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Capitolo 32- Flower

Mi sveglio nel mio spazioso letto inglese e, guardandomi intorno, vedo ancora la valigia chiusa che mi fissa infondo alla camera: ieri non sono riuscita a svuotarla anzi, non ne avevo proprio voglia; appena arrivata in aereoporto, e dopo aver preso il taxi fino a qui, sono crollata subito.

Non so ancora come i miei genitori mi abbiano lasciato partire lo stesso, nonostante mia zia all'ultimo avesse avvisato mio padre che sarebbe ripartita di nuovo per l'Italia tra due giorni, lasciandomi da sola a capodanno.

Al suo ritorno, con lei tornerà anche suo figlio, il che sinceramente non mi fa impazzire come cosa.

Ripenso alle parole di Giulia pensando se siano state pronunciate davvero o se sia stato solo un sogno di stanotte; ma è tutto vero: tra neanche una settimana le rivedrò di nuovo e avremo la casa tutta per noi.

Devo pensare a cosa fargli vedere e dove portarle, ora che mi sono ambientata di più rispetto a quest'estate.

Ma soprattutto finalmente avranno l'occasione di conoscere Zayn, non vedo l'ora di rivederlo.

Afferro il telefono con l'intenzione di provare a sentire cosa sta facendo e come sta, ma noto con sorpresa che mi ha già scritto lui un paio di minuti prima:

«Italiana ragazza come stia?».

Manco il traduttore sa usare penso ridendo tra me e me al suo tentativo di scrivermi una frase italiana di senso compiuto.

«Non hai azzeccato neanche metà della frase» rispondo ancora ridendo.

Sta scrivendo..

«..ops ahah :P».

«Comunque sto bene grazie (se è quello che volevi chiedermi)».

«Allora vedi che si capiva» risponde lui alludendo al suo primo messaggio.
«Tornata?» mi arriva subito dopo.

«Yes purtroppo per te😌»

Sta scrivendo..

«No purtroppo per te direi, dato che mi devi accompagnare a prendere una cosa».

«Non hai degli amici Zayn?» rispondo stuzzicandolo.

«Nah...»

-

Dopo quasi due ore di viaggio, scendo finalmente alla fermata dettata dal mio amatissimo Google Maps trovandomi in un grande viale illuminato pieno di negozi.

Le temperature sono ancora piuttosto basse essendo tardo pomeriggio, e io mi siedo sulla panchina della fermata con ancora le cuffiette, mentre caccio le mani dentro le tasche del mio cappotto, alla ricerca di una minima fonte di calore mentre aspetto il moro.

Accompagnati dal suono della musica nelle orecchie, i miei occhi si chiudono lentamente mentre appoggio la testa alla barriera di plastica dietro al sedile.

Secondo le mie amiche dovrei sfruttare questi giorni per capire se Zayn prova veramente qualcosa di concreto per me, e quest'uscita per loro è l'occasione perfetta.

Ma non so davvero da dove iniziare: dovrei chiedergli qualcosa di diretto? Oppure osservare meglio le sue mosse e i suoi movimenti nei miei confronti?

Percepisco un lieve spostamento d'aria alla mia destra, e la sedia sotto di me si abbassa leggermente distogliendomi dai miei pensieri e facendomi aprire lentamente gli occhi: Zayn é seduto sul bordo della sedia rossa di fianco a me e guardando alla sua destra le macchine veloci che ci passano davanti, mi da le spalle permettendomi di vedere solo la sua schiena e la sua nuca.

Con gli occhi ancora appannati, non faccio in tempo a dire una sola parola che ecco che gira il volto dalla mia parte: «Allora sei sveglia».

Stava aspettando seduto al mio fianco in silenzio per non svegliarmi; porta degli occhiali grigi vintage, ma la mia attenzione si posa subito su un nuovo dettaglio del suo viso: un piercing al naso.

-

Camminiamo l'uno accanto all'altra fiancheggiando i più svariati negozi d'abbigliamento, illuminati dai lampioni e ancora dalle decorazioni natalizie colorate.

Alzo lo sguardo fissando la sua barba incolta e i suoi occhi semi coperti dall'asticella degli occhiali mentre guarda davanti a sé.
È da più di due settimane che non ci vediamo di persona, esattamente dal mio compleanno, e mi era mancato da morire.

«Cosa ne pensi?».

«...Hei mi stai ascoltando?» la sua voce mi riporta alla realtà per l'ennesima volta quella sera.

«Scusa dicevi?».

Mi guarda corrucciato ma sorridendo, continuando con il discorso: «Io pensavo di andare sul semplice ma Safaa insiste sul prenderle qualcosa di costoso».

«Beh io non la conosco molto, quali sono le sue passioni?» chiedo riferendomi a Doniya; Zayn mi ha chiesto di aiutarlo a trovarle un regalo di compleanno.

«Quando ha iniziato a lavorare per aiutare con le spese di famiglia, ha dovuto lasciare la scuola di make up che le piaceva molto», «lei dice di no, ma in realtà soffre molto per questa scelta» spiega amareggiato.

Guardo sconsolata per terra, ma cerco immediatamente di cambiare il triste mood che si è creato: «Allora so benissimo cosa le potrebbe piacere!».

Entro dentro Sephora precedendo il moro e corro verso il bancone delle palettes; il mio entusiasmo però viene azzerato subito alla vista di quei prezzi esorbitanti. Non passa molto che vengo affiancata da Zayn.

«Scusa...Non pensavo costassero così tanto» rimango immobile con in mano la palette di Too Faced.

Zayn rimane in silenzio di fianco a me per poi afferrare improvvisamente l'oggetto dalla mia mano recandosi deciso alla cassa.

«Zayn ma- cerco di farlo ragionare seguendolo di corsa.

«Te l'ho detto no che ho iniziato a lavorare?» dice lui non fissandomi e continuando ad avanzare lungo la coda. Mi ignora pagando il tutto con i suoi soldi appena guadagnati, per poi recarsi verso l'uscita del negozio con me che lo seguo dietro come un cagnolino.

Sono senza parole da questo suo gesto improvviso ma sono anche notevolmente sorpresa, questa è l'ennesima dimostrazione di quanto tenga alla sua famiglia.

Al ritorno, il suo buon senso decide ci accompagnarmi fino a casa in macchina, dopo che gli ho spiegato del viaggio d'andata di un'ora emmezza col tram.

Essendo ancora piuttosto presto, e per ringraziarlo del passaggio, lo invito a bersi un thè caldo dentro e lui accetta senza esitare.

Ci sediamo al tavolo in cucina, e mentre aspetto che si scaldi l'acqua nel pentolino, vado a prendere dei fogli bianchi dalla stampante.

Zayn è andato un attimo in bagno, e al suo ritorno, versa l'acqua nella sua tazza per poi sedersi al mio fianco.

Il pennarello viola scorre leggero sul foglio, tracciando delle linee eleganti e intrecciate tra loro, formando il nome 'Doniya'; al suo fianco, abbozzo con la matita una grande orchidea per poi ripassarla col medesimo pennarello.

Alzo lo sguardo di scatto notando solo ora di essere sotto lo sguardo attento del moro, che mi fissa non dicendo una parola sorseggiando il suo thè.

«Volevo partecipare in qualche modo» dico semplicemente io imbarazzata.

«Grazie è stupendo» dice lui tutto d'un tratto allungando la sua mano tatuata, appoggiandola sopra la mia.

Il mio cuore inizia a battere più veloce mentre giro il palmo della mia mano per stringere la sua.

In quell'esatto momento sentiamo dei passi veloci provenire dalle scale, così entrambi ci stacchiamo da quella stretta.

Mia zia gira l'angolo entrando in cucina: «Ah Zayn eccoti volevo appunto chiederti una cosa» dice lei tutta tranquilla stranamente azzeccando il suo nome.

Il moro seduto di fianco a me la guarda in un modo innocente, alzando le sopracciglia con fare interrogativo.

«Senti io dopodomani riparto, non è che potresti curarmi questa creatura qui e le sue amiche a Capodanno? No perché non è che mi fidi molto della gente qui in zona...».

«Zia!» la ammonisco subito io.

«Certo signora sarà fatto» ride lui guardandomi e prendendosi gioco di me.

«Ecco grazie» dice lei andando verso di lui poggiando la mano sulla sua spalla. «E se riuscissi ad accompagnarle a casa sane e salve te ne sarei davvero grata» continua lei ridacchiando.

Mi alzo dalla sedia leggermente innervosita: «Abbiamo vent'anni, sappiamo badare a noi stesse» sbotto.

Entrambi si guardano per poi scoppiare in una risata ai miei occhi ridicola.

Da quand'é che vanno così d'accordo?

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