Capitolo 4
Ora devo imparare a trasformarmi.
Concentro la mia potenza sul mio petto, sento un formicolio piacevole sulla schiena, i miei occhi vedono buio ma sono ancora sveglia, i miei capelli si sparpagliano restando ordinati.
I miei occhi vedono di nuovo, i miei occhi sono rossi, pieni di rabbia contro gli umani.
La trasformazione è fatta, ora la mira.
Prendo alcuni rami staccandoli dagli alberi, li conficco sul terreno in modo verticale, creo delle sfere sulle mie mani e comincio a bruciare tutti i rami.
Creo una sfera ne troppo piccola ne troppo grande e la scaglio in cielo per poi farla esplodere chiudendo e riaprendo le mani.
Ora devo migliorare le abilità fisiche, comincio a correre per il bosco a una velocità incredibile.
Superati i 20 minuti di corsa, comincio a saltere tra un ramo e l'altro, in alto, in basso, a destra e a sinistra.
Poi mi fermo concentro la mia forza sulla mano destra e sparo un pugno dritto nel tronco di un albero che cade a terra.
Ora mancano solo due allenamenti e poi posso riposare.
Svuoto la mente, non penso a niente... concentro la mia energia vitale sul petto, appoggio la mano dove dovrebbe esserci il cuore come per prendere qualcosa... appare una luce bianca sul petto e un manico nero e rosso appare nel palmo della mia mano destra e io lo tiro fuori dal petto lentamente mentre il fascio di luce scompare.
È una spada tipica dei samurai, con un manico nero a strisce rosse e una lama lunga un metro, grigio chiaro come le nuvole, affilatissima e scintillante.
Metto la spada a terra e essa scompare, allungo in avanti il braccio sinistro e metto sul polso due dita della mano destra, lancio le dita in avanti come si fa con le carte da gioco e faccio comparire davanti a me una mia copia esatta.
Schiocco le dita e essa scompare in una nuvola di fumo.
Torno al manicomio alle 5:00, mi stendo sul letto e cado tra le braccia di Morfeo.
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