo grande segreto che mi tortura l'animo. Vorrei dirti che non ti ho dimenticato, che il tuo desiderio di non finire nell'oblio si è alla fine realizzato, perché la tua uscita di scena mi ha sconvolta così tanto che ora i sensi di colpa mi stanno facendo marcire dentro. Sei stato un coglione Caleb, come hai potuto buttare via la tua vita così? Non hai pensato a tua mamma? A tuo papà, tuo fratello? I tuoi amici? Cosa ti è passato per la testa? Perché? Anche la mia vita schifo ma sono qui, non ho schivato l'ostacolo come hai fatto tu, sto provando a saltarlo. Vorrei chiederti di tornare, ma non puoi farlo. Vorrei chiederti di darmi delle risposte, ma non puoi fare nemmeno questo. Mi hai perdonata? Mi vuoi ancora bene? Mi hai pensata prima di andartene? Mi vedi da lassù? Vorresti potermi parlare come io voglio farlo con te? Vorrei poterti guardare negli occhi e ricevere delle risposte, e infine, vorrei poter guardare il cielo e le stelle, e dirti addio una volta per tutte, con l'anima felice ed il cuore leggero. Ma invece sono qui a guardare le onde, che si rompono sulla riva accarezzandomi i piedi, e ad osservarle mentre si stagliano violente sugli scogli, pensando che il mio cuore non troverà mai pace, e pensando che non potrò mai tagliare quel filo che ci lega, probabilmente proprio perché non posso avere delle risposte."

Una lacrima mi solca il viso ed una folata di vento mi accarezza il viso, facendo diventare il profumo di mare ancora più  forte. Stringo i pugni sulla sabbia, mi alzo lanciandola in aria e portando il mio sguardo verso il cielo in attesa di risposte che non arriveranno mai.

Nate

Mi sento bruciare.
Tutto brucia incredibilmente tanto e non so perché. Questo calore sfiancante mi spinge ad aprire gli occhi e a guardarmi intorno.
Ah si, sono sdraiato su una spiaggia della Florida e a quanto pare mi sono cotto come una cazzo di bistecca. Le spalle mi bruciano terribilmente e la testa mi pulsa forte.

Mi tiro su con il busto e volto la testa a destra e a sinistra. I miei occhi guizzano ovunque sulla spiaggia alla ricerca della ragazza dai lunghi capelli corvini, ma purtroppo  non la trovo. Non c'è niente da fare, ogni cosa che faccio, il mio primo pensiero è sempre lei. E' il mio pensiero fisso.

Non so quanto ho dormito, e quindi non so nemmeno da quanto sia via, perciò non riuscendo a trovarla, mi alzo e vado verso i miei amici che stanno giocando a beach volley e ridono come dei pazzi.

"Miaaaa" urla Paige in contemporanea  a Davide. I due si schiantano e cadono a terra come degli imbranati, provocando le risate degli altri. 

"Oh ma buongiorno piccolo principe. Dormito bene?" Mi scimmiotta Justin con una spallata.

"Vaffanculo coglione." sbotto di rimando. "Stavo solo riposando le palpebre, non stavo dormendo." 

"Si certo, come no." Ride Matt. "Dici sempre così ma poi ti trovo a russare come un maiale e a sbavare come un cesso schifoso." 

"Matt, vuoi morire?" Gli dico in tono serio. 

Lui scoppia a ridere e scuote il capo. "Che c'é? Ho solo detto la verità!" 

Scuoto la testa e torno a cercare la mia ragzza con gli occhi, incriociando le braccia al petto notando che l'ho poersa di vista come un cretino. 

E se qualcuno ci sta provando? 
Per me ti sta già tradendo. 
Bel consolatore che sei. 
No dico, l'hai vista? E' pure in costume, non so quanto ci convenga lasciarla sola. 
Hai ragione, devo correre prima che qualcuno me la porti via. Non posso stare a guardare mentre ci provano.

"Abbiamo perso anche Sky." Dice Lucy avvcinandosi a me.

In che senso?" Le chiedo osservandola dalla testa ai piedi. 

"Aveva le scarpe in mano e ha cominciato a camminare lungo la riva.. non sappiamo dove sia andata, è  via da un'ora." Prosegue Paige al suo posto.

"Oh." Replico "Beh io vado a cercarla"

Mi volto e cammino verso la direzione che mi è stata indicata, se sono fortunato la beccherò mentre torna indietro.

"Nate!" La voce  di Luca mi richiama e mi ritrovo gli occhi di quattro persone che mi fissano. Saran, Rebekah, Davide e il ragazzo  che mi ha parlato. "Non l'abbiamo seguita perché era uno di quei momenti in cui Sky aveva bisogno di stare da sola."

Annuisco e ritorno sulla mia strada.

Dopo quindici minuti che cammino, finalmente, intravedo la figura di Sky che cammina nel mio senso sulla riva. Guarda i suoi piedi mentre vengono colpiti dalle onde del mare ed alza lo sguardo solo quando siamo ormai faccia a faccia.

"Ciao anima solitaria" le sorrido baciandole la fronte.

"Ciao pisolo" Ribatte sorridente.

"Pisolo?"

"Si dormiglione non suonava così bene, era troppo banale." Sorride mentre i nostri occhi si incontrano. Mi faccio più vicino e le scosto una ciocca di capelli dal viso facendo sfiorare i nostri nasi. Sky chiude gli occhi e inspira forte, poi punta di nuovo il suo sguardo nelle mie iridi e mi getta le braccia al collo. Sento qualcosa di strano, non riesco a decifrare il suo sguardo così come il suo gesto e nemmeno a percepire le emozioni che sta provando, ma non mi va di rovinare il momento, così  mi limito a stringerla fra le mie braccia e a baciarle i capelli.
Sento che è parecchio tesa, ed un po' giù di corda e dentro di me si fa strada l'improvvisa voglia di sentirla ridere, così  approfitto del momento e stringo la presa di più, quasi stritolandola. Inspira di scatto e molla giù le scarpe, probabilmente  sospettando ciò che ho intenzione di fare. Comincio a correre dentro l'acqua, fredda al primo impatto, e la butto giù di peso, scendendo a fondo con lei e tenendola sempre per mano. Saliamo in superficie insieme e dopo che ha ripreso fiato scoppia a ridere. Mi guarda con un sorriso malizioso e comincia a schizzarmi. 

"Ehi! Ma cosí non vale!" esclamo asciugandomi il viso.

"Non hai detto che ci sono delle regole" continua ridendo "in guerra tutto è lecito" dice fiera di sé.

"Ah vuoi la guerra?"

"Beh mi sembrava chiaro  no?" Ribatte ridendo spensierata.

"E che guerra sia."

Ride divertita e cominciamo una battaglia di schizzi, che però lei perde per i riflessi troppo lenti. L'ho afferrata tra le braccia e le sto mordicchiando la spalla.

"Sei proprio buono come carciofo, oggi sai di sale."

Rotea gli occhi al cielo infastidita e arriccia il naso. "Quando la smetterai di chiamarmi carciofo?"

"Mai" ridacchio stringendola da dietro.

"Sei incorreggibile." Scuote la testa e sbuffa.

"Dammi un bacio."

"Non te lo meriti."

"Ma come no? Sentiamo, per quale motivo non lo merito?" le chiedo esasperato.

"Perché mi hai chiamata carciofo." Mette il broncio come una bambina di cinque anni.

"Ma io amo i carciofi."

Alza un sopracciglio  e incrocia le braccia al petto ancora più irritata. "Beh, non m'importa, io non sono un carciofo."

"Eddai, un bacio."

"No, no." Tira su la mano e scuote l'indice a destra e a sinistra ricordandomi tanto una bambina. Questo mi fa venire voglia di baciarla ancora di più, così le afferrò il polso e la attiro a me, sollevandola per le cosce e facendole incrociare le gambe attorno alla mia vita. Si tira su con il busto, le nostre fronti sono una contro l'altra mentre le sue braccia penzolano lungo la mia schiena.

"Ora sei intrappola." Sorrido e senza darle  il tempo di ribattere mio fiondo sulle sue labbra. Schiude la bocca e mi da accesso per un bacio ricco di amore e gratitudine  di cui avevo tanto bisogno. Ogni volta che la bacio mi sembra di poter respirare meglio, e me ne innamoro sempre di più.

Posa i piedi per terra e corre fuori dall'acqua. Non ho nemmeno il tempo di realizzare che lei ha già le scarpe in mano e sta correndo verso la direzione dei nostri amici. Corro a mia volta per raggiungerla e la seguo ridendo.

"Cazzo come sei lento pisolo!" Mi urla
Piego la testa di lato e accelero fino a trovarmi a mezzo metro da lei. Arriva dai ragazzi che sono in acqua a giocare a fare i coglioni, lancia le scarpe sulla spiaggia, e si catapulta in acqua.

"Aiuto! Mi vuole mangiare!" Urla
I ragazzi scoppiano a ridere ed io mi fermo senza poter evitare di unirmi alle loro risate.

"Nate amore mio, stasera cuociamo una bella bistecca sulla tua schiena, guarda quanto sei rosso!" Esclama Matt.

"Avresti dovuto mettere la crema!" Mi rimprovera Paige.

Alzo gli occhi al cielo e schizzo tutti quanti. Sky è a spalle di Justin con schierati dalla sua parte Luca, Sarah, Lucy e suo fratello.
Matt, Paige, Simon, Peter e Rebekah invece sono dalla mia.
La situazione è ridicola, sembriamo due squadre pronte a gareggiare, mentre in realtà siamo solo 12 imbecilli che si stanno divertendo in vacanza.
Comincia una gara di schizzi ma ad un certo punto Justin fa cadere in acqua Sky, ribaltandola all'indietro, provocando l'ira di quest'ultima.
Passiamo così un pomeriggio a fare i coglioni e fare le lucertole sotto la luce bruciante del sole.

Stiamo aspettando le ragazze che si stanno preparando per andare in giro per locali ed io sono seduto sulla panchina che è presente nel giardino fuori, con una sigaretta tra le labbra e una birra accanto, mentre guardo l'orizzonte e penso a questo posto. 

Matt fa capolino accendendosi una sigaretta.

"Sarà qui?" Mi chiede facendo uscire una nuvola di fumo.

"Non lo so Matt, non lo so."

Le ragazze arrivano e quando Sky esce dalla porta saltellando con un top corto nero ed un paio di pantaloncini di jeans chiari a vita alta, i miei occhi rimangono incantati dalla sua figura che si muove leggiadra fra i nostri amici. I capelli legati in due trecce a spiga le ricadono sulle spalle e qualche ciocca riccia fuoriesce ai lati rendendo il look un po' sbarazzino. Non porta le solite converse o vans, indossa un paio di scarpe nere con delle fibie dorate ed un leggero tacco largo. È bella da togliere il fiato. Ride spensierata con le sue amiche e quando mi vede sorride ancora di più, se possibile e mi salta in braccio.

"Pisolo hai dormito ancora?" Mi lascia un leggero bacio sulla guancia e il suo profumo di cocco invade le mie narici.

"Sei bella da togliere il fiato stasera."

Scende dalle mie spalle e si porta davanti a me. "Grazie occhi di ghiaccio. Anche tu non scherzi con questa camicia."

Intreccio le dita alle sue e percorriamo il vialetto di casa tutti insieme.

Il locale, a quanto pare, è a pochi passi da casa, per cui decidiamo di andarci a piedi.
Come tutte le cose qui a Miami, il bar è enorme e anche molto carino. Le luci da discoteca lo illuminano e Martin Garrix risuona con "There for you" all'interno. Portando le ragazze a prendersi per mano e correre al centro della pista dopo aver preso un cocktail al volo. Sky prende per mano Simon e Luca e se li trascina con se cominciando a muoversi al ritmo della musica. Il ragazzo dagli occhi color pece la segue con lo sguardo e dopo che lei gli mostra una faccia buffa scoppia a ridere e scuote la testa, muovendosi come gli altri, assieme alla musica. Justin offre da bere a noi ragazzi e ride guardando Luca assieme a Sky e alle altre mentre saltellano come pazze.

"Tutto bene Nate?" Mi chiede tornando con lo sguardo a me.

"Sì certo, perché non dovrebbe?"

"Sei strano da quando siamo arrivati. Parli poco, ti isoli e stai appiccicato a Sky, come se potesse scapparti da un momento all'altro."

"Beh, con Sky non si sa mai, un minuto c'è e quello dopo sparisce."

Alza un sopracciglio e fa un sorriso strano poggiando le labbra sul bicchiere e finendo il suo liquido azzurro contenuto in esso. Matt ci guarda in silenzio e poi va verso Pit. Quest'ultimo, a quanto ho capito da vari discorsi fatti prima a tavola, per dei problemi allo stomaco non può bere, perciò sarà sempre sobrio.

"Tu non bevi pisolo?" Chiede la mia ragazza raggiungendoci.

"Carciofino bello" le sorrido e le do un dolce bacio sulla guancia. "Bevo, ma non fino a distruggermi."

"Che peccato tesoro, una volta eri più divertente."

Una voce mi fa voltare di scatto assieme a Matt, che come me l'ha riconosciuta.

"Savannah?"

"Ciao Nate, ti sono mancata?"

_____________

🦄🦄🦄

Ed eccola in tutto il suo splendore!
Nel prossimo capitolo scoprirete chi è questa ragazza e come fa a conoscere Nate.
Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Alla prossima ed un bacio stelline!

Ila_ 🌙💘

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