Really, I'm fine
Ricevuto alle 18:30
Stai bene?
Inviato alle 18:31
Sì, sto bene
Sto bene.... Io sto bene...
-Sto bene...- borbotto.
-Sto bene...sto bene....sto bene...sto bene...-
Un taglio. Un taglio leggero. Rapido e indolore...anche se dal dolore non sfuggi....
-Sto bene davvero... Devo stare bene e sto bene...-
Un'altro taglio, un'altra menzogna. Un'altra fuga dalla vita.
-Devo star bene per...per tutti...e quindi io sto bene.... Bene davvero...-
Ancora un'altro taglio leggero. Ora smetto...
-Sto bene nonostante le bugie che mi dicono...-
Un taglio profondo.
-Nonostante le prese in giro...-
Un'altro.
-Nonostante l'odio che ricevo...-
Un'altro ancora.
-Nonostante l'affetto che manca...-
Ancora...ancora e ancora...
-Nonostante la paura di non poter fare abbastanza...-
Non smetto più... Continuo con la stessa profondità...
-Nonostante più ci penso e più penso che dovrei...-
Un respiro. Una pausa.
-Nonostante non lo faccio per loro...-
Continuo. Non smetto.
-Nonostante non poter essere abbastanza...-
Una lacrima. Una bugia. Un taglio. Un po di bruciore.
-Nonostante tutto sto in piedi. Lotto. Mi distraggo...o almeno ci provo. Aiuto. Sto bene quando aiuto. Mi sento utile se aiuto. Per questo aiuto. Perché mi piace. E quando lo faccio sto bene. Ma io sto sempre bene. Devo stare sempre bene. Per aiutare devo stare bene. E per stare bene devo aiutare. Ma non aiuto me. Io non mi devo aiutare. O non potrò aiutare al meglio gli altri. Mi sentirei di nuovo come prima. Come quando non li conoscevo. Sola. Abbandonata. Isolata. Lo faccio per loro. Loro ci sono per me. Ma io sento di non essere mai abbastanza. Perché è vero?-
Un respiro. Un'altra lacrima. Un'altro taglio, più vicino alle vene. Un po di riflessione. Di silenzio. Silenzio che non c'è. Perché il silenzio è assordante. E quindi esse parlano. Nella mia testa parlano. E parlano tanto. E feriscono tanto. E mi fanno sbagliare. E mi fanno far giusto. E non me lo fanno capire quando è una o quando l'altra. Ma o sbaglio o faccio giusto. Ma non lo capisco. Ma le ascolto avvolte.
'Un'altro taglio...' è un sussuro in me.
'Continua. Non smettere'
'Un'altro e un'altro ancora'
'Più profondo, più autocommiserazione '
'Sei errata'
'Fallo'
'Non essere fifona'
'Fallo'
'Più vicino'
'Ancora più vicino'
'Fallo'
'Non bloccarti come sempre'
'Non fare la cagasotto idiota'
Altre lacrime. Altri pensieri. Altre parole dette da esse.
Ma...se loro restano... Perché devo andarmene io?
'Troveranno di meglio'
E se restano per me?
'Non lo faranno'
Loro ci tengono davvero.
'E allora perché non hanno capito? Perché non hanno preso le tue difese? Perché aiutano chi ti odia? Perché ti prendono in giro quando sono con loro? Perché sono tuoi amici solo quando gli conviene?'
...
Una risposta. Una che resta. Che si cicatrizza in te.
Perché non vali niente per loro, non vali niente per nessuno.
Solo ricordi, solo paura. Un'ultimo sguardo, un'ultimo pensiero. L'attesa di un 'So che non stai bene, ora arrivo', ma non arriva. Non arrivò mai. Un ultimo respiro. Un taglio netto. Uno lì, proprio lì. Sulle vene. In casa sei sola. Nessuno ti ha pensata. Nessuno ha provato a capirti. Nessuo ha provato ad esserci. Alla prima difficoltà se ne sono andati tutti. E alla fine esse, le voci, l'hanno avuta vinta. Sei morta. Come volevano loro. Sei andata via dal quel mondo. Quello che ti ha distrutta. Quello sulla quale ormai non tornerai più.
Ti sei mai ritrovata in questa situazione? Hai mai provato a farlo? Stai pensando di farlo? Vi rispecchiate in c'ho? In tutte queste menzogna? In tutti questi errori leggeri che tendono a diventare profondi? Hai mai pensato a tutto questo? Hai mai pensato che qualcuno che conosci possa essere in questa situazione? Riflettere. È ciò che al mondo di oggi serve.
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