Terzo Capitolo
Un perfetto lunedì mattina non potrebbe essere completo senza due ore della mia materia più odiata: scrittura creativa.
Sì lo so, sto frequentando la facoltà di lettere e quindi dovrei andare in brodo di giuggiole quando il signor Crambel varca la soglia dell'aula, ma io proprio non ce la faccio.
Sono sempre stata (modestie a parte) un piccolo prodigio nelle correzioni dei lavori degli altri e sono, direi, un'ossessiva e compulsiva lettrice, ma quando si tratta di fantasia la mia inventiva s'innalza poco sopra lo zero.
Il racconto più originale che abbia mai scritto probabilmente risale alla terza elementare, perciò quando il professore scrive sulla lavagna "Esercitazione a gruppi sulla produzione analogica di un testo" la colazione di questa mattina inizia a salirmi su per lo stomaco, perché non è mai bello essere scelti per ultimi in un gruppo, se è già triste in uno sportivo, in quello di scrittura creativa è proprio patetico.
"Il vostro compito di oggi consisterà nel creare un racconto all'apparenza semplice, ma che rappresenti nella sua genuinità un periodo storico, o un avvenimento molto più grande e importante. Eleonor, mi faresti la cortesia di distribuire questi fogli?"
Appena sento il mio nome cerco di togliermi dalla faccia l'espressione vacua che si è disegnata sul viso non appena il professore ha iniziato a parlare e mi alzo dalla sedia con uno scatto: almeno un po' di movimento mi terrà sveglia.
"Quello che trovate sulle fotocopie è un estratto del romanzo -La fattoria degli animali- di George Orwell, un perfetto esempio di scrittura analogica, in quanto Orwell con una semplice favola riesce a rappresentare la realtà della rivoluzione Russa del '900 ..."
Bla, Bla, Bla è questo che la mia mente recepisce mentre il signor Crambel parla.
Non riesco a compiere due cose contemporaneamente, o faccio attenzione a dove metto i piedi, oppure lo ascolto e in questo momento preferisco di gran lunga non cadere davanti a tutta la classe.
Mentre finisco di distribuire gli ultimi fogli i miei occhi si alzano incontrando quelli limpidi e azzurri di Darren che appena mi riconoscono si offuscano irrimediabilmente, e io mi domando, ma cosa diavolo gli ho fatto di così grave per meritarmi un tale trattamento privilegiato?
Lo ignoro e vado avanti, perché ho bisogno di un piano ben congeniato se voglio entrare nelle sue grazie e perciò è meglio, se per adesso, mi tengo a distanza.
"Avete un'ora e mezza di tempo al termine della quale dovrete consegnarmi gli elaborati che verranno minuziosamente corretti e valutati."
Esclama in quello che dovrebbe sembrare un tono vagamente gentile, ma per me è un'inconfutabile minaccia.
"Formate i gruppi, non più di tre persone!"
E allora mi guardo intorno sconsolata vedendo un via vai di gente che cerca di accaparrarsi i più bravi della classe, come volevasi dimostrare, io rimango immobile ...da sola.
Adesso, chiariamoci, io sono una persona ben voluta da tutti, e solitamente non sono un'emarginata, ma proprio perché mi conoscono, per l'incolumità dei loro CFU nelle ore di scrittura creativa cercano di evitarmi.
"Professore, mi scusi ... " Dico schiarendomi la voce e avvicinandomi alla cattedra. "Io non avrei un gruppo."
"Signorina Fingher, un'altra volta, davvero?" Mi domanda con fare annoiato e a me viene voglia di prendere a pugni quel suo sorriso beffardo, sì ... sono una persona violenta!
"Guardi, proprio perché oggi mi sento estremamente magnanimo nei suoi confronti, le faccio scegliere in che gruppo aggregarsi, prego, pensi ai suoi voti nella mia materia e scelga con cura."
Anche se probabilmente non ne è consapevole, il signor Crambel ha placato la mia ira perché mi ha appena fatto un gran favore, la mia diabolica mente sa esattamente in che gruppo andare.
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