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11: Getting ready


Zhongli era fermo vicino alla porta, ad osservare Childe che si vestiva per la festa.  L'evento di quella sera era ormai imminente.

Non poteva fare a meno di sentirsi emozionato. Era da tanto tempo che non uscivano insieme a divertirsi. Gli mancavano le serate piene di musica, in cui Childe lo trascinava a ballare, riuscendo a farlo sciogliere. Gli mancavano le sue risate mischiate al suono delle casse, le sue mani che lo tenevano sempre al sicuro dalle folle, i suoi occhi che lo seguivano ovunque.

Lo aveva fatto sempre sentire importante, anche in mezzo a una folla. Si era sempre assicurato di farlo divertire.

Zhongli sperava di riuscire a dargli le stesse attenzioni, quella sera. La giornata era già andata molto meglio di come se l'era immaginata, e sperava finisse allo stesso modo.
Era grato a Childe per la pazienza dimostrata nei propri confronti, così tanto che si stava trattenendo a stento dal fiondarsi a stringerlo. Avrebbe voluto abbracciarlo, tenerlo stretto a sé. Ora che aveva avuto indietro parte delle interazioni che avevano un tempo, si sentiva quasi come se ne volesse sempre di più. Ma forse non era ancora opportuno sbilanciarsi troppo con quei gesti.

Zhongli si ritrovò a sorridere, mentre  guardava Childe che si infilava la giacca. Sentì il cuore battere forte, quando incrociò il suo sguardo.

Era a dir poco stupendo, con quella camicia azzurro oceano, lo stesso colore dei suoi occhi. I suoi capelli gli incorniciavano il viso in onde morbide. Sembravano soffici, e Zhongli era quasi del tutto sicuro che lo fossero. L'ultima volta che li aveva accarezzati o vi aveva affondato le dita, un anno prima, lo erano di certo. E, in tutta onestà, gli mancavano.

"Cos'hai da fissare, tu?" Childe lo guardò con un sorriso sornione sul volto, muovendo un passo verso di lui. "Sono troppo bello? Non riesci a scollarmi gli occhi di dosso?" 

Zhongli rise piano, sapendo che Childe lo stava solo prendendo in giro. Non poteva però certo negare un'affermazione del genere. Si avvicinò a lui a propria volta, azzardandosi a sfiorargli la spalla con la punta delle dita.

"Non sei per niente lontano dalla verità. È impossibile non guardarti.", ammise Zhongli,  felice di vedere Childe posargli una mano sul braccio. Grazie a quel gesto, trovò il coraggio di  affermare, a bassa voce, un sincero complimento.

"Sei splendido. Davvero.", gli disse, lasciando scorrere gli occhi sulla sua figura. Era raro vedere Childe vestirsi più elegante, ma quel completo gli donava parecchio. Zhongli adorava anche lo stile più casual che portava di solito, ma vedere quanto Childe fosse orgoglioso di come si era sistemato lo aveva fatto scivolare in un'ammirazione totale. 

Aveva anche cambiato orecchino, indossando un pendente argento e blu. Il profumo che si era messo sui polsi e sui vestiti per un istante fece girare la testa a Zhongli, che gli era pericolosamente vicino.

Si costrinse a non lasciar cadere di nuovo lo sguardo ai primi bottoni slacciati della sua camicia. Se si fosse concentrato troppo sulla linea delle sue clavicole o del suo collo, non sarebbe più uscito di casa.

"Anche tu non scherzi, eh.",rispose Childe, facendosi più serio, pur mantenendo il sorriso. Il suo pollice sfiorò l'avambraccio di Zhongli da sopra il tessuto della giacca, facendolo fremere appena.  "Va tutto bene?",gli domandò poi, poco dopo, con un accenno di preoccupazione. Forse aveva confuso la sua piacevole agitazione per un turbamento.

Zhongli, in realtà, era più che felice di interagire con lui, di poter scherzare, o di quei piccoli momenti di contatto. Sembravano venire così naturali a Childe, nonostante tutto ciò che era accaduto.

"Sì, certo. Anche troppo. Stavo solo pensando a quanto è facile parlarti di nuovo. Non me lo sarei aspettato.",ammise Zhongli, sentendo che, dicendolo ad alta voce, parte della propria tensione si attenuasse. Sarebbe stato così anche quando gli avrebbe spiegato il motivo della propria partenza? "Ho passato settimane a chiedermi come avrei fatto a guardarti di nuovo in faccia, invece...oggi siamo stati tutto il tempo insieme.

"Già, neanche io.",mormorò Childe, con tono sollevato. "Pensavo che sarei stato così incazzato con te da non parlarti per settimane. Devo dire, però, che sto meglio così. A non dover fingere di odiarti. A volte sento ancora un po' di nervosismo residuo, anche se sto provando a lasciarlo andare.",ammise, chinando appena il capo. "Ma..mi sei mancato."

"Penso che sia normale. Ti ho ferito per tanto tempo. Grazie, per l'opportunità che mi stai dando. Mi mancavi tanto anche tu.",disse Zhongli, sincero.  Non fu offeso di sentir parlare anche di sentimenti negativi. Era felice che potessero comunicare a quel modo, così apertamente. Childe, il suo modo di parlare e ascoltarlo, lo facilitavano senz'altro, in quell'interazione. "Sono contento, di essere finito in questa situazione. Sai... ho riflettuto, oggi.",decise di proseguire.

Sul viso di Childe si accese una certa curiosità.  "Oh, so bene che sai riflettere alla grande. Sei il solito cervellone.", mormorò, con una punta di dolcezza. Sembrava aver apprezzato la reazione di Zhongli alle proprie parole. "A cosa hai pensato?"

"Tra circa venti giorni, avrò qualche risposta concreta sulla mia..situazione. Vorrei aggiornarti per allora. E chiederti, in caso, di accompagnarmi in un posto per capire meglio."

Childe sussultò, pervaso dalla sorpresa. Per un attimo non disse nulla, probabilmente riflettendo su quelle parole. Parole a cui Zhongli aveva pensato attentamente.

Chiedergli di aspettare ancora era snervante, ma ci teneva almeno a dimostrargli di avere tutte l'intenzione di dirgli la verità. Ci aveva riflettuto sopra, per rispettare la promessa che aveva stretto con lui. Se non altro, dopo tutti quei giorni, Zhongli avrebbe avuto più informazioni chiare da dargli. Se avesse parlato adesso, invece, avrebbe espresso soltanto incertezze. E non ci teneva affatto a farlo soffrire, tenendolo in sospeso per giorni. 

Era già abbastanza snervante e angosciante per Zhongli dover aspettare di avere degli aggiornamenti, sapendo a cosa si riferissero. Non avrebbe trascinato anche Childe in quella voragine.

Sperava soltanto  che gli aggiornamenti si sarebbero rivelati buoni. Ma quello, purtroppo, non poteva ancora saperlo.

"Oh...ok. Certo. Mi piacerebbe.", rispose Childe, annuendo piano. Sembrava colpito da quella proposta, e sollevato al tempo stesso. "Grazie, di averci pensato su."

"Un contratto è sempre un contratto, no? Ho un mese, per dirti tutto.",sorrise debolmente Zhongli, cercando di scherzare. "Adesso non posso. Ma presto, sul serio, lo farò."

Era spaventato da ciò che sarebbe successo quel giorno, ma voleva rispettare i sentimenti di Childe, e essere trasparente.

Childe, probabilmente, notò l'accenno di malinconia che lo aveva pervaso, sicuramente visibile dai propri occhi. Riusciva sempre a leggerlo facilmente, anche quando Zhongli era convinto di sembrare serio e imperturbabile.

"Ma certo. Apprezzo la tua serietà. Aspetterò.",mormorò Childe, prima di addolcire appena lo sguardo. "Probabilmente dovremmo andare, non credi? Sei pronto?", gli chiese, forse per distrarlo da quell'argomento.

Zhongli annuì, conscio che i loro amici probabilmente fossero già pronti. La festa si teneva in mezzo alla foresta e avrebbero dovuto percorrere un po' di strada per raggiungerla. 

I suoi occhi, però, si erano fatti lucidi per un istante, solo all'idea di dovergli parlare di quell'argomento nel giro di venti giorni.

Era da mesi che Xiao e Ganyu gli ripetevano che non doveva sopportare quel peso da solo. Ma scaricarlo a qualcun altro non era forse come raddoppiarlo?

Si riscosse da quei pensieri solo quando la mano di Childe gli sfiorò la guancia, riportandolo a terra.

Il suo tocco era così caldo e delicato che Zhongli, per un momento, riuscì a dimenticare tutto il resto, annegando in quella sensazione confortante.

"Qualsiasi cosa ti stia turbando, posso concedermi lo stesso di chiederti di ballare con me, alla festa? Spero di riuscire a distrarti, almeno per questa sera.",mormorò Childe. Il suo sguardo si ancorò al proprio, prima di scendere sulle proprie labbra, e risalire di nuovo ai propri occhi. Era a un palmo dal proprio viso, ma non si avvicinò ulteriormente.

Zhongli si concesse di annegare in quello sguardo, per un lungo istante. Si chiese come fosse possibile provare una sensazione così forte per qualcuno che non baciava più da un anno, e che aveva amato per ancora più anni, come se fosse stata la prima volta che si avvicinava così tanto a lui.

L'aria intorno a loro sembrava essere diventata elettrica. Quando rispose, la propria voce tremò appena, tradendo un certo compiacimento. Adorava essere guardato a quel modo di rimando, con altrettanta ammirazione. "Certo. Mi lascerò distrarre con molto piacere."

Childe sorrise, prima di prenderlo sottobraccio. Uscirono finalmente dalla stanza, riprendendo a parlare, nonostante Zhongli si sentisse decisamente, e piacevolmente, agitato.

"Dici che siamo tanto in ritardo?",domandò Zhongli, a bassa voce.

"Dico proprio di sì.", fu il commento secco e sincero che arrivò dal corridoio, da parte di AlHaitham. 

In tutta risposta, Zhongli rise piano, sapendo perfettamente di non potergli dare torto.

****

AlHaitham era stato il primo a prepararsi per la festa. 

Puntuale come sempre, preciso come sempre. Non aveva neanche un capello fuori posto. Anche la sua espressione era seria, ferma, come il proprio tono di voce.

Era sempre così, quando si trattava di lui. 

Un'accusa che si era sentito muovere spesso, era quella che lo descriveva come un uomo freddo e impassibile. Inizialmente si era dispiaciuto di commenti del genere, quando era più piccolo. Adesso, però, ormai, non lo toccavano quasi più.

Si rendeva conto di non essere una persona semplice da comprendere. Per troppi anni, non aveva interagito con gli altri in una maniera usuale. Aveva studiato a casa, da privatista, con sua nonna. E quando aveva perso l'unica persona che si fosse mai presa cura di lui, tutto il suo mondo era andato in frantumi.

Non che prima fosse troppo chiaro. In qualche modo, si era sempre sentito diverso da tante altre persone. Ogni sensazione era troppo intensa da sopportare per lui, prima che la analizzasse o la conoscesse. I rumori, gli sconosciuti, le interazioni sociali. Era tutto così drenante, per la sua mente. Quando si chiudeva nella sua stanza, con i suoi libri e la sua sicurezza, tutto sembrava più facile da gestire.

Aveva una mente brillante, era un ottimo alunno, eppure non era altrettanto svelto a comprendere gli altri, quando non esplicitavano le loro intenzioni o i loro pensieri. Per quel motivo, aveva sempre fatto fatica a comunicare con gli altri. La cosa più difficile, poi, era far comprendere di non avercela personalmente con loro: semplicemente, diceva le cose senza filtri.

E poi, c'erano stati i membri dell'Akademia a prendersi cura della sua educazione. Era riuscito ad ottenere una borsa di studio e dei meriti da loro, un'organizzazione internazionale, prima di trasferirsi in Francia, ma era costretto alle loro regole ferree. Studiare era diventato meno appassionante: quello che prima, per lui, era stato un rifugio, ora era un obbligo. Doveva rispettare la media, stare attento, impegnarsi.

Peccato che, buttato in quel mondo nuovo, faticava sempre di più ad adattarsi.

La sua più grande consolazione, però, era stato trovare le persone del suo gruppo di amici. I primi che aveva finalmente definito tali.

I ragazzi che aveva conosciuto alle lezioni di francese non vedevano cattiveria, nei suoi atteggiamenti, ma apprezzavano la sua onestà, la sua trasparenza, la sua schiettezza. Oppure gli facevano notare quando le sue affermazioni non erano chiare.

Col tempo, aveva trovato una sorta di equilibrio.

Tranne che con Kaveh.

Che cosa doveva fare, con lui?

L'Akademia non poteva certo approvare una loro, eventuale relazione. Lui era il loro rappresentante, avrebbe lavorato per conto loro, avrebbe tenuto conferenze per loro in giro per il mondo. E avrebbe dato uno scandalo tremendo, frequentandosi con un uomo.

Al Haitham poteva anche pensare di lasciarla e lavorare a un'altra soluzione, ma sarebbe stato un processo lungo e difficoltoso. I cambiamenti, poi, non erano facili per lui. Doveva valerne la pena.

E lui non sapeva se Kaveh fosse d'accordo.

Sarebbe servito a qualcosa,  tirarlo in ballo? Valeva la pena di farlo soffrire, mentre lottava per un futuro incerto?

Per quanto AlHaitham ne sapeva, Kaveh non era propriamente impegnato con lui. Non lo aveva mai visto frequentare altre persone, e ogni tanto, anzi, piuttosto spesso, finivano a letto insieme. Aveva un carattere apparentemente estroverso e sapeva tenergli testa come nessun altro aveva mai fatto, anche se AlHaitham sospettava che ci fossero tante cose che Kaveh non gli aveva mai detto, forse per paura.

Ma, anche se credeva di saperlo leggere, non ne era effettivamente in grado come avrebbe voluto.

Ripensò alle parole che Kaveh gli aveva detto prima, in camera, accusandolo di non volersi mettere con lui.

Era quello, ciò che aveva creduto per anni, mentre AlHaitham era convinto della stessa identica cosa? Pensava che si stesse trattenendo perché non voleva niente di serio con lui? Forse, c'era stato un enorme fraintendimento, portato anche dalla propria mancanza di trasparenza.

AlHaitam non poteva sapere come sarebbe andata, una relazione tra di loro. Non ne aveva mai avuta una. Provare a scoprirlo, però, sarebbe stato piacevole.

Kaveh, a dirla tutta, gli piaceva. 

Lo pensò anche in quel momento, mentre si voltò a guardarlo pronto per la festa. Era leggermente in ritardo, ma, per una volta, non gli diede fastidio. Aveva sciolto i suoi  lunghi capelli biondi, che ora gli ricadevano sulle spalle. Indossava una camicia bianca, che gli calzava a pennello. Era così bello bello. Sembrava sempre un principe, con quello stile elegante, che pareva appartenere ad altri tempi.

Il su viso era illuminato da un sorriso, e stava scherzando con Zhongli e Childe, appena usciti dalla camera, vestiti di tutto punto.

AlHaitham guardò i due amici, che si tenevano a braccetto, e non poté fare a meno di chiedersi come avessero fatto ad aspettare così tanto per dichiararsi. Ciò che provavano l'uno per l'altro era piuttosto evidente. AlHaitham, qualche volta, si era ritrovato a chiedersi se, al posto loro, avrebbe fatto meno fatica a capire i propri sentimenti, rispetto a quanto era successo a lui e Kaveh.

Zhongli e Childe erano sempre stati incollati, e non avevano mai avuto gli stessi problemi a condividere gli spazi, come era accaduto, purtroppo, ad AlHaitham. E persino Cyno, con il suo carattere così riservato e particolare, era stato facile passare tanto tempo con Tighnari, o comprendere di amarlo.

Nei primi tempi in cui AlHaitham e Kaveh avevano vissuto nella stessa stanza, la loro convivenza era stata difficoltosa. AlHaitham aveva decisamente più bisogno di spazio di qualsiasi altra persona, e Kaveh, al contrario, si muoveva in continuazione.

Ma c'erano anche tanti lati positivi di condividere una camera con lui, che AlHaitham aveva apprezzato col passare del tempo.

Gli piaceva vederlo alzato fino a tarda notte, anche se faceva un casino tremendo, a lavorare con dedizione ai suoi progetti di architettura, anche se faceva fatica a tenere la concentrazione. Gli piacevano le sue battute, le sue risposte pronte, che più di una volta gli avevano strappato un sorriso. E gli piaceva il modo in cui i suoi occhi si illuminavano, quando si infervorava a parlare di qualcosa.

Ciò che però non aveva ancora avuto modo di conoscere, era senza dubbio la sua fragilità. C'era una sorta di barriera, in Kaveh, che non faceva comprendere ad AlHaitham cosa volesse davvero. Sembrava sempre temere un avvicinamento troppo stretto, e evitare con timore l'affezionamento. Cosa gli era successo, che AlHaitham non conosceva?

Era stata una sorpresa, sentirlo esprimere frustrazione per il fatto che non fossero fidanzati, pochi minuti prima.

"Come siete eleganti, wow!", commentò Kaveh, facendo un fischio a Zhongli e Childe.

"Grazie, grazie. Ho preso tutto a cinque euro nel negozio sotto l'università.",si vantò Zhongli, con una certa soddisfazione.

Non si sarebbe di certo detto. I loro completi gli calzavano perfettamente, valorizzando i colori dei loro occhi e dei loro capelli: azzurro e blu, nero e oro. 

"Siete così abbinati che mi viene la nausea. Sembrate due principini.", commentò AlHaitham, facendoli ridere. 

"Hai visto? Zhongli è così bello che devo fargli da guardia del corpo, stasera.", disse Childe, con una naturalezza inaspettata. Zhongli fece un'espressione lusingata, prima che l'altro aggiungesse: "Ogni tanto mi chiedo come fosse possibile che nessuno me lo avesse rubato, durante gli anni di università."

"Semplicemente, secondo me, tutti quelli che vi hanno visto, per quanto potessero trovarvi carini, hanno sempre pensato che ve lo buttaste nel culo a vicenda. Quindi manco ci hanno tentato."

Il commento così di Dehya, che salì le scale con Dunyarzad, fece quasi strozzare Zhongli, che aveva preso un sorso d'acqua da una bottiglia, mentre aspettava gli altri. 

Anche le due ragazze erano pronte per uscire. Dehya si era messa un crop top nero e rosso, e dei pantaloni corti di pelle, con degli stivali, che esaltavano la sua figura slanciata. Dunyarzard, invece, aveva indossato un grazioso abito viola con dei gioielli dorati, e stava palesemente cercando di non fissare l'amica troppo intensamente. Dehya aveva buona parte del torso scoperto, e AlHaitham era piuttosto sicuro di aver sentito Dunyarzard scherzare insieme a Kaveh sui suoi suoi addominali, qualche mese prima. Il biondo, infatti, l'aveva presa in giro, accusandola di guardarli troppo spesso come un pesce lesso.

Childe ridacchiò, non sembrando contrariato al commento dell'amica. "Certo, non è una possibilità da escludere.",concordò, con un certo orgoglio.

"O hanno pensato che Childe potesse stenderli con un pugno.", intervenne anche Cyno, salendo le scale insieme a Tighnari. Si era sforzato di coprirsi un po' più del solito, ma aveva comunque metà dei bottoni della camicia viola aperta, al contrario di Tighnari, che indossava una camicia verde chiusa fino al collo, con alcuni accessori a tema naturale.

"Oh, dai. Non faccio così paura!",si difese Childe. "Solo perché passo dieci ore a settimana a fare il corso di box, non significa niente."

"Beh, meglio così, alla fine, no?", sorrise Zhongli, in tutta risposta. 

"Direi. C'è già abbastanza drama così.",scherzò Tighnari. "Allora, andiamo? Lumine, Candace e Aether sono già lì!"

AlHaitham annuì, sorprendendosi, per un istante, di sentire la mano di Kaveh sfiorargli il braccio. Le altre persone della casa, senza quasi che se ne accorgesse, stavano scendendo in coppia dalle scale. 

Lo guardò negli occhi, prima di accettare quella presa, compiendo un passo più vicino a lui.

I cambiamenti e gli imprevisti continuavano a innervosirlo e preoccuparlo, ma, forse, quello faceva un'eccezione.

***

Buon sabato a tutti 💕💕 piaciuto il capitolo? Nel prossimo inizia la festa !!
Fatemi sapere i vostri pareri uvu
Kieran

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