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Capitolo 5


CAPITOLO 5

"James, quale hai detto che era il nome del fratello di Rebecca Charwoods?" chiese Oscar, controllando il profilo di Rebecca per vedere se tutto aveva un senso.

"Nathaniel," replicò James, non sollevando nemmeno lo sguardo dalle carte che si trovavano sulla sua scrivania.

Oscar Pavey aveva visitato il villaggio ogni giorno da due settimane quel giorno. Aveva borse sotto gli occhi e il suo incarnato era pallido. Il suo aspetto complessivamente era quello di un servitore stanco.

Entrambi avevano speso l'intera giornata facendo controlli tripli dei profili di ogni ragazza di Grea, e non avevano trovato nessunissima pista. Non erano completamente certi di cosa stessero cercando, ma ancora non avevano trovato niente di strano.

Tutti e tre erano diventati sempre più annoiati, stanchi ed irritabili.

Ciò che era ancora peggio, era che fuori fosse davvero una bella giornata. Il sole splendeva per la prima volta dopo una settimana, così dopo tutti quei giorni nuvolosi avevano recentemente avuto molte persone che si trovavano fuori, godendosi il bel tempo.

Dal municipio del villaggio potevano sentire i bambini giocare fuori nella piazza e con le finestre aperte potevano addirittura sentire il trambusto del mercato.

"Abbiamo setacciato ogni profilo tre volte, non possiamo aver scordato niente," disse il sindaco, grattandosi la testa, confuso ed irritato.

Anche lo stesso sindaco era stanco, aveva fatto giorni di lavoro straordinari, poiché aveva occupato quelle giornate aiutando Oscar. Qualcuno doveva continuare a gestire il villaggio.

"Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa che vuol dire che tutte le ragazze si trovino nello stesso posto nello stesso momento," ribadì Oscar, "ho bisogno di vederle dal vivo e di parlare con tutte le ragazze personalmente. Magari se la vedessi la riconoscerei. È sempre stata così simile a suo fratello gemello, probabilmente lo è ancora."

"E se chiamassimo qui tutte le ragazze, potresti fare un'intervista con ciascuna di loro. Le incontreresti tutte e potresti chiedergli ciò che vuoi." Suggerì il sindaco. Avevano seriamente bisogno di un'idea su quale sarebbe stata la loro prossima mossa. Avevano controllato i profili per giorni, e tutti loro bramavano un po' di azione. Inoltre mancava poco al suo compleanno, e la ricerca si sarebbe conclusa.

"No, abbiamo bisogno di qualcos'altro. S'insospettirebbero se facessimo una cosa del genere. Dobbiamo essere discreti per quanto ci è possibile," disse Oscar, grattandosi la fronte mentre rifletteva.

"Che ne pensate di un ballo?" suggerì James, con gli occhi che brillavano di eccitazione.

"Sicuramente questo non sarebbe altrettanto ovvio?" disse il sindaco.

"Potremmo dire che è una ricompensa per la mancanza di conflitti nel villaggio. Difficilmente creiamo problemi, e non abbiamo mai ricevuto una visita da una guardia. Nessuno avrà niente da dire riguardo a questo." Replicò James, diventando sempre più eccitato dall'idea.

"Potrebbe funzionare! Le persone penseranno che io sia venuto esclusivamente per aiutare nell'organizzazione del ballo. Non dovranno mai sapere quali siano le mie vere intenzioni," disse Oscar, l'umore improvvisamente più sereno.

"Inoltre non è accaduto niente di interessante per anni. Le persone hanno bisogno di qualcosa per risollevare lo spirito," aggiunse James, un ampio sorriso che si dispiegava sul suo volto.

"Quando dovrebbe farsi?" chiese il sindaco, che stava annuendo all'entusiasmo dell'altro uomo.

"Lo annunceremo domani, e potrebbe tenersi tra tre settimane, a meno che non abbiate altri suggerimenti." Disse Oscar.

"È abbastanza tempo per organizzare un ballo? Le ragazze sicuramente non saranno in grado di confezionarsi dei vestiti in un così breve lasso di tempo." Il sindaco non era ancora del tutto convinto.

"Non ci faranno nemmeno caso. Saranno tutti troppo eccitati per il ballo in arrivo per preoccuparsene troppo." Disse James. 

"Non può essere rimandato ancora. Il compleanno di Elizabeth è tra tre settimane, e la ricerca verrà abbandonata," aggiunse Oscar.

Lo stesso James era emozionato al prospettarsi di un ballo. Non aveva mai partecipato ad un vero ballo, e come sembrava, fino a quel momento, tutte quelle sue lezioni di danza erano sprecate.

James e sua sorella, molto similmente al resto del villaggio, avevano ricevuto lezioni di danza dai loro genitori. Non avevano però mai avuto l'occasione di ballare ad una festa.

"James," disse Oscar, ripescandolo dai suoi pensieri, "credi che potresti portare un messaggio a chiunque abbia tra i quindici ed i diciassette anni e dirgli di venire al municipio per un annuncio domani a mezzogiorno?"

"Certo, ci saranno solo le ragazze?" chiese James.

"No no, i ragazzi saranno ugualmente invitati! Non possiamo dare un ballo per le ragazze e non per i ragazzi. Con chi dovrebbero ballare?" disse Oscar con un sorrisetto.

"Giusto!" esclamò James, "E sarebbe sospetto se fosse solo per le ragazze!"

"Ottimo, quindi dirò a tutti quando venire al municipio. Dobbiamo essere sicuri che vengano tutti, hai qualche idea su come accertarcene?"

"Credo che tutti vorranno venire. Non si lasceranno sfuggire la possibilità di partecipare ad un ballo," disse James, pensando che nessuno dei suoi amici avrebbe detto di no. Lui certamente non avrebbe perso quest'occasione.

"Ottimo allora, tutto sarà fatto domani. Mi raccomando di non dire niente a nessuno riguardo al ballo. So come si diffondono velocemente le chiacchere da queste parti!" scherzò lui, ricordando di quando era arrivato. Tutti erano giunti per vedere chi fosse e cosa fosse venuto a fare. Era stato quasi impossibile sfuggire alla folla.

Tutti e tre erano sollevati dalla certezza di sapere che cosa avrebbero fatto da lì in avanti, ma erano ancora più rinfrancati dal fatto di aver finito per quel giorno e di poter andare e godere della luce del sole prima che sparisse del tutto.

James lasciò la stanza velocemente, ed iniziò a scrivere delle note da dare in giro alla gente. Dopo poco iniziò a stancarsi della linea ripetitiva e decise che sarebbe stato capace di dirlo a tutti faccia a faccia.

Per quando finì nell'ufficio era pomeriggio inoltrato. Poteva consegnare le missive dopo, ma per adesso se ne sarebbe andato e si sarebbe incontrato con i suoi amici.

Camminò per la zona del mercato cercandoli e li trovò tutti seduti intorno al bordo di una fontana. Questa si trovava dietro al mercato, ed era di diametro molto più piccolo rispetto a quella che si trovava nella piazza del villaggio.

"Ciao James!" dissero in coro quando lo videro.

"Non ci hai ancora detto perché sei stato così impegnato con il sindaco e con quell'altro uomo," disse uno dei ragazzi.

"Lo scoprirete domani," replicò James, rivolgendo loro un gran sorriso.

"Non ce lo puoi dire adesso?"

"Ti promettiamo che non lo diremo a nessuno!"

"Per favore?"

"Dovete soltanto aspettare e vedrete." Gli disse James. Non succedeva spesso che nascondesse qualcosa ai suoi amici, così tutti erano divorati dalla curiosità.

James rise di fronte alle loro espressioni scocciate. Sapeva che non sarebbero durate molto, e ci aveva visto giusto quando tutti iniziarono a ridere e a scherzare tra di loro una volta ancora.


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