Capitolo 27-I really can't with you
«Zayn io domani parto».
Solo silenzio dall'altra parte.
«...cosa?».
«Mi dispiace dirtelo solo ora, ho cercat-
«Mi stai prendendo per il culo?».
«Zayn ascolta-
«E okay che non mi hai detto del tuo compleanno ma questo mi sembra decisamente peggio» fa una pausa, «e io che è tutto il giorno che ti chiamo per un cazzo di aiuto» sbotta alzando il tono di voce.
«Ma se è da giorni che cerco di chiamarti e non puoi mai!» , «poi non rispondo io e ti incazzi...» aggiungo con un filo di voce.
«Si mi incazzo perchè non è possibile che non mi dici mai un cazzo» risponde evidentemente sentendo le mie ultime parole.
«So che dovevo dirtelo, ma ero presa a sistemare le ultime cose per la partenza e mi è passato di mente...» ammetto semplicemente.
Lo sento sbuffare.
«Cosa mi stavi dicendo riguardo a Walihya? Come sta?» cerco di cambiare discorso.
«Come se te ne importasse qualcosa» lo sento borbottare dall'altra parte del telefono.
«Zayn smettila cazzo» inizio veramente ad innervosirmi.
«Dai torna a fare quello che stavi facendo che domani parti» dice ironico per poi riattaccare improvvisamente, senza neanche darmi l'opportunità di replicare.
«Vaffanculo stronzo» sbraito contro la chiamata ormai finita.
Okay ho sbagliato; so benissimo che dovevo svegliarmi prima, ma accusarmi di non fregarmene di sua sorella no, quello era davvero troppo.
-
Chiudo la valigia e afferro il manico superiore, intenta a portarla di sotto davanti alla porta insieme alle altre.
«Oggi non esci?» chiede Francesca dalla cucina, intenta a preparare il pranzo al sacco per il giorno seguente.
«Uhm no...» rispondo sovrappensiero.
«Guarda che tra poco arriva la vicina per salutarci».
«Capito» risalgo subito le scale per tornare in camera intenta a chiudermi dentro.
«QUINDI DOPO VEDI DI SCENDERE A SALUTARE» la sento urlare da sotto e butto gli occhi al cielo.
*Zayn pdv*
Butto giù senza nemmeno pensarci due volte. Non mi interessa cos'ha da dire questa volta, quali scuse o giustificazioni si inventerà.
Come crede che possa riuscire ad aprirmi del tutto se poi lei è la prima a chiudersi?
E ora fin quanto starà via? Tornerà? E se poi vuole rimanere lì? No non me ne frega un cazzo, ce l'ho fatta fino adesso da solo e continuerò benissimo a farcela.
Lancio il telefono sul comodino e ritorno a fare quello che stavo facendo; porto lo straccio sotto l'acqua gelida e poi lo strizzo per far fuoriuscire l'eccesso.
Torno in camera di mia sorella andando verso il suo letto per poi adagiare delicatamente la pezza sulla sua fronte.
«Zayn sto meglio puoi anche andare ora» sostiene lei infastidita.
«No, finchè non arriva la mamma non me ne vado» asserisco.
«Ma non me la sento più la febbre» insiste.
«Non me ne frega, tienitela e basta».
«Che simpatia oggi» dice analizzandomi.
«Non ti ci mettere pure tu» sbuffo, buttandomi all'indietro sulla poltrona viola.
«Era la ragazza che hai portato alla mia festa?» , «non me l'hai neanche presentata» afferma con un velo di tristezza.
Alzo lo sguardo verso di lei: «L'hai vista?».
«Ovvio, va bene tutto, ma cieca non sono di certo» scherza.
«Scema» mi alzo leggermente fino ad arrivare a tirarle la treccia scura.
«Ahia!! porta un pò di rispetto! Hai solo quattro anni in più di me, non ti credere chissàcchi!» strilla infastidita allontanandosi dalla mia presa.
Rido, «Dai dormi su» mi alzo per andare a spegnere la luce.
-
«Zayn» sento una mano appoggiarsi dolcemente sulla mia spalla così apro lentamente gli occhi.
«Scusami ho fatto tardi anche oggi» mia mamma è china davanti a me.
«Ciao» la saluto strofinandomi gli occhi, ancora seduto di fianco a Walihya, a vegliare su di lei; mi giro a guardarla, sta ancora dormendo.
«Dai vai, ci penso io qui» mi dice serena.
Basta solo la sua presenza a tranquillizzarmi e ad annullare ogni mia minima preoccupazione.
Le sorrido e esco dalla stanza ma non prima di lasciarle un bacio sulla fronte.
Scendo le scale andando verso il seminterrato che è ormai diventato camera mia; decido di lasciare da parte l'orgoglio e entro nella chat.
«A che ora ce l'hai il volo?» Invio.
*Elisa pdv*
Arrivate all'aereoporto di Leeds-Bradford, ci incamminiamo verso il Check-in controllando tutti i documenti.
Una volta passati i controlli delle valigie e borse varie, arriviamo in una zona di servizio: «Vuoi qualcosa da bere?» chiede Francesca tirando fuori il portafogli dalla borsa a tracolla.
«Uhm no grazie, non ho molta sete» dico sincera ringraziandola comunque.
«Aspettami pure lì, io prendo qualcosina poi vado in bagno» dice indicandomi una fila di sedie vuote.
Faccio come dice portandomi dietro anche le sue valigie, mi siedo e accendo il telefono.
Decido subito di chiamare mia mamma per aggiornarla prima di partire e di mettere il telefono in modalità aereo.
La chiamata non dura poi così tanto, così inizio a scorrere sulle chat e rispondere ai messaggi ancora non letti.
Sciaccio sul suo nome:
19,34: «A che ora ce l'hai il volo?».
20,16: «7.15».
20,23: «Non credo di riuscire a venire a quell'ora».
20,26: «Tranquillo».
20,49: «Sei incazzata?».
20,51: «No».
Sorrido lievemente rileggendo la sua domanda così ingenua per poi scrollare infondo fino all'ultimo messaggio ancora non letto:
6,31: «Buon viaggio».
Un altro sorriso si fa spazio sul mio volto, probabilmente si è svegliato presto apposta solo per inviarmelo.
Mi dispiace lasciarci in queste condizioni, senza vederci dal vivo da giorni e con questa storia in ballo, ma ringrazio il mio dimenticarmi delle incazzature in fretta; evidentemente è così anche per lui.
Lo saluto per poi spegnere di nuovo il telefono ed andare incontro a mia zia che è appena uscita dal bagno.
-
"Ladies and gentlemen, the Captain has turned on the Fasten Seat Belt sign. If you haven't already done so, please stow your carry-on luggage underneath the seat-
Decido di interrompere l'emozionante spiegazione della hostess mettendomi le cuffiette e entrando in un mondo tutto mio.
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