Capitolo 14- Our Paradise And Our Warzone
«Elisa» sento chiamare il mio nome da lontano.
«Hei..» continua a richiamarmi la stessa voce.
Apro gli occhi ancora più stordita di prima. «Mi sa che hai la febbre, scotti».
«Uhm» mi rendo conto di star stringendo la sua maglietta grigia.
«Ti senti male?» mi guarda preoccupato.
«Io? No...» mento.
«Ora devo andare» dice improvvisamente.
«No ti prego» lo imploro rendendomi conto di quanto sono patetica.
«Mi dispiace» dice lui alzandosi col busto costringendomi così a sollevarmi.
«Ma che ore sono?» chiedo confusa toccandomi la testa che pulsa sempre di più.
«Le 16» asserisce.
«Ho dormito quattro ore???» dico incredula seguendolo sulle scale.
«Già».
«Attento Zayn, i gatti» lo avverto vedendoli arrivare.
«Oh quello...era una scusa» dice lui abbassandosi per accarezzarne uno.
Non proferisco parola ripensando alla scenata che ha fatto stamattina.
Non sentendo risposta, si gira verso di me facendomi un sorriso da perfetto leccaculo che è, ancora con la palla di pelo tra le braccia.
«Non ti insulto che è meglio» dico ancora furiosa porgendogli il suo cappotto.
«Non l'hai fatto abbastanza prima?» dice lanciandomi una frecciatina con il suo solito sorrisetto furbo.
«Mi raccomando riprenditi» continua e, nel prendere il cappotto, mi lascia un bacio sulla testa.
«...Ciao» mormoro e chiudo la porta.
Che cavolo è appena successo?
Ripenso a tutta la mattinata rimanendo sola in quella grande casa.
-
«ETCIÚ» starnutisco mentre riporto l'ultimo scatolone nel magazzino.
«Non sarebbe stato meglio rimanere a casa anche oggi?» domanda mia zia ancora incredula che io sia tornata in negozio il giorno dopo.
«Ma se sto benissimo» mento: non potevo rimanere a casa oggi, non dopo quello che è successo ieri.
«Sarà» dice lei passandomi affianco.
«Ieri è passato il tuo Zaid» continua.
«...Zayn» la correggo per l'ennesima volta.
«Ma appena ha visto che non c'eri, se n'è uscito subito».
«La nuova assistente mi ha dato il vostro indirizzo, le ho detto che ero il tuo ragazzo» mi ritornano in mente le sue parole e arrossisco al solo pensiero.
«A proposito, ieri è per caso venuta la nuova assistente?» chiedo subito.
«Uhm si ma solo per un giorno di prova, come fai a saperlo?».
«Ah...No ho sparato a indovinare»
«e come ti è sembrata?» continuo cercando di cambiare discorso.
«Non mi ha convinto molto»risponde pensierosa.
Non ce la faremo mai penso tra me e me.
-
Torniamo a casa e ripenso a come mai Zayn non si è fatto vivo oggi.
Dovrei forse mandargli un messaggio?
No, meglio non disturbarlo.
Il giorno dopo stessa storia e così anche il giorno successivo; ha deciso di sparire di nuovo??
«Beh non è che ogni giorno può entrare in negozio» dice fredda Natasha dalla webcam.
«Deve trovarsi un'altra scusa se vuole vederti sempre» continua lei.
«Però era così bello che vi vedeste sempre lì» risponde Rebecca, classica romantica.
«Secondo me domani torna» aggiunge poi Erika.
«Spero...» dico rassegnata.
«Allora a Natale che fai? Vieni tu o veniamo noi?» Erika cambia discorso.
Loro sono le ragazze con cui ho passato le scuole superiori in Italia, sanno tutto di me e io so tutto di loro. Non le ringrazierò mai abbastanza per continuare a far parte della mia vita, anche ora che siamo lontane.
In più, non frequentando scuola qui, non ho avuto molte occasioni per fare nuove conoscenze. Beh apparte lui.
«Pensavo di venire io stavolta, così non dovete scomodarvi tutte» spiego.
«Dai Ely scrivigli» Rebecca da voce ai suoi pensieri ritornando al discorso di prima.
Natasha si mette una mano in fronte rassegnata e così anche Erika.
«...Ok» mi decido.
«Poi facci sapere!»dice Rebecca tutta emozionata.
-
È mezzanotte e sto salendo su in camera dopo aver visto un film con mia zia.
Il mio telefono vibra, ha risposto.
«Non so che idea tu ti sia fatta di me, ma non sono chi tu pensi».
Rimango interdetta a fissare lo schermo.
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