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~Capitolo 1~

È un impulso, un istinto di conservazione.

Questo sembra ben voluto.

Scritto nel grande libro della vita, fatto della linfa vitale di un albero ormai antico, sacro e saggio.

In queste gelidi acque tutto tace, tutto acconsente alla natura, sento solo il battito cardiaco rallentare.

L'acqua ormai sta entrando in me, sono un tutt'uno.

Il corpo fluttua immerso in questo liquido come piume al vento.

Posso confondere il mio mantello con queste acque scure, quasi tenebrose.

L'unica ancora a fissarmi imperterrita è la luna, come se quel buco nel ghiaccio fosse stato fatto apposta, perché riesco a vedere solo lei.

Sento la sua pallida e fragile luce accarezzarmi lentamente la pelle, i miei occhi ne sono completamente avvolti.

Sembra chiamarmi alla sua rara bellezza.

Sembra voglia tenermi sotto la sua luce, il suo raggio scopre l'ombra soltanto su di me.

Più la guardo più mi sembra parlarmi.

Sento il medaglione di mia madre sfilarsi delicatamente dal body e galleggiare come piuma verso l'alto.

Il tessuto in cuoio che avvolge il collo sembra tirarmi verso l'alto, ma io non ho forza di muovermi, il ghiaccio mi ha bloccato gli arti, come se l'ombra mi stesse portando al fondo con forza.

Il medaglione sfiora il mio naso arrivando all'altezza degli occhi, copre la luce chiara della luna perfettamente con il suo dorato colore.

Ma in questo particolare gesto mi accorgo di un altro, i suoi segni, quelle ammaccature sulla sua faccia sono talmente uguali ai crateri della Luna da scambiarla per una seconda.

Sgrano gli occhi per la totale somiglianza e per la disposizione delle ammaccature.

Inizio a dimenare il corpo a fatica ma questo sembra portarmi nella penombra del lago.

Mi dimeno in continuazione finché non sento un formicolio alle braccia.

Ne sto prendendo il controllo.

Mettendo tutta me stessa riesco a muovere le braccia con molta fatica verso il medaglione che tira su il mio collo.

L'oscurità sta arrivando ed io cado sempre più giù nei suoi abissi.

Con fatica riesco a prendere con entrambe le mani il medaglione e appena ripongo tutte le dita ai margini delle facce, si illumina, una parola scritta in bianco con segni evidenti che è stata incisa sul medaglione.

"I-Imperium Lunae" un onda di energia bianca si espande facendo muovere le correnti del lago.

Le ombre e gli abissi sembrano tirarmi giù, sento i loro sibilii, come demoni degli abissi, bisbigliano, tutti insieme, è un caos di voci.

Il medaglione acquistando la mia forza e quella della luce lunare mi tira su con tale facilità che guardando la luna sembra andargli in contro.

Iniziano a bruciarmi gli occhi, la luce è sempre più chiara e forte.

Ecco la superficie, la riesco a vedere, sento di poterla toccare con un dito.

D'impatto non sento più la sostanza liquida e gelida ma aria fredda.

Lascio andare il medaglione per la poco mobilità delle braccia, troppo debole.

Sentendomi subito stanca, spossata cado a peso morto su qualcosa caldo, quasi bollente ma abbastanza duro.

BJ mi ha messo sulla sua schiena.

"Non dovevo portarti fin qui. È tutta colpa mia. Mi prenderò io cura di te e della tua cura"

Vorrei poter rispondere, ma non ho le forze, mi sembra sia stato al quanto dolce ed è da apprezzare che lo fa nonostante io faccia di tutto pur di tenerlo lontano.

In fondo mi è stato vicino fin da bambina.

In fondo lui è la mia famiglia.

**

Blackborn's P.O.V

"Oh cielo BJ com'è successo?" mi chiede preoccupata Laika mentre guarda la sua amica con volto triste.

"Bhe eravamo ad un lago a pattinare e il ghiaccio ha ceduto proprio sotto i suoi piedi" dico grattandomi la nuca nervosamente.

"Per quanto tempo è rimasta li sotto, BJ?" quasi mi ringhia addosso Càlél.

"Circa due ore" dico abbassando la testa sentendomi in colpa.

"E tu cosa hai fatto? Potevi salvarla BJ!" si avvicina Càlél a me con tono minaccioso.

Ha desso mi sono rotto.

"PENSI CHE NON L'ABBIA FATTO? CREDI CHE NON MI IMPORTI DI LEI?! TI SBAGLI! HO CRESCIUTO QUESTA RAGAZZA COME SE FOSSE L'UNICA RAGIONE DI VITA E PERSONA NELL'INTERA GALASSIA DI ANDROMEDA. QUINDI NON VENIRMI A DIRE DI NON AVER FATTO NIENTE" lo prendo per il colletto sbattendolo al muro.

"BJ fermati. Stai esagerando amico" Dexter poggia una mano sulla mia spalla tirandomi verso di lui.

"Lasciami stare" scrollò le spalle facendo così che lui tolga la mano.

Lascio la presa dal colletto di Càlél e mi avvicino al letto di Ravén.

"Ci potete lasciare soli" dico freddo e distaccato verso i tre.

Sembrano acconsentire e sento così i loro passi lasciare la stanza e chiuderla in seguito.

La guardo attentamente da capo a piede, è più pallida del solito.

Gli accarezzo la mano con le dita, è fredda.

Sembra ghiaccio.

Le guardo le mani.

Dalle unghie salendo piano piano con gli occhi.

Sulle nocche!

Mi allontano spaventato dal suo letto quasi cadendo a terra.

La sua pelle si sta sgretolando sulle nocche lasciando il posto ad un cristallo viola.

Sgrano gli occhi ancora turbato.

Mi avvicino subito toccando ancora.

Si sta trasformando! S-sta diventando una gemma!

Essendo a sangue caldo gli prendo entrambe le mani e le riscaldo donandogli un pò di calore.

Il suo viso sembra sempre più liscio e innocente, come quello di un bambino.

È pure lei ha il caos dentro.

È tutto un turbine di informazioni, sapere e conoscenze senza una via di fuga.

Non ne può uscire viva.

Ma la cosa più strana è che non è per nulla bagnata, ma soltanto fredda come il ghiaccio.

Mi trasformo in un gatto nero per mettermi sdraiato sul suo addome con le zampe sul suo petto per riscaldargli anche il cuore.

La guardo fissa negli occhi chiusi da due veli bianchi.

Sento che si sta riscaldando sotto il mio tocco, il suo corpo sembra essere più vivo.

D'un tratto il corpo fluttua nell'aria a dieci centimetri dal letto sottostante.

Sta funzionando!

Se solo avessi avuto il coraggio di dirgli che il suo corpo mi trasforma nella bestia con le zanne con cui lei mi ha visto con gli occhi.

Ma solo su di lei ho questo effetto.

Ma ho seriamente paura di fargli del male, perché quando divento una bestia la parte che preferisco di più è il suo sangue.

Ma che posso possedere soltanto io.

Nessun'altro.

Così tanto disperatamente bisogno, che diventa di mia solo proprietà.

Ma con il terrore di fargli del male davvero devo smetterla di stargli vicino.

Ma purtroppo non ne posso fare a meno.

È la mia unica famiglia.

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