Capitolo 7- Let Me Dry Your Eyes
Sento la sveglia del telefono richiamarmi da lontano; apro lentamente gli occhi infastidita dalla luce del sole entrata in camera.
Ma che ore sono? Mi sporgo dal letto per afferrare il telefono e spegnere quella maledetta sveglia, quando vedo l'orario sullo schermo: 12.20.
PERCHE' FRANCESCA NON MI HA SVEGLIATO?!
Balzo in piedi e corro in bagno alla velocità della luce; quando ho finito di lavarmi torno in camera e apro l'armadio. Cosa mi metto cosa mi metto cosa mi mett- Sto veramente perdendo tempo a scegliere i vestiti per andare in uno stupido e vecchio negozio di vinili??
Mi guardo allo specchio: alla fine ho optato per un maglioncino giallo senape e una salopette con gonna di jeans. Non ho abbastanza tempo per truccarmi, cosi applico velocemente solo il mascara e un burro cacao rosato; mi allontano per vedermi bene per intero ed è a quel punto che il mio sguardo si sofferma sulla mia testa: Mi piacciono i tuoi capelli. Arrossendo al solo pensiero decido di lasciarli sciolti.
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Arrivo davanti al negozio a passo forse un po' troppo spedito, accorgendomi di avere il fiatone; apro la porta e, appena dentro, una canzone coglie subito la mia attenzione: è una canzone triste e lenta, quasi malinconica.
I miei passi rallentano, ed è a quel punto che lo vedo di spalle, alla mia sinistra e immobile davanti al giradischi: l'ha messa lui la canzone che risuona in tutto il negozio ad alto volume.
I miei piedi si muovono da soli lentamente verso la sua figura come se attratti da una forza maggiore; mi avvicino al suo fianco e lo vedo di profilo, immobile a fissare il disco che gira con occhi sbarrati; ed è in quel momento che una lacrima veloce gli riga il viso.
Non sapendo cosa fare rimango li impalata a fissargli la guancia. Il suo volto si gira verso di me vuoto, quasi senza emozione. I nostri occhi si incrociano.
Vedo la sua figura farsi sempre più grande davanti a me; la sua mano afferra la mia, trascinandomi tra le sue braccia. In un momento, con l'altra mano porta la mia testa sulla sua spalla costringendomi a stare ferma in quella posizione e impedendomi di guardarlo in viso. «Non mi piace quando qualcuno mi vede piangere».
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«Avevi fame eh» mi dice osservandomi divertito dall'altra parte del tavolo.
«Si» biascico mentre mangio il mio hamburger.
Siamo infatti andati nel Burger non molto lontano dal negozio per mettere qualcosa sotto i denti e per uscire da quella strana situazione creatasi poco fa.
«Mi sono svegliata tardi e prima di venire in negozio non ho mangiato nulla» continuo.
«Mi stavo chiedendo infatti dov'eri finita stamattina» confessa lui serio e un silenzio imbarazzante cade tra di noi.
«Allora....hai voglia di parlarne?» butto fuori improvvisamente.
«Parlare di cosa?» chiede lui fissandomi.
Possibile che si sia già dimenticato?
«Beh...di prima...ecco...che tu...» non so davvero da dove iniziare.
Scoppia in una risata: «Ti sto prendendo in giro».
«....» lo fisso infastidita.
Sto per riaprir bocca quando: «Non me la sento per ora...scusa» ammette serio guardando in basso. «Almeno non ora, non qui» continua lui e entrambi ci guardiamo intorno vedendo il locale pieno di bambini urlanti e adulti stressati.
«Tranquillo, ti capisco» dico sincera.
Un sorriso si fa spazio sul suo volto: «Lo so».
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