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Azumane Asahi- Promise me

Sono ormai due settimane che sono rinchiusa qui dentro, in questi sotterranei terribili, umidi e illuminati solo dalle poche lucine ormai andate; ti vedo passare continuamente davanti alla mia cella, perché mi eviti? Perché non mi noti? Perché ti comporti come se la sottoscritta non esistesse? 
E dire che nonostante tutto ciò, nonostante tu sembri tanto impassibile e duro con me, non posso far altro che continuare ad amarti. Siamo nemici, eppure sono attratta da te come quando eravamo alleati, come quando ti eri infiltrato nella nostra truppa e facevi la parte di quello timido, del gigante buono che non riesce ad uccidere nessuno senza poi sentirsi in colpa. Ti amo anche se mi hai tradita, anche se mi hai mentito fin dall'inizio, anche se hai solo recitato per tutto questo tempo. Ti amo anche se ora mi tratti con freddezza e cerchi parlarmi il meno possibile perché so che ti stai sentendo in colpa, che dentro di te i sensi di colpa ti stanno divorando, perché so che non tutte le cose che hai detto erano bugie, mi hai amata, mi hai voluto bene, ma non hai potuto poi far altro che rinchiudermi qui dentro e far fuori quasi tutti i miei uomini. 

Sei perdonato, non ti faccio colpe, ma per favore, torna a parlarmi, questo silenzio mi distrugge, sto impazzendo, sto parlando con oggetti inanimati, con i muri sporchi e graffiati, con il mio letto comodo quanto un letto di spine. Ormai ho dato dei nomi alle sbarre arrugginite della cella in cui sono rinchiusa, la prima a partire da sinistra è Rose, poi seguono Steve, Tom, Ume, Vik e così via, uno per ogni lettera dell'alfabeto. 

Davvero vuoi farmi passare la mia intera esistenza così? Davvero sei tanto legato alla tua squadra da non pensare minimamente alla donna che dicevi di amare? 
Non scherziamo, Asahi, so che non sei il tipo da non dare una mano a chi tieni, non puoi abbandonarmi così... vero? 

"Ho ragione Asahi? Ho ragione vero? Non  mi stai abbandonando vero? (T/n) non è sola vero? Non mi lascerai morire così vero?!"

Fare tutti questi monologhi nella mia testa, per poi scoppiare ad urlare e a dar sfogo alla mia pazzia. Non è una cosa che dovrebbe fare il comandante di una truppa di militari tanto esperti come i miei, ma a quanto pare lui mi ha rubato sia il cuore che la mente. 

Ogni volta che passa davanti alla mia cella non posso far altro che avvicinarmi alle sbarre, allungare una mano verso di lui e guardarlo come farebbe qualunque ragazzina innamorata. Lo voglio qui di nuovo, ancora tra le mie braccia, voglio ancora sentire il suo profumo, voglio ancora sentire il profumo del sangue delle sue vittime ormai asciutto sulla sua uniforme. 
Ogni volta che faccio così, mi rivolge uno sguardo triste, si allontana dalla mia mano e i miei occhi dall'espressione totalmente malata si riempiono di lacrime.

"Amore mio... stai scappando? E dire che io... voglio solo averti al mio fianco"

Comincio a piangere silenziosamente per poi scoppiare in una fragorosa risata, una risata malata che risuona per tutti i sotterranei della loro base. Lui mi guarda preoccupato, fa per avvicinarsi ma non appena vede il mio sguardo speranzoso si allontana di colpo, non capisco proprio cosa succeda nella testa del mio uomo.  Ma è anche per questo che non posso far a meno di amarlo, perché non lo capisco a fondo, perché a differenza delle altre persone, non riesco a leggere i suoi movimenti, non riesco sempre a capire quale sarà la sua prossima azione. 

"Asahi tesoro dove sei stato tutto questo tempo?" 

Mi è mancato tanto, erano più di sei ore che non lo vedevo, stavo quasi per uscire dalla cella e andare a cercarlo. Non sarebbe molto difficile per me evadere, ho tutto quello che mi serve per poter uscire, ma Asahi è l'unica cosa che mi trattiene dallo scappare da questo posto. Stando qui posso vederlo molto spesso, inoltre mi porta anche due pasti al giorno, è davvero adorabile il mio tesoro!

Una sera comincio a ridere, rido di gusto, nemmeno io so il perché. Il mio amato corre davanti alla mia cella e mi guarda.

"Che succede?"

"Tesoro... non mi dire che sei preoccupato per me, che tenero~" Allungo una mano verso il suo viso e lui mi si avvicina appoggiando la guancia al palmo della mia mano.  Sono sorpresa, non lo avrei mai detto. Dopo un attimo di trance gli sorrido dolcemente.

"Sei davvero una persona buona, lo sapevo" dico io

Lui chiude gli occhi e appoggia la sua grande mano alla mia.

"Mi mancava il tuo tocco... mi mancavi tu..."  Afferma lui con una dolcezza inaudita

"In fondo... non erano davvero bugie"

"Niente di quello che ti ho detto era una bugia... ti ho davvero amata"

"E ora Asahi? Ora mi ami ancora?"

Lui annuisce leggermente senza dire nulla; è una visione troppo bella, il suo volto rilassato, proprio come lo era fino a un mesetto fa. Un viso rilassato privo di qualsiasi preoccupazione, un volto che parla da solo, che dice di aver passato di tutto, ma che riesce comunque a rilassarsi.

Mi avvicino a lui, nonostante ci siano le sbarre a dividerci voglio di nuovo assaporare quelle labbra. 

"Concedimi... un ultimo bacio"

Lui in totale silenzio apre gli occhi e mi si avvicina baciandomi attraverso le sbarre; è sicuramente un bacio scomodo, ma è uno di quei baci indimenticabili che segnano un nuovo inizio, oppure... una fine.

"(T/n)... mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare..."  Appoggia la fronte alla mia e chiude gli occhi per evitare che la sua tristezza prenda il sopravvento.

"Odio vederti in questo stato, non voglio vedere la persona che amo impazzire davanti ai miei occhi. Vorrei solo vederti felice, rimedierò al mio errore e farò in modo che tu possa essere davvero contenta della tua vita"

"Ehi... non addossarti tutte le colpe, non hai fatto niente di male tesoro"

"E invece si! è colpa mia se ora tu stai male, è colpa mia se sei rinchiusa qui dentro, è colpa mia se-"

"Basta addossarti tutte queste colpe Asahi. Non hai fatto nulla di cui dovresti pentirti, hai solo eseguito gli ordini che ti hanno imposto i tuoi superiori"

"Ma avrei potuto dire di no, avrei potuto lasciarti scappare, oppure avrei potuto semplicemente scappare con te... scappare da questa insostenibile realtà"

Mi scappa un sorriso. Non riesco a non intenerirmi davanti a questa magnifica scena. In fondo, per quanto tempo passi, rimane sempre il mio gigante buono, il gigante di cui mi sono innamorata al primo sguardo che non farebbe male ad una mosca se non perché gli è stato imposto da qualcuno.

"Non essere tanto debole, non pensare a ciò che avresti potuto fare ma a quello che puoi fare ora"

Mi guarda con occhi lucidi, quasi mi supplica di non andare avanti a parlare. Lo assecondo e non continuo il mio discorso. 

"Io... sono un debole senza spina dorsale... " Mentre dice ciò si accende una luce nei suoi occhi. Ha uno sguardo determinato, che mai gli avevo visto fare. "Ma ho intenzione di cambiare, per me stesso, ma soprattutto per te."

Non so davvero come rispondere, sono commossa dalle sue parole, a vederlo così non si può pensare che uno come lui possa essere tanto debole e senza spina dorsale come si è definito.
Tira fuori una chiave dalla tasca della sua uniforme nera e apre la mia cella.

"Scappa, non preoccuparti delle guardie, non sono abbastanza lucide per riuscire a starti dietro."

"Asahi..."  esco dalla cella e mi stringo a lui per un abbraccio, per sentire il suo calore "Promettimi che ci rivedremo, promettimi che questo... non sarà un addio"

Lui mi avvolge con le sue possenti braccia e mi promette che prima o poi, in un luogo qualsiasi, ci rivedremo, e riusciremo a vivere serenamente come due amati. A malincuore mi libero dalla sua stretta, lo saluto con un cenno della mano e un sorriso triste. Mi avvio verso l'uscita percorrendo un corridoio stretto e umido, illuminato solo da una luce fioca; so che dovrò passare molte guardie per cui non sono molto tranquilla, ma devo mantenere quella promessa, dobbiamo rivederci ad ogni costo.



Mesi dopo la fine di quella guerra sono qui, sul vecchio campo di battaglia sul quale sono caduti i miei uomini, sul campo di battaglia dove io e Asahi abbiamo combattuto sia come alleati che come nemici, su quel campo di battaglia nel quale ho trovato l'amore.
Mezzogiorno in punto, il sole è alto in cielo. Vedo un uomo in lontananza, alto e muscoloso con i capelli lunghi e poco curati. Più mi avvicino a lui più mi viene voglia di saltargli addosso, quella barbetta incolta inconfondibile che mi attira come ai vecchi tempi. Mi guarda felice, ha un braccio messo male ma a lui non importa, percepisco il suo desiderio di stringermi a sé e di non lasciarmi più andare.

Siamo a pochi passi di distanza l'un l'altro, ci fermiamo e ci scrutiamo a vicenda; per miracolo riesco a trattenere le lacrime. 

"Alla fine la promessa l'ho mantenuta"  Mi sorride dolcemente

"Mi sei mancato... Asahi"


╚╩╩╩╩╩╩╩╩╩╩

@TheFlightelessCrows  a quanto pare ho finito questo capitolo piuttosto in fretta eheheh~  >:3

Anche se devo ammettere di non andarne fiera, forse è una delle one-shot che mi sono venute peggio. Mi piace come ho caratterizzato il reader ma la storia in sé mi convince solo in parte, infatti credo di aver affrettato troppo il finale ma non sapevo in che altro modo fare rip

Quindi niente, spero sia piaciuta almeno a qualcuno lol (Soprattutto alla brava personcina che me l'ha richiesta :3)

Da Kao è tutto! 
Bye-bye~ 





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