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Settimo Capitolo

"Immagini sfuocate si susseguono nella mia mente ... verdi pianure fitte di vegetazione si disegnano sullo schermo formato dalle mie palpebre chiuse. Sto correndo libera, l'incontro fra il vento e la mia pelle è come una carezza e io sento nel cuore sprigionarsi una piena e gratificante felicità che s'irradia per tutto il corpo.

Sto sorridendo mentre continuo a correre senza pensieri. Sono così veloce che all'improvviso una radice sporgente mi ferma, io inciampo, ma non sento dolore perché l'erba e le piante sono pronte ad accogliere la mia caduta accompagnandomi dolcemente a terra.

Mentre sono sdraiata sul fresco manto erboso con il sole che mi scalda il viso alzo la testa e la scuoto per scostare i capelli dagli occhi. Guardando in lontananza scorgo sulla punta di un'alta collina un ragazzo di spalle che osserva l'orizzonte accanto a una meravigliosa fontana in marmo bianco ricoperta da verdi piante rampicanti.

Mi alzo ridendo "Ecco dove ti eri cacciato." Urlo iniziando ad avvicinarmi al giovane corvino, ma più io cammino più lui si allontana da me in un infinito moto estenuante. Agitata inizio a correre per raggiungerlo, ma lui non si volta al richiamo dei miei gridi disperati ed io dilaniata dalla sua indifferenza mi fermo prima di crollare al suolo per il dolore e perdere i sensi. "

"Dici che è morta?" Esclama una voce femminile a pochi centimetri dalla mia faccia.

"Ma no, figurati ... sarà solo svenuta."

"Solo? Solo svenuta??" I miei timpani incominciano a bruciare. "È sicuramente colpa mia. Che stupida che sono, io e la mia smania di perfezionismi, non l'avessi spaventata adesso non starebbe così!"

"Non penso che una come lei si faccia mettere KO per così poco, perciò non sentirti in colpa."

"Era forse un complimento?" Sussurro con voce tombale.

"Visto? È bastato stuzzicare un po' il suo ego per svegliarla, niente di grave."

Anche se non ho ancora aperto gli occhi capisco immediatamente a chi appartiene quella voce e in questo momento sverrei un'altra volta piuttosto che farmi vedere così fragile da lui.

"Eleonor, sei viva!" Urla Elisa precipitandosi al mio fianco per aiutarmi ad appoggiare la schiena al divano.

"Certo Eli, questo bell'appartamento non te lo lascio tutto per te, ci siamo capite?"

"Che sciocca che sei. Meno male che c'era Darren ad aiutarmi altrimenti sarei stata assalita dal panico senza sapere cosa fare." Esclama la mia amica con occhi a forma di cuore.

E certo, vuoi che una, no dico una ragazza non gli svenisse ai piedi?

"Non c'è problema Elisa, è stato un piacere aiutarti." Dice lui arruffandosi i capelli scuri e rivolgendole un sorriso, ah ... ma allora ce li ha i denti, probabilmente ha deciso di riservare i suoi sorrisi solo ad una piccola percentuale della popolazione mondiale.

Mentre mi guardo attorno ancora un po' stordita Darren tenta di avvicinarsi con un asciugamano bagnato fra le mani. Io allarmata cerco di allontanarmi, ma i miei arti non sembrano voler seguire la mia volontà, perciò non faccio altro che agitarmi in modo convulso sul divano ... pessima immagine.

"Grazie davvero per la tua gentilezza, ma adesso sto molto meglio perciò faccio da sola, veramente ..."

"Non riesci a smettere di blaterale nemmeno quando stai male eh? Stai ferma per favore, se continui così finirai per cadere e romperti qualcosa."

Com'è che quando parla con me anche la sua voce sembra trasformarsi diventando più rabbiosa, ma che gli ho fatto di preciso?

No perché sono già abbastanza scombussolata dallo strano sogno che ho fatto quando ero svenuta e ho bisogno di un po' di tranquillità per non impazzire del tutto.

Nonostante le mie resistenze però lui si siede lo stesso accanto a me appoggiandomi l'asciugamano sulla fronte; anche se non voglio ammetterlo il fresco del panno umido è una vera benedizione per la mia testa dolorante.

Noto che Elisa ha abbandonato lo sguardo da pesce lesso riservato a Darren negli ultimi minuti per fissarci con occhi sospetti. Conoscendola immagino cosa le stia frullando per la testa in questo momento e ho sinceramente paura di quello che potrebbe fare.

"Allora Eleonor, ti senti meglio?" Mi domanda la mia coinquilina con voce fin troppo allegra.

Io riapro gli occhi che avevo socchiuso al contatto con lo straccio bagnato per il sollievo e annuisco.

"Bene! Allora se non ti spiace io scappò perché sono le quattro e sono in ritardissimo per quella cosa a teatro." Mi guarda con un sorrisetto inquietante e ha anche il coraggio di farmi l'occhiolino.

Mayday, mayday, questa ragazza ha completamente frainteso la situazione e io avessi abbastanza forze la strozzerei a mani nude per il pasticcio in cui so che sta per mettermi.

"E se dovessi sentirmi di nuovo male? Non puoi restare questa sera?" La mia dovrebbe essere una domanda, ma ho come l'impressione di non essere riuscita a velare il tono di supplica. Tentar non nuoce. A questo punto sono anche disposta ad afferrarla per una gamba pur di trattenerla in questo alloggio.

"Hai ragione. Sarebbe un disastro se svenissi di nuovo da sola. Però se perdo l'appuntamento potrei non riuscire a far parte dello spettacolo, cosa possiamo fare ..." la carogna fa anche finta di pensarci. "Ma aspetta, Darren, non è che potresti rimanere tu con Eleonor?"

Perfetto, gliel'ho servita su un piatto d'argento ... complimenti a me, standing ovation.

"Veramente ..." Cerca di difendersi lui con il volto trasfigurato in una smorfia di terrore. "Dovrei studiare." felicissima di essere così disgustosa ai suoi occhi, potesse se la darebbe a gambe.

"Dai ... starò via solo un paio d'ore." Supplica Elisa con gli occhi da cucciolo. "Poi ti prometto che ci sdebiteremo, vero Elly?"

A questo punto intervengo cercando di salvare la situazione, come se fosse possibile. "Elisa smettila, non puoi obbligarlo. Darren, veramente non ti preoccupare, io sto meglio, non è il caso che tu rimanga. Tu te ne vai a teatro e lui a studiare e siamo tutti contenti."

"Eh no cara mia, io non ti lascio da sola. Se lui non resta mi toccherà perdere l'audizione per la parte di Desdemona."

Che piccola bugiarda, so perfettamente che la sua audizione è la prossima settimana.

"E per la cronaca." Aggiunge non contenta a Darren. "È uno spettacolo molto importante da cui dipende la mia intera carriera." Si permette anche di fargli il labbruccio.

Io. non ho. Più. parole!

Fisso lei, poi Darren, poi di nuovo lei senza trovare nulla da dire perché dannazione, è riuscita ad incastrarci, quella piccola mente macchinatrice ce l'ha fatta un'altra volta. Sì perché non è la prima.

"D'accordo." Si arrende alla fine il povero ragazzo con voce grave. "Se si tratta solo di un paio d'ore posso rimanere io con lei."

"Grande!" Esclama Elisa saltellando e battendo le mani. "Grazie mille veramente, ti prometto che la piccola Elly sarà un angioletto."

"Conoscendola, non ci giurerei ..." Borbotta lui, ma la mia amica ormai è troppo presa dal suo disegno perfetto per accorgersene ed io non sapendo più cosa ribattere non faccio altro che guardarmi intorno disorientata.

Solo quando sento la porta sbattere dietro le spalle di Elisa capisco in che diavolo di pasticcio mi ha messa. Le farò pagare ogni minuto di questo imbarazzante silenzio che è appena sceso tra me e Darren, se voglio posso diventare una coinquilina davvero insopportabile ed Elisa lo scoprirà molto presto.

NOTA DELL'AUTRICE:

Spero che Reach continui a piacervi, al prossimo appuntamento ;) Fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi un commento :)

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