Capitolo 43- Flashbacks
La mattina seguente la passo interamente al negozio affiancata da Karen, la nuova assistente.
Ho modo di farci due chiacchiere ogni tanto e dalla prima impressione mi sembra una ragazza disponibile e solare.
Ha un paio di anni in più di me e si è trasferita qui dall'America tutta sola per studiare medicina dopo aver vinto una borsa di studio, così per mettere via qualche soldo in più ha trovato lavoro qui.
Verso mezzogiorno con mia sorpresa mi raggiungono le altre, così per la prima volta hanno modo di vedere il negozio. «Benvenute nel mio mondo» le accolgo io, facendogli fare un piccolo tour.
«Così tu ci hai abbandonate in Italia per questo?» scherza Natasha, da noi soprannominata 'bocca della verità' passando il dito su un vinile impolverato.
«Naty!!» la riprende Erika.
«Beh non proprio per questo» sto al gioco ridendo, «mi dispiaceva restare qui sfruttando l'ospitalità di mia zia senza neanche aiutarla in negozio» rispondo semplicemente, «ormai mi sono affezionata» continuo guardandomi intorno.
«Dai poteva andarti peggio» aggiunge Giulia ricordandoci i suoi numerosi lavori part time finiti male.
«Così tutte le cose che ci hai raccontato su Zayn sono iniziate qui!» esclama Rebecca con occhi sognanti.
È vero, tutto ha avuto inizio qui, dove le mie giornate monotone venivano spezzate dall'entrata di quel ragazzo.
Quel ragazzo che dentro sopportava così tanto e trovava rifugio nella musica. Girovagava per il negozio con le sue cuffiette e se ne andava quasi subito. A volte capitava che prolungasse la sua visita e quelli erano i giorni più belli; lo osservavo nei suoi movimenti e spesso mi sentivo il suo sguardo addosso.
Mi ricordo i suoi primi sorrisi, le sue prese in giro, la prima volta che ha pronunciato il mio nome.
«Te ne occupi tu Elisa?» sbuca Karen dal retro venendoci incontro e facendomi tornare alla realtà.
«Oh no, non sono clienti» ridacchio, «ti presento le mie migliori amiche, sono venute qui dall'Italia per Capodanno e staranno qui fino a settimana prossima».
«Ah piacere ragazze!» si presenta lei a tutte con un gran sorriso, «anche io ho dovuto lasciare in America le mie amiche, che bello essere un gruppo così numeroso!».
A quelle parole a Rebecca le si illuminano gli occhi: «Io ci sono stata la scorsa estate a New York! É stato un sogno».
Mentre tutte continuano il discorso vacanze e viaggi entrano un paio di clienti e, dopo averli serviti abbastanza in fretta, decidiamo di andare a fare la pausa pranzo fuori tutte insieme.
Optiamo per il pub qui dietro, dove ero andata con Zayn tempo fa all'inizio della nostra conoscenza, dopo che l'avevo sorpreso a piangere silenziosamente in negozio.
Ogni luogo mi ricorda lui, il viottolo davanti al negozio dove mi ha aspettato sotto la pioggia quel giorno del molo, la spiaggia, il negozio di tatuaggi, la fermata del pullman per andare a casa sua...
Lui mi ha pian piano aperto il suo mondo e io fin da subito non gli ho mai nascosto ciò che provavo.
Il primo bacio é arrivato all'improvviso, in camera mia quando avevo la febbre; sembrava tutto così confuso.
Poi ci sono state le prime incomprensioni, il segreto di Walihya e le sue lacrime incessanti.
Era come un cucciolo spaesato quel giorno, quando si è addormentato sotto al mio sguardo con gli occhi pesanti dalle troppe lacrime.
«Mi mancherà il cibo inglese» è Giulia a parlare e a distogliermi dai miei pensieri malinconici.
«Beh da quanto ne so gli hamburger ci sono anche in Italia sai?» le risponde Erika prendendosi gioco di lei.
«Stai scherzando vero? non puoi paragonare il cibo italiano a questa spazzatura» risponde convinta Natasha addentando il panino.
«Ehm sorry girls» Karen le interrompe probabilmente sentendosi esclusa dalla conversazione non capendo una singola parola. Noi tutte scoppiamo a ridere per poi continuare il dibattito interamente in inglese.
Mi perdo a fissare le mie amiche discutere tra loro in modo animato osservandole da fuori quando Rebecca si avvicina al mio orecchio: «Hai già pensato a cosa regalare a Zayn?».
«No Reby sono ancora in alto mare» sbuffo appoggiando il mento sul palmo della mano.
A quest'ora un mese fa era il mio compleanno ed io stavo passando tutto il giorno in completa solitudine fino a quando lui non si è presentato alla mia porta. È stato un gesto inaspettato ed è stato lí che mi ha regalato le cassette.
Zayn sa sempre come sorprendermi; ha una mente artistica, originale e io non so come farò ad eguagliare tutto ciò per il suo di compleanno.
-
L'autobus annuncia l'ennesima fermata quando la riccia si accorge del mio essere ancora turbata: «Dai Eli ci penseremo in questi giorni».
«Ma è dopodomani Reby» continuo io in pensiero.
«Se vuoi possiamo accompagnarti a cercarlo» dice lei sorridendo e rivolgendosi alle altre che la appoggiano prontamente.
«Grazie ragazze ma ho già in mente una persona che potrebbe aiutarmi».
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