Capitolo 41- A New Friend
«Se volevi rivedermi potevi trovare un'altra scusa» ammicca Liam venendomi incontro divertito.
Le sue parole risuonano nella mia testa mentre ripenso a come sono finita in quest'assurda situazione.
"Do you know any Harry Styles?" ecco lo stupido messaggio che ho inviato due sere fa; mi maledico per essere così impulsiva a volte.
Impulsiva soprattutto quando c'è di mezzo Lui.
Ogni piccola cosa scatena in me un'enorme paura di perderlo, non permetterò a questi stupidi segreti di mettersi tra di noi proprio ora.
Devo cercare di scoprire cosa si nasconde dietro a questo Harry, dietro a questi soldi e perché Zayn ha deciso di non confidarsi con me sulla faccenda. Ma di certo non posso spifferare tutto a Liam.
Abbiamo concordato di trovarci vicino alla fontana in centro, mi sono già pentita di tutti i passi falsi che mi hanno portato in questa situazione, ma ormai sono qui.
Accenno ad un sorriso per ricambiare la sua battuta ma poi sposto subito lo sguardo.
«Scusa se ho insistito per trovarci oggi, ma questa settimana non ho davvero un buco libero» si giustifica lui con le mani in tasca.
«Tranquillo... Anzi scusa tu per il disturbo».
«Hei, che ne dici di entrare e mettere qualcosa sotto ai denti?» mi chiede indicando con lo sguardo un piccolo bar davanti a noi, «qualcosa mi dice che hai freddo» sorride analizzandomi con gli occhi mentre io mi accorgo solo ora di star tremando da un pezzo.
-
Una volta dentro mi tolgo il cappotto ma continuo a guardarmi intorno agitata e non so neanche io il perché.
Questo ragazzo ha la capacità di mettermi in soggezione pur non facendo niente di particolare. Devo cercare di allentare la tensione, così inizio a fare domande: «Lavori o stai ancora studiando?» butto fuori.
«Oh... In realtà aiuto a portare avanti gli affari di famiglia» mi sorride.
«E che lavoro fanno i tuoi?» chiedo ancora genuinamente curiosa.
«Dirigono una nota attività turistica, mio padre è a capo di un'agenzia di viaggio mentre mia madre si occupa dell'ingaggiare guide turistiche», «io e mio cugino ci occupiamo degli alloggi, modestamente siamo i migliori nel campo» mi guarda soddisfatto.
Mi metto a guardarlo meglio: ha dei teneri occhi color nocciola e i capelli dello stesso colore molto corti ai lati, ma che finiscono in un ciuffo quasi arricciato. È ben piazzato di muscoli e ha anche svariati tatuaggi sul dorso di entrambe le mani. Non posso negare che sia piuttosto attraente.
«Allora... di cosa volevi parlarmi?Per davvero intendo» domanda all'improvviso alzando lo sguardo dal listino prezzi.
Sussulto.
«Ecco» non ho il coraggio di chiedergli di Harry, mi prenderebbe per una stalker, «non riesco a togliermi l'ansia di dosso nel non sapere che cos'ho combinato quella sera... Ti prego dimmi che non abbiamo fatto niente» lo guardo disperata.
Il moro scoppia in una fragorosa risata: «Ehi continui a ferirmi nell'orgoglio» quando ride i suoi occhi spariscono quasi del tutto chiudendosi in due fossette.
«Oddio...» guardo il tavolo impanicata, immaginandomi i peggior scenari possibili esagerando come sempre.
«Eddai ti fa così schifo il pensiero di avere a che fare con me?» continua lui con una mano sul petto. «no, comunque non é successo niente, o almeno nella mezz'ora in cui sei stata nei paraggi».
Ecco, come al solito mi sono rivelata paranoica per niente.
«Fiuu» emetto un sospiro di sollievo lasciandomi scivolare sulla sedia.
Il ragazzo ordina due spremute d'arancia e delle brioches da portar via.
«Non sai quanto ti vantavi nell'avere un buono per i drink gratis, facevi così guarda» continua a prendermi per il culo imitandomi.
«Dai ti prego piantala!» schiaffeggio il dorso della sua mano sul tavolo, non riuscendo però a trattenere una risata.
Lui mi fissa a lungo per poi sorridermi: «Finalmente non ti vedo imbronciata per una volta».
-
Lo osservo dirigersi verso la cassa mentre prende il portafoglio dalla tasca, dopo che ha insistito nell'offrirmi la spremuta.
È stato così gentile con me e io mi sono comportata da vera stronza diffidente.
Gli vado incontro mettendomi il cappotto. «Ora dove sei diretta?» mi chiede una volta fuori.
«Devo passare al negozio di dischi di mia zia».
«Vintage Vynils?Dai ti accompagno». Rimango sorpresa dalla sua affermazione, ma sono felice che il negozietto di mia zia ora sia ben conosciuto in tutta la città.
Camminiamo per circa un quarto d'ora mentre lui mi racconta dei suoi numerosi viaggi in giro per tutta l'Europa; quando inizia a parlare non la finisce più.
Arriviamo finalmente davanti al negozio e mi fermo a cercare le chiavi in borsa per aprire la grata.
«Elisa» esordisce lui marcando sul suo accento, quindi mi giro a guardarlo.
«se mi volevi chiedere di Harry...non lo vedo da un paio di anni ormai, avevamo solo qualche amico in comune» dice semplicemente.
«come mai lo cercavi?» continua ingenuo.
«Ah... No tranquillo non era niente» mi affretto a rispondere.
Ci salutiamo, ma prima di varcare la soglia del negozio mi giro: «Mi dispiace di averti giudicato male» confesso.
Lui accenna ad un sorriso, «Scusa tu per la scenata del telefono... Mi sono fatto prendere dal momento» ridacchia, «È solo che sono abituato ad ottenere quello che voglio».
*Zayn pdv*
Mi fermo a guardare fisso mio padre al telefono mentre mia madre é di fianco a lui con la mano alla bocca.
Quante volte ho rivisto questa scena.
Doniya la sta sorreggendo, mentre io sono qui seduto immobile e non riesco a muovere un muscolo.
L'ennesima brutta notizia, l'ennesimo fallimento della terapia.
Sono stufo di vedere mia madre nutrire speranza per una cosa che non si avvererà mai.
Waliyha non guarirà, lo so bene.
Mi alzo lasciandomeli tutti indietro e mi dirigo verso la mia stanza.
Un grande istinto afferra la maniglia per volerla sbattere con rabbia, ma poi qualcosa mi ferma.
Non ha più neanche senso incazzarsi.
Doniya la riapre subito dopo facendola cigolare fastidiosamente, ecco come non detto.
«Chiuderti qui dentro non cambierà le cose» esordisce per poi sedersi di fianco a me sul letto.
Serro la mascella e decido di non parlare ma lei continua: «Non ha senso tranquillizzare la mamma se poi il dottore le dice queste cose...».
«Neanche il continuare a cercare lavori part time per dare i soldi a papà ha senso!» sbotto, «neanche il rinunciare a studiare!», «non ha senso un cazzo lo vuoi capire o no?!» mi fermo per riprendere fiato.
Lei mi guarda corrugata e poi sospira:«Ah Zayn...parlare con te é sempre una meraviglia».
Si alza per andarsene quando la chiamo di nuovo. «Hai rinunciato alla tua scuola dei sogni, alla tua carriera...» mormoro stringendomi i capelli fra le dita.
«Tu non faresti lo stesso?» chiede semplicemente avvicinandosi.
«Lo sto già facendo stupida» la prendo in giro. «chi si è svegliato all'alba stamattina per andare a lavoro?» chiedo in modo retorico per poi indicarmi.
«A proposito, che casino hai lasciato stamattina in cucina?? Sei pregato di pulire dopo che hai mangiato...».
Ed ecco che ritorna a rompermi i coglioni.
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