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Capitolo 44- Tomlinson

Il mio piede continua imperterrito a muoversi preso dall'impazienza; é più di mezz'ora che sono qui da sola ad aspettare davanti al centro commerciale.

Intorno a me vedo coppiette passare abbracciate mentre escono portandosi dietro svariate borse. Accendo lo schermo fissando i minuti che passano, sentendo il nervoso aumentare mentre più tempo scorre, più ho meno tempo di trovare il regalo perfetto per Zayn.

Non so da dove derivi tutta questa ansia, forse dal fatto che lui è perfetto e io non lo merito? Ho paura che mi scappi dalle mani dopo tutto ciò che ho sbagliato ultimamente, come il frugare tra la sua roba e trovare la busta di Harry.
No, cosa c'entra adesso tutto ciò? Non devo lasciarmi distrarre.

Ecco che mi si para davanti con le mani in tasca sostenendo un passo troppo lento per i miei gusti.
Ha dei pantaloni dell'Adidas neri, la giacca è piegata sotto il braccio e indossa una maglia rossa scuro a maniche corte.

«Louis siamo a Gennaio, non hai freddo?».

«Avevo il riscaldamento a palla in macchina» dice lui semplicemente.

«Comunque, saresti dovuto essere qui ben quaranta minuti fa!» non perdo occasione nel rimproverarlo.
Non mi è mai andato a genio, lui e la sua vocina irritante, il carattere invadente... ma soprattutto il suo essere così legato a Zayn.
Sto parlando per gelosia? Beh credo che tutto ciò sia ricambiato, basta pensare a come mi guardava a casa mia, la sera del giochino stupido.

Mi guardava come una iena guarda la sua preda, con occhi che brillano nel buio pronto a non perdersi nessun mio movimento nei confronti del moro.

Sbuffo squadrandolo dalla testa ai piedi, ma infondo questo nanetto é l'unico che può aiutarmi in questo momento.

«Prima di tutto mi stai già facendo venire il malditesta» dice con occhi chiusi passandosi la mano nel ciuffo che gli cade in fronte, «e poi mi hai avvisato due ore fa, ti aspettavi che volassi?».

Rimango zittita davanti al suo atteggiamento così porto la mia borsa alla spalla e inizio a camminare offesa a passo spedito dirigendomi all'entrata.

Giulia ha un debole per lui da Capodanno, così appena tornate a casa dopo pranzo l'ho obbligata a scrivergli su Instagram (dato che parlavano lì da un po' ormai) poi mi sono intromessa implorandolo di aiutarmi oggi.

«Allora sono le 17, abbiamo circa due ore, io inizierei dal piano inferiore e poi-

«Love tu hai bisogno di rilassarti, a Zayn non gliene frega niente di queste cose materiali dovresti saperlo».

È per caso una frecciatina?

«Lo so però ha passato un anno di merda, vorrei renderlo felice per un giorno almeno».

«È il suo compleanno, é ovvio che sarà felice, soprattutto dopo la festa che gli organizzerò» ammicca lui soddisfatto.

Corrugo le sopracciglia, chissà perché ho un brutto presentimento.

-

Giriamo negozi di vestiti, scarpe, bigiotteria, passiamo persino in una libreria ma niente. La prima ora emmezza passa così e decidiamo di sederci un attimo su un divanetto, la mia mente però continua a sfornare idee, tutte costantemente bocciate da Tomlinson.

«Macchina fotografica?».
«Ne ha già tremila».
«Una maglia personalizzata?».
«Bleah».
«Un diario per scrivere che ne so le sue canzoni?».

Louis all'improvviso si gira a guardarmi: «Non stiamo parlando di una ragazzina adolescente».

«Almeno ci sto provando!» Ugh non ci posso credere di aver chiesto proprio a lui, non andremo mai d'accordo.

Louis si alza e con la sigaretta già in bocca si gira: «Senti io vado a fumare».

«Stai scherzando vero?».

Lui di risposta alza un sopracciglio ma io continuo: «non hai ancora proposto niente da quando siamo qui, se volevo cazzeggiare rimanevo a casa».

Lui apre la bocca per parlare ma poi gli esce solo un: «Fatti venire nuove idee per quando torno».

Prende e esce dalla porta scorrevole che da all'esterno.
Rimango lì da sola ma non ho intenzione di aspettarlo di nuovo.

-

Chiedo consiglio all'ennesimo commesso maschio di circa l'età del moro ma anche lui mi propone tutto ciò a cui avevo già pensato.

Mi guardo intorno tra gli scaffali scoraggiata quando guardando l'orario mi accorgo che è passato troppo tempo da quando Louis si è allontanato.
Cosí torno sui miei passi verso i divanetti ma niente.

Vado verso il giardino nell'area fumatori e cerco la sua maglietta tra la gente.
La sua statura mi rende il lavoro difficile ma alla fine lo vedo, é al telefono.

A passo spedito mi avvicino troppo, già pronta a lamentarmi ma mi accorgo che qualcosa non va.

«Perfavore stai calma, tra poco arrivo okay? Dai Lottie...».

«Louis va tutto bene?» chiedo cauta toccandogli la spalla.

Lui si gira di scatto: «Perché sei qui?pensavo di averti detto di aspettarmi dentro» risponde piuttosto infastidito.
Non ha più la sua solita espressione vivace ma anzi, il suo volto è aggrottato come se fosse in pensiero per qualcosa.

«Non rientravi più, pensavo fossi scappato a gambe levate» ridacchio cercando di farlo ridere a sua volta ma lui continua a fissare il telefono turbato.

«Hai deciso o ti manca ancora molto?» mi chiede serio non ascoltandomi nemmeno.

«Non ho deciso un bel niente...» confesso rendendomi conto di aver buttato via l'intero pomeriggio.

«Ti dispiace se torniamo un'altra volta? Scusami é che ho avuto un contrattempo» dice di fretta frugando nelle sue tasche.

Un'altra volta quando? penso tra me e me.

«Ti devo accompagnare?» chiede giocando con le chiavi della macchina.

«No figurati vai pure...» mi ringrazia e mi saluta correndo via.

-

Mentre cammino nel buio della mia via, continuo a pensare a quanto ci sia rimasta male per oggi.
La gente, o meglio gli amici di Zayn hanno il vizio di lasciarmi da sola e corrersene via ovunque, come ha fatto mille volte lui del resto.

Mi lamentavo tanto del comportamento infantile di Louis, ma quando mi ha guardato con quegli occhi tristi, l'ho subito rimpianto.
Non posso giudicare un libro dalla sua copertina, e questo vale anche per lui. Non lo conosco.

Sono davanti al mio portone quando mi arriva un messaggio dal festeggiato: "Dopo cena i miei vogliono festeggiare, ti va di passare?" sorrido e entro in casa.

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