Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

28

Gray posò un'altra Dust vicino al quadro elettrico, sempre prestando particolare attenzione al corridoio in cui si trovava. Sebbene sarebbero stati scoperti per certo, non poteva rischiare che andasse a finire male e qualcuno si accorgesse di quello che stava facendo. Troppo preoccupato dall'idea che qualcuno lo potesse riconoscere, il ragazzo portava ancora il suo travestimento, ma voleva toglierselo di dosso il prima possibile. Gli occhi avevano iniziato a pizzicargli per il fastidio e non vedeva l'ora di sbarazzarsi di quelle lenti, però prima doveva concentrarsi e svuotare il sacchetto con gli esplosivi. Ormai ne mancava solo una, perciò avrebbe senza dubbio fatto in fretta. Così, Gray arrivò alla fine dell'andito, dove iniziava una rampa di scale per accedere al piano inferiore alla sua sinistra e a quelli superiori alla sua destra. Poco più in là si poteva intravedere anche un ascensore, dopodiché cominciava una lunga serie di porte a scorrimento, di cui alcune chiuse a chiave con cartelli che vietavano l'accesso ai lavoratori ordinari.
Un'occhiata da una parte, una dall'altra: niente, via libera. Gray infilò una mano nel sacchetto di stoffa che aveva nascosto in tasca e ne tastò il fondo con i polpastrelli, fino a quando non sentì la liscia e fredda superficie della Dust a contatto con la sua pelle. La fece scivolare nel suo palmo e chiuse la mano a pugno per non farla scivolare via, per poi voltarsi verso una delle pareti che aveva attorno, ma non fece in tempo a posizionare l'ultima bomba che una donna giunse nello stesso corridoio, il passo tanto svelto da sembrare quasi una corsa. L'espressione preoccupata e tesa si trasformò ben presto in una confusa e sospettosa, e fu allora che il ragazzo ricacciò la Dust nel sacchetto, il tutto evitando di far ricadere l'attenzione sulla sua mano.
<< Chi sei? E cosa ci fai qui? >>
<< Potrei farti la stessa domanda. >> ribatté Gray.
<< Per quanto ne so potresti essere stato tu a provocare l'incendio, magari l'hai fatto e stai cercando di non lasciare tracce. >>
<< Che senso avrebbe? Io qui ci lavoro, e per una buona causa. >> continuò lui, cercando di mantenere la calma il più possibile per non rendersi colpevole di fronte alla sconosciuta, che fosse per le fiamme - le quali erano in realtà solo una finzione - o qualsiasi altra cosa << Sarei veramente un idiota a cercare di arrostire il posto in cui mi guadagno da vivere, senza contare il fatto che qua dentro ci sono un sacco di altre persone oltre a me. Di certo non sono un piromane, né un assassino. >>
La donna lo guardò per un istante << Ti conviene scendere in fretta, gli incendi si propagano velocemente. E vedi di non farti schiacciare dai pezzi di muro che cadono. >>
E scese le scale senza aggiungere parola. Gray osservò la sua figura che spariva per trovare l'uscita dal complesso costruito da un vero e proprio labirinto di corridoi come ogni altro edificio realizzato sotto richiesta dell'Emergency Department. Cosa poteva esserci di tanto bello nel perdersi sul posto di lavoro lo sapevano solo loro, ma ovviamente agli architetti importava solo essere pagati per il proprio lavoro, un po' come Dedalo che ubbidiva agli ordini di Minosse senza fiatare. Rimasto definitivamente solo, Gray sospirò con fare rumoroso e bofonchiò << Quando esco voglio un Oscar per l'interpretazione... >>
Fece per andare al piano di sotto, però si rese conto di non poterlo fare non appena ebbe fatto il primo passo verso i gradini. Campbell, in compagnia di due uomini che il ragazzo non conosceva, stava parlando loro mentre gesticolava e si toccava nervosamente il mento, segno che era frustrato. Gray ricordava che suo zio lo faceva spesso nei momenti peggiori per lui, in particolare quando si presentavano dei veri e propri rompicapi o quando litigava con Martha. Tuttavia, quelli erano ancora tempi in cui era loro zio, il parente che comprava un sacco di regali di Natale, che portava i suoi nipotini in vacanza e gli offriva il gelato, il parente che sorrideva il più possibile e vedeva il lato positivo nonostante le difficoltà. Per Gray, lui era stato figura di fondamentale importanza, ma non perché lo portava alle partite di tennis, allo zoo o gli portava le caramelle da bambino, bensì perché gli aveva fatto provare una sensazione di grande attaccamento a lui. Prima della morte di Martha, David Campbell sapeva infondere affetto nei cuori altrui, aveva un grande senso di giustizia, meritocrazia e rispetto, poi buio totale, una candela che veniva spenta con un respiro. Non rimaneva che cera, non restavano che i ricordi di una vita passata a cui mai sarebbe potuto tornare. Dov'era andata la bontà di quel tempo? Trascinata via dallo scorrere degli anni, deteriorata dal dolore immenso che conficcava le sue zanne aguzze in tutte le cose belle che c'erano state e potevano esserci. Fumo dato da una fiamma spenta, il quale fugge via e scompare, ma impregna l'aria con il suo forte odore. David Campbell, lo zio David Campbell, non esisteva più. Lui era la cera della candela ormai già accesa e spenta, consumata e trasformata da ciò che era accaduto. Era diventato un uomo crudele, egoista per risparmiarsi altre sofferenze, insensibile e subdolo, non c'era niente della persona che c'era stata prima di lui, quello se n'era andato con Martha da un bel pezzo. Fu nel rivederlo che il vuoto invase il petto di Gray come non era successo a lungo. L'assenza dei suoi genitori, uccisi da Campbell, l'assenza di quest'ultimo e di un qualsiasi membro della famiglia l'avevano marchiato per sempre. C'era soltanto Lily, però lei aveva bisogno del sostegno di qualcuno, e lui aveva rinunciato a preoccuparsi di se stesso per pensare a sua sorella. Eppure, mancava quel modello, quella roccia a cui aggrapparsi quanto la corrente del fiume si faceva troppo forte. Malgrado Gray sentisse quel tornado di emozioni che gli scombussolavano lo stomaco, si decise a togliersi dalla vista di Campbell prima che fosse troppo tardi. Non importava come stesse, non poteva lasciare che le proprie sensazioni lo frenassero e rovinassero ciò che la Ribellione aveva costruito, doveva portare avanti il suo scopo e non farsi ostacolare da niente. Il ragazzo tornò sui suoi passi e appiattì la schiena contro il muro, al quale si appoggiò affinché potesse udire la conversazione tra Campbell e gli altri due. L'unica altra opzione che aveva era correre al piano di sopra, il che l'avrebbe certamente salvato da una possibile cattura in quel momento, però gli avrebbe fatto perdere tempo e avrebbe potuto danneggiare i Ribelli.
<<Avete trovato tracce di un incendio? >>
<< No, signore. Da nessuna parte. >>
<< È come immaginavo. >> affermò Campbell, abbassando il tono della voce << Non c'è nessun incendio, sono stati loro. >>
<< L-Loro? >>
<< I Ribelli, idiota! Sono stati loro! >>
<< E cosa facciamo? >>
<< Radunate più uomini armati possibili e datemi una pistola carica. >> ordinò il direttore. Aveva appena iniziato a camminare e i suoi passi rimbombavano tra le pareti dell'andito, succedendosi veloci e pesanti come zoccoli di cavallo imbizzarrito << Stasera li ucciderò quanto è vero che mi chiamo David Campbell. >>
Devo trovare gli altri. Non appena i tre ebbero cominciato a scendere le scale, Gray iniziò a correre verso il punto da cui era partito affinché potesse salire al piano superiore, dove avrebbe potuto incontrare Lily, Amber o Ewan. Nel frattempo, si liberò della propria parrucca e, giunto presso le scale di accesso al piano di sopra, rimosse le lenti con mano ferma, benché fosse irrequieto. In seguito si affrettò a impugnare la pistola che aveva con sé, già caricata a dovere, e tenne le munizioni a portata di mano in caso si rivelassero utili. Cominciò a salire i gradini più in fretta che poteva, senza pensare che c'era la possibilità di cadere se avesse appoggiato male il piede e farsi del male. Una gamba, un piede rotto, un proiettile nel braccio... ne valeva la pena per quel piano, e in ogni caso avrebbe saputo come medicarsi e curare delle ferite da solo. Prima di precipitarsi nell'ennesimo corridoio, Gray piegò le ginocchia e si avvicinò alla parete, avanzando piano, cosicché potesse fare meno rumore possibile e rendersi conto di cosa o chi ci fosse nei paraggi. Uscì allo scoperto con un passo e puntò la pistola di fronte a sé, pur sapendo che sarebbe stata contro un punto casuale. Difatti, essa indicava una porzione di andito deserta, tuttavia il ragazzo intravide una porta spalancata e, particolare ancora meno rassicurante, le luci accese. Gray trattenne il respiro per un attimo, per poi espirare piano, placare il proprio nervosismo e avvicinarsi alla stanza. Percepiva il battito del suo cuore che echeggiava nei suoi timpani e correva, seppur rimanendo fermo. Colpiva le sue orecchie e occupava i suoi pensieri a tal punto che non riusciva quasi a udire i propri passi, però tentò di rilassarsi come poteva e non distrarsi. Facendo scivolare l'indice sul grilletto, lui entrò nella stanza e lanciò uno sguardo all'interno, mentre la tensione crebbe fino a raggiungere il culmine. Già si era preparato a sparare, afferrare il primo oggetto che aveva davanti come scudo e correre, soprattutto correre. Ma era vuota. Sollevato, Gray si voltò per tornare indietro, però la vista di qualcuno alle sue spalle lo mise ancora all'erta. Strinse la presa sull'arma e tenne il polpastrello a pochi millimetri dal grilletto, pronto per affrontare un nuovo (e prevedibile, per certi versi) attimo di puro pericolo misto a timore e adrenalina. Mai in vita sua si sarebbe aspettato di infrangere le regole, affidarsi all'impulsività, diventate un Ribelle, tuttavia ogni cosa si trasformava prima o poi. E lui stesso rientrava tra di esse. Adesso, Gray stava accumulando in sé un coraggio e una forza che non credeva di poter possedere o acquisire, ma sapeva di volerle conservare. Era arrivato anche per lui il momento di fiorire, come un verde bocciolo sulla sommità di un ramo dopo il lungo gelo dell'inverno.
<< Gray! >> esclamò il ragazzo ormai di fronte a lui, munito della medesima pistola. Capelli ricci e biondi come grano sotto i raggi del sole, pelle pallida e madida di sudore, occhi verdi, inconfondibile. Era Ewan e, grazie a Dio, stava bene.
<< Ewan! >>
<< Amico, non sai quanto sono felice di vederti. >> l'amico mise da parte l'arma da fuoco, seguito da Gray, dopodiché si strinsero in un abbraccio energico, con tanto di pacche sulla schiena.
<< Non dirlo a me, non ho mai voluto essere in compagnia come adesso. >>
Ewan fu il primo a sciogliersi dall'abbraccio, ma non perché volesse respingere l'amico, bensì per l'intera circostanza << Dobbiamo muoverci, Holey ha scoperto chi sono. L'ho stordito con l'electer, ma non so quanto possa durare l'effetto. >>
<< Holey è l'ultimo dei nostri problemi. Ho sentito Campbell parlare con dei lavoratori poco fa... >> esordì Gray, il fiato corto sia per lo spavento che per la corsa << Sa che non c'è nessun incendio. >>
<< Quindi ci sta già cercando, vero? >>
<< Di sicuro. >>
<< Quante possibilità abbiamo di uscirne vivi, secondo te? >>
<< Dieci percento, otto se vogliamo essere realisti. >>
Ewan alzò le sopracciglia in senso di sorpresa << Buono a sapersi, io avrei detto cinque percento. >>
<< Eccoli! >>
<< Li abbiamo trovati. >>
Gray e Ewan si voltarono di scatto verso coloro che avevano gridato dalla parte opposta rispetto al posto in cui si trovavano loro.
<< Mani in alto, intrusi! Se opporrete resistenza saremo costretti a sparare! >>
<< Diciamo pure tre percento. >> sussurrò Gray non appena ebbe visto che sei controllori si erano aggirati per l'edificio per cercarli e, come ormai già immaginavano, portarli a Campbell.
<< Direi proprio che adesso dovremmo correre. >>
Alle parole di Ewan, l'amico iniziò ad annuire più volte << Concordo. >>
I due cominciarono a dirigersi verso la scalinata di corsa, le pistole nuovamente sotto mano per prepararsi agli attimi successivi che avrebbero dovuto affrontare. Come si aspettavano, non passò molto tempo affinché le guardie cominciassero a seguirli, mentre i proiettili li cacciavano come fossero rumorosi cani da guardia. Li sfiorarono e si conficcarono nei muri, rimbalzarono sulle superfici più lisce e levigate, rotolarono sul pavimento e sugli scalini, ma non colpirono né Gray né Ewan.
<< Come facciamo? Non possiamo seminarli! >> gridò il ragazzo dai capelli castani, intento ad arrivare all'ultimo gradino della rampa che lui e il compare stavano discendendo. Erano sei contro due, tutti equipaggiati a dovere per ammazzarsi a vicenda, e come ulteriore vantaggio i controllori avevano una conoscenza maggiore del loro campo di battaglia e sapevano come orientarsi. Giocano in casa. Ewan afferrò Gray per un braccio e lo trascinò in una stanza al buio con la porta socchiusa, dietro la quale avevano appena individuato un nascondiglio temporaneo, poi tennero le loro armi ben strette tra le dita delle mani, rosse per la presa esercitata su di esse. A entrambi il respiro si era accorciato, tuttavia cercarono di non ansimare per evitare di farsi sentire e, di conseguenza, scoprire prima di aver avuto modo di reagire.
<< Non possiamo avventarci su di loro faccia a faccia. O almeno, non subito. Sarebbe troppo facile per loro metterci fuori gioco, basterebbero anche solo uno sparo ciascuno nei punti giusti e potremmo lasciarci le penne. >>
<< E questo dovrebbe essere un incoraggiamento? >> sussurrò Gray, che si sentiva come se stesse parlando al vuoto più totale per via dell'oscurità che avvolgeva la sala in cui si erano precipitati. Non riusciva a vedere niente, solo il nero che dipingeva l'aria intorno a lui dello stesso colore di una pece scura, liquida e densa, dalla quale poteva sbucare qualsiasi cosa. Non aveva mai avuto paura del buio, neanche da bambino, ma in quella circostanza tanto pericolosa Gray aveva percepito una crescente ansia trapassargli lo stomaco. Non sapeva cosa aspettarsi da quell'istante in poi, i finali che potevano essere stati scritti si erano scoloriti, sfumati, se non addirittura cancellati a causa degli infiniti fattori sorpresa che si potevano verificare. Eppure, Gray non aveva paura. La paura aveva cessato di esistere nel momento in cui aveva capito che stava facendo ciò che lui riteneva giusto, e non avrebbe scambiato un briciolo di quelli che aveva passato o stava passando per tornare alla codardia e alla staticità celata dietro la sicurezza del Bunk.
<< Ascolta, >> continuò Ewan << dobbiamo attirarli qua dentro. >>
<< Cosa? Vuoi farci uccidere? >>
<< Aspetta, fammi finire. Se aspettiamo che arrivino per accendere la luce penseranno di trovarci e entreranno, e se ci nascondiamo possiamo colpirli a sorpresa fino a quando non li avremo fermati tutti. >>
Gray aggrottò le sopracciglia << E come fai a sapere che questa stanza non è vuota? È buio pesto. >>
<< È un laboratorio, ci sono venuto qualche volta mentre fingevo di essere Sebastian. È pieno di provette, attrezzature, tavoli, sedie e banconi, perciò non dovrebbe essere poi così impossibile. >> spiegò il biondo affinché potesse convincere l'amico in fretta, visto che sentiva i passi dei controllori farsi sempre più forti e chiari. Anche Gray pareva essere sempre meno tranquillo nell'udire i loro inseguitori che si avvicinavano, e fu proprio questo che lo portò a dare la sua risposta quasi subito.
<< Ci sto. >>
Poco dopo, le guardie erano già giunte nei pressi del laboratorio in cui Ewan e Gray di trovavano, ragione per cui entrambi si misero sull'attenti. Dovevano trovare l'attimo giusto per accendere la luce e guidare i loro inseguitori nella stanza, così da poter tendere loro l'agguato previsto, liberarsi di quel problema appena creatosi e raggiungere gli altri nel punto di incontro prefissato. Uno dei controllori si voltò dalla parte opposta, intento a chiedere agli altri se gli intrusi avessero seguito quella direzione, dunque si girarono tutti per perlustrare al meglio il corridoio. Fu allora che Ewan spinse con l'indice l'interruttore che aveva vicino, grazie al quale le lampade fissate al soffitto inondarono la sala con una luce bianca, tanto forte da essere quasi accecante. Emise un clic breve, ma ben udibile, infatti l'attenzione delle guardie fu attirata da quel rumore secco e si diressero verso il laboratorio. Uno dopo l'altro, i sei oltrepassarono la porta aperta per metà, mentre Gray e Ewan si scoccarono un'occhiata di intesa: da lì in poi una cascata di proiettili si sarebbe riversata su di loro, e sfuggire non sarebbe stato semplice. Però non era di certo la prima volta, no? Veloci come schegge, ambedue i Ribelli posizionarono le loro dita sui grilletti delle rispettive armi da fuoco, e i primi colpi di pistola rimbombarono nell'aria umida che li circondava. La mira dei due amici era ormai precisa, prova ne era il fatto che un paio di guardie erano state colte alla sprovvista dall'attacco e ne erano rimaste colpite, senza nemmeno avere il tempo di realizzare come stessero andando le cose. I quattro rimasti furono altrettanto stupefatti, tuttavia non rimasero fermi a non fare nulla, anzi, avevano impugnato subito le loro armi e si stavano preparando a sparare. Tale mossa non costituiva affatto un'azione inaspettata, bensì prevedibile da chiunque, motivo per cui Gray e Ewan si separarono e, rotolando o scivolando a terra, andarono a ripararsi dietro un macchinario e una specie di cattedra, sopra alla quale giacevano ampolle di vari contenuti e misure. Gray, rannicchiato nello spazio angusto per ripararsi dalle pallottole, attese che il numero di queste diminuisse almeno un minimo, così che potesse sporgersi e fare fuoco ancora una volta. Approfittando del fatto che l'attenzione non era rivolta prevalentemente su di lui per via delle dimensioni dell'oggetto con cui si riparava, Ewan si mise sulle ginocchia e sbucò un po' verso l'esterno, quanto bastava per ferire uno tra i controllori. Sparò senza un minimo di esitazione e, come si era augurato, riuscì a mettere al tappeto un altro tra i tirapiedi di Campbell. Due di loro si voltarono verso Ewan, capendo che avevano senz'altro sbagliato di grosso a trascurarlo solo perché Gray pareva una preda facile, però il ragazzo gattonò di soppiattò sotto un tavolo, per poi scivolare dietro uno dei banconi centrali. Credevano forse che fosse un idiota? Non sarebbe certo rimasto nello stesso posto in cui si era appostato, soprattutto dopo che la sua posizione era stata individuata con precisione, difatti era consapevole fin dall'inizio del fatto che doveva essere svelto e spostarsi di frequente. Farsi prendere era fuori questione per l'esito della loro missione, in particolare in un momento di tale vicinanza a Campbell, che avrebbe preferito di gran lunga perdere un braccio che farsi battere dalla Ribellione. Sfruttando la circostanza a suo favore, Gray si affacciò e fece partire un colpo diretto verso l'uomo che gli stava alle calcagna. Questo fu tuttavia capace di schivare il proiettile appena in tempo e, assumendo un'espressione arrogante e provocatoria, gli puntò contro il proprio fucile. L'altro si ritirò nuovamente dietro il macchinario, ma non abbastanza in fretta da evitare la pallottola appena fuoriuscita dalla canna della guardia. Gray sentì un acuto pizzicore attraversargli il braccio, da cui scese un rivolo di sangue vermiglio, per il quale lui si portò istintivamente la mano sulla ferita.
<< Merda... >> borbottò fra sé e sé. Nell'accorgersi dell'imminente cattura dell'amico, Ewan sgranò gli occhi: non poteva permettere che gli torcessero nemmeno un capello, ma come avrebbe potuto evitare i due che lo stavano cercando? Fece la prima cosa che gli venne in mente, ossia frugare nella propria tasca alla ricerca dell'electer che aveva usato contro Holey poco prima. Doveva pur fare qualche differenza usufruirne, no? Rischio di finire al camposanto comunque, a questo punto... E con questo pensiero uscì allo scoperto, l'electer ancora nella tasca in cui era stato trovato, poi afferrò un portaprovette dal tavolo che aveva di fronte e lo sfruttò per colpire alla mascella un controllore. Questo barcollò verso il secondo, istante in cui Ewan prese il controllo della situazione come meglio poteva, ossia sfruttando la distrazione temporanea per premere ancora il grilletto. Uno, due, tre colpi rapidi, benché effettuati con poca accuratezza per la mira, con i quali entrambi andarono a finire contro il tavolo. Gli strumenti su di essi si ribaltarono o caddero sul pavimento, proprio come i restanti recipienti di vetro. Il suono di questi che si frantumavano scontrandosi con le mattonelle rimbombò nelle orecchie di Ewan, tuttavia lui non se ne curò e corse verso Gray. Quest'ultimo, intanto, era riuscito a ripararsi con lo stesso bancone precedentemente usato dal compare, pur sapendo di non essere ormai in grado di scamparla.
<< Campbell sarà ben felice di vedervi morire, traditori. >> disse il controllore, l'arma carica in pugno per ferire il membro della Ribellione come era stato incaricato di fare. Arrivato proprio alla destra di Gray, sollevò il fucile color antracite e rivolse il foro d'uscita della pallottola verso il ragazzo, che fece lo stesso con la propria pistola << Comincia a riflettere sulle tue ultime parole. >>
<< Riflettici tu, piuttosto. >>
L'uomo si voltò e, con sua sorpresa, vide Ewan dietro di lui. Impugnava l'electer di ridotte dimensioni con sicurezza, poiché conosceva per certo i danni che poteva arrecare a coloro che venivano agganciati dall'arachni, motivo per cui il volto della guardia si contrasse e traboccò di preoccupazione per gli attimi a venire. Sapeva di essere spacciato. Un secondo dopo Ewan aveva premuto il grilletto con uno scatto dell'indice, di conseguenza il nemico si accasciò a terra a causa delle scariche elettriche inflitte.
<< Hey, stai bene? >>
Gray annuì intento a rialzarsi con l'aiuto del braccio che non era stato neanche sfiorato << Ti devo un favore. >>
<< Cinque percento. >>
<< Cosa? >>
<< La probabilità di farcela è salita al cinque percento. >> spiegò Ewan. Si passò il dorso della mano sulla fronte, sfinito dopo quello che era appena accaduto, ma sollevato al contempo. Ancora uno sforzo e quella successione di eventi scioccanti, dubbi e timori sarebbe giunta a una nuova pausa, stavolta con la sensazione di essere ancora più vicini al traguardo da tanto sognato.
<< Diciamo pure sette percento. >>
Gray e Ewan sorrisero, un attimo di serenità che si insinuava in una nube di scura paura.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro