Quinto capitolo
"Vi rimane solamente mezz'ora, utilizzatela per correggere i vostri elaborati creando dei lavori presentabili. I compiti che vi assegno durante questo semestre fanno media con il test finale, perciò impegnatevi." Esclama il signor Crambel duro prima di tornare a leggere il suo giornale. Ho come il sospetto che il suo sguardo accusatorio fosse rivolto proprio verso di me, ma scaccio via il pensiero fastidioso, perché se c'è una cosa che ho imparato è che a volte non bisogna farsi troppe inutili domande.
"Coraggio Eleonor, questa mezz'ora è tutta tua." Esclama Justin sorridendomi e passandomi il computer con le otto cartelle di testo da rivedere.
Ho paura che sul mio viso sia passata un'ombra di terrore. Ma quanto diavolo hanno scritto?
"Grazie mille, siete dei veri amici!" Esclamo inviperita. "Vi rendete conto che ho solo trenta minuti per finire di correggere tutta questa roba?"
Ma cosa credono? Che io abbia la bacchetta magica?
I due mi guardano con sguardo colpevole: carogne!
Il contenuto sarà anche eccelso, ma per gli errori ... c'è da mettersi le mani nei capelli.
"Forse, la signorina -fate voi che io non ho fantasia- non è nemmeno in grado di rileggere un testo."
Io mi giro di scatto e sono sicura che la mia faccia incazzata un pochino faccia paura. Al diavolo la promessa che mi ero fatta di essere gentile, questo ragazzo ce la mette tutta per farmi perdere le staffe.
"Oh, finalmente il principino si degna di rivolgermi la parola, a cosa devo quest'onore?"
Rispondo con fare canzonatorio. Perdo raramente la pazienza, ma quando mi scappa, sono veramente guai.
"Scusami se non ho passato l'ora di lezione concentrando tutte le mie attenzioni su di te. Sai, avevo di meglio da fare che coltivare l'ego di una bambina viziata."
Ma io questo lo distruggo!
"Potresti cortesemente piantarla di essere così!? Se non te ne fossi ancora accorto ti stai rendendo ridicolo."
E no che non se ne è accorto, la gente quando lo guarda sembra incantata dalla sua perfezione. Ho come l'impressione che non sia abituato a sentirsi dire la verità in faccia, ma non c'è problema, ecco che entro in scena io a riportare la giustizia divina sulla terra.
"Cara, io non ti attaccherei se tu ti decidessi a stare zitta e finire questo lavoro in tempo, come dire, utile ... se non l'hai capito inciderà sul voto di tutti e io non voglio rovinarmi la media solo perché questa non è la tua materia preferita."
Adesso sta esagerando e io ho paura che dalle mie orecchie stia incominciato ad uscire del fumo di un allarmante colore tendente al nero, terribile monito.
"Brutto mascalzone che non sei altro! Chi ti credi di essere?"
"Semplicemente uno che vorrebbe fare quello per cui è venuto qui, sfruttare la borsa di studio che questa università gli ha offerto." Esclama, ostentando anche una bella faccia di bronzo, ah ... ma se c'è una cosa che ho imparato dalle inutili lezioni di fisica che ho dovuto sorbire al liceo è che il bronzo ha un punto di fusione molto basso, semplice da trovare, e quando lo scoprirò lo farò crollare, questa è una promessa.
"Sai cosa ti dico? Che sei solo UN PALLONE GONFIATO ..." Esclamo alzandomi dalla sedia e puntandogli un dito davanti alla faccia che lui osservare quasi divertito.
Ah ... il signorino -arrabbiatura permanente- ha il senso dell'umorismo, felice di poter contribuire al suo unico momento di ilarità nella vita.
"Qualche cosa non va signorina Fingher?"
Ops, forse devo essermi lasciata un po' andare, perché il signor Crambel ci osserva con espressione seria e oserei dire arrabbiata.
"No, nessun problema professore, è stato solo un piccolo equivoco." Dico disegnandomi un'espressione angelica sul volto e concentrando il mio sguardo sul pc con le cartelle da correggere. Sto cercando d'ignorare del tutto la presenza di Darren, anche se si rivela un'impresa tutt'altro che semplice, visto che continua a fissarmi in modo alquanto fastidioso.
Justin e Kristin intanto non sono per nulla d'aiuto visto che sono entrambi troppo sconvolti per rivolgermi la parola. Per carità, non è che non conoscano il mio bel caratterino, ma al contrario di quello che si potrebbe pensare, io non sono solita ad urlare addosso alle persone. è molto raro che io urli addosso alle persone, perché è anche molto raro che le persone.
Finisco di correggere il nostro lavoro in venti minuti netti, senza proferire il minimo suono e per una persona logorroica come me è praticamente un mezzo miracolo. Quando sono arrabbiata, non ne comprendo il motivo, ma tiro fuori il meglio di me, vuoi vedere che da questa terribile giornata riusciamo a tirar fuori qualcosa di buono?
Gli esami migliori che io abbia mai fatto per adesso sono stati due: uno dopo che ho rotto con il mio ex fidanzato e l'altro quando ho cambiato migliore amica. Non so proprio cosa dovrò affrontare in vista della mia laurea, ma quando arriverà il momento penserò quale potrà essere la vittima sacrificale e se devo essere sincera, adesso una mezza idea ce l'avrei già.
Quando digito l'ultima lettera sul testo finalmente corretto mi alzo violentemente dalla sedia e rivolgendo a Darren un sorriso di sfida porto la chiavetta con il file terminato al professore. Siamo i primi a consegnare ed io non posso nascondere la soddisfazione che provo a non averla data vinta a quell'antipatico.
Sì, sono una tipa leggermente competitiva, ma che ci posso fare, a me non dispiace per nulla questo lato crudele del mio carattere, mi è servito molte volte negli anni come protezione ed è per questo che me lo tengo ben stretta.
"Grazie Eleonor. Sicuramente ci hai salvato con le tue correzioni." Esclama Kristin. "Lo sai quanto io e Justin siamo carenti da questo punto di vista."
Io la ringrazio con gli occhi per aver tentato di riaggiustare la mia autostima, ma il momento di gloria termina quando percepisco un sonoro sbuffo provenire dalla mia destra e dire che quello dovrebbe essere il lato degli amici e non quello dei vili traditori.
"C'è qualcosa che non va?"
"Assolutamente." Mi risponde Darren con un sorriso dissimulato talmente bene che potrei quasi cascarci con tutte le scarpe, quasi per l'appunto! Con me i suoi giochetti non funzionano, ma è la campanella traditrice a salvarlo da un'altra delle mie rispostacce. Non appena finisce la lezione si affretta a raccogliere le sue cose, non dirmi che il ragazzo ha paura ... ma poco prima di andarsene si blocca di colpo e si avvicina a me.
Che cosa vuole adesso?
Giuro che questa volta non mi tratterrò dal mandarlo a quel paese, o da tirargli un pugno, dipende, potrei diventare anche manesca.
"Sai una cosa ..." Esclama avvicinandosi al mio orecchio e sussurrando. "Non sei per nulla cambiata Elly."
Io alzo su di lui uno sguardo interrogativo e quando i miei occhi incontrano i suoi mi sembrano quasi famigliari, e mi domando ... perché?
Pochissime persone mi chiamano Elly e le ipotesi sono due: o lui è uno stalker professionista, oppure ha qualcosa da nascondere e sinceramente, il mio istinto vota per la seconda ipotesi.
NOTA DELL'AUTRICE:
Pensavate fossi scomparsa vero? Mi scuso per la lunghissima assenza, ma gli impegni sono sempre tardi e la frequenza con cui aggiorno le mie storie scandalosa. Però vi ringrazio di continuare a seguire le mie storie e spero che vi piacciano, mi impegnerò adesso ad aggiornarle di più.
Alla prossima!
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