Capitolo 9
CAPITOLO 9
I preparativi per il ballo avevano preso il controllo sulla vita di tutti e il villaggio non era mai stato così pieno di vita fino ad allora. Tutti erano super emozionati e, come il giorno del ballo si faceva più vicino, diventava sempre più chiaro che sarebbe stata una serata meravigliosa.
Dato che tutti erano molto impegnati, James aveva iniziato un lavoro a tempo pieno aiutando Oscar Pavey a programmare l'evento. Questo era il motivo per cui era stato seduto nell'ufficio del sindaco, lavorando per ore senza nemmeno una pausa. Si era occupato della lista degli ospiti, controllando che tutti coloro che erano stati invitati avessero accettato.
"James, verranno tutti al ballo?" chiese Mr Pavey.
"Sto controllando gli ultimi nomi rimanenti, ma penso di sì, Mr Pavey." Replicò lui, completamente assorbito dai nomi sulla lista.
"Non so quante volte te l'ho ripetuto James, per favore, chiamami Oscar." Disse lui, non alzando lo sguardo dalle sue scartoffie.
"Mi scusi." Borbottò James con aria mortificata.
"È meraviglioso che tutti riescano a venire, comunque," disse Oscar.
"Oh, l'avevo completamente dimenticato," esclamò James. "Stavo parlando con Elle Winters e lei mi ha detto che non sarebbe venuta."
"Cosa? Perché?" chiese Oscar, alzando lo sguardo dalle sue carte.
"Ha detto che non ama particolarmente le situazioni dove si socializza." Rispose lui, mantenendo la promessa che aveva fatto ad Elle.
"C'è sempre qualcuno così!" sospirò Oscar, e tornò alle sue carte.
"Pensi che potresti fare in modo di portarla da me? Dovrei controllare che non sia lei in alcun modo." Chiese Oscar.
"Non credo, suo padre è molto severo e non credo che le darà il permesso," disse James, cercando di mantenere al minimo i dettagli.
"Qual è la sua storia?" chiese Oscar, prendendo i documenti riguardanti Elle.
"Vive con suo padre. Sua madre morì in un incidente. Credo che si siano trasferiti qui quando Elle aveva sei o sette anni, non sono sicuro." Rispose lui, cercando di rispettare Elle non fornendo troppi dettagli.
Oscar trascorse alcuni minuti studiando i documenti su Elle.
"Tutto torna." Disse Oscar. "Sua madre si chiamava Maria Winters. Il sindaco mi ha detto che si sono trasferiti qui perché la loro vecchia casa gli ricordava troppo lei."
"Al massimo ci sarà una ragazza in meno," disse James, cercando di guardare al lato positivo della situazione.
In realtà James era molto dispiaciuto che Elle non avrebbe partecipato al ballo. Non riusciva a smettere di pensare al pomeriggio in cui avevano fatto una passeggiata, e farlo lo portava sempre a sorridere.
Era abbastanza deluso che Oscar avesse lasciato perdere così facilmente. Un po' aveva sperato che Oscar insistesse sulla presenza di Elle alla festa, anche se era improbabile che accadesse.
"Ho bisogno che tu porti questa giù alla sala dei banchetti del villaggio, James." Disse Oscar, tenendo una borsa a dir poco larga. "Il comitato per le decorazioni sicuramente la vorrà prima piuttosto che dopo."
Mancava solo una settimana al ballo, così il salone del villaggio stava essendo decorato in questo momento. Non v'era dubbio che sarebbe stato più bello di quanto non fosse mai stato prima. Sembrava che nessuna spesa fosse stata risparmiata.
James andò verso di lui e prese la borsa. Il salone non era distante, ma la borsa era davvero pesante, per questo camminava con un ritmo lento per le strade acciottolate.
Quando arrivò, trovo Mrs Trivilla, la donna che si occupava delle decorazioni.
Era una donna caratterizzata da una forte volontà e da un'alta posizione sociale. Era ben temuta nel villaggio. Nessuno voleva finire in cattiva luce nei suoi confronti.
"Grazie, James caro," disse lei, con un sorriso eccessivamente luminoso e completamente falso, mentre prendeva la borsa.
Mentre James se ne stava andando, venne richiamato indietro da una delle ragazze del villaggio.
"James," chiamò lei.
Lui si girò e la guardò. "Ciao Delilah," disse lui, con un sorriso tirato.
Lei iniziò ad avvicinarsi e quando già era troppo vicina per i suoi gusti, si fermò.
"Non ci aiuterai a sistemare le decorazioni?" chiese lei, toccandogli il braccio e sbattendo le ciglia. "Abbiamo bisogno di qualcuno che sia alto, in quanto noi ci arriviamo a malapena."
James non sopportava Delilah. Era oltremodo civettuola e non lo lasciava mai in pace. Erano anni che gli andava dietro, e quello che pensava sarebbe passato dopo un po' di tempo, era rimasto. L'unica persona che non aveva capito che lui non ricambiava sembrava essere lei stessa.
Lui provò ad allontanarsi di un passo, ma la presa di lei sul suo braccio era troppo stretta.
Era sul punto di dire di no e di andarsene, quando notò tutte le ragazze guardarlo.
"Per favore, James." Disse Delilah guardandolo.
James non voleva deluderle e la richiesta di aiuto pareva essere abbastanza sincera. Oltretutto Delilah non avrebbe provato a fare altro con tutte le altre ragazze presenti.
"Okay, va bene." Disse lui alla fine con un sospiro. "Ma ho solo un paio di minuti."
"Oh, grazie," disse con voce stridula Delilah, afferrando la sua mano per portarlo lontano dalle altre ragazze e in un angolo lontano della stanza. Forse si era sbagliato pensando che non avrebbe provato a fare nient'altro.
James la aiutò a sistemare le decorazioni, anche se in alcuni momenti si sentì molto a disagio.
Quando ebbe finito, fece per andarsene, solo per essere fermato un'altra volta.
"Mi riserverai un ballo, vero?" chiese Delilah, sbattendo di nuovo le sue ciglia. La sua mano era di nuovo sul suo braccio e quando James cercò di scrollarlo, la sua stretta si fece più intensa.
"Vedrò cosa posso fare," rispose lui rigidamente, volendo stare lontano da lei quanto più possibile.
Voleva declinare l'invito, ma sarebbe stato estremamente maleducato, e senza alcun dubbio l'intero villaggio avrebbe parlato della sua rozzezza.
"Promettimelo, James!" disse lei, sorridendogli.
"Va bene." Disse lui.
Finalmente lei lo lasciò andare e lui fuggì velocemente dall'edificio, non prima di perdersi il sorriso rivoltogli da Mrs Trivilla, la madre di Delilah.
Sembrava che le speranze di Delilah di catturare James fossero passate da sua madre, che chiaramente desiderava James come genero.
James non pensava che sarebbe sopravvissuto se avesse avuto lei come madre. Anche solo pensarci gli faceva venire i brividi lungo tutto il corpo.
James era contento di poter fuggire dal salone del villaggio, anche se questo significava stare altre ore rinchiuso nel piccolo ufficio, sudando sopra delle scartoffie.
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