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Capitolo 34- Lights

Scendo dalla macchina seguita a ruota da Giulia andando incontro alle altre, ritrovandole ferme chiuse a cerchio a parlare.

«Hei» mi avvicino confusa, notando una Rebecca un po' troppo rossa in viso.

«Eli abbiamo trovato l'anima gemella di Rebecca» ridacchia Erika indicando col mento il ragazzo che ha guidato fin qui.

Mi giro notando non poco lontano un ragazzo biondo al telefono, andare verso Zayn e Louis gesticolando in modo esagerato chiedendo di un certo 'Liam'.

Mi sembrano tutti un po' strani questa sera ma decido di non fare domande.

Recuperiamo i ragazzi andandogli incontro e su invito di Louis finalmente ci avviamo. La zona non è delle migliori, il club è praticamente un vecchio magazzino modernizzato, probabilmente di un loro amico.

La musica che si avverte da fuori é già alta e c'è una breve coda prima di entrare. Il mio occhio cerca costantemente il moro il quale invece è costantemente al telefono ignorandomi.

Sbuffo e decido di fare il suo gioco, godendomi la serata con le altre.

-

Riesco finalmente a divincolarmi da tutta quella gente ammassata, e mi dirigo da sola a cercare uno spazietto per respirare.

Decido di ordinare il secondo drink della serata, questa volta leggermente più carico, e appoggio i gomiti sul banco del bar annoiata.

Non passa molto tempo che delle risate acute colgono la mia attenzione, Giulia e Erika mi affiancano divertite.

«Dove sono le altre?» chiedo subito in pensiero.

«In bagno» risponde Giulia reggendosi con fatica a Erika continuando a ridere, forse ha bevuto un po' troppo.

«Ma che avete combinato?» chiedo accennando a una risata.

«Giulia cerca di convincere Niall a far ballare Rebecca», «ma con scarsi risultati» scoppiano entrambe in una risata assordante.

«Noi andiamo nella sala fumatori, vieni?» chiede poi Giulia sforzandosi di pronunciare una frase di senso compiuto.

«No grazie, ora raggiungo le altre» asserisco.

«Forse questo è meglio che lo tieni tu» Erika mi porge un buono di tre drink gratis che apparteneva probabilmente a Giulia.

Lo fisso per qualche istante poi loro fanno cenno di andarsene: «Avete visto Zayn per caso?» chiedo di fretta.

«Quel cerbiattone asociale? No, ma se vedi Louis digli che mi sono innamorata di lui» sbiascica Giulia cantilenante, finendo a ridere a più non posso, evidentemente trovando la sua affermazione divertentissima.

Rimasta ancora una volta da sola, decido di alzarmi dallo sgabello, dirigendomi con ancora il drink in mano verso il bagno a cercare le altre; ma ecco che con la coda dell'occhio lo vedo.

Il mio cuore salta un battito appena riesco a mettere a fuoco la scena che ho davanti: Zayn che sposta i capelli biondi dietro l'orecchio della ragazza che ha di fronte, per avvicinarsi meglio a quest'ultima.

Rimanendo lí impalata, deglutisco difficilmente per poi essere notata proprio dal moro, che sussurra qualcos'altro alla ragazza lasciandola lì per poi venirmi subito incontro con un sorriso.

Mi giro subito aumentando il passo, cercando di sparire tra la gente ma ecco che qualcosa mi ferma. Zayn afferra il mio polso facendomi girare di scatto.

«Eccoti finalmente» esordisce lui tutto tranquillo; «C'è così tanta gente stasera che pensavo non ti avrei più trovato».

Non dico niente.

«È pieno di tutti i miei compagni delle superiori che non vedevo da un sacco» continua tutto divertito.

«Si ho notato» mormoro.

«Cosa?» chiede non avendo capito, avvicinandosi un po' troppo.

Giro il volto velocemente, per aumentare la distanza tra noi.

«Hei cos'hai?» chiede ingenuo appoggiando la sua mano sulla mia spalla facendomi trasalire.

Sbuffo guardando di lato.

Finalmente si stacca iniziando a capire: «Ti comporti in modo strano da quando sei tornata dall'Italia» confessa confuso.

Immergo i miei occhi nei suoi cercando di sostenere il suo sguardo, per poi fare un altro sorso dalla cannuccia.

«Anche quando siamo andati in giro per negozi», «Ti ho dovuto ripetere le cose mille volte perché non ascoltavi mai» continua lui con un sopracciglio alzato.

«Beh? Non dici nulla?» chiede leggermente innervosito dal mio silenzio.

Sento le lacrime arrivare dal nervoso: «Certo che non capisci mai un cazzo!» butto fuori per poi girarmi e correre via tra la gente.

La vista annebbiata dalle lacrime e dalle varie luci colorate, mi rendono difficile vedere dove sto andando, ma desidero solo trovare le mie amiche.
Finalmente intravedo la porta rossa della sala fumatori dove erano dirette prima Giulia e Erika ma, senza accorgermene, vado a sbattere all'improvviso contro qualcosa.

...Anzi qualcuno.

Mi ritrovo con le mani addosso al petto di un ragazzo leggermente più alto di me e dal fisico scolpito; alzo la testa confusa e lo vedo altrettanto impacciato: «Hei» ridacchia afferrandomi leggermente dai gomiti per distanziarmi ma appena nota le lacrime, il suo viso assume un'espressione preoccupata:

«Tutto okay?» chiede lui in pensiero.

«S-si...scusami» mormoro guardando altrove.

«Perché così di fretta? Successo qualcosa di grave?» chiede guardando alle mie spalle turbato.

«No...» mi maledico per essere così fragile nei suoi confronti.

«Che ne dici di andare a sederci?» chiede lui indicando i divanetti scuri in fondo all'angolo dove la musica si sente di meno.

«Ti calmi un po' poi puoi pure andartene» ridacchia lui.

«Mh» annuisco.

«Sai il locale è mio, è compito mio assicurarmi che tutti si divertano alle mie serate» mi sorride, ha due grandi occhi dolci che trasmettono serenità.

Non faccio in tempo a dire niente, che le due ballerine che ballavano sul mini palco poco fa si dirigono verso di noi: «Liam ti abbiamo portato questi, te li mandano quelle ragazze laggiù» dice la riccia consegnandogli due bicchieri dal liquido azzurro.

«Grazie» dice lui sorridendo per poi farle allontanare.

«Offre la casa» dice subito dopo porgendomi il drink.

Rimango un minuto a fissarlo per poi avvicinarlo al naso: alcool puro.
Faccio il primo sorso sentendo subito il forte calore scendere giù nella gola.

«Allora non sei di qui giusto?» chiede curioso, evidentemente avendolo capito dal mio accento anche se non ho parlato molto.

«Sono italiana» accenno ad un sorriso guardando in basso sentendomi fortemente sotto analisi.

«No way!» esclama subito lui facendomi trasalire.

«Amo l'Italia, ci sono andato due estati fa!» continua esaltato.

Rimango a fissare l'azzurro nel bicchiere accennando ad un sorriso forzato, per poi fare un altro sorso.

«Eddai non riesco proprio a vedere gente depressa anche la notte di Capodanno» scherza lui.

«Scommetto che in realtà sei una ragazza sorridente» continua cercando di tirarmi su «chiunque ti abbia ridotto così questa sera dev'essere un coglione».

Scatto subito a fissarlo corrugata: «Non ho nominato nessuno io» rispondo irritata.

Lui mi guarda stupito dal mio comportamento, «Beh allora meglio per entrambi no?» afferra il mio polso per poi alzarsi e trascinare dietro anche me.

Camminiamo di nuovo verso il bancone del bar dove fa alzare due ragazzi per liberare il posto mentre continuo a bere dal mio drink decidendo di finirlo tutto d'un sorso.

La testa inizia a girare mentre mi siedo sullo sgabello.

«Tom un Sazerac grazie».

«Fanne due» aggiungo subito io sporgendomi dal bancone.

«Sicura di riuscire a reggerlo?» ridacchia lui «guarda che è forte».

«Per chi mi hai preso?» sbiascico io alzando un sopracciglio.
«Guarda cos'ho qui» continuo cantinelando tirando fuori il buono per i drink gratis, fissandolo come se fosse la cosa più preziosa al mondo e provocando una serena risata nel moro.

Il drink finalmente arriva e inutile dire che lo finisco subito, così come i successivi.

Le mie palpebre si fanno sempre più pesanti quando non riuscendo più a reggere il peso della mia testa, mi appoggio al bancone chiudendo gli occhi solo per un minuto.

Il ragazzo alla mia sinistra - come aveva detto che si chiamava? - prende la mia giacca dalle mie gambe per poggiarla sulle mie spalle.
Sento la sua mano toccare dolcemente la mia schiena per poi avvicinarsi al mio orecchio: «Devo andare ora, ci becchiamo più tardi okay?».

-

«Guarda qui la BELLA ADDORMENTATA» delle urla fastidiose mi fanno aprire gli occhi: tre ragazzi mi hanno circondata e mi fissano divertiti, così decido di alzarmi e andarmene di fretta.

La testa pulsa dall'improvviso movimento e sono sempre più confusa.

Ma quanto ho dormito?

Faccio due passi traballanti ed ecco lo stronzo con il telefono in mano che si guarda intorno.

Appena mi vede sgrana gli occhi correndomi incontro:

«Ma dove cazzo eri??» domanda con un tono di voce troppo alto per i miei gusti.

«Perché mi hai fatto bere così tanto?» piagnucolo buttandomi tra le sue braccia.

*Zayn pdv*

Dove diavolo si è cacciata?? E poi dove sono le sue amiche?

Il mio sguardo esamina tutta la stanza guardando in ogni angolo, ogni millimetro; spostando persone e chiedendo in giro, ma di loro nessuna traccia.

Possibile che se ne siano già andate?
No non è possibile, non senza avvisarmi...No?

Intravedo tra la folla dei ciuffi chiari e la sua camicia azzurra, ti prego fa che sia lui.

«Niall!» cerco di farmi sentire sopra la musica e afferro la sua spalla costringendolo a girarsi.

«Oi Zayn! Allora bello il locale vero? Liam si è proprio dato da fare!» gesticola con una birra in mano.

«Ehm si...Niall hai per caso visto Elisa o qualcuna delle sue amiche?» chiedo ormai troppo in pensiero.

«Uhm erano qui con me tipo tre ore fa» spiega lui strizzando gli occhi cercando di ricordare.

«C'era la ragazza altina, la ragazza riccia, quella piú-

«Si okay ma ora dove sono?» lo interrompo.

«Quella coi capelli chiari era davvero carina» si illumina lui.

«Rabby, Debby...Come aveva detto si chiamava?» continua portandosi una mano sul mento.

«Rebecca credo ma-» dico velocemente.

«Ecco sì Rebecca! Rebecca...».

«Vabbè Niall ho capito grazie» dico appoggiando la mano sulla sua spalla rassegnato.

Salgo le scale dirigendomi al pianerottolo superiore provando a chiamarla al telefono per l'ennesima volta ma non risponde, ovviamente.
Inoltre è tutta la sera che cerco di contattare Liam ma sembra essere sparito anche lui.

Sto per mandare a fanculo tutto, quando la vedo persa lì in mezzo alla gente; corro da lei ormai al limite: «Ma dove cazzo eri??».

L

ei rimane smarrita a guardarmi per un secondo, per poi buttarmisi addosso e piagnucolare sulla mia camicia: «Perché mi hai fatto bere così tanto?».

«Che stai dicendo?» rispondo confuso appoggiando le mani sulle sue braccia, «io non ti ho fatto bere un bel niente».

«Perché lei la ami e me no??» borbotta addosso alla camicia facendomi il solletico.

Scoppio in una risata non so se provocata da quest'ultimo o dalla sua domanda infantile: «ma chi scusa??».

Lei mi circonda la vita tra le sue braccia intrecciando le sue mani dietro la mia schiena, e finalmente alza il suo sguardo verso il mio. Solo ora noto i glitter argento sull'ombretto e le piccole stelle intorno ai suoi occhi quasi verdi.

Perché non siamo stati insieme tutta la sera?

«Dove sono le tue amiche?» le domando calmo immobilizzato da quella posizione.

«In Italia» dice sbattendo gli occhi convinta.

Butto gli occhi al cielo capendo che per il resto della serata non mi darà nessuna risposta sensata.

Foto bonus:

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